BENESSERE ANIMALE e PROFESSIONE VETERINARIA
Veterinario: tecnico che durante la sua a1vità è chiamato a tutelare il benessere animale
-> in diversi contes9, in modo professionale e NON emozionale
Bisogna considerare TUTTI gli animali (reddito, compagnia, laboratorio ecc) in TUTTI i contes9 (trasporto, macello, zoo ecc)
-> solitamente si dà maggior importanza al benessere degli animali da reddito, non
considerando abbastanza gli animali da compagnia (si pensa che lo standard sia alto)
L’obie1vo è migliorare la qualità della vita dell’animale
Modalità: - Formando al meglio il personale o la persona che se ne deve prendere cura
- Prevenendo sta9 patologici
NON è la struLura, è l’uomo che fa la differenza
Conseguenze: - Miglioramento delle caraLeris9che igienico-sanitarie dei prodo1 - Riduzione dei cos9 di allevamento
- Per gli animali da reddito migliorare la produ1vità
FaLori che hanno contribuito alla diffusione della telema9ca del benessere: • E’ un tema di rilevante interesse per i ciLadini/consumatori europei
-> campagne animaliste che hanno informato
• E’ un faLore di miglioramento della qualità e della sicurezza dei prodo1 di origine animale -> si
premia l’allevatore non tanto per la quan9tà di prodoLo, ma per la qualità e i traLamen9 che
esercita sugli animali
• E’ una delle condizioni per accedere ai contribu9 europei
E’ cresciuta nell’opinione pubblica la consapevolezza che gli animali NON sono macchine da produzione MA esseri viven9
Le condizioni di allevamento sono un tema divisivo nella nostra società: - Allevatori
Agricoltori
- Associazioni di protezione animale
Consumatori
Medici/nutrizionis9
Il Veterinario ha il compito di fare da mediatore in queste fazioni con opinioni
opposte -> da una parte rassicurare il consumatore e dall’altra indirizzare l’allevatore
• Correlazione tra benessere animale - salute animale - salute pubblica
• Capire il progressivo cambiamento di ruolo degli animali nella società e la loro integrazione • Figura professionalecheèbenstruLurataneisistemiamministra9vinazionalieinternazionali •Hale competenze necessarie per formare altre figure professionali correlate spt in ambito zootecnico
L’interesse dell’opinione pubblica per il benessere animale si traduce in un aumento dell’a1vità di ricerca scien9fica in questo ambito
-> prima del 2000 circa il 10% di pubblicazioni, nel 2014 si tocca il 50%
E’ il consumatore che ha promosso questa tema9ca, MA ha comunque un grado di conoscenza basso riguardo i sistemi di allevamento
Classificazione dello stato di benessere di galline
ovale, suini all’ingrasso, vacche da laLe in base al
consumatore
-> i consumatori scelgono le ovaiole come categoria
più a rischio, perché considerano le galline in
gabbia con un’insufficienza libertà di movimento In verità anche i bovini possono essere alleva9 a
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stabula fissa, ma nell’immaginario del consumatore le
bovine stanno solo al pascolo
Nella realtà suini e ovaiole hanno regolamen9 per la loro
ges9one, quando invece per le bovine non si ha nulla
Immagine: il cavallo viene considerato come animale da
affezione e quindi non si considerano i suoi problemi di
benessere
FaLori che condizionano il giudizio dell’opinione pubblica in merito alle condizioni di benessere degli animali
1. Numerosità di sogge1 coinvol9
2. Età degli animali
3. Terminologia impiegata - comunicazione con il consumatore Es. Gabbia, industriale -> bruLa impressione
Recinto, libertà -> termini migliori
Macello NO, abba1mento/stordimento SI
4. Considerazione che l’uomo ha nei confron9 di quella specie animale
Animali tanto giovani situa9 in aree limitate (sovraffollamento) danno una bruLa impressione al consumatore
-> pulcini, vitelli a carne bianca
Per il consumatore il conceLo di benessere animale si lega a:
- Il grado di sconfinamento degli animali quindi la differenza rispeLo alle condizioni naturali di vita degli
animali
-> la maggior parte dei consumatori pensa che in allevamento non si possono riprodurre condizioni naturalidivitaequindicidev’esseremaggioreaLenzionedapartedell’allevatore -Allanaturalezzaealle produzioni biologiche, mentre considera “basso benessere! tu1 i sistemi produ1vi intensivi presen9 negli allevamen9 moderni che possono rappresentare anche un rischio per la “salute” Bisogna considerare che per tante specie si sono effeLua9 interven9 di miglioramento gene9co, le razze di adesso non sono le stesse di una volta e non sarebbero in grado di vivere in cer9 ambien9
In Italia il conceLo di benessere animale è emerso nel momento in cui si è parlato di sicurezza alimentare -> più benessere per avere un prodoLo più sicuro
In Europa invece si è faLa leva sul conceLo di protezione animale
In questo modo le diverse campagne animaliste hanno imposto programmi diversi a seconda
Strategie di sensibilizzazione:
- Pietà dell’animale: foto animale in gabbia da solo
- Sicurezza alimentare: la carne di vitello è una carne anemica e quindi non una carne che fa bene -> si è puntato sulla sicurezza alimentare
- O1ma forma fisica: fallo per l’animale e per te stesso
La qualità per il consumatore:
• Ruolo nutrizionale: abbiamo bisogno di nutrirci
• Soddisfazione sensoriale: mangiamo per il piacere di mangiare, quindi cerchiamo una carne di una
certa qualità
• Sicurezza igienico-sanitaria: aLenzione all’u9lizzo del farmaco • Benessere animale: faLore e9co
Il conceLo di benessere animale è diventato talmente importante da essere inserito nel Libro bianco per aumentare ls sicurezza e la qualità del prodoLo
La salute e il benessere degli animali da cui derivano i prodo1 alimentari è essenziale per la salute pubblica e la protezione dei consumatori.
Nell’ambito del presente Libro bianco si riconosce che le ques9oni del benessere degli animali devono essere maggiormente integrate nella poli9ca alimentare.
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In par9colare, nella legislazione si deve tenere conto dell'impaLo del benessere animale sulla qualità e sicurezza dei prodo1 di origine animale des9na9 al consumo umano.
L’allevamento deve essere compa9bile sia con il benessere dell’animale che con l’ambiente -> gli allevamen9produconogasserra(metano),azoto,ammoniaca=incompa9bilitàambientale Si dovrebbe sfruLare diversamente le risorse alimentari
I driver sono sociali, legisla9vi ed economici
La sostenibilità dell’a1vità zootecnica è data da un approccio integrato:
1. Uomo: sicurezza sul lavoro
2. Animali: produ1vità, benessere animale, salute aria le, riduzione del consumo di farmaco 3.
Ambiente: emissioni in aria, sul suolo e nelle acque, consumo idrico, consumo energe9co QUINDI il benessere animale è percepito come una importante ques9one per la società civile europea
Si ha scarsa comunicazione tra il mondo della produzione e del consumatore -> info passate tramite mass-media
BENESSERE ANIMALE COME SCIENZA
Bisogna considerare lo stato mentale degli animali
DEF: “Lo stato di benessere di un animale è determinato dall’en9tà degli sforzi (coping) che esso
deve compiere per rapportarsi con l’ambiente nel quale è inserito”
-> tanto più è complesso il sistema dell’animale, maggiore sarà il suo sforzo ad adaLarsi e quindi
minor benessere
Si hanno diversi faLori che vanno a comporre
l’ambiente in cui l’animale vive
La difficoltà di adaLamento può anche essere
determinata dall’assenza/carenza di una o più
risorse
-> porta ad avere STRESS
E’ l’effeLo dell’ambiente sull’individuo il
quale sovraccarica il suo sistema di
controllo/adaLamentno e riduce il suo
stato di salute
Uno stato di salute compromesso riduce la capacità di crescita e/o riprodu1va dell’animale fino a portarlo in casi estremi alla morte
Le 9pologie di stress sono suddivise in base a:
• Durata: - Acuto: decorazione, taglio della coda, tosatura
- Cronico: poco spazio, alimentazione sbagliata, poche risorse
• Intensità: - Alta: trasporto in ca1ve condizioni, castrazione, movimentazione scorreLa
- Bassa: mungitura, contenimento per controlli, svezzamento naturale
• Natura: - Fisica: alte/basse temperature, patologie agli ar9, ca1va qualità dell’aria - Psicologica: separazione dalla madre, paura dell’allevatore, paura dei conspecifci
Relazione tra benessere e stress:
Misuriamo ogge1vamente e direLamente le condizioni di di stress subite dall’animale, in questo modo è possibile s9mare indireLamente le condizioni di benessere
- Stress ridoLo = benessere elevato - Stress elevato = benessere ridoLo
Criteri u9lizza9 per valutare la condizione di stress/benessere: - Performance di crescita
- Riproduzione
NON sono sufficien9, vengono aggiun9 indicatori fisiologici come: - L’a1vità della corteccia surrenale
-> tanto cor9sone = animale stressato - Immunità
-> immunodepressione = animale stressato
- Presenza di lesioni
- Indicatori comportamentali: streoHpi = sequenza ripe99va, pressoché invariata di movimen9 che non hanno ovvia funzione
Bovino: lingua serpen9na
Cavallo: 9cchio d’appoggio e mordere le struLure
NB: misuriamo direLamente lo stress e indireLamente il benessere animale
Categorie di indicatori scien9fici di benessere: sono macrocategorie, dentro ogni classe si hanno i singoli indicatori
1. Indicatori zootecnici: performance di produzione • Longevità
• Consumi alimentari
• Condizione corporea
• Pulizia dell’animale
• Prestazioni produ1ve e riprodu1ve • Qualità del prodoLo
2. Indicatori fisiologici: in caos di problemi si hanno alterazioni del seLo ormonale • Frequenza cardiaca
• Frequenza respiratoria
• Temperatura
• Nutr/Linf: formula leucocitaria
• Cor9solo: indicatore più facile da misurare
-> nel lungo periodo lo stress varia la formula leucocitaria 3. Indicatori patologici: frequenza con cui si hanno sta9 patologici
• Lesioni e ferite
• Patologie degli ar9
• Patologie gastrointes9nali
• Patologie dell’app riproduLore
4. Indicatori etologici: le stereo9pie sono nega9ve, a1vità come ruminazione ecc sono posi9ve • Compe9zione
• Tempi di decubito
• Posture da decubito
• Locomozione
• Comportamento alimentare
• Timore nei confron9 dell’uomo o dell’ambiente
Inizialmente gli allevatori si basavano solo sugli indicatori zootecnici, mentre adesso si hanno diversi indicatori che influiscono sul benessere
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-> spt gli indicatori etologici, introdo1 in par9colar modo dalle associazioni di protezione animale = la valutazione del benessere è data d aut approccio integrato
Scelta e combinazione dei diversi indicatori:
- Considerare la specie o categoria di animali oggeLo di valutazione
- Considerare la difficoltà di raccolta delle informazioni
- Considerare la mo9vazione per l quale viene effeLuata la rilevazione (cosa voglio dimostrare) -> qual è il nostro obie1vo
1. INDICATORI ZOOTECNICI • Consumi alimentari
• BCS
• Pulizia dell’animale
• Qualità del laLe
• Longevità
• Numero di inseminazioni:
• Interparto
• Accrescimento
• Indice di conversione
• CaraLeris9che delle carcasse
Difficoltà di valutazione: - Da9 non sempre registra9 e raccol9 in modo preciso dall’allevatore
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- I da9 spesso sono registra9 in forma cartacea e quindi non elabora9le in
- La loro misura in condizioni sperimentali richiede uno sforzo notevole
tu1 gli indicatori, dipende dalla categoria di interesse (vacca da laLe, vitelloni ..)
2. INDICATORI FISIOLOGICI • Frequenza cardiaca
• Frequenza respiratoria • Temperatura
tempi rapidi
NON si usano SEMPRE
• Neutrofili/linfoci9
• Cor9solo
Difficoltà di valutazione: - La loro valutazione richiede spesso la manipolazione dell’animale e questo
comporta variazioni non sempre correlabile con la fonte di stress che s9amo - Prospe1ve interessan9 sviluppo di sistemi di rilevazione a distanza
3. INDICATORI PATOLOGICI • Lesioni e ferite
studiando
• Patologie degli ar9
• Patologie della mammella
• Patologie dell’app riproduLore
Difficoltà di valutazione: registrazione degli even9 non sempre accurata da parte dell’allevatore
4. INDICATORI ETOLOGICI • Compe9zione
• Tempi di decubito
• Posture di decubito
• Locomozione
• Comportamento alimentare
• Timore nei confron9 dell’uomo e/o dell’ambiente
Difficoltà di valutazione: - Forte impegno in fase di rilevazione dei da9
- Condizioni di lavoro non sempre agevoli
- Registrazione degli even9 (comportamen9 di breve durata) non sempre !! E’ importante avere come riferimento il Natural Behavior
= qualsiasi comportamento che viene effeLuato in condizioni naturali
Altra 9pologia di classificazione:
- Resources based Measures: misure delle risorse
agevole
-> i sistemi ges9onali e le struLure sono molto diverse ed è difficile standardizzare - Animal Based Measures: misure direLamente sull’animale
= sono gli indicatori scien9fici vis9 prima (zootecnici, fisiologici, patologici, etologici) 5 METODI DI OSSERVAZIONE DEL COMPORTAMENTO ANIMALE
Come effeNuare le osservazioni comportamentali
Lo studio del comportamento degli animale di interesse zootecnico rappresenta uno degliindicatori chiave per la valutazione del benessere, MA
- Quan9 animali dobbiamo osservare? - Per quanto tempo?
- In che modo?
- Quali comportamen9 osservo?
Consideriamo che si ha una selezione gene9ca che porta cer9 animali ad avere comportamen9 più pronuncia9 rispeLo ad altri
IMPOSTAZIONE di uno STUDIO di COMPORTAMENTO 1. Fase 1: eseguire le valutazioni preliminari
E’ necessario per imparare: - A conoscere ed individuare i sogge1 che entreranno i prova -Individuareicomportamen9cemeritanodiessererileva9 2.Fase2:descrizionedel comportamento
Si deve considerare: - La distribuzione temporale del comportamento
- Le conseguenze legate a quel comportamento sull’ambiente o sull’animale
stesso
- La descrizione spaziale, posizione e orientamento dell’animale nell’ambienteerispeLoaglialtrisogge1presen9nelgruppo 3.Fase3:sceltadellecategoriedi
comportamen9 da osservare
-> indipenden9 l’una dall’altra e omogenee
Esempi: posture assunte (decubito, stazione; decubito cona ar9 distesi o piega9)
Distribuzione degli animali all’interno dell’area di osservazione (mangiatoia, abbeveratoio, zona
di defecazione)
A1vità svolta (mangia, beve, dorme, rumina)
CLASSIFICAZIONE dei comportamenH in relazione alla loro durata
EvenH: comportamen9 di durata rela9vamente breve che possono essere approssiman9 ad un punto Es movimen9 del corpo, vocalizzazioni
-> è difficile individuarli
StaH: comportamen9 che su prolungano nel tempo come l’a1vità d’inges9one o le posizioni del corpo Es. riposo
METODI di osservazione:
• Registrazione in conHnuo: descrizione con9nua del comportamento misurando la durata reale delle
classi di comportamento osservate
• Registrazione a tempi campionaH: il comportamento è registrato a tempo prestabili9 per cui la
sua descrizione può non essere estremamente precisa
Misure di comportamento:
a. Durata
b. Frequenza
c. Latenza: rappresenta l’intervallo di tempo che intercorre tra due specifici even9 o tra l’inizio
dell’osservazione e il verificarsi di un certo evento
L’osservazione del comportamento è il principale strumento nelle mani del ricercatore per comprendere se i bisogni dell’animale sono soddisfa1
Zootecnica di precisione: u9lizzano dei sensori che raccolgono da9 i un database -> al risorta umana viene u9lizzata in modo differente
- Diagnosi precoce di patologie - Ges9one efficiente
ISTITUZIONI E LEGISLAZIONE
Is9tuzioni che si occupano della tema9ca e aspe1 legisla9vi
La produzione di caraLere legisla9vo sul tema del benessere animale può essere Europea o nazionale
Tipo di a1vità svolte dalle is9tuzioni sul benessere animale
a. Consulenza/raccolta da9: stesura report di caraLere scien9fico b. Produzione di leggi: dire1ve, regolamen9, decre9 legisla9vi
c. Produzione di a1 di indirizzo adesione volontaria: traLa9
Is9tuzioni poli9che con competenze a vario 9tolo si benessere animale:
• Internazionali
- Consiglio d’Europa (= COE)
- Parlamento europeo
- Commissione europea
- Direzione generale “Salute e Sicurezza Alimentare” (= DG SANTE) - Autorità per la Sicurezza Alimentare AFSA
- OIE = Organizzazione Mondiale per la Sanità ex Office Interna9onal des Epizoo9es)
• Nazionali
- Ministero della Salute
- Ministero dell’Agricoltura
- Centro di referenza sul Benessere animale (CREMBA-IZSLER)
1. CONSIGLIO d’EUROPA
Promulga traLa9 e convenzioni sul tema del benessere:
- Convenzione Europea per la Protezione Animale
- European Conven9on for the protec9on of animals for slaughter
Le inizia9ve del Consiglio d’Europa non sono vincola9 e vanno ra9ficate dagli Sta9 membri
2. EUROPARLAMENTO
Approva le dire1ve o i regolamen9 propos9 dalla Commissione e devono poi essere applica9 dagli Sta9 Membri
3. COMMISSIONE EUROPEA - “Directorate-Generale SANTE Health and Food Safety”
Prepara e propone le norme da approvare presso l’Europarlamento
E’ incaricata successivamente di effeLuare i controlli sulla loro applicazione nei diversi sta9 membri
4. EFSA - European Food Safety Authority
Organico tecnico dell’UE
Deve fornire pareri scien9fici e consulenza in risposta a domande presentate dalla Commissione Europea, dal Parlamento Europeo o dagli Sta9 membri in materia di benessere animale
Gruppo esper9 EFSA: AHAW (= Animal Hearth Aanimal Welfare)
Cos9tuito da ricercatori esper9 della materia, NON è quindi necessariamente rappresenta9vo di tu1 gli sta9 membri dell’Unione Europea
Competenza: produce documen9 che rappresentano:
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animali
- Pareri se brevi e fa1 per rispondere a specifici quesi9
- Report se considerano in modo deLagliato i problemi di una certa specie o categoria di
- Linee guida
Documen/ EFSA prodo6 avvalendosi di esper/ esterni (External Scien/fic Report): - Animal Consciousness - 29 novembre 2016
- Indicators of unconsciousness and death at slaughter - 20 dicembre 2013
- Online-survey on welfare indicators of unconsciousness and death at slaughter - 20 dicembre 2013
Documen/ più recen/ pubblica/ dalla sezione AHAW dell’EFSA:
- Iden9fica9on of elements for welfare risk assessment related to on-farm killing animals - 19 luglio 2019 7
- Guidance on the assessment criteria for applica9ons for new or modified stunning methods regarding animal protec9on at the 9me of killing - 12 giugno 2018
- EFSA Scien9fic Network for Risk Assessment in Animal Health and Welfare /2015-2017) - 26 gennaio 2018
5. Ministero della salute
Deve verificare che a livello regionale siano applicate in modo correLo le norme sul benessere animale Il ministero è il principale referente per l’Unione Europea sull’argomento
-> deve infa1 presentare una relazione annuale sull’a1vità svolta in tale ambito ed accogliere ogni 2 anni gli ispeLori europei che effeLuano i sopralluoghi per conto della Commissione
La legislazione NON è della Commissione o dell’EFSa, ma è l’Unione Europea
Le Regioni possono avere regolamen9 propri ma devono recepire la Norma9va Nazionale Ogni organizzazione ha i suoi referen9:
• Unione Europea: - Food and Veterinary Office
• Ministero della Salute: - Is9tu9 Zooprofila1ci
- Centro di referenza - Uffici UVAC
- Uffici PIF
• Regioni: - Servizi Veterinari
Organismi di controllo:
1. Food and Veterinary Office
La Commissione ha programmato una serie di visite
di studio focalizzate sugli aspe1 rela9vi al taglio
della coda nei suini.
Alla luce della recente abolizione del sistema delle
quote laLe, potenzialmente foriera di una modifica
delle modalità di allevamento, una serie di audit
verrà intrapresa al fine di valutare il benessere dei
bovini da laLe.
2. IsHtuH ZooprofilaYci della Lombardia e dell’Emilia CReNBA = Centro di Referenza Nazionale sul
Benessere Animale
È l'autorità scien9fica deputata a fornire sostegno
scien9fico alle autorità competen9, su loro richiesta
In par9colare, il CReNBA è deputato
all'approvazione dei programmi di formazione dei
corsi per gli operatori
= Fanno da consulenza al Ministero tramite report scien9fico
3. UVAC
Sono uffici periferici del Ministero della Salute is9tui9 per assicurare la correLa applicazione della legislazione veterinaria e zootecnica.
Na9 a seguito dell’abolizione dei controlli alle fron9ere fra i Paesi membri della Comunità Europea, conseguente all’aLuazione del Mercato Unico, essi mantengono al livello statale la responsabilità dei controlli a des9no sulle merci di provenienza comunitaria
C’è l’obbligo per i des9natari delle par9te di animali vivi provenien9 da un altro Stato membro l’obbligo di segnalare, nelle 24 ore preceden9, l’arrivo delle merci all’U.V.A.C. ed al Servizio Veterinario delle
A.S.L. competen9 per territorio
-> supporto nei controlli di regolarità dei traspor9
4. PIF
Sono uffici periferici del Ministero della Salute e al tempo stesso, fanno parte della rete di PIF dell’Unione europea (UE). Sono autorizza9 dalla Commissione europea ad effeLuare controlli veterinari 8
su animali vivi, anche per la verifica del loro benessere, e prodo1 di origine animale provenien9 da Paesi terzi e des9na9 al mercato comunitario o al transito verso altri Paesi terzi.
I PIF sono oggeLo di sopralluoghi periodici da parte di ispeLori comunitari e nazionali per verificare il mantenimento dei requisi9 struLurali e funzionali richies9 dalla norma9va vigente -> supporto nei controlli di regolarità nei traspor9 e nella movimentazione di animali da paesi terzi
Chi effeEua i controlli sul benessere animale a livello territoriale: = Veterinari SRL Area C: igiene degli allevamen9 e delle produzioni animali
- Piano Nazionale Benessere Animale = PNBA - Piano Nazionale Benessere Animale = PNI
ClassyFarm è un sistema integrato finalizzato alla categorizzazione dell’allevamento in base al rischio Ogni sistema di allevamento ha i propri pun9 cri9ci:
- Biosicurezza
- Benessere animale
- Paramentri sanitari e produ1vi
- Alimentazione animale
- Consumo di farmaci an9microbici
- Lesioni rilevate al macello
Il ClassyFarm sinte9zza tu1 i pun9 di rischio
-> è stato pensato per renderei efficaci tu1 controlli sugli allevamen9 - c’è un’unica persona che controlla
Possono esserci raccomandazioni o sanzioni
Nel momento in cui un allevamento è stato approvato, quell’allevamento va in fiondo alla lista dei controlli in modo da dare priorità agli allevamen9 meno consoni e per u9lizzar meglio le risorse delle ASL (sistema di controllo razionalizzato)
= PiaLaforma che elabora i da9 raccol9 dall’autorità competente durante lo svolgimento dei controlli
ufficiali, quelli messi a disposizione da sistemi già in uso e, quelli dell’autocontrollo resi disponibili dall’operatore, su base volontaria
In caso di visita con esito nega9vo l’azienda perde i i contribu9 (= pack) + sanzione -> i contribu9 sono eroga9 in base alla condizionalità
La condizione è il rispeLo di certe regole, come il benessere animale
-> le condizioni si possono verificare anche al macello quindi DOPO la vita in allevamento
Gerarchia delle norme: piramidale
1. CosHtuzione (dal 1/1/1948), leggi cosHtuzionali, norme comunitarie
Leggi cos9tuzionali: richiedono una maggioranza di favorevoli maggiore rispeLo alle leggi ordinarie in Parlamento, successivamente si ha un referendum per l’approvazione
-> è fondamentale la decisione a livello europeo
2. Leggi statali e a1 equipara9 alla legge 3. Leggi regionali
4. Regolamen9
5. Usi
NORME COMUNITARIE
• Regolamento: aLo legisla9vo vincolante
Deve essere applicato in tu1 i suoi elemen9 nell’intera Unione Europea
-> si applica così com’è in tu1 gli Sta9 Membri
-> ha EFFETTO IMMEDIATO all’aLo della pubblicazione e non deve essere accompagnato da norme nazionali che lo recepiscono
• DireYva: aLo legisla9vo che stabilisce un obie1vo che tu1 i paesi dell’UE devono realizzare
SpeLa ai singoli paesi definire aLraverso disposizioni nazionali come tali obie1vi vadano
raggiun9
-> NON ha effeLo immediato appena pubblicata e deve essere accompagnata da una norma nazionale di recepimento (Italia: tramite DECRETO LEGISLATIVO)
Decreto legisla9vo: è una norma, validità senza tempo
Decreto legge: provvedimen9 emana9 in situazioni di emergenza, durata di 60 gg !! sono due cose diverse
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• Decisione: vincolante per i suoi des9natari (singolo paese o singola impresa) ed è direLamente applicabile • Raccomandazione: consente alle is9tuzioni europee di rendere note le loro posizioni e di suggerire linee di azione senza imporre obblighi giuridici a carico dei des9natari NON è vincolante
• Parere: strumento che permeLe alle is9tuzioni europee di esprimere la loro posizione senza imporre
obblighi giuridici ai des9natari NON è vincolante
Può essere emesso dalle principali is9tuzioni dell'UE (Commissione, Consiglio, Parlamento), dal Comitato delle regioni e dal Comitato economico e sociale europeo.
Durante il processo legisla9vo, i comita9 emeLono pareri che rifleLono il loro specifico punto di vista, regionale o economico e sociale.
Nel seNore del Benessere Animale troviamo le seguenH legislazioni:
1. TraLa9 internazionali: vd Consiglio d’Europa, serve un’adesione volontaria degli Sta9 2. Regolamen9 comunitari
3. Dire1ve comunitarie
4. Decre9 legisla9vi
Inoltre si ha una presa di posizione europea sulla castrazione chirurgica degli animali
-> si stanno cercando alterna9ve
L’UE non ha emesso dire1va ma ha emesso una dichiarazione sulle alterna9ve alla castrazione chirurgica
Da dove parte tuLa la norma/va europea sul benessere animali?
Anni ’60 = l’intensificazione dell’a1vità di studi e ricerca nel campo del benessere animale nei paesi del nord Europa (maggior sensibilità dell’opinione pubblica)
-> la normaHva europea sul benessere (5 libertà) deriva dal documento di Brambell Report (1965)
I principi sono sta9 recepi9 anche dalla Convenzione Europea per la Protezioni Animale
5 LIBERTA’:
1. Sete/fame: dar poco da mangiare (diete) - es asciuLa nelle bovine, anche scrofa
Troppo cibo - animale d’affezione obeso
2. Ambiente adeguato: libertà di movimento, spazio,
3. Dolore/ferite/mala1e: es taglio della coda nei suini, non cura delle ferite 4. CaraLeris9che omportamentali: streLamente legato all’ambiente
Es gallina in gabbia - non riesce a baLere le ali ecc 5. Paura/disagio: condizionata dalla relazione animale-uomo e animale-tecnologia
NormaKva benessere ORIZZONTALE: Dire1va 98/58/CE - D-lgs. n. 146/2001 =Protezionedeglianimalinegliallevamen9 ->recepisceiprincipienuncia9dallaconvenzione
europea per la protezione animale (riprende le 5 libertà) - Libertà di movimento - Qualità dei fabbrica9 e locali di stabulazione
- Controllo ambientale
- Disponibilità acqua e cibo
- Controllo animali
- Funzionalità di impian9 automa9ci o meccanici
NormaKva benessere VERTICALE: per la tutela di
• Vitelli: - Council Direc9ve: rispeLo degli standard minimi per TUTTI i vitelli, questo non vuol dire avere il 2008/119/CE massimo del benessere - Codified Version
- 2008-
** le norma9ve sul benessere sono soggeLe a con9nue modificazioni per migliorarsi Legisla9vo: aLuazione della dire1va 2008/119/CE che stabilisce le norme minime per la protezione dei vitelli
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- Decreto -2011-
-> dopo il tempo rice1vo si è applicata la dire1va (3 anni dopo) • Suini: - Council Direc9ve: standard minimi per la protezione dei suini (tuLe le fasi di allevamento)
2008/120/EC - Codified Verison
- Decreto Legisla9vo: recepimento - reliLo alle norme minime sul benessere dei suini
-2011-
Codified Version: tuLe le dire1ve uscite fino a quel momento riassunte in una
• Galline ovaiole: - Council Direc9ve: minimi standard 1999/74/CE
- Decreto legisla9vo: protezione delle galline ovazione e la registrazione dei rela9vi stabilimen9 di allevamento
-DecretodelMinistrodellaSalute:chiarimen9sull’applicazione,NONlamodifica • Broilers: - Council Direc9ve: prima dire1va per le norme minime dei polli da carne (NO Codified Version) 2007/43/CE
- Decreto legisla9vo: aLuazione della dire1va
• Trasporto: Council Regula9on (EC) No 1/2005: protezione animali durante traspor9 + simili • Macello: Council Regula9on (EC) No 1099/2009: per rendere meno stressante/dolorosa la fase della macellazione = stordimento
!! Sono sempre situazioni di compromesso, NON di effe1vo benessere animale
Bisogna considerare che il miglioramento del benessereporta ad un ritorno economico maggiore grazie alla maggior qualità del prodoLo
-> comunque fanno il loro interesse
ALLEVAMENTO e BENESSERE degli AVICOLI DA CARNE e DA UOVO
Sono animali differen- a causa del processo di selezione che ha portato ad avere animali con cara6eris-che morfologiche e comportamentali estremamente diverse = benessere diverso!
BROILER: significa-vo esempio di progresso gene-co
-> in 30 anni il tempo impiegato da un broiler per raggiungere il peso di 2kg è passato da 10 a 6 se6
Il consumo alimentare del boiler per arrivare a 2kg invece è passato da 5kg a 3kg = animale che crescono molto, in tempi brevi e quindi in allevamento is hanno cicli brevi (minor costo)
Per migliorare le performance del boiler si hanno tre -pologie di meccanismi:
1. Aumento della digeribilità dei nutrien-
2. Aumento del tasso di deposizione proteica a sfavore di quella lipidica
3. Riduzione della produzione di calore corporeo con conseguente diminuzione dei cos- di mantenimento
Differenze comportamentali dei polli da carne VS ovaiole
• Minor aVvità motoria (walking/running): i broiler si muovono meno • Minore aVvità esplora-ve (scratching/pecking li6er)
• Poco frequente il bagno di sabbia, distendere e sba6ere le ali
• Più tempo speso in decubito: 75% VS 30% delle ovaiole
• Velocità d’inges-one maggiore: meno tempo in mangiatoia
= problemi del benessere molto diversi
Il mercato ha favorito la selezione gene-ca, questa ha portato ad avere degli ibridi in modo da favorire lo sviluppo di determinate par- (pe6o ecc)
-> si hanno diverse razze di avicoli e ibridi commerciali
= comportamen- diversi
Morfologia e “malessere” del pollo da corne
L’elevato sviluppo dei muscoli del pe6o ha causato nei broilers un avanzamento del centro di gravità (più
11
piega- in avan-)
-> questo ha influenzato la capacità del pollo di muoversi modificandone l’andatura per lo stress meccanico subito agli ar- e alle anche
L’accelerazione registrata a livello di accrescimento scheletrico ha aumentato l’incidenza di problemi ossei. La combinazione di un rapido accrescimento e l’elevata efficienza di u-lizzazione degli alimen- predispongono alla rido6a produzione di ormoni -roidei, ipertrofia del ventricolo destro del cuore e asci
Quali sono i principali indicatori di scarso benessere nel broiler:
Sono indicatori generici (possono essere dovu- ad agen- infeVvi o alla selezione gene-ca) • Mortalità elevata: le cause possono essere differen-
• Alterazioni scheletriche e debolezza degli ar-
• Alterazioni muscolari
• Derma-- da conta6o (es leVera bagnata)
• Patologie respiratorie
• Alterazioni comportamentali (manifestazione di sta- di paura o sofferenza fisica e psicologica)
I problemi di benessere osserva- nel broiler invece non sono approfondi- nei riprodu6ori -> ai
riprodu'ori forniamo alimento razionato, mentre nel broiler si ha alimento ad libitum nonostante la gene-ca sia la stessa
Sui broiler si ha una norma-va ver-cale specifica da rispe6are, mentre negli allevamen- per riprodu6ori ci si basa sul decreto 146 sulla protezione degli animali da allevamento
!! Avere una conoscenza base sul drecreto, molto importante -> fornisce tempis-che precise
Principali cri-cità per il benessere in allevamento broilers:
1. Disponibilità di spazio
I consumatori pensano che sia un problema di spazio, ma non è così
-> all’inizio i pulcini hanno problemi di termoregolazione, quindi vengono porta- in spazi ristreV e man
mano che crescono vengono ampliate queste zone
(se si hanno animali dispos- ammassa- in una zona vuol dire che c’è troppo freddo) In alterna-va si
lavora su diverse categorie di peso e man mano si riduce il numero di animali presen- (sfol-mento a 30 gg) - si ridimensiona il numero di animali in rapporto alla superficie
Per capire come lavorare sullo spazio dobbiamo capire l’a4vità locomotoria degli animali Nella tabella si osservano 3 -pologie diverse di comportamen-, man mano che crescono aumenta l’aVvità di riposo e diminuisce l’aVvità esplora-va e di locomozione
-> più crescono i broiler maggiore sarà la fa-ca di camminare, quindi non ha senso fornire tan-ssimo spazio
1
!! L’aVvità di locomozione NON è inibita dalla mancanza di spazio, ma dal comportamento del broiler che fa più fa-ca
Tabella 2: una densità di spazio minore all’inizio favorisce il movimento degli animali ma comunque col tempo si ristabilizza
Tabella 3: valutazione di diversi -pi gene-ci
Una rido6a aVvità motoria comporta difficoltà nell’andare a mangiare e bere, un’impossibilità del genere spinge l’allenatore ad abba6ere l’animale per limitare la sua sofferenza
-> dipende dalla ges-one
Effe6o della distanza tra mangiatoie ed abbeveratoi
Se spos-amo mangiatoie/abbeveratoi in modo da far muovere di più gli animali si osserva che il peso rimane uguale, mentre la resistenza ossea migliora
-> l’allevatore invece me6e le mangiatoie vicine in modo che gli animali mangino di più e ingrassino prima = ciclo più corto
MA si ha minor benessere e maggio u-lizzo del farmaco
Il problema è intrinseco degli ibridi, anche aumentassimo lo spazio non cambierebbe nulla -> la gene-ca è in mano alle aziende e ai loro obieVvi di selezione
2. Qualità della leHera
Nel broiler la valutazione avviene al macello (fine ciclo)
-> si hanno protocolli per la valutazione del benessere
(= Protocollo Welfare Quality) e si hanno punteggi diversi
a seconda del livello di imbra=amento del piumaggio
Si potrebbero fare anche misurazioni dire6amente sulla
leVera (umidità ecc) MA il controllo sull’animale perme6e di
avere una risposta più veri-era
ES. nel momento in cui sanno che ci saranno i controllo potrebbero sistemarla, il controllo risulta posi-vo ma l’animale è in uno stato di malessere
Anche le derma>> a livello plantare sono criterio di valutazione (numero di piedi colpi- e l’estensione del danno)
3. Modalità di movimentazione a carico degli animali
Si stressano se entra qualcuno in allevamento
-> è necessario rendere più soh possibile la fase di ca6ura (quindi si tende a usare sempre lo stesso staff)
Arricchimen- ambientali: perme6ono di irrobus-re l’animale - Ruote
- Posatoi
- Aree con sabbia
- Programmi luce: più la luce rimane accesa maggiore sarà la quota di alimento assunta, MA si hanno delle norma-ve apposta che impongono un tot di ore di buio
NORMATIVA PER I BROILER
Report 21 Marzo 2000: the Welfare of Chickens Kept for Meat produc-on
-> Council Direc-ve nel 2007
- Council Direc-ve 2007/43/CE: regole per la protezione dei polli per la produzione di carne - Decreto legisla-vo 27/9/2011 n 181: a6uazione della direVva che stabilisce le norme minime per la
protezione di polli alleva- per la produzione di carne
ART 1: Sono esclusi dall’ambito di applicazione:
- Stabilimen- con < 500 polli (= allevamen- familiari)
- Stabilimen- in cui sono alleva- esclusivamente polli da riproduzione - Incubatoi
- Polli alleva- estensivamente al coperto e all’aperto
2
- Polli alleva- con metodi biologici
Polli da riproduzione e incubatoi sono sezioni che il consumatore non conosce e quindi non vengon norma-
ART 2: tasso di mortalità e tasso di mortalità giornaliera cumula-va:
- Tasso di mortalità giornaliera: numero di polli decedu- nel capannone lo stesso giorno, compresi quelli
elimina- per malaVa o per altri mo-vi, diviso per il numero di polli presen- in tale giorno nel capannone, mol-plicato per 100
- Tasso di mortalità giornaliera cumula>va: la somma dei tassi di mortalità giornaliera -> alla fine del ciclo so quan- capi ho perso
ART 3: spazio: dal 30 giugno 2010 la densità massima di allevamento NON deve superare i 33 kg/m2
Deroghe: emanate dall’autorità sanitaria territorialmente competente (ASL)
PRIMA deroga:
1. L’autorità sanitaria territorialmente competente può autorizzare una densità di allevamento superiore purché il proprietario o il detentore rispeV le norme di cui all’allegato II oltre a quelle di cui all’allegato I. -> qualora sia concessa la deroga, la densità massima di allevamento in ogni
capannone dell’azienda non deve superare in alcun momento i 39 kg/m2 Norme per il ricorso a densità più elevate: 39 kg/m2
2. Documentazione dei sistemi di riproduzione:
- Mappa del pollaio indicante le dimensioni delle superfici occupate dai polli
- Sistemi di ven-lazione e ove per-nente, di raffreddamento e riscaldamento con parametri prefissa- di qualità dell’aria (flusso, velocità e temperatura dell’aria)
- Sistemi di alimentazione e abbeverata
- Sistemi di allarme e di riserva
- Tipo di alimentazione e leVera normalmente usate -> verifiche al macello
3. Controllo dei parametri ambientali: -NH3≤20ppm
CO2 ≤ 3000 ppm
- Temperatura interna: non deve superare la temperatura esterna di più di 3 gradi, quando quella esterna all’ombra è > di 30 gradi
- URM misurata all’interno del pollaio durante 48h non superi il 70% con la T esterna < 10 gradi
SECONDA deroga: l’autorità sanitaria territorialmente competente può autorizzare una densità di
3
allevamento superiore purché il proprietari o il detentore rispeV le norme di cui
38 kg/mg + 3 kg/mg = 42 kg/mg
Allegato V: criteri per il ricorso all’allungamento della densità massima 42 kg/
- 2 anni senza carenze rispe6o ai requisi- del presente Decreto
- 7 gruppi consecu-vi MGC < 1% + 0,6% mol-plicato per l’età alla macellazione in gg
all’allegato V
Formazione e orientamento per il personale che si occupa di polli:
- I proprietari e i detentori devono possedere conoscenze adeguate in materia di benessere animale
- I detentori devono partecipare ad appos- corsi di formazione ed essere in possesso di cer-ficato che a6es- la formazione conseguita
-> verifiche al macello
Per il benessere animale si può fare ancora di più, sia dal punto di vista gene-co che gestoinale 4
GALLINE OVAIOLE
Principali cara6eris-che comportamentali presen- nei ceppi da uovo: si hanno più comportamen- cara6eris-ci rispe6o ai broiler • Foraging
• Perching
• Comfort behaviour
• Freezing
• Pre-layng and nes-ng behaviour
Nelle galline ovaiole manca la ricerca in gruppo degli
alimen- (soddisfazione richiesta energe-ca ma non
richiesta comportale)
-> normalmente hanno un’aVvità di razionamento
che occupa fino al 61% del tempo
Non riescono a beccare e ondeggiare la
testa per far
allontanare il cibo (comportamento normale)
Effe6o delle condizioni avverse di allevamento sul benessere delle ovaiole:
- Insufficiente disponibilità di spazio/capo
- Assenza di risorse
- Ambiente privo di s-moli adegua- per gli animali - Eccessivo affollamento
- Selezione gene-ca Porta a:
• Inibizione di tu6e le aVvità che sona altamente preferite (distendere le ali, arruffare le piume per pulirle, camminare e razzolare)
• Reazione d’immobilità frequente = freezing
• Stereo-pie legate spt al movimento o all’u-lizzo dell’area di alimentazione • Comportamen- nevro-ci e aggressivi
• Alterazione della conformazione corporea
ComportamenJ aggressivi: plumofagia e cannibalismo
-> si osserva lo stato del piumaggio su testa, coda, schiena, cloaca Cause della plumofagia:
- Sovraffollamento
- Compe-zione per accesso agli alimen--acqua - Carenze minerali
- Eccessiva illuminazione
- Scarso u-lizzo dell’area di pascolo
Alimentazione e plumofagia: principali cause
• Se è cambiato qualcosa della razione (non è de6o che a parità di composizione del mangime non possa
esser cambiata qualche materia prima)
-> leggere il cartellino del mangime
• Forma fisica: gli alimen- palle6a- sono maggiormente associa- a plumofagia rispe6o agli sfarina- • A6enzione ai cambi repen-ni di alimentazione (-po e forma fisica)
• Controllare il livello di sale
-> un aumento da 0,5% a 0,7% può ridurre il fenomeno • Controllare il livello di aminoacidi essenziali
-> carenze in me-onina possono causare
• Bisogna tener presente che le galline mangiano circa 125 g di alimento al giorno
-> verificare sempre che non ci siano cali di inges-one
Ambiente e plumofagia: bisogna controllare
• Intensità della luce: se è troppo alta i rischi sono maggiori • Aggiungere arricchimen- ambientali
• Controllare condizioni clima-che e la qualità dell’aria
-> s-molare l’uso di paddock esterni, in che modo?
- Abituare subito gli animale ad u-lizzare l‘area esterna
- Presenza di acqua e alimen- (in aree prote6e)
- Presenza di alberi e vegetazione (per protezione dai predatori) - Presenza di protezioni da predatori
- Protezione d caVve condizioni meteoriche
Per favorire la ges-one degli animali si effe6ua il taglio del becco = Decreto LegislaNvo 26 marzo 2001 Primi giorni di vita e con macchine che minimizzano il dolore (taglio a caldo) - senza anestesia -> le pra-che devono essere effe6uate da personale formato e alla presenza del Vet
• Assenza di risorse ed alterazioni nella conformazione -> posatoi molto importan-
• Qualità della pavimentazione
-> la gallina preferisce pavimentazioni a maglia stre6a (= appoggio più regolare) MA si u-lizzano pavimentazioni differen-
Ad un certo punto si è deciso di regolamentare i sistemi di allevamento delle galline ovaiole -> si è introdo6o un sistema di allevamento col fine di migliorare la qualità del prodo6o (poco spazio di movimento, uova pulite e non ro6e)
= benessere nullo
Dal 2003 è stato vietata la costruzione di gabbie convenzionali, MA entrato in vigore nel 2012 -> si hanno tempi di transizione dove si lascia il tempo agli allevatori di impostare il nuovo sistema e coprire le spese
Il primo ar-colo della direVva indica gli allevamen- coinvol-
- SOLO galline u-lizzate per la deposizione di uova e non quelle da riproduzione o des-nate alla cova - NO allevamen- con < 350 galline+
Vieta la messa in funzione di gabbie tradizionale a par-re dal 1 Gen 2003
Gabbie non arricchire vietate dal 2012
Al giorno d’oggi si ha un trend di richiesta delle uova maggiore, ma verso sistemi alterna-vi di allevamento, NON i vecchi sistemi
-> il mercato premia -pologie di allevamento che valorizzano il benessere animale
5
Sistemi di allevamento della gallina ovaiola
• Allevamento in gabbia: gabbie modificate o arricchite
• Sistemi alterna>vi (NON in gabbia, che non vuole dire solo all’aperto): favoriscono il benessere
- Allevamento a terra su laVera
- Allevamento a terra su grigliato
- Aviario
- Free-range
Vantaggi: gradi- al consumatore e garan-scono il benessere animale
Svantaggi: aumento cos- di mantenimento, maggior manodopera, scarico controllo igienico-sanitario, più uova sporche/ro6e
Disposizioni delle gabbie arricchite: uniche gabbie acce6ate
- Superficie: almeno 750 cm2/capo di cui 600 di superficie
u-lizzabile, superficie totale della gabbia mai inferiore ai 2000 cm2
- Altezza: se diversa dalla zona u-lizzabile almeno
20 cm
in ogni punto
- Un nido: spazio separato
Art 1 comma d, Dlgs 267 del 2003:
I componen- escludono per il pavimento qualsiasi
u-lizzo di rete metallica o plas-ficata che possa entrare
in contra6o con i vola-li
Previsto per la deposizione delle uova di una singola gallina o un gruppo (= nido dio gruppo)
- LeVera: deve consen-re ai vola-li di razzolare e becche6are
Art 1 comma d, Dlgs 267 del 2003:
Materiale allo stato friabile che perme6e alle oviaole di soddisfare le loro esigenze etologiche
- Mangiatoia: lunghezza minima di 12 cm/capo
- Abbeveratoio: se con-nuo almeno 10 cm/capo, a raccordo 2 te6arelle o compete per gabbia -> gli animali devono avere accesso con-nuo e contemporaneo a queste stru6ure
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In caso di stru6ura lineare si considera la distanza del busto-ali (porzione più larga della gallina) -> deve essere maggiore
Una stru6ura circolare perme6e di mantenere distanze minori (come inserire dei triangoli sulla perimetro di un cerchio)
- Posatoi: almeno 15 cm/capo
- Graffiatoi: disposi-vi per l’accorciamento delle unghie - Separazioni tra file: passaggi di almeno 90 cm
- Altezza tra pavimento-primo piano gabbie: 35 cm
-> misure che servono per garan-re una circolazione dell’aria e che le galline nella fila più bassa non siano troppo esposte all’ammoniaca delle feci
Disposizioni per i sistemi alternaJvi: si ha maggior spazio a disposizione
- Mangiatoia: se lineare almeno 10 cm/capo, se circolare almeno 4 cm/capo
- Abbeveratoio: se con-nuano almeno 2,5 cm/capo, circolare 1 cm/capo, se a te6arella o coppe6a 1 ogni 10 capi, a raccordo 2 te6arelle o coppe6e per gabbia
- Nido: se individuale almeno 1 ogni 7 galline, nido di gruppo 1 m2/120 ovaiole - Posatoio: almeno 15 cm/capo
- LeVera: almeno 250 cm2/capo e almeno 1/3 della superficie al suolo
- Pavimento: deve sostenere adeguatamente ciascuna delle
- Zona all’aperto: più pun- di passaggio (per evitare sovraffollamen-)
-> altezza minima 35 cm, larghezza minima 40 cm (2 m di apertura minima per 1000
capi) Area adeguata al numero di animali, prevedere pari da intemperie e predatori Distribuire nell’area un numero adeguato di abbeveratoi
- Densità: massimo 9 capi/mq
Allegato Dire4va 99/74/CE:
- Illuminazione sufficiente a consen-re alle galline di vedersi e di essere viste, di muoversi normalmente e
di guardarsi a6orno
-> periodo ininterro6o di oscurità per almeno 1/3 della giornata
- Sono ammesse ba6erie con più di tre piani solo se possibile ispezionarli senza difficoltà - Presenza di
sistemi di allarmi che segnalino guas- dei sistemi automa-ci presen- in allevamento - VIETATA qualsiasi mu-lazione, ad eccezione della troncatura del bello eseguita da personale qualificato di pulcini di età < 10 gg, qualora necessaria
BENESSERE DEI BOVINI DA LATTE E CARNE
- Dice che fa fa*ca a fare sintesi e io non mi sorprendo -
La vacca da la(e non ha norma/ve specifiche, quindi si fa riferimento al Decreto generale 146 -> nell’immaginario colleAvo le vacche da la(e vivono tu(e in campagna e al pascolo, non è così
I problemi di benessere sono lega/ a 1. Tipologia di allevamento
- Piccole dimensioni (< 30 capi): u/lizzano spesso la stabulazione fissa d’inverno -> stru(ure poco ampie e non moderne
La relazione con l’allevatore è oAma
- Grandi dimensioni (> 1000 capi): il problema è la ges/one e non la stru(ura
2. Gene3ca: bisogna capire le necessità della razza
- Fa(ori alimentari: si ha più margine di miglioramento perché possiamo cambiare la dieta facilmente -
Fa(ori stru(urali: un eventuale intervento deve prefissarsi un obieAvo, altrimen/ si spendono tan/ soldi per non avere risulta/
-> spazio, pavimentazione, zone di riposo, accesso zona di mungitura, acqua, cibo - Fa(ori ges/onali: mungitura 2 volte al giorno
-> serve aiuto da un personale esterno che deve essere formato (inves/mento)
Principali a5vità della bovina da la9e: Criteri per la valutazione del benessere:
- Ruminazione - Alimentazione - Decubito
Se si proge(ano corre(amente le stru(ure l’espressione dei comportamen/ standard è oAma
Transizioni:
1. Collocamento: flessione anteriori e poi posteri,
7
una volta a terra ha tuA gli ar/ so(o il corpo 2. Alzarsi: stende ar/ posteriori e poi anteriori
Se queste sequenze non sono rispe(ate si hanno problemi di benessere
-> è importante che la bovina abbia lo spazio per spingersi in avan/ (almeno 70 cm) - lo u/lizza per alzarsi
Tempis*che: 6-7 secondi - se si hanno difficoltà (superficie sbagliata, dolori ecc) allora il tempo si allunga
Nel bovino da carne solitamente si ha un annusamento della superficie prima di coricarsi -> se annusa e non si corica vuol dire che qualcosa non va
Decubito:
La situazione ideale è avere animali con molto spazio, infaA in posizione
di riposo possono essere in decubito laterale o comunque con gli ar/
verso l’esterno
-> senza il rischio di essere calpestata da altre bovine Nell’area di riposo la leAera deve essere confortevole, pulita, asciu(a e
libera da contaminazioni di feci e urine
Alimentazione:
- Capacità di effe(uare selezione alimentare (sia in
allevamento che al pascolo)
-> effe(uare rotazioni del pascolo (es pecore) così il
verde che alle bovine non piace viene ingerito da
altre specie
In allevamento soffiando sull’alimento separano
foraggi da concentra/ e si mangiano ques/ ul/mi
(prestare a(enzione)
- Elevate capacità di inges/one
- Capacità di u/lizzare la frazione fibrosa dei foraggi - Molto tempo speso nella ruminazione
Monitoraggio: picco il maAno e il tardo pomeriggio
Si ha un effe(o dato dal fotoperiodo
-> illuminare la stalla (spt di sera) aumenta l’inges/one
Questo perché con la luce si muovono meglio e riconosco meglio l’alimento
1
Il benessere spesso negli allevamen/ è compromesso
-> i principali indicatori sono il numero di la9azioni e longevità che sono sempre più bassi Le cause principali di eliminazione delle bovine dall’allevamento sono le mas//, sterilità, scarsa produzione, zoppie/ar/ = tecnopa/e indo(e dai sistemi di allevamento
Fa(ori che possono modificare lo stato di benessere della bovina da la(e:
STRUTTURA dell'allevamento
a. Posta fissa: spesso in piccoli allevamen/ montanari Svantaggi: minor costo, minor superficie coperta
Vantaggi: miglior controllo animali, impa(o ambientale tenuo -> animali sempre lega/ che non si possono muovere
Essendo una /pologia di stru(ura an/ca non rispe(a lo spazio minimo necessario che serve all’animale (troppo corte) - difficoltà a distendere gli ar/, allungarsi in avan/,
scivolare nella canale(a con le deiezioni
La mungitura prevede che l’allevatore entri in conta(o dire(o con l’animale (buona relazione con l’animale - copre le carenze stru(urali)
b. Stabulazione libera: - Dimensioni e numero cucce(e, materiale u/lizzato - Ven/lazione
- Dimensione corridoi
- Rimozione selezioni
- Pavimentazione
- LeAera: permanente o inclinata
Vantaggi: minori cos/ di manodopera, migliori condizioni del lavoro per la mungitura, migliore qualità del la(e, calori più facilmente rilevabili
Svantaggi: libertà di movimento, manifestazione più evidente del comportamento estrale, maggiore facilità del parto
Stalla a posta fissa:
2
Stalla a stabulazione libera:
Misure: - Stalla a laAera permanente: 9-11 m2/capo
- Stalla a laAera inclinata: 7-8 m2/capo - Stalla a cucce(e: 7-9 m2/capo
1. Stalla a la=era permanente: ho uno spazio indefinito dove tuA gli animali
possono coricarsi
Rispe(o alle cucce(e - vantaggi per: - Allevatore: - Edifici più semplici
- Produzione di letame paglioso - Animali: - Più libertà di movimento
- Manifestazione del comportamento astrale più evidente
- Maggior facilità al parto Cri*cità: livello di pulizia
2. Stalla a la=era inclinata: non molto presente in Italia
La superficie è leggermente inclinata
-> la parte più bassa si congiunge con la corsia di allontanamento delle deiezioni
Il principio base è che gli animali tendono a me(ersi in alto (dove è più pulito e
asciu(o) e camminando portano giù e allontanano “spontaneamente” la
parte
sporca. In alto c’è sempre paglia pulita.
Non è però un sistema così autopulente come teorizzato, va meglio in aree con climi più asciuA (es Israele, America, ....)
Vantaggi per l’allevatore:
- Minore superficie coperta
- Produzione di un unico refluo facilmente asportabile con mezzi meccanici
automa/ci
- Minori problemi per i gas e le polveri
- Facile controllo delle vacche dalla corsia di foraggiamento
3. Stalla a cucce9e: è lo stesso principio della posta fissa (area delimitata dove l’animale può coricarsi) ma non è legato
-> la cucce(a limita un’area, ma gli animali possono spostarsi quando vogliono Rispe(o alle cucce(e - vantaggi per:
- Allevatore: - Minore superficie coperta
- Possibilità di non u/lizzare paglia come leAera
- Risparmio di manodopera per la cura della zona di riposo - Animali: - Maggiore tranquillità per l’animale
- Eliminazione delle lesioni da schiacciamento - Maggiore pulizia della zona di riposo
3
La stabulazione libera ha migliorato la vita degli animali e dell’allevatore/operatore ma ci sono dei con/nui assestamen/. Il fa(o che l’animale abbia libertà di movimento non risolve tuA i problemi Inizialmente era molto u/lizzato quello a leAera permanente, ma si è poi passa/ a quello delle cucce(e. Con quest’ul/mo possiamo garan/re una maggiore pulizia -> l‘animale sporca solo la parte posteriore della cucce(a e questo porta a un minore sporco sull’animale.
Nel complesso passando da leAera permanente a cucce(e si risparmia nella superficie e questo cos/tuisce un vantaggio economico (costa meno la stru(ura)
!! La stabulazione libera ha migliorato la vita degli animali e dell’allevatore/operatore ma ci sono dei con/nui assestamen/
-> il fa(o che l’animale abbia libertà di movimento non risolve tuA i problemi
Ho molto più rischio di cellule soma/che con la leAera, spendo di più in materiali di lavoro, di costruzione
e ho più rischi per la salute della mammella
→ Ques/ sono i da/ che interessano all’allevatore, non quanto è sporco/pulito l’animale
Considerando come ideale la stabulazione libera con cucce(e non sono comunque risol/ tuA i problemi della bovina da la(e
-> ho il problema della disponibilità di cucce(e.
I bovini hanno un comportamento gregario QUINDI è importante considerare il numero delle cucce(e. L’allevatore magari ha 80 cucce(e e me(e 90 vacche (perché riesce a ges/rle) ma questo provoca compe/zione per le risorse e questo provoca una diminuzione della produzione perché l’animale non è in una condizione di comfort.
Questo va fa(o capire progressivamente agli allevatori -> con il sovraffollamento non ho benefici zootecnici, l’animale non produce al suo massimo, non è efficiente. Inoltre per avere la stessa quan/tà di la(e devono ges/re mol/ più animali (e i loro cos/).
-> NON posso non garan/re almeno una cucce(a per
bovino
Grafico: quando ci sono poche cucce(e e le vacche non possono
coricarsi queste con/nuano a camminare, consumano energia,
non ruminano.
L’ideale sarebbe avere il 10% in più di cucce(e. Se io do il numero
giusto di cucce(e qualche vacca rimarrà in piedi perché magari
non vuole me(ersi vicino a una con cui non va d’accordo. In altri casi può essere legato a cucce(e con par/colare giro d’aria, esposizione al sole, ...
Fuori dalla stalla ci sono delle cucce(e ma spesso non ci sono mai le vacche
-> quindi magari ne ho il numero giusto, ma non essendo nella corre(a posizione non vengono u/lizzate
Nel complesso è come se ne avessi un numero inferiore, per questo è meglio averne in abbondanza, così l’animale può scegliere dove preferisce stare.
Disposizione delle cucceAe:
a. Su fila singola
b. Su due file “groppa a groppa”
c. Su due file “testa a testa”
d. Su due file “testa a testa” con corsia della paglia
e. Su tre file: una fila guarda il muro, le altre due testa a testa
Immagine: vecchie stru(ure a stabulazione libera con MOLTI
difeA.
Non /ene conto della lunghezza (vedo che escono dalla
cucce(a). Inoltre la vacca sta con la testa girata (in riposo
normale è dri(a). C’è una “vacca appollaiata” perché vorrebbe
entrare ma non ci sta -> poi gli animali staranno in piedi e non
riposano.
Anche la vacca in piedi nella cucce(a è un caAvo segno, è entrata ma non riesce a distendersi
C’è accumulo di feci nella corsia -> l’animale camminerà su una zona sporca, sporcandosi arto e mammella. L’animale rischia di scivolare e azzopparsi.
L’umidità aumenta il rischio di patologie podali a base infeAva (derma//)
-> a livello ambientale fa male perché l’esposizione delle feci all’aria porta ad aAvazione di microrganismi che producono ammoniaca = la qualità dell’aria peggiora.
“vacca appollaiata” mi rende difficile far passare il raschiatore che rimuove le deiezioni.
I ba5fianchi (i divisori delle cucce(e) sono liberi so(o e questo è un fa(o posi/vo -> una volta toccavano terra e le vacche infilavano le zampe e si causavano lesioni
Immagine:
Lo spazio davan/ c’è ma è usato come magazzino per la paglia
(nega/vo). Le cucce(e vicino alla mangiatoia sono le preferite.
Come posso incen/vare le vacche a me(ersi nelle cucce(e più
distan/? Devo creare dei passaggi ogni tot cucce(e in maniera
tale che raggiungere la mangiatoia sia più veloce.
4
Importanza della disposizione delle cucce9e:
- Accesso alla mangiatoia e all’acqua di bevanda - AAvità locomotoria degli animali
- Manifestazione di comportamen/ gerarchici
Corsia di alimentazione: dove passa il carro per il cibo
Corsia di movimentazione: dove passano le vacche In base a queste disposizioni devo studiare i pun/ di
passaggio per incitarle ad usare anche le cucce più lontane
e quindi scomode
Cucce9e in trasversali:
Qua pari possibilità di arrivare al cibo. È meno efficiente di quello visto prima.
Dove meAamo gli abbeveratoi? Non ho capito perché indica sulla lavagna. Ha
de(o “posso me(erli qua”
Lungo tu(a la zona di alimentazione, la bovina mangia, si gira e prima di andare a riposare ha a portata anche l’abbeveratoio.
5
ABBEVERATOI: raccomandazioni per la loro istallazione
Una vacca può bere 12/20 litri/minuto e fino 250l/giorno (dipende dalla fase produAva e dalla stagione) Nella stalla libera abbeveratoi a vasca così dimensiona/:
- Lunghezza 60-120 mm/vacca
- Oppure superficie 0,02-0,06 mq/vacca
Devo localizzarli per garan/re l’acqua a tu(e e evitare compe/zione
Importan/: 1. Altezza d’installazione (0,8-0,85m): non deve essere ne troppo alto ne basso (è facile che si
sporchi, la bovina non dis/ngue l’area di defecazione e potrebbero contaminare l’acqua) 2. Collocazione nella stalla
Tipi di abbeveratoio:
- Tazza: individuale, con galleggiante oppure valvola di apertura - Materiali: acciaio, ghisa ecc -
Vasca: perme(ono l’abbeverata contemporanea di due o più animali - Materiali: acciaio, plas/ca - Chiudibili: con palle galleggian/ o coperchi in PVC - Materiali: plas/ca
- Con resistenza ele9rica: evitano formazione di ghiaccio - Materiali: plas/ca
L’acqua fredda blocca l’aAvità di ruminazione, molta ricerca si sta spostando verso meccanismi per scaldare l’acqua (alcuni cercano di recuperare il calore dai sistemi di raffreddamento del la(e)
Requisi* minimi:
- Pun/ di abbeverata > 2
- Vacche per punto di abbeverata <30
- Disponibilità di fronte di abbeverata > 6cm/vacca
→ Solo il 46% degli allevamen/ rispe(a ques/ vincoli minimi!!
Siamo molto lontani dall’obieAvo di garan/re il benessere delle bovine. Bisognerebbe dare a questo dato un valore economico di danno per far capire agli allevatori che vanno rispe(a/
MANGIATOIA:
Spazio in mangiatoia: obieAvo di almeno 85 fori ogni 100 vacche (secondo uno studio Skidmore)
-> in realtà dipende come distribuiamo l’alimento.
La mangiatoia deve essere piena e la razione composta corre(amente. Sembrano cose scontate ma sul campo noteremo che ques/ parametri non sono rispe(a/ e applica/. Questo provoca poi problemi nei
risulta/ dei controlli funzionali.
→80% delle aziende controllate rispe(ano questo vincolo
Lo spazio per le cucce(e deve perme(e alle vacche di spostarsi senza vincoli (altrimen/ finisco di mangiare e non riescono ad uscire, oppure non riescono a raggiugnere la mangiatoia)
Elemen3 essenziali in una CUCCETTA:
- Dimensioni: 2,6x1,25 m
- A(rezzature di contenimento: baAfianchi, tubo allenatore, fermo del piede
- Copertura della superficie della zona di riposo con materiale naturali (paglia, segatura, trucioli, sabbia) p sinte/ci (tappeAni, materassini)
Criteri di scelta dei materiali da le5era:
- Confort dell’animale - NO lesioni, pulizia dell’animale assicurata (la mammella deve rimanere pulita) 6
- Reperibilità
- Scarsa interferenza con i sistemi di asportazione e stoccaggio delle deiezioni - Cos/ di acquisto e manutenzione
Materiali più comunemente impiega/ per la leAera delle cucce(e:
- Materiali organici: paglia, segatura, trucioli di legno, carta tagliuzzata, fibra di cocco - Materiali inorganici: sabbia (costa, difficile da ges/re - azione abrasiva)
- Materiali sinte/ci: tappe/ni e materassini
1. Paglia: è il materiale più tradizionale e diffuso per la leAera
1,5-2 kg/capo d, pe runo spessore consigliato di 15-20 cm
-> bisogna far in modo che non sia impaccata e sporca, è necessaria una con/nua pulizia in modo da togliere la paglia sporca (bovina che urina dire(amente in cucce(a per sbaglio) Vantaggi: - Buon livello di pulizia degli animali
- Costo rido(o ma morto variabile
- OAma capacità di assorbimento
- Facile reperibilità
- Produzione di letame pagliolo facilmente accumulabile
Svantaggi: - CaAvo funzionamento di pompe ed ingranaggi - Intasamento pavimentazioni fessurate
- Formazioni di croste o tappi nelle stru(ure di stoccaggio
2. Segatura e trucioli: nella vacca da la(e si usa di più la segatura, i trucioli sono più duri e possono creare lesioni
Vantaggi: - OAma capacità adsorbente
- Spessore consigliato 15-20 cm (per garan/re la sofficità)
Svantaggi: - E’ un substrato che favorisce lo sviluppo microbico e dei coliformi in par/colare (dobbiamo per forza pulire spesso in modo da evitare mas// di /po ambientali)
- Scarsa maturazione del letame
- Costo elevato
- Presenza di scaglie dure che possono ridurre il comfort dell’animale
3. Sabbia: è il materiale inorganico più u/lizzato
Viene di solito immessa nelle cucce(e con cordolo e terra ba(uta Spessore circa di 10 cm
Vantaggi: - Maggior comfort dell’animale -> la sabbia si ada(a
- Anche se si bagna non perme(e la proliferazione dei microrganismi
Svantaggi: - Costo elevato
- Se cade negli impian/ può erodere le stru(ure
Gli allevatori u/lizzano soluzioni miste, ovvero rompono la cucce(a sul fondo di sabbia e sopra la paglia
4. Tappe3ni sinte3ci: sono generalmente in caucciù e di 10 mm di spessore Pra/co per la ges/one delle soluzioni con liquami
Vantaggi: - Costo rido(o di ges/one
- Buona igiene degli animali Svantaggi: - Lesioni agli ar/ più frequen/
- Elevato costo di acquisto
- I baAfianchi devono necessariamente essere bandiera per perme(ere di distendere il tappeto
5. Materassini: maggior comfort
Si hanno diverse modalità di costruzione
Studio che perme9e di valutare il comportamento
delle bovine sui diversi materiali per le cucce9e:
Si sono u/lizza/ degli indicatori che tengono in
considerazione anche le cara(eris/che comportamentali delle bovine
- Tempo di riposo - top: 12h
- Periodo di riposo: quante volte va alla cucce(a,
che si alza e si abbassa senza problemi -piùlofa
meglio è perché vuol dire che non soffre a farlo) - top: 16
- Durata del riposto: se il periodo di riposo è alto, la durata sarà minore
- Tempo per coricarsi: deve essere breve, se la bovina si sente sicura fa questo movimento velocemente
- Tempo per alzarsi
La sofficità è un criterio molto importante da soddisfare per
garan/re la salute delle bovine
Possibili alterazioni del comportamento di riposo/anomalie nell’uso delle cucce9e:
Immagine 1: la stalla non va bene = le cucce(e sono corte e in stalla ci
sono troppe bovine in piedi (nessuna si corica perché qualcosa altera il loro confort - dimensione, copertura)
7
Idle standing: in piedi in cucce(a o ar/ anteriori dentro e posteriori fuori
dalla cucce(a
-> se entriamo in un’azienda e c’è solo un animale in piedi in cucce(a non è un problema, il problema probabilmente è suo e non dell’allevamento
Dipende dalla numerosità degli animali coinvol/
Perching (= appollaiamento): la bovina sta con gli ar/ anteriori nella cucce(a
e con i posteriori nella corsia di movimentazione
-> comprende anche bovine che sono in decubito che stanno con la parte
posteriore nella corsia
Contribuisce all’insorgenza di patologie della mammella e del piede, oltre che a
potenziali lesioni della coda e degli ar/ posteriori
Cause: comportamento associato a cucce(e troppo corte o a superfici di riposo
non confortevoli
Occupazione alternata: se le cucce(e sono corte, la vacca fa fa/ca a starci
e quindi con la testa occupa parte della cucce(a di fronte - si dispongono
alternate
-> alla fine le cucce(e a disposizione sono la metà
(non ha senso fare tante cucce(e e farle male, perché poi non vengono u/lizzate)
Immagine: gli animali tendono a tenere gli ar/ so(o al corpo perché non ci
stanno
!! Si ha una correlazione tra problemi agli ar/ (= lamini/) e uso delle cucce(e in modo inada(o
PAVIMENTAZIONE
Cara9eris3che della pavimentazione delle corsie di
movimentazione:
E’ l’elemento della stalla che può avere maggiore
effe(o sulla salute degli ar/ delle bovine e pertanto
dovrebbe essere:
- Non scivoloso
- Pulito (non imbra(ato altrimen/ scivolano gli animali)
La soluzione ideale è un pavimento rigato associato ad una buona pulizia
Valutazione dell’adeguatezza del pavimento:
LocomoJon score
8
-> u/lizzato per valutare il grado di zoppia ma nel nostro caso di benessere animale solo per vedere se la bovina cammina tranquilla (non cammina sulle uova, si fida) - QUINDI in base al comportamento della bovina valu/amo la scivolosità e la pulizia del pavimento
= valutazione della qualità della pavimentazione
Tipologie di pavimentazione:
1. Pavimentazione piena con tappe/no in gomma:
spt sale di mungitura
Immagine: dx alto
Si u/lizzano resine, così da un lato garan/sce la
ruvidità del pavimento e dall’altra perme(e una
pulizia della superficie più facile
2. Pavimentazione in grigliato Immagine: sx
Le cucce(e sembrano corte e sono coperte da
materassini (potrebbe esserci anche la paglia)
Nella porzione centrale si ha il corridoio di
passaggio con pavimento fessurato
-> vuol dire che al di so(o si ha una vasca per la
raccolta del materiale
Ora non è più legale la vasca, le deiezioni vanno
raccolte al di fuori (altrimen/ vanno incontro a fermentazioni e liberano molta ammoniaca all’interno della stru(ura)
9
Perme(e una pulizia più efficace perché rimane sempre libero e la superficie è asciu(a Purtroppo però l’appoggio del piede su questa superficie non è completo e quindi si ha un movimento degli animali errato
3. Pavimento pieno con raschiatore: viene pulito regolarmente da un raschiatore (/po due ali che si muovono verso il punto di raccolta) ma fa rumore e quindi i bovini si spaventano
Perme(e un movimento corre(o degli animali
Ora si u/lizza il raschiatore nel so(ogrigliato così fa meno rumore e sposta le deiezioni così non si ha accumulo dei materiali
Immagine: basso a dx
L’ideale è avere una pavimentazione rigata con disegni a rombo
-> le linee convergono verso la parte centrale (dove sihail
raschiatore) e le deiezioni convergono verso questa zona (minor
umidità del pavimento)
Perme(e di evitare scivolamen/ laterali e longitudinali delle
bovine
In caso di pavimento fessurato bisogna scegliere la /pologia
-> l’ideale è u/lizzare /pi diversi di fessure così da favorire il
movimento degli animali senza scivolamen/
(orientarle verso il senso di movimento degli animali)
Il grigliato a fori perme(e una superficie più regolare, ma ha minori capacità di autopulizia (= animali più sporchi)
-> per evitare queste problema/che si sono proge(a/ dei fori a
tronco di cono (verso l’animale si ha un diametro minore rispe(o alla base, NON cilindrici se no non si ha un buon flusso delle deiezioni)
Un’ulteriore evoluzione: coprire i pavimen/ fessura/ con la gomma
-> rende il pavimento meno scivoloso e più confortevole (soffice), MA si hanno pun* cri*ci: - Se si copre un pavimento pre-esistente e non uno nuovo si va ad alzare lo spessore del pavimento, si ha maggiore difficoltà nella pulizia
- Non si hanno zone abrasive e quindi gli unghioni crescono velocemente (più interven/ per tagliarli) - Si hanno dei pun/ di collegamento tra i diversi pezzi di gomma, quindil a superficie non è esa(amente piana
QUINDI al giorno d’oggi si tende a coprire il pavimento con la gomma non completamente, solo nelle zone dove le bovine camminano di più (es porzione centrale del corridoio)
= pavimentazione mista
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STRESS DA CALDO - Cosa fare per evitare e ridurre gli effe5 dello stress da caldo nella bovina? -> problema che si presenta anche in montagna a causa del surriscaldamento
THI: indice integrato che /ene conto di e umidità = temperatura percepita dalla bovina Sihannovalorida69a100,ma>70sihaun impa(o
troppo forte del caldo
-> me(e insieme temperatura e umidità ambientale in
modo da capire il caldo percepito
Tabella: anche con temperature non molto elevate si ha un indice > 70 se l’umidità è elevata
Nella bovina è un indice molto importante perché se lo stress è troppo elevato vanno a calare le produzioni
Effe= dello stress da caldo sull’animale: si hanno anche indicatori fisiologici • Aumento frequenza respiratoria:
Una mandria è in una situazione di stress da caldo intenso quando almeno il 70% degli animali manifesta
un frequenza respiratoria alterata • Aumento temperatura corporea • Aumento frequenza cardiaca
• Aumento sudorazione
• Diminuzione diges/one
Conseguenze:
- Alterazione del bilancio ele(roli/co - Alterazione dei parametri ema/ci - Calo di produzione del la(e
- Variazione composizione del la(e - Acidosi
- Calo di fer/lità
Il comportamento dei bovini cambia molto in caos di stress
da caldo, si ha una diminuzione dell’inges/one e iniziano a
selezionare maggiormente i concentra/ → acidosi Dall’altra parte le bovine cercano alimen/ ricchi di acqua
In ques/ casi bisogna cercare di variare le razioni, devono
essere più umide e distribuite in fasce orarie
favorevoli (=
sera)
-> fare il carico la sera e distribuire il cibo sera e maAna
così essendoci più fresco le bovine mangiano di più Anche la luce è un fa(ore importante, bisogna tenere le luci accese anche la sera
Si può intervenire anche con opportuni integratori (spt Na e K che vengono persi con la respirazione) Inoltre si vanno a modificare le componen/ del la(e (spt aumentano le cellule soma/che)
IntervenJ
- Sistemi di protezione dal sole e dal vento
(es tende)
-> adesso si fanno stalle aperte (NO
pare/)
Non si ha il problema del freddo, è il
caldo il
problema quindi è meglio aver una
stalla aperta
in modo che riescano a sopportare
meglio il
caldo
U/lizzare coperture isolan/ così non si scalda troppo il te(o
- Te9o: una porzione centrale
più alta in modo da far uscire
l’aria calda
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- Ven3latori ver3cali: poco in Italia, più in America Perme(ono lo spostamento d’aria
Immagine: cucce(e con cuscineA, pavimento grigliato
Si vedono i ven/latori ver/cali
-> sono molto rumorosi
Si hanno misure specifiche per il posizionamento dei ven/latori in
modo da garan/re lo spostamento d’aria
- Destra3ficatori = ven/latori orizzontali
Muovono grandi quan/tà d’aria e sono in grado di mantenere asciu(a la leAera
- Sistemi di bagnatura: bagniamo gli animali così l’acqua evapora e abbassa la temperatura corporea -> accoppia/ a sistemi di ven/lazione in modo da ridurre l’umidità
- Abbeveratoi: l’acqua deve sempre essere a disposizione
- Alimento: meno fibra nella razione (più appe/bile) e integrare Na e K
Evitare l’eccesso di proteina
MUNGITURA
= processo di estrazione del la(e dalla mammella della bovina da la(e Pra/ca necessaria sia per l’animale che per l’allevatore
- Animale: non è un’aAvità piacevole ma una necessità
-> conta(o ricorrente con l’allevatore, rumori fas/diosi in sala di mungitura, in caos di mas// hanno dolore
- Allevatore: fa/cosa, richiede puntualità ed è un impegno con/nuo
Come garan*re condizioni di benessere delle bovine durante la fase di mungitura: 1. Evitare prolunga/ tempi di a(esa prima della mungitura
-> al massimo mezzora
2. Evitare aree affollate durante la fase di a(esa
3. Evitare di esporre gli animali ad un’a(esa al sole durante l’estate o ai ven/ freddi durante l’inverno 4. Me(ere a disposizione acqua di bevanda in uscita dalla sala di mungitura
5. Evitare pavimen/ scivolosi, gradini, percorsi lunghi o tortuosi
6. Evitare rumori moles/
Come garan*re condizioni di benessere degli allevatori durante la fase di mungitura: 1. Le operazioni non dovrebbero prolungarsi per più di due ore
-> se si lavora troppo l’a(enzione cala e il lavoro si fa male
2. Pavimen/ non sdrucciolevoli e ben drena/
3. Evitare pavimen/ scivolosi, grandi, percorsi lunghi e tortuosi
4. Limitare i contaA accidentali fra animale e uomo
5. OAma illuminazione dei locali ed in par/colare della buca del mungitore
-> per osservare bene la mammella
6. Protezione dalle corren/ d’aria e dalle basse temperature
Sala di mungitura ideale:
Con la posta fissa la mungitura si fa dire(amente in sala e non più in sala mungitura -> l’animale non deve essere stressato, se ha paura potrebbe /rare calci
Bovina:
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- Rispe(o dei tempi individuali di mungitura - Minore a(esa possibile
- Rispe(o dei tempi fisiologici
Fa(ori che condizionano la scelta della sala di mungitura: - Numero massimo di bovine in la(azione
- Disponibilità di manodopera per la mungitura
- Il livello di complessità e il costo degli edifici
La zona di mungitura rappresenta l 30-40 % del costo totale di una nuova stalla per vacche da la(e Con la soluzione a spina di pesce il costo medio unitario per posta è circa 10-14 mila euro
Impian3 fissi in sala:
1. Tandem: fossa parallela
2. Spina: stallo inclinato rispe(o all’asse del
mungitore
3. Parallela: bovine perpendicolari alla fossa del
mungitore
4. Giostra: gli animali si spostano e il mungitore
sta fisso
Il tandem funziona meglio perché l’entrata e
l’uscita della bovina è individuale -> le tempis/che di mungitura sono soggeAve e
specifiche per ogni bovina
Tecnica migliore per via di benessere ma la peggiore per via di ges/one e cos/
-> il benessere della bovina è rispe(ato ma non
quello dell’allevatore
Se si va verso soluzioni automa/zzate o con animali molto a(acca/ tra di loro, maggiore è l’efficienza (più capi che un singolo adde(o può ges/re)
Cosa spinge l’allevatore all’acquisto degli AMS (= sistemi automaJzzaJ di mungitura) • Lavoro:
- A(eso un miglioramento della qualità della vita a(raverso un miglioramento della qualità del lavoro - Riduzione dei vincoli di orario impos/ dagli altri sistemi di mungitura
-> la presenza dell’allevatore è comunque necessaria, non può non esserci Queste a(rezzature semplicemente facilitano il lavoro - devono solo sorvegliare
- Crescente difficoltà di trovare manodopera mo/vata e qualificata • Reddito:
- A(esa di un miglioramento della reddi/vità dell’allevamento
- Incremento di mungitura - 3 volte • Tecnologia:
- Diffusione della cultura tecnologica anche nel comparto zootecnico
- Progressiva evoluzione tecnologica del robot e diminuzione del prezzo d'acquisto • Cara9eris3che degli animali:
- Crescente omogeneità morfofunzionale delle bovine per effe(o della selezione
!! Bisogna sempre osservare la regolarità della mammella in modo che il sistema di mungitura si adaA a tu(e quelle delle bovine
Vantaggi: l’allevatore impiegherà molto più tempo in altre aAvità (es rimonta)
13
Serve che il rapporto animale-allevatore sia ada(o -> un allevatore aggressivo porta l’animale ad avere
a(eggiamen/ di paura e stress (scalcia)
Se il comportamento dell’allevatore non cambia si avrà sempre
un peggioramento progressivo che esiterà in un peggioramento
della produzione
14
ALLEVAMENTO DEL VITELLONE DA CARNE
L’allevamento di ques1 animali non è diviso in fasi quindi non c’è la necessità di spostarli (a differenza delle bovine da la<e)
-> bisogna solo cercare di mantenere vicine i loA (= animali con la stessa storia clinica)
Immagine: stru<ure semplici e modulari che
contengono mol1 animali
Sono molto ravvicina1 da perme<ere distribuzione dell’alimento veloce
Il te<o ha due falde (pendenza), si può avere
anche un camino centrale (rialzo per perme<ere
la fuoriuscita di aria calda e polveri)
Si hanno ampie fenestrature, si possono
avere
addiri<ura stru<ure aperte in 3 la1 su 4
Si hanno boxo con 10-15 capi
Il pavimento è unico e ogni ricinto è separato
tramite cancelli metallici
La pavimentazione può essere a leAera (piena)
oppure grigliato (più diffusa)
-> nello stesso allevamento se si hanno 1pologie gene1che diverse allora si possono avere pavimen1 diversi Questo perché normalmente 1pi gene1ci diversi richiedono pavimen1 diversi
ES Charolise: preferiscono box con leAera
Limousine: macella1 a peso minore, preferiscono il fessurato
Le mangiatoie sono più basse rispe<o al piano di passaggio del carro distributore, si preferiscono in generale mangiatoie con1nue
-> si passa della resina sulle mangiatoie così da poterle pulire bene e togliere l’unifeed vecchio In questa stalla mancano i ven1latori orizzontali, che ormai sono presen1 ovunque Le bovine da la<e sono senza corna (tolte quando erano vitelli), mentre negli allevamen1 da ingrasso si hanno animali con le corna
-> se si hanno animali senza corna in un allevamento da ingrasso vuol dire che si è in Irlanda - s)cazzi
(li tagliano per evitare che durante il viaggio gli animali si facciano male - troppe ore di trasporto)
In Italia il 75% di vitelloni si alleva nella Pianura Padana
Si hanno grossi centri di ingrasso in Veneto, mentre gli allevamen1 di
produzione vacca-vitello sono molto più sposta1 verso il Piemonte -> sono aziende miste, non specializzate all’ingrasso come in Veneto
Si ha la produzione di vitelli, si svezzano con la bovina e poi si me<ono
all’ingrasso - molto più rapporto con l’allevatore
Sistema prevalente di produzione della carne bovina italiana
- Provenienza di ristalli dall’esterno - Allevamento intensivo
- Stabulazione libera di gruppo
- Alimentazione unifeed
- Localizzazione nelle aree agricole a vocazione maidicola (in Veneto si ha tanto mais che cos1tuisce il 50% dell’unifieed, quindi questa zona è favorita per la grande disponibilità di alimento)
Allevamento del bovino da carne nelle sue fasi principali:
• Raccolta dei ristalli dalle aziende e concentrazione nei centri di raccolta =
Francia -> vicini ai confini in modo da essere più vicini all’Italia
• Trasporto dal paese di origine verso i centri di ingrasso • Periodo di ada6amento condizionamento - Italia
• Fase dell’ingrasso (unica o divisa in par1) - Italia
• Carico e trasporto al macello - Italia
Queste diverse fasi comportano una fonte di stress per l’animale
La differenza di qualità nella fase di ingrasso è data dai seguen1 indicatori: - Performance degli animali: accrescimento e indice di conversione
- Mortalità
- Eliminazione an1cipata degli animali
- Incidenza di diversi 1pi di patologie
Purtroppo non tu<e queste informazioni sono raccolte in modo sistema1co da parte dell’allevatore, si ha maggior precisione solo nei vitelli
-> è molto più controllata la bovina da la<e tramite controlli funzionali (= ogni 40 gg un tecnico - controllore - che effe<ua una verifica del la<e prodo<o da ogni singola bovina, ques1 controlli sono na1 per effe<uare selezione gene1ca in modo da dare un valore gene1co ad ogni bovina) In questo modo è più facile prende scelte ges1onali
Grafico: 23 allevamen1, da1 su maschi Charolise
Si hanno anche 300 grammi di differenza al giorno di accrescimento
-> a parità di razza fa la differenza
Ci sono cer1 animali che crescono meno (problemi di benessere?) e restano in stalla molto più tempo (consumo di cibo, maggiori emissioni ecc)
= un’insufficienza tecnica si riversa in insufficienza
ambientale
I fa6ori che determinano questa variabilità della risposta riprodu>va degli animali: - Ges1one degli animali all’arrivo al centro d’ingrasso: non è mai chiaro il loro quadro sanitario Durante la fase d’ingrasso:
- Densità di allevamento (numero capi per box) - Tipologia di pavimentazione
- Tipo e qualità della razione somministrata
- Modalità di distribuzione
- Grado di preparazione e mo1vazione del personale adde<o alla cura degli animale
Problemi lega1 alla fase di ristallo:
Stress subi1: - Porta1 dai pascoli ai centri di smistamento - vengono separa1 da un sistema di vita libero al pascolo, porta1 in pos1 streA per lo smistamento
- Sono in un centro dove sono a stre<o conta<o tra di loro - si hanno probabilità di contagi maggiori
- 8-10 ore di trasporto
In pochi giorni la loro vita cambia radicalmente (ambientale, sociale, alimentare)
QUINDI in una prima fase dobbiamo cercare di creare una fase di transizione graduale ES dieta: dal pascolo all’azienda bisogna incrementare i foraggi prima di iniziare con i concentra1 In ques1 casi si ha uno stato sanitario sconosciuto ancora
All’arrivo degli animali in azienda è necessario avere un luogo di ritrovo in modo che non siano inseri1 dire<amente nei gruppi pre-esisten1 (= zona di quarantena per evitare la trasmissione delle malaAe) -> spesso non c’è oppure non è troppo distanziata dagli altri bovini
1
Inizialmente i problemi sono maggiormente lega1 all’apparato respiratorio (spt BRD) 2
BRD = Bovine Respiratory disease
La prevalenza della BRD è molto variabile e oscilla da un minimo del 10% in allevamen1 con una buona ges1one e può raggiungere anche la totalità degli animali in allevamento quando vi siano carenze nelle tecniche di condizionamento.
Per valutare l’impa<o economico della patologia bisogna considerare che il costo medio per capo è s1mato tra i 40-90 Euro per ogni intervento terapeu1co e in caso di esito sfavorevole e decesso dell’animale al costo iniziale del ristallo (850 euro) si aggiungono i cos1 di alimentazione, 80 euro per lo smal1mento della carcassa e 50 Euro di mancato guadagno (Galmozzi et al., 2009).
I ristalli che arrivano annualmente in Veneto sono circa 600.000 (BDN, 2011), ipo1zzando una prevalenza minima del 10% della patologia respiratoria ed un costo medio per capo ammalato di 65 euro il costo complessivo minimo della terapia è circa 4.000.000 Euro/anno. Se si aggiungono le perdite per mortalità e manca1 accrescimen1 i cos1 minimi della patologia possono superare i 12.000.000 di euro/anno.
Metafilassi anFbioFca all’arrivo degli animali visto che non si sa lo stato sanitario degli animali -> anche fornire acqua e acqua di bevanda subito (si possono aggiungere integrazioni alimentari)
Supera1 i 30-40 giorni nella stalla di ada<amento gli animali raggiungono la sala d’ingrasso Al momento non esiste alcuna direAva specifica, ma si ha un documento del 2001 che comunque è molto buono e quindi si seguono le sue direAve
Potenziali cause di stress individuate nei reports per il vitellone da carne:
- Limitata disponibilità di spazio/capo - Insufficiente fronte mangiatoia
- Elevato numero di capi per gruppo - Pavimentazione non idonea;
- Microclima ambientale sfavorevole (temperatura, umidità, THI, concentrazione di CO2 e NH3, ecc.);
- Non corre<o programma alimentare e/o alimen1 di qualità non oAmale; - Interazione operatore di stalla-animale.
Disponibilità di spazio/capo
= se lo spazio è rido<o i comportamen1 aggressivi aumento
(consideriamo che sono tuA maschi, spesso interi, con
corna - un confli<o di base c’è già)
I vitelloni dentro lo spazio a disposizione devono riuscire a
coricarsi senza intralciare altri animali che circolano, bevono,
mangiano
Disponibilità di fronte mangiatoia
= non dovrebbe essere < 60 cm
Se è troppo piccolo si ha:
- Aumento comportamen1 aggressivi
-> aumentano comportamen1 di compe1zione
- Maggior difficoltà di accesso alla mangiatoia con conseguente minor inges1one e minor accrescimento
Numero di capi per box
Gruppi di piccole dimensioni portano ad avere
- Maggior stabilità sociale: se sono troppi non si riconosco
se sono troppo piccoli si ha una gerarchia che non perme<e ai subordina1 di
raggiungere la mangiatoia - Meno confliA
- Meno stress
= dimensione ideale: 10-12 animali/box
Tipo di pavimentazione
Si hanno a<eggiamen1 che ci fanno percepire se qualcosa non va
-> annullamento del pavimento senza poi coricarsi, sequenza per coricarsi interro<a 3 Una pavimentazione scivolosa comporta:
- Maggiori problemi agli ar1
- Maggior macellazioni d’urgenza
• Essudato a stecche: superficie piena abbastanza larga e fessura stre<a Il pavimento è abbastanza pulito
• Pavimentazioni a fori: il pavimento si pulisce bene se il foro è a tronco di cono (come vacche da la<e)
In base alle 1pologie di pavimen1 si ha una durata delle transizioni diversa Nella leAera si hanno le tempis1che migliori
-> ma è la scelta minoritaria a causa dei cos1 e
della
complessa ges1one (pulizie frequente, aggiunta di paglia)
La transizione inoltre è condizionata dal peso dell’animale
-> più è pesante maggiore sarà il tempo della transizione
Grafico: si osserva come il tappe1no migliori in comfort rispe<o al origliato con fori o stecche
= se un animale ha più comfort cresce e produce di più Si hanno poche misurazioni a riguardo, si controlla di meno il bovino da carne rispe<o alla bovina da la<e
I box con leAera sono necessari per la ges1one di soggeA par1colarmente pesan1 (= coscia doppia o fassoni) che più frequentemente presentano problemi agli ir1 sopra<u<o nella fase finale di allevamento -> hanno una porzione muscolare molto elevata, che cresce maggiormente nelle fasi finali DEVONO essere messi sulla laAera
-> se si u1lizza il grigliato la probabilità di infezioni agli ar1 cresce
QUINDI le stalle dei bovini da carne possono essere molto diverse tra di loro, dipende dalla razza allevata
!! Si ha un 36% di perdite durante il ciclo di ingrasso, dovute a problemi ar1colari o ai piedi (superata la metà del ciclo - mol1 soldi persi quindi)
Categorie di problemi sanitari più frequentemente
rileva1 dall’allevatore
- Patologie respiratorie
-Ar1-68%
- Traumi (animale zoppo) -26%
Un animale con queste problema1che non viene curato,
va dire<amente al macello (si recupera un minimo, viene
solo deprezzato)
-> perché se lo curassimo e poi non funziona a causa
delle tempis1che di sospensione dei farmaci non si
potrebbe vendere
Si evita sempre il tra<amento, vengono sposta1 in box infermeria - minor benessere dell’animale
Incidenza degli animali riforma1 e macella1 d’urgenza
per problemi agli ar1: colpisce maggiormente
allevamen1 piccoli-medi
4
Le zoppie dichiarate dall’allevatore e osservate nel bovino da carne
-> si ha una certa variabilità in base alla dimensione aziendale (= numero dei capi) Media dichiarata = 0,84 % (sarebbe una perdita minima)
Animali in infermeria = 1,12 % - rapporta1 al numero totale di animale
Animali con segni di zoppie = 1,80 %
QUINDI si ha una notevole so<os1ma del problema da parte degli allevatori
Solitamente animali con leggere zoppie vengono lascia1 nel box con il resto del gruppo, senza
doverlo spostare - avranno una condizione corporea scadente rispe<o al resto del box
I pun1 cri1ci dell’allevamento sono sempre l’arrivo (leAera, pulizia ecc) e l’infermeria -> ci perme<ono di capire lo stato di benessere dell’animale
Elemento di approfondimento: SUOLE - non le chiede -
[I piedi si presentano in modo diverso a seconda dei pavimen1
Il grigliato ha un’azione abrasiva e quindi si ha un consumo maggiore dell’unghione, mentre sulla leAera si ha una sovraccrescita dell’unghione ......]
Lesioni podali:
- Emorragie - 55% - Erosione - 18%
- Ascesso - 7%
= MalaAe meccaniche
- Derma1te
= MalaAa di 1po infeAvo
Il bovino da carne ha una maggior prevalenza di patologie di 1po meccanico
-> essendo un pavimento tendenzialmente molto pulito/disinfe<ato difficilmente si avranno patologie infeAve
Hanno più problemi i maschi rispe<o alle femmine, perché pesano di più e le diete dei vitelloni sono più spinte (= più amido, può predisporre ad una maggior incidenza dell’acidosi sublicnica - collegata a problema1che del piede)
Difficilmente si trovano casi singoli con problemi, solitamente è colpita un’intera par1ta
Per l’idenFficazione possiamo u1lizzare la sensioris1ca
= sviluppata spt per le vacche da la<e, ma si sta u1lizzando anche nel campo della carne (bisognerebbe u1lizzare sistemi meno sensibili e quindi meno costosi, in modo da portali applicare in senso generalizzato a tu<o l’allevamen1)
-> per zoppie e acidosi
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Per prevenire problemi pedali si può u1lizzare un sistema di ven1lazione, garan1scono una serie di benefici -> in caso di elevate temperature esterne, nei box con ven1latori si ha una minor percentuale di ammoniaca, cambiano gli aA respiratori e mas1catori, la leAera è più asciu<a (meno problemi podali), bevono di più (perchè sono meno stanchi non perché abbiano più sete)
QUINDI i ven1latori migliorano la qualità dell’ambiente, non solo nelle vacche da la<e L’unico fa<ore incerto è l’incremento di peso
ALIMENTAZIONE
Dobbiamo avere più acido propionico che aceFco
-> perché quest’ul1mo è il precursore degli acidi
grassi del la<e mentre il propionico è responsabile dell’accrescimento.
QUINDI le diete sono formulate per favorire la
produzione di acido propionico
= più concentra1 che foraggi
Il rapporto ideale è 40% concentra1 e 60% foraggi
per la vacca da la<e, mentre 50% e 50% in Europa
per quelle da carne. Ancora di più in sta1 come
l’America.
L’aumento di concentra1 però mi espone ad un rischio di acidosi.
Diete Fpo per vitelloni: COMPOSIZIONE CHIMICA
L’insilato ha una notevole quan1tà di acqua, devo
dare un maggiore volume ma la quan1tà di sostanza
secca è la stessa.
I cambiamen1 clima1ci hanno un enorme impa<o
sul sistema agroalimentare in toto
-> c’è più siccità di una volta, più bisogno di acqua di
irrigazione (non sempre disponibile). Questo porta ad un calo della produzione e della
qualità degli alimen1 che produciamo.
Inoltre abbiamo più micotossine, principalmente aflatossine che si possono trasferire nel la<e (problemi nell’uomo). Altre invece possono provocare problemi podali agli animali.
Il fieno è un alimento che solo i bovini/ruminan1 possono valorizzare trasformandolo in proteina nobile (la<e/carne)
-> dare più foraggi perme<e un recupero di interessi, spesso ci sono accuse che sostengono che l’alimentazione dei poligastrici sia basata su cibi “so<raA” ai monogastrici
Invece dando i fieni è l’unico modo per valorizzare questo so<oprodo<o
-> ancora una volta le richieste del consumatore influiscono con le scelte produAve e ci avviciniamo più a quella che sarebbe l’alimentazione “naturale”.
Se alimento bovini a insilato o fieno non è vero che col foraggio crescono meno.
Se me<o nel foraggio anche la medica (che è un prodo<o locale) non mi serve neppure la soia -> sarò una carne più sostenibile cibando l’animale con prodoA locali e che non sarebbero commes1bili all’uomo
= Accontento il consumatore e riduco le emissioni.
Guardando l’e1che<a: studi sul calcolo di amido non digerito e se questo può essere usato nei digestori per produrre energia o se viene “sprecato”. Bisogna fare “precision feeding” ossia tarare la quan1tà di alimen1 per oAmizzare la dieta
Con diete ricche di NSC molta a<enzione va posta sulla tecnica di preparazione unifeed • Standardizzazione e controllo della preparazione
• Alimen1 miscela1 adeguatamente per evitare selezione in mangiatoia (acidosi)
OAmale sarebbe pre-trinciare e usare il carro miscelatore solo per mescolarli così ho la certezza sulla lunghezza della fibra
Cara6erisFche fisiche della razione: SISTEMI DI CONTROLLO
• Sistemi di valutazione già largamente u1lizza1 per la bovina da la<e: i due se<ori possono trasferirsi informazioni molto rilevan1.
• Setacci per la separazione delle par1celle: se mi baso solo sull’nfd e poi faccio una pol1glia e si riducono le fibre allora non ho ruminazione e torno al problema dell’acidosi.
Con i setacci separo le fibre per dimensione.
Esperimento: Alimentazione ad libitum (con residuo in mangiatoia al maAno)
-> solo se si verifica questa condizione lo spazio mangiatoia non è importante
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Animali della stessa età in due box con diversa accessibilità al cibo.
Non c’è grande differenza nel numero di animali
-> lo spazio in mangiatoia diventa importante solo se non do abbastanza cibo agli animali.
Gli allevatori di solito distribuiscono un po’ meno cibo
in maniera tale che la mangiatoia alla fine rimanga pulita per quando passano con il carro miscelatore
-> questo però crea un’aspe<a1va di cibo nell’animale.
Quando sentono il carro tuA gli animali si presentano in mangiatoia
-> sto favorendo un comportamento gregario che però implica che debba garan1re loro maggiore spazio. Se invece lascio il residuo ho una rotazione degli animali che vanno a mangiare e lo spazio in mangiatoia non è più un fa<ore cri1co.
Inoltre gli animali mangiano in maniera più tranquilla e alternano l’alimentazione con momen1 di decubito e ruminazione.
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Con la distribuzione automa1ca rispe<o a quella con il carro miscelatore favorisco inges1one non nelle ore centrali della giornata -> in questo momento invece ho più animali in decubito.
Si osservano anche minori insul1 alla mucosa ruminale (minori segni di acidosi) a parità di razione.
Non c’è differenza nella quan1tà ingerita.
- Di ques) da) non ci sono le slide perché sono ricerche che sta facendo ora la prof pallosa -
Presenza di residuo alimentare in mangiatoia
e sua gesFone (risultaF di una indagine
condo6a in 50 allevamenF nel 2010)
Solo l’8% abbonda, il resto non lascia residui
perché non hanno voglia di pulire la mangiatoia.
Non esiste una legislazione ver1cale!! -> Ci sono raccomandazioni su spazio, fronte
mangiatoia, microclima e alimentazione
Es. Charolais: si macella a 700kg circa. -> gli servono 4,5 metri quadri
MA questa NON è legge, è una
raccomandazione.
Non è uno spazio eccessivo, è giusto, ma pochissimi allevamen1 concedono questo spazio. Di solito danno più spazio a quelli su leAera rispe<o a quelli su griglia? -> questo per facilitare la pulizia delle leAere
BENESSERE DEI VITELLI
Categoria importante, ha una legislazione ver4cale e inizia la sua vita negli allevamen4 tra6a4.
Produzione del vitello in Italia
Nasce nell’allevamento familiare, lo si cresceva per autoconsumo.
Venne a:vata una poli4ca europea sugli eccessi di prodo::
AGEA: comprava sul mercato prodo: che stoccava -> questo portava una minore disponibilità e
un
È una dire:va molto precisa per il vitello a carne bianca.
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aumento del prezzo
Le eccedenze di la6e venivano disidratate e
stoccate
Ma non sapevano a chi far consumare questo
prodo6o
-> inizia la vendita del la6e in polvere
Da queste aberrazioni nasce l’allevamento industriale del vitello (da quello familiare)
La carne di vitello nasce quindi da un mercato da cui è richiesto: la6e che non so dove me6ere, vitelli che non so dove me6ere, carne di vitello molto appe4bile e digeribile
Prodo3o del vitello in Europa = circa 7 milioni di capi all’anno
Produ6ori storici: Olanda, Francia, Italia
Produ6ori emergen4: Spagna, Polnita
- Olandesi producono e non mangiano -
Problema dell’inquinamento dell’acqua – sopra6u6o perché sono so6o il livello del mare. Hanno iniziato a produrre ??? (12.51)
Il sistema tradizionale di allevamento prevede: - 1° se:mana: dieta la6ea
- 8° se:mana: dieta mista
- 1 anno: dieta solida
1
STRUTTURE DI ALLEVAMENTO Passato:
Stru6ure tu6e il legno
Poste molto piccole, vitelli lega4, stalle poco ven4late e buie -> se tengo il vitello al buio farà carne più bianca
Questa era la situazione fortemente cri4cata dagli animalis4
Si vedono i griglia4 di legno solleva4 di circa 30cm
La pia6aforma però era troppo corta, il vitello è quasi “agganciato” con l’arto alla fine della griglia e con i posteriori arriva fino alla corsia
La gabbia era troppo piccola e non concedeva un decubito confortevole
Tagliavano la coda per un fa6ore “este4co” -> li faceva apparire più tondi
A3ualità:
Ora ci sono box di gruppo, devono avere uno spazio minimo e devono essere seguite regole alimentari specifiche.
Veneto e Lombardia hanno tecniche di allevamento efficace.
-> quello che ha fa6o la grossa differenza è il cambio dell’alimentazione = NON solo la6e
Norme minime per la protezione dei vitelli
Quella del 2008 sos4tuisce tu6e le prime, le ha recepite tu6e.
Sul benessere si è lavorato molto e per step
-> molto a rilento per il vitello perché c’era il 4more che
potesse peggiorarne la qualità o diventasse addiri6ura impossibile produrne.
Interven4 per la protezione dei vitelli. Per quanto riguarda la
stabulazione ci sono cara6eri analoghi a quelli del vitello da
ristallo, per il resto sono tu6e cara6eris4che esclusive di
questo allevamento.
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STABULAZIONE nel sistema tradizionale
Sulla stalla si è intervenuto quando si è capito che le dimensioni delle gabbie6e non erano mai state modificate anche se erano cambiate le tecniche di allevamento
-> da qua è nata tu6a la problema4ca del benessere, non era una situazione risolvibile tramite cambio volontario, serviva una norma!!
Infa: il peso medio dei vitelli alla macellazione nel 1980 era di 160kg, 2005 di 240kg
-> c’è stato un aumento della durata di allevamento e del
peso finale senza alterazione delle stru6ure
Le norme minime per l protezione dei vitelli hanno imposto cambiamen4 al: - Tipo di stabulazione
- Sistema di alimentazione
Stabulazione: norme vigenC
• Nessun vitello di età superiore alle 8 se:mane deve essere rinchiuso in un recinto individuale • Vitelli in box di gruppo devono disporre di una superficie minima capo di:
- 2,5mq/capo fino a peso vivo di 150kg - 1,7mq/capo per peso vivo 150-220kg
- 1,8mq/capo per peso vivo > 220kg
• Nessun vitello può essere legato alla catena -> ma possono essere chiusi/lega4 nella fase di distribuzione degli alimen4
!! I vitelli in svezzamento (da rimonta e in ristallo) devono rispe6are queste regole 3
RecinC individuali per vitelli in svezzamento
Foto 1:
Va bene per le prime 8 se:mane di vita, pra4cando dei fori nei tramezzi di separazione (per
far interagire i vitelli almeno visivamente). Parte posteriore in le:era, davan4 un le:no con
secchio per il la6e e mangiatoia per il solido
Foto 2:
Gabbie vecchie, la superficie è molto rido6a. Va bene solo per il primo mese, fori nei tramezzi.
Secondo la norma4va i vitelli non
possono essere
lega4, quindi queste situazioni non sono a norma.
E’ necessario che questo 4po di
allevamen4
(vacche da la6e a stabulazione fissa) si
do4no di
box o apposite gabbie6e per l’allevamento delle vitelle
!! Vitelli lega4 nella corsia dietro le vacche: NO
Vietato in generale tenerli lega4, anche nella situazione di sinistra dove sembrano “sereni”
Come si è arrivaC ai box? Dimostrando che non c’era rischio sanitario per i vitelli
Performance: Nella prima fase di vita non sembra essere molto impa6ante
l’isolamento: tra 0 e 84 giorni crescono allo stesso modo. Dopo gli 80 giorni
addiri6ura nel box di gruppo crescono di più che in quello individuale. Questo si
spiega:
• Nella prima fase di vita il vitello sta con la madre e non ha comportamento
sociale con altri
• Nella seconda parte invece ha la componente sociale -> sta meglio e ha
migliori performance di crescita
Se i vitelli mangiano la stressa quan4tà di la6e, la differenza di termine di accrescimento è data dallo stress
-> crescono in più gli animali in box, non perché mangino di più ma perché
sfru6ano meglio l’alimento che viene fornito
Cer4 allevatori hanno convinzioni sbagliate, con4nuano con certe pra4che quando portano solo a perdite per l’allevamento
Pulizia degli animali
Con il grigliato scivolano giù le feci
Anomalie comportamentali
Tongue rolling (la girano) o playing (fuori dalla bocca) -> stereo4pie che si vedevano spessissimo prima di queste
modifiche
Stare in box (= socialità) diminuisce le stereo4pie (segno di stress),
hanno una miglior pulizia
Cross-sucking: gli allevatori temevano che questo comportamento
si accentuasse con l’allevamento in box
È in realtà legato a una scarsa assunzione di la6e tramite la
te6arella -> l’animale lecca la zona uro-genitale dei compagni.
Dipende quindi dalla modalità di distribuzione dell’alimento -> l’animale non riesce a soddisfare il bisogno di recuperare il la6e in maniera ‘naturale’
All’interno del box di gruppo possono assumere
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posizioni
confortevoli che diminuiscono lo stress:
- Decubito laterale con tu: gli ar4 estesi - posizione di
massimo relax
-> studi adergano che questa posizione perme6a un maggior
rilascio di ormoni della crescita quindi favorisca
l’accrescimento
- Decubito sternale con la testa reclinata e ar4 raccol4
Sideremia: ferro nel sangue
I valori sono più al4 nel box di gruppo (nega4vo per l’allevatore)
-> questo perché il movimento del vitello nel box di gruppo determinata una
maggior efficienza dell’u4lizzo del ferro alimentare da parte dell’organismo, nonostante i due gruppi (individuale/box) abbiano le stesse diete con lo stesso ferro
Resa alla carcassa:
Il movimento del vitello porta a un miglioramento delle prestazioni dell’organismo con conseguente maggior efficienza dell’u4lizzo del ferro e minor anemia
Tramite la siderea è possibile predire il colore della
carne al macello
Ora si ha nel mercato una carne rosata, per garan4re
un minimo di ferro e benessere al vitello ->NONcomelafotoinaltoasx
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STABULAZIONE: Cpo di pavimentazione
- Grigliato in legno
- Grigliato in cemento
- Grigliato coperto con gomma
In alcuni casi c’è la le:era, ma è difficile da u4lizzare (serve un allevamento pensato apposta)
Qualità dell’aria: è importante monitorare l’ammoniaca - Deiezioni più liquide
- Deiezioni che producono molta ammoniaca
Il valore sogna individuato dal report EFSA è di 6 ppm di ammoniaca -> il 20% degli allevamen4 presenta valori superiori
Importanza della numerosità del gruppo entro box
-> può diventare un problema durante la distribuzione del la3e
- Secchio: l’animale entra in ca6ura singolarmente e beve la sua dose di la6e
Finché l’animale non finisce la sua dose non viene liberato, chi ci impiega troppo tempo viene
controllato (stato delle mucose, temperatura ecc)
- Truogolo: i vitelli entrano tu: insieme a bere il la6e da una mangiatoia comune
->nonsivedechinebevedipiùechidimeno
Per ridurre le perdite conviene fare piccoli gruppi (circa 5 animali)
- Distributore automa4co: il vitello viene riconosciuto tramite microchip e riceve la sua dose di la6e Asseconda il bisogni del vitello frazionando la dose
Poco diffusa perché costosa e perché limita il numero di vitelli
QUINDI la numerosità del gruppo è fortemente influenzata dalla modalità di distribuzione degli alimen4 6
Immagine: vitelli in ca6ura che mangiano dal loro secchio
Modello Veneto
= maggior garanzia di salute degli animali
Immagine 2: modello olandese
(bresciano/lombardo)
I vitelli bevono il la6e in comune, il truogolo una
volta
terminato il la6e viene riempito da alimento secco
Il box non ha ca6ure e i vitelli sono liberi di circolare, tranne le prime 8 se:mane
-> vengono inseri4 in mini box all’interno del box grande Il ripiano sopra i box è dove vengono appoggia4 i cancelli Dopo le 8 se:mane i cancelli vengono rimossi e i vitelli sono in gruppo
QUINDI le prime 8 se:mane sono controlla4 per quanto riguarda l’alimentazione, dopo invece si possono avere forme di compe4zione
= risparmio dei cos4 di produzione, acce6ando rischio di
disomogeneità tra animali
Perme6e un maggior risparmio di manodopera
Immagine 3: distribuzione automa4ca
ALIMENTAZIONE: norme vigenC
Ai vitelli deve essere somministrata un’alimentazione adeguata alla loro età e al loro peso e conforme alle loro esigenze comportamentali e fisiologiche, onde favorire buone condizioni di salute e benessere, pertanto:
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- Il tasso di emoglobina non deve scendere al di so6o dei 4,5 mmol/l /7,5 g/dl)
- Dopo la 2° se6 di età deve essere fornito un quan4ta4vo crescente di alimen4 fibrosi (da 50 a 250 g)
Cri4cità che ancora si possono riscontrare rela4vamente all’alimentazione per il benessere del vitello da carne:
• Emoglobina: secondo il report EFSA il valore di emoglobina non è ancora rispe6ato al 100% Un vitello
anemico si ammala e non rende, si deve mantenere un valore limite con un valore o:male al momento della macellazione
-> la fase cri4ca sono le ul4me se:mane di allevamento
• Fabbisogni di acqua di bevanda: NON compete con il
consumo di la6e
-> anzi è molto importante quando iniziamo ad aggiungere i
solidi nella dieta
Grafico: la disponibilità di acqua diminuisce la manifestazione
delle stereo4pie orali
Influisce anche sullo sviluppo delle papille ruminali -> nelle diete con paglia la presenza di acqua è essenziale per
il corre6o sviluppo delle papille
Nei mesi caldi un vitello beve dai 15 ai 20 litri di acqua al giorno
• Tipo di la6e (% di la6e magro)
• Somministrazione di elevate quan4tà di alimen4 solidi
• Parziale sos4tuzione del la6e con solidi a base proteica (soia)
Piani alimentari tradizionali per i vitelli:
Da dove siamo par@@?
- Alimentazione esclusivamente a base di la6e
- U4lizzo di elevate percentuali di la6e magro
- Somministrazione di granella di mais occasionale - Assenza di acqua di bevanda
Risulta@:
• Buone prestazioni produ:ve
• Carcasse ben conformate
• Carcasse a carne di colore molto chiaro
MA si ha un forte impa6o nega4vo sul benessere animale
- Alta incidenza di diarree
- Mol4 interven4 di correzioni con ferro per eccessiva anemia
- Alto numero di tra6amen4 per problemi respiratori
- Stre6a dipendenza con aziende produ6rici di la6e
- Pessima immagine del comportamento agli occhi del consumatore
QUINDi si sono effe6ua4 studi basa4 sulla somministrazione di alimen4 solidi ai vitelli a carne bianca = Chian Management of Veal Calf Welfare
L’UE ha finanziato tra ’97 e il 2002 un proge6o di ricerca basato sugli effe: degli alimen4 solidi sul benessere degli animali e sul colore della carne
-> sono sta4 testa4 mol4 4pi di alimen4 con cara6eris4che chimiche anche molto diverse in termini di
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contenuto di fibra, amido, ferro
Italia: abbiamo testato granella di mais, polpe secche di bietola, paglia trinciata
-> la paglia è stata scelta rispe6o al fieno perchè si hanno differenze nel contenuto di ferro, la paglia è fibrosa ma ha basso contenuto di ferro
Grafico: l’accrescimento medio giornaliero: - Granella di mais: maggior accrescimento - Paglia è in una situazione intermedia
- Polpe di bietola: come la granella
-> chi si alimenta con solo la3e cresce molto meno
a: valori più alte b: valori più bassi ab: intermedio
Pulizia degli animali e dei pavimenC in relazione al 4po di alimentazione:
Più un alimento è concentrato (quindi ha meno fibra), maggiore sarà lo stato liquido delle feci e quindi gli animali risultato più sporchi e imbra6a4
-> con la paglia si imbra6ano meno rispe6o alle polpe di barbabietole
- La6e + paglia: feci più consisten4, pavimen4 asciu:, animali puli4
- La6e + polpe: feci più liquide, pavimen4 più bagna4, animali sporchi
Grafico: con l’introduzione di alimen4 solidi sono diminuiC
i tra3amenC col ferro e con i farmaci
-> gli animali stanno meglio, hanno un’alimentazione più
vicina ai fabbisogni fisiologici
COMPORTAMENTI AI PASTI
• StereoCpie: nei vitelli e nei suini, le stereo4pie
aumentano significa4vamente nelle fasi che
precedono o seguono il pasto
-> quindi le osservazioni non devono durare tu6a la
giornata, osserviamo solo 1h prima e dopo la
distribuzione del la6e
Grafico di sx: stereo4pie in base al
momento della
giornata e in base al 4po di alimento
ricevuto
- Solo la6e: le stereo4pie sono alte
- La6e + paglia: porta ad una diminuzione (più efficace delle polpe di bietola)
• MasCcazione: si ha un trend di decrescita di interesse nei confron4 della paglia fino alle 23° se:mana
• Autopulizia: non necessaria ma comportamento
indo6o
La6e + polpe: più alta - forse perché l’animale ha
più sete e manifesta così il suo disagio -> in generale tende a decrescere
• ContaT col secchio: il conta6o è maggiore negli
animali che si alimentano con solo la6e, perché una volta che hanno finito non sanno cosa fare e lo u4lizzano come arricchimento ambientale
Livelli di emoglobina: a diverse età dei vitelli
U4lizzato come parametro per predire il colore della carne
I valori più bassi si hanno nei vitelli che mangiano paglia+la6e e anche nei vitelli alimenta4 con solo la6e
-> i valori bassi di paglia+la6e si gius4ficano a causa della scarsa disponibilità di Fe nelle fon4 di origine vegetale (l’alimento è troppo fibroso)
Grafico dx: valutazione del livello di emoglobina nel sangue in base alle somministrazioni di Fe
Le polpe sono l’alimento che con4ene più ferro, il la6e quello che ne ha meno, mentre paglia e granella di mais hanno all’incirca la stessa quan4tà
MA se ci si alimenta con la paglia si assume meno ferro perché questo Fe non è biodisponibile (non si u4lizza), mentre nelle granelli di mais si assorbe meglio
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CONTROLLI AL MACELLO: Valutazione di:
- Resa: rapporto peso carcassa/PV
Poche differenze significa4ve - Colore: valutazione sogge:va
Cambia di molto in base all’alimentazione
Il colore è più scuro nelle polpe di bietola, i più bassi e simili sono con le diete di solo la6e oppure
la6e+paglia
= rifle6e i da4 della misurazione dell’emoglobina, ma è incoerente con la composizione chimica degli alimen4 (più alta polpe di bietola, intermedio paglia, basso granella di mais e il più basso solo la6e)
Dipende dal fa6o che il Fe negli alimen4 vegetali non è sempre biodisponibile, biondi alimen4 fibrosi come la paglia non sono responsabili del cambiamento di colore della carne
Ques4 da4 sono conferma4 anche dalla valutazione strumentale (= ogge:va) tramite
colorimetro
- Solo la6e: alta luminosità, basso indice di rosso
-> parametri migliori con poche variazioni di
colore
e o:me performance
- Polpe di bietola: indice di rosso alto
Al macello si osserva anche il sviluppo del rumine Possibili rilevazioni di cara6ere anatomo-patologico del rumine:
- Placche: associate a condizioni di acidosi cronica - zone
assomigliate senza papille, possono rompersi e far passare
microorganismi dal rumine al torrente circolatorio -> non determina la morte dell’animale solitamente
- Ipercheratosi: ispessimento delle papille, è una difesa per l’acidosi
Rilevazioni di cara6ere anatomo-patologico a livello di abomaso:
- Mucosa ruminale
- Zona di passaggio - chiusura dell’esofago verso lo stomaco ghiandolare
-> zona che si lacera facilmente
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Pesi prestomaci: rumine e re4colo si sviluppano meglio con un’alimentazione fibrosa (più solido nella dieta)
Numero di vitelli con pilobezoari (= aggregazioni di pelo compa6e, forma tondeggiante) -> l’alimento solido perme6e di non accumulare ques4 peli all’interno dell’abomaso, se si fornisce una dieta di solo la6e ques4 pilobezoari si accumulano e raggiungono dimensioni maggiori
Si pensava di trovare più problemi nel gruppo la6e,
-> l’alimento solido più avere un’azione abrasiva sulla
mucosa abomasale
Si hanno par4celle sminuzzate ma altre rimangono con
dimensioni maggiori
!! Su una buona percentuale di vitelli al macello si
trovano spesso erosioni/infiammazioni/ulcere -> poi lo schema a torta spiega la ripar4zione in
percentuale della 4pologia di dieta Ulcere: 52/134
Erosioni: 48/134 Infiammazioni: 71/134
In generale non si è individuato un alimento o:male/perfe6o ma è meglio u4lizzare dei mix con paglia/ mais
Evoluzioni più recenC nei piani alimentari per vitelli a carne bianca - 2005-08
Grafico: andamento del costo del la6e in polvere
2007-08 aumento dei prezzi, quindi il costo per alimentare i vitelli è cresciuto mol4ssimo
Grafico 2: andamento costo della polvero di siero 2007-08 aumento dei prezzi
= la dieta unicamente liquida era diventato troppo costosa in questo periodo, quindi spontaneamente gli allevatori hanno iniziato a cambiare la dieta aggiungendo elemen4 solidi
-> inoltre si ha un uso minore di la6e magro e si inizia ad u4lizzare la6e di origine vegetale
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Inizia ad essere somministrata una maggior quan4tà di alimento solido
-> simil-svezzamento
In questo modo la carne cambia colore, oggi non si ha più il vero vitello a carne bianca ma è più rosata
Si ha un proge6o di ricerca (= SPAI-VIT, sviluppo piani alimentari alterna4vi per vitelli) -> combinazione di diete diverse con solidi diversi più ada: ai vitelli
- Individuare alimen4 soldi da somministrare ai vitelli
- Individuare la quan4tà o:male di solidi da somministrare - Somministrare meno la6e
Il piano ideale dal punto di vista dell’allevatore - La6e 50% di polvere di la6e magro
- Granella di mais a volontà (circa 120kg)
Piani alimentari a confronto:
4 4pologia diverse, gli ul4mi due contengono
anche la soia
IN GENERALE si è diminuita la proteina del la6e
tramite altri alimen4
Vantaggi:
- Maggiori performance di crescita
- Migliori performance di macellazione
- Comportamen4 anomali e stereo4pie rido6e
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Svantaggi:
- Colore delle carcasse in par4colare con solidi
diversi dalla granella
- A6enzione alle alterazioni ruminali
Grafico: la linea del mais (gialla) sale per poi
scendere tan4ssimo
Tanta soia: carcasse molto scure (inacce6abili)
La fase nel quadrato evidenzia la fase di svezzamento - dai 120 gg inizia ad aumentare
l’emoglobina
-> più il piano alimentare si avvicina ad una
condizione fisiologica, maggiormente questo
evento si enfa4zza
Con lo svezzamento si ha un’alta a:vità del rumine, i microrganismi si sviluppano e trasformano maggiormente il Fe iniziandolo ad u4lizzare in modo efficiente - per quello si alza il livello di emoglobina
Nelle diete in cui si aggiunge solo mais inizia ad esserci un rifiuto del la6e, mentre se aggiungiamo altri elemen4 come soia ecc si beve più la6e
Con la somministrazione dei solidi ai vitelli a carne bianca ha risolto i problemi di benessere?
Alterazioni ruminali: ipercheratosi, placche ruminali, ulcere -> sempre presen4
Grazie alla legislazione si sono cambiate le stru6ure e grazie alla legge di mercato si è cambiata l’alimentazione
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BENESSERE degli ANIMALI DA RIMONTA negli allevamen7 di BOVINE DA LATTE
Come faccio a capire che ci sono problemi di
ges3one e di benessere per la rimonta?
= età al primo parto
Nelle frisone solitamente il primo parto è a2anni
-> si può an3cipare, ma l’animale deve aver
raggiunto una certa conformazione/peso in modo da riuscire a reggere lo sforzo del parto laCazione
Se > 26 mesi = scarsa efficienza della bovina
L’età al primo parto è un:
- Marker di performance zootecniche
- Animal Based Measure di benessere animale - Strumento di performance economiche
Se non si traCano bene i vitelli dalla nascita si avrà una crescita inadaCa della bovina che quindi produrrà poco laCe in futuro
-> gli allevatori non si rendono conto degli errori nella ges3one
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Il vitello con3nua ade essere considerato un soCoprodoCo quindi si ha trascuratezza delle prime fasi di vita dell’animale
Tasso di rimonta della Frisona italiana = 30%
-> in realtà la rimonta è più alta (circa ogni 2 anni si cambia tuCa la mandria)
Il guadagno dell’azienda NON arriva solo dalla vendita di laCe, ma anche dalla ges3one della mandria e quindi della rimonta (i cos3 della rimonta raggiungono circa il 25% dei cos3 totali) QUINDI una buona ges3one porta ad avere guadagni maggiori
Buone pra3che da seguire per garan3re salute e benessere del giovane bes3ame: - ACenzione al vitello fin dalle prime ore di vita
- StruCure adeguate con eleva3 standard di pulizia e igiene
- Piani fallimentari realmente rispeCosi dei fabbisogni di accrescimento
PROBLEMI:
• SoCos3ma del problema di: - Patologie
- Mortalità
• Non è percepita la relazione tra mortalità reale e mortalità percepita
-> si possono perdere vitelli ad alto valore gene3co • 94% degli allevatori considera normale a
Raccolta da3 nel Veneto:
In generale si ha una mortalità alta nei
vitelli
(sistema immunitario debole) - 10% - ma
in questa
raccolta da3 si nota che le percentuali di
mortalità
sono molto più alte - 27%
Nel grafico di destra si evidenziano le
mortalità tra i
12-24 mesi, questo comportano perdite eleva3ssime per l’allevatore che ha cresciuto ques3 animali per più di un anno spendendo mol3 soldi per poi non guadagnarci nulla
vere al3 tassi di mortalità dei vitelli > 9%
Il rischio di mortalità è più alto all’inizio, ma si ha variabilità
BOX PARTO: bisogna far nascere il vitello in una zona parto accogliente e pulita per la bovina Ideale:
- Box singolo
- 10-12 metri quadri per animale
- Leeera in paglia pulita, cambiata ad ogni parto
- Usata solo per UN parto (aCenzione alla trasmissione di malaee tramite gli invogli fetali) !! NO leeera permanente
1
I vitelli muoiono per diverse cause:
- Patologie enteriche - 32%
- Patologie respiratorie - 47%
Dipende da:
- Modalità di somministrazione del colostro
- Disinfezione cordone ombelicale
- Igiene del box parto
- Dimensione aziendale
- Stagione
- Stabulazione dei vitelli
- AddeCo ai vitelli: tenere sempre lo stesso personale preparato, che conosce anche le abitudini dei vitelli
Colostro: i vitelli nascono senza an3corpi e tramite il colostro (immunità passiva) si ha il trasferimento anche di faCori di crescita ecc che permeCono un buon sviluppo del vitello
Regole per la colostratura:
• Tempo: entro 6h dalla nascita (assorbimento massimo) • Quan?tà: almeno 3L
• Temperatura: 35-38°C
• Qualità: almeno 50g/L
Il colostro può avere qualità diverse, a seconda della ges3one dell’asciuCa, numero par3 della bovina ecc -> purtroppo gli allevatori non effeCuano mai controlli di qualità del colostro (es numero immunoglobuline) Se un colostro è scadente non lo u3lizziamo e invece si fornisce un colostro di qualità maggiore conservato
Colostro scadente:
- Aumento insorgenza patologie: spt intes3nali
- Minori crescita perché si ha minor assorbimento intes3nale
- Aumento dell’età al primo parto perché la vitella non
raggiunge il peso adaCo
- Minor produzione alla 1° e 2° laCazione - Aumento mortalità
L’età al primo parto è un oemo indicatore della ges3one della
vitellaia e dell’allevamento in generale
-
Assunzione NON adeguata del colostro
= minor trasferimento dell’immunità passiva
Un vitello non è ben immunizzato se ha i livelli di immunoglobuline < 10 g/L dopo 3 gg dalla colostratura
Il valore migliore è ≥ 16 g/L
Indagine: il 41% degli animali delle aziende analizza3 ha
un’immunità insufficiente PERCHE’?
L’immunità del vitello dipende dalla qualità del colostro e
anche dalla modalità di somministrazione (spt)
2
Separare il vitello dalla madre non è una pra3ca che favorisce il benessere animale
- Separato dalla madre - SoCo madre
Trasferimento dell’immunità passiva
- Ar?ficiale: vitello separato dalla madre subito
- Naturale: vitelli non aiuta3 lascia3 con la madre
- Misto: il vitello viene lasciato con la madre per il colostro, poi
viene somministrato laCe ar3ficiale
Si hanno modificazioni del comportamento in base alla modalità di
somministrazione del colostro
-> la soluzione migliore è data dalla separazione dalla madre
Il sistema misto porta ad avere un maggiori vocalizzazioni, perché il vitello si abitua a stare con la madre e poi lo separiamo
STRUTTURE per vitelli
• Facile da pulire
Immagine 1: secchi facili da sganciare e pulire Considerare la biosicurezza
• Adeguatamente aCrezzato: copertura a terra per non avere freddo (es lampada riscaldante)
• Box mul3pli:
Gruppi omogenei e piccoli (circa 5 vitelli) con ampi spazi
-> evitare di sommare gli stress da svezzamento + cambio di stabulazione Cercare di raggruppare vitelle già svezzate a 8 seemane
• Spazio: non farli mangiare in spazi dove si può camminare, altrimen3 altri vitelli danno fas3dio
• Aria e luce:
PIANO ALIMENTARE
Nelle femmine da rimonta non si hanno piani ben defini3, perché gli
3
allevatori
sono pigri e danno razioni di altre bovine a loro con delle modifiche minime Inoltre dovrebbero monitorare il loro peso corporeo (anche solo BCS) per vedere se la dieta è adeguata, ma non lo fanno
-> in generale a 24 mesi dovrebbero aver raggiunto l’85% del peso da adul3 E’ importante il peso ai 14 mesi perché è quando va inseminata
Bisogna pensare a un piano alimentare specifico per l’allaQamento dei vitelli
QUINDI vitello separato dalla madre e colostro dato ar3ficialmente, POI si alimentano con: • 2 pas3 al giorno - circa 3L a pasto
• Orari regolari per termoregolazione
Possiamo u3lizzare:
- LaCe materno: a. Salubre b. Di scarto
- LaCe ricos3tuito: a. A base di laCe (= in polvere) b. A base di siero
c. Senza laCe
Piano 3pico di u3lizzo del laCe in polvere:
I primi giorni si ha una somministrazione ridoCa,
poi si sale per poi riscendere sos3tuendo il laCe
all’alimento solido
Si è osservato che il laCe materno è meglio rispeCo al laCe sos3tu3vo
Tipologia di laQe: valutazioni economiche e sanitarie
Nei vitelli maschi si hanno perdite di performance se si u3lizza il laCe alterna3vo
Pun3 cri3ci alimentazione vitelli:
1. Somministrazione del colostro
2. Scelta del laCe da dare
3. Modalità di svezzamento (come fornire i solidi) 4. Alimentazione post-svezzamento
-> purtroppo si u3lizza il carro dell’asciuCa (livello energe3co basso, quan3tà di proteina bassa) senza avere un carro specifico per loro - regolano solo la quan3tà di alimento in base al peso della manza NON rispeCano i fabbisogni nutrizionale, lo fanno per comodità
-> questo gius3fica le età diverse al primo parto, perché si hanno piani alimentari non oemali per l’accrescimento = animali che riducono le performance
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Il 44% di allevatori vaccina le vacche in asciuCa contro le diarree dei vitelli, per poi somministrare male il colostro e quindi sono sta3 soldi per la profilassi per nulla = perdite economiche
-> poi devono compensare spendendo ancora più soldi in profilassi an3bio3ca - 68%
Migliorare la colostratura:
Prima: 50% vitelli mal immunizza3
ACraverso la presenza di una persona fissa che monitorava l’immunità passiva hanno capito che somministravano troppo poco colostro
-> aumentando le dosi hanno ridoCo sensibilmente il numero di vitelli mal immunizza3 QUINDI somministrazione colostro, pulizia gabbieCe, piano alimentare
BENESSERE SUINI
NORME VERTICALI per la protezione dei suini: Dire'va 2008 che fornisce le norme minime
Si è fa7o un lavoro globale che comprende
tu7e le fasi
di allevamento
= approccio integrale
Tipi di allevamento dei suini:
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- Ciclo chiuso: tu7e le fasi nella stessa stru7ura
-> scrofe, rimonta, verri, sale parto, svezzamento,
gestazione
QUINDI si ha una visione globale del ciclo inserendo norme minime in ogni fase
- Ciclo aperto:
In generale l’allevamento del suino è molto più diffuso e quindi più studiato
Obie%vi delle norme:
Si basano sul benessere e la protezione dell’animale, NON sulla reddiNvità e sul guadagno dell’allevatore (a differenza dei bovini che invece si basano su accrescimento, produzione la7ea ecc) • Prevenzione di comportamenN che possono essere lesivi per gli animali
- Mosaicatura della coda
- Masaicatura dell’orecchio - Confli'
• Prevenzione di comportamenN che sono indice di frustrazione - MasNcazione a vuoto
- Ina'vità
- Mordere le stru7ure
• Favorire la manifestazione di comportamento Npici della specie
- Grufolamento
- Esplorazione
- Nest building (scrofe) - si costruiscono il nido in prossimità del parto
Report importanN dell’EFSA: riguardo praNche che possono causare dolore - Taglio della coda
- Castrazione: per qualità del prodo7o
ProblemaNche di benessere comuni a tu7e le categorie di suini: - Disponibilità di spazio
- Cara7erisNche della pavimentazione
- Accesso a cibo e acqua
- Riduzione dello stato di noia
- Condizioni ambientali (temperatura, umidità, luminosità, concentrazione ammoniaca) Si
hanno indicazioni generali e anche indicazioni specifiche legate alla fase di produzione:
SCROFAIA
• GesNone dei gruppi non coetanei: non si hanno stalle di primipare, pluripare ecc
• GesNone della riproduzione: fecondazione, gestazione
• Stru7ure dedicate al parto: aree delicate, si hanno categorie diverse da gesNre scrofe + suine' • Modalità di svezzamento: separazione scrofa-suine'
• MuNlazioni zootecniche: taglio della coda, denN e castrazione - lezione a parte
SPAZIO
Immagine 1: suini a'raN da una fonte di interesse
- i suini sono simpa4ci e vivaci, sono unici -
Dalla foto si intuisce una densità di allevamento elevata
Decreto legislaDvo 07/07/2011 n. 122
Principi generali della normaNva sullo spazio:
- I box colle'vi devono avere una zona confortevole, pulita e asciu7a che perme7a a tu' i suini di stare
1
distesi contemporaneamente
- I suini devono poter riposare e alzarsi con movimenN normali e devono porte vedere altri suini (con
esclusione del periodo del parto)
Se<ore ingrasso
Si ha una normaNva che definisce la superficie disponibile in base al
peso dell’animale
Tabella: si deduce che è pensata solamente per il suino leggero
-> oltre 110 ovvero > 160 kg (= suino pesante)
Si hanno spazi troppo piccoli per i suini pesanN
= malessere e danno economico (animali stressaN)
Se<ore della gestazione: fase delicata
La scrofa viene separata dai suine' a 21 o 28 gg dopo il parto
-> la separazione dai suine' blocca la la7azione (regressione a'vità mammaria) e uscita dalla sala parto la
scrofa ci me7e 3-5 gg a tornare in calore per essere ingravidata e ricominciare il ciclo riprodu'vo - Assicurare benessere e tranquillità agli animali
- GaranNre l’esa7a ingesNone alimentare per capo: non devono ingrassare troppo
- Limitare la mortalità embrionale e gli aborN da traumi/stress
- Facile il controllo e la movimentazione degli animali STRUTTURE
• Stalla con poste individuali: dopo la norma non si uNlizza più Assomiglia molto alla stabulazione del vitello da carne bianca -> ogni scrofa ha il suo stallo che è aperto dietro
Per farle star ferme bisognava legarle con la catena DavanN pavimento pieno, dietro pagamento grigliata - Facilità di controllo e intervento degli animali
- Facile gesNre il razionamento alimentare
- Bassa incidenza di aborN per traumi o stress sociale
Immagine: si vede la facilità con cui passa il verro, l’allevatore è comodo per rilevare il calore
2
Con la normaNva benessere si è tolto l’u@lizzo della catena per tenere ferme le scrofe alla posta e inoltre inserirle in un box singolo
• Recin@ individuali:
Scrofa chiusa dentro un mini-box con un cancello dietro, in questo modo la scrofa non viene legata Ora i cancelli chiusi dietro sono staN sosNtuiN con cancelli aperN, in modo da rendere più praNche le praNche di fecondazione e anche l’individuazione del calore (immobilità della scrofa)
La norma afferma inoltre che:
- Le scrofe e le scrofe7e sono allevate in gruppo nel periodo compreso tra 4 se'mane dopo la
fecondazione e una se'mana prima della data prevista dal parto -> si ha una fase in gruppo una fase individuale
Nella zona di gestazione prima del parto sono da sole, inc seguito al parto vengono fecondate e stanno qua altre 4 se'mane nei recinN individuale per poi passare ai box di gruppo
- I laN del box devono avere una lunghezza di almeno 2,8 m (o di almeno 2,4 m per box con < 6 capi) -> con box con pochi animali si hanno maggiori problemi di aggressività
Si hanno sogge' più deboli che vengono presi di mira, oppure animali parNcolarmente aggressivi che rompono a tu' in poche parole
= un gruppo più elevato perme7e una diluizione maggiore
- Il sistema di alimentazione deve garanNre che ciascun animale o7enga mangime a sufficienza senza
essere aggredito
- Scrofe<e dopo la fecondazione: almeno 1,64 m2/capo di cui almeno 0,95 a pavimento pieno - Scrofe: almeno 2,25 m2/capo di cui almeno 1,3 a pavimento pieno
- I valori totali di superficie devono essere aumentaN del 10% se il gruppo ha almeno 6 capi e possono essere rido' del 10% se il gruppo ha 40+ capi
Verri:
- La superficie minima del box è di 6 m2 e il box deve perme7e il conta7o udiNvo, visivo e olfa'vo con altri
suini
- La superficie consigliata è 7-8 m2, con i laN minori di almeno 2,6 m di lunghezza - Il box per la monta
deve disporre di una superficie di almeno 10 m2, ma è preferibile che i laN non siano inferiori a 3,5 m (almeno 12,25 m2)
-> il verro da monta deve spostarsi, sono animali molto ingombranN - Si hanno poi i verri ruffiani (quelli che sNmolano il calore alle scrofe)
-> quindi le aree di fecondazione e i verri sono abbastanza vicini di zona Vantaggi della gestazione colleLva:
• Maggiore libertà di movimento delle scrofe
• Minore costo d’invesNmento per le stru7ure
• Migliore sNmolazione e rilevazioni dei calori
Gli allevatori hanno o7enuto la deroga dei box individuali grazie a daN raccolN sul numero di suine' naN vivi, questo dipende da come è andato il processo di fecondazione e anche la prima fase di gestazione
-> si vogliono ridurre le perdite legate allo stress sociale, spt da ovoli fecondaN ad embrioni annidaN
Tabella: perdita di embrioni/ovuli in base alle se'mane
3
DISTRIBUZIONE DEGLI ALIMENTI
• Separatori di mangiatoia - immagine 1
• Chiusura temporanea degli animali in stalli individuali - immagine 2
-> più usato
Possono rappresentare delle soluzioni al problema della compeNzione alimentare che in questa specie è frequente
Altre soluzioni di ges@one delle aree di gestazione in gruppo
Si ha un cancello posteriore che si può aprire o chiudere passando dalla mangiatoia (ha un Nrante in ferro che apre e chiude automaNcamente)
-> noi distribuiamo l’alimento e in contemporanea si ha la chiusura della gabbia Quando finiscono di mangiare la gabbia si apre
= NO compeNNvità
Queste stru7ure si possono uNlizzare anche per fare recinN individuali durante la gestazione, in questo modo le prime 4 se'mane stanno da sole poi basta alzare il cancello e si ha il box di gruppo
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Immagine: visione dall’alto
Sulla dx si ha una mangiatoia lunga dove possono
mangiare tu7e le scrofe
L’area di defecazione è esterna dove si ha il gigliato (in
basso)
In questo modo si hanno contemporaneamente presenN
si le superfici piene che quelle grigliate
Immagine 2: non ha una porzione esterna col pavimento fessurato, è all’interno
Altri esempi di gestazione:
Box ampio con un’area di riposo con la le'era
Si ha un sistema di autoalimentazione
-> se la scrofa ha diri7o al mangime viene riconosciuta col microchip, entra da una parte ed esce dall’altra Immagine 2: cancelle7o con recinzione
Si ha un gruppo dinamico senza gerarchia prestabilita, quindici ha questo box di pre-esposizone dove vengono inserite queste scrofe nuove prima di me7erle nel gruppo grande
PAVIMETAZIONE
• Grigliato di cemento: pavimento freddo e non confortevole, però è praNco e si manNene pulito • Grigliato di metallo rives@@ di plas@ca per renderli più confortevoli
• Paglia dentro il box: i suini prendono la rotoballa intera, la rompono e la spostano come
meglio preferiscono - è anche un elemento di gioco per loro -> sarebbe la soluzione migliore
NormaNva relaNva alla pavimentazione:
I pavimenN devono essere non sdruccioli e senza asperità per evitare lesioni ai suini e proge7aN, costruiN e mantenuN in modo da non arrecare lesioni o sofferenze ai suini
Essi devono cosNtuire una superficie rigida, piena e stabile
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Per le scrofe<e dopo la fecondazione e le scrofe gravide una parte della superficie pari a: - 0,95 mq/scrofe7e
- 1,30 mq/scrofa
Deve essere cosNtuita da pavimento pieno conNnuo riservato per non oltre il 15%
della ..
La normaNva NON specifica il numero e la forma delle aperture, quindi -Forida20mm
- Fessure da 20 mm
Cioè un pavimento fessurato con aperture non superiori al 15%
Suini all’ingrasso: si hanno indicazioni riguardo le
cara7erisNche del grigliato
-> si ha una massima ampiezza delle fessure e minime
larghezze dei trave'
(abbastanza larghe per far cadere le feci)
La pavimentazione è importante per la caudofagia (= morsicatura della coda)
- Tu7a paglia (= arricchimento ambientale che distrae) si ha il 10,5% di problemi negli allevamenN - Grigliato parziale/totale: aumenta la percentuale di morsi, confli' ecc
Si hanno dei protocolli che definiscono le modalità di transizione dalla stazione al decubito su diverse pavimentazioni
I suini hanno arN più corN quindi sono più goffi nei movimenN, hanno transizioni che nella fase finale portano a bu7arsi giù di colpo
-> questo comportamento è inibito da pavimentazioni troppo dure
ACQUA DI BEVANDA E ALIMENTI
- A parNre dalla seconda se'mana di età ogni suino deve poter disporre in permanenza di acqua fresca
sufficiente
- Tu' i suini devono essere nutriN almeno 1 volta al giorno
- Se i suini allevaN in gruppo sono alimentaN a razione devono avere accesso all’alimento contemporaneamente
ARRICCHIMENTI AMBIENTALI
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I suini devono aver accesso permanente a una quanNtà sufficiente di materiali che consentano loro adeguate a'vità di esplorazione e manipolazione, quali ad esempio paglia, segatura, fieno, legno ecc -> salvo che il loro uso possa comprome7e la salute e il benessere
Serve per distrarli, in questo modo si ha meno aggressività
La paglia presenta molte delle cara7erisNche previste dalla normaNva sugli arricchimenN (manipolabile, masNcabile, grufolabile)
-> per gli allevatori è un problema perché dicono che intasa i pavimenN fessuraN
Tabella 1: perme7e di diminuire i comportamenN di masNcatura delle stru7ure
Tabella 2: anche la forma con cui viene presentata è importante
-> NON deve avere una forma fine, altrimenN non masNcano una fava
SALA PARTO
Superata la fase della gestazione le scrofe devono partorire, da una situazione di gruppo vengono isolaN una se'mana prima del parto
Si hanno due file con gabbie singole, con a7orno uno spazio per far muovere i suine'
-> si hanno dei denN di acciaio verNcali che impediscono il movimento laterale della scrofa così non può schiacciare i suine'
Normalmente si ha una gerarchia nei suine', quelli più forN e più pesanN bevono il la7e dalle mammelle più produ've
-> con queste stru7ure è possibile distribuire il la7e a tu' i suine' e quindi aumentare la percentuale di sopravvivenza
PRO: stru7ure agevoli per fare controlli e assistere ai parN
CONTRO: fa7ori di stress dovuN all’isolamento e alla limitata possibilità di movimento della scrofa
Le scrofe fanno:
- 5 se'mane in gestazione
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- Poi 4-5 se'mane in sala parto: 1 se'mana prima del parto + 3 se'mane di alla7amento (+ 1 se'mana di svezzamento)
Il resto del tempo è in gabbie di gruppo
Stru<ura sala parto:
• Per far in modo che il parto si svolga regolarmente senza causare perdite ai suine' • Per assicurare condizioni ambientali e igieniche o'mali alla scrofa e ai la7onzoli • Per facilitare l’assistenza al parto e ai controlli sugli animali (perme7e di far nascere più animali vivi, ma
anche i controlli successivi sono molto importanN così da riuscir a svezzare il maggior numero di suine') • Per garanNre la tranquillità ai suini (no compeNzione alimentare)
Modelli di gabbia di sala parto:
• Diagonale: meglio - DX
Più lunga e più larga, più spazio per scrofa
e suine'
Più facile apertura-chiusura delle gabbie
Più facile controllo e assistenza al parto
• Parallele: modello tradizionale - SX
A: molto stre7a
B: si ha un’area nido maggiore C: più larga su un lato
La presenza del nido e dei corridoi perme7ono di facilitare operazioni sui
suine' e sulla scrofa
-> altrimenN bisognerebbe entrare dentro la gabbia e la scrofa si scoccerebbe
Box parto-alla<amento:
Alcuni vorrebbero sosNtuire le gabbie tradizionali con altre gabbie, che perme7erebbero maggior benessere della scrofa
1. Proteggere i suine' con specifiche stru7ure ed evitare il loro schiacciamento -> il problema sono i
suine', la scrofa non è aggressiva nei loro confronN ma li potrebbe schiacciare gli arN ma poi si bu7ano, non hanno un appoggio leggero
2. Limitare le superfici coperte degli allevamenN intensivi
3. Perché il periodo d’alla7amento è breve
4. Per garanNre condizioni micro-climaNche o'mali sia alle scrofe che ai suine' 5. Per limitare le richieste di manodopera
Sistemi alternaDvi
Schema: gabbie circolari, con due lampade circolanN Le scrofe non sono legate quindi si possono muovere
Il cerchio perme7e di ridurre la velocità di abbassamento della
scrofa, in modo di lasciar tempo ai suine' di scappare -> il cerchio è sopraelevato
Le scrofe fle7ono
Schema: si ha una lampada riscaldante esterna così da a7rarre i suine'
lontani dalla scrofa
Il nido è una scatola chiusa, con un’apertura comoda
-> più facile ca7urare i suine' per i vaccini o praNche dolorose
Si hanno pareN NON fisse, sono fessurate in modo che i suine' possano
entrare e uscire senza problemi per avvicinarsi alla scrofa
DisposiNvi che riducono il rischio
Parete inclinata: si crea uno spazio dove il suine7o può coricarsi senza esser
schiacciato
La scrofa in prossimità id questa parte non tenderà a bu7arsi per terra ma scivolare sulla parete, in questo modo si rallenta la velocità di scesa
Nella sala parto in seguito alla se'mana di isolamento si realizza il parto, che può essere spontaneo o indo7o
Sistema a bande: banda se'manale
= tu' gli evenN che si susseguono in una scrofaia hanno un andamento preciso, ogni giorno esa7o bisogna fare una determinata operazione)
-> si ha un’organizzazione così precisa perché ogni allevamento ha un’organizzazione a flusso (tot animali che entrano e tot che escono, sappiamo quanN animali partoriscono ogni se'mana ecc)
SVEZZAMENTO
Lo svezzamento, in parNcolare quello precoce o precocissimo, genera stress nei suine' a causa: • Separazione dalla madre
• Privazione del capezzolo materno
• Cambio alimentazione
• Trasferimento in un altro ambiente
NormaNve:
- Svezzamento a 28 gg - salvo problemi di salute della scrofa o dei la7onzoli
- Lo svezzamento a 21 gg è ammesso se i la7onzoli sono trasferiN in impianN specializzaN che a7uano il TPTV e che sono separaN dagli impianN in cui sono allevate le scrofe
Per ridurre lo stress allo svezzamento:
- Non so7oporre a svezzamento suine' troppi piccoli e deboli - peso minimo 4 kg -> se svezziamo a 28 gg
questo rischio non si corre, a meno che non sia no nidiate molto numerose con suine' molto piccoli - In recinN piccoli non raggruppare sogge' provenienN da più di due nidiate
- In recinN grandi creare gruppi sulla base del peso (piccoli, medi, grandi) e del sesso
- In sala parto a 7-100 gg dalla nascita presentare piccole quanNtà di mangime
- UNlizzare mangiatoie ed abbeveratoi circolari (maggiore facilitazione sociale e minore compeNNvità)
- Aumentare l’ingesNone fornendo il mangime umido
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- Dopo 4-5 gg dall’inizio dello svezzamento individuare i suine' problema e sperarli dal gruppo 9 Immagine 1: pavimento da svezzamento
Grigliato di metallo ricoperto con plas@ca
Immagine DX alto: arrivano allo svezzamento con la coda già tagliata (entro 7 gg dalla nascita) Immagine DX basso: alternanza grigliato e pieno
Immagine SX basso: case7a con dentro mangiatoie, all’esterno si hanno punN di abbeverata e grigliato
Immagine 2: l’ideale sarebbe lo svezzamento su paglia
SETTORE INGRASSO
Il ciclo si divide in:
• Fase di accrescimento o “magronaggio” - dai 15-30 kg ai 40-55 kg di peso vivo • Fase di ingrasso: - Suino leggero: dai 40-55 ai 90-110 kg
- Suino pesante: dai 40-55 ai 150-170 kg -> non possono essere macellaN prima dei 9 mesi
(1 mese sala parto, 2 mesi svezzamento, 6 mesi di ingrasso)
Principali innovazioni organizza@ve e tecniche:
- Diffusione di pavimenN fessuraN
- Adorazione della venNlazione arNficiale o della venNlazione naturale a controllo automaNco - Diffusione degli impianN automaNci per la preparazione e la distribuzione dell’alimento
- Adozione del vuoto sanitario mediante realizzazione di ricoveri suddivisi in sale
Pun@ cri@ci per il benessere degli animali lega@ alla stabulazione in box colle%vo
- Numerosità del gruppo
- Tipo di somministrazione dell’alimento - Tipologia di box (Npo di pavimento)
- Spazio per capo
Immagine 1: parte di
10
grigliato e
parte di pavimento pieno
Immagine 2: solo grigliato L’importante è lo spazio a
disposizione per gli animali
Immagine dx basso: parte all’esterno
Immagini:
DX: stru7ure vecchie con finestre molto
piccole - problema di venNlazione
Corridoio molto stre7o perché
quando esco
dal box sono incanalaN verso l’uscita (meno stress)
Basso: gruppo molto ampio, diminuisce la compeNNvità
Si hanno tante mangiatoie quindi gli animali non si disturbano tra di loro
Rapporto uomo-suino: più l’adde7o è affe7uoso maggiore saranno le performance delle scrofe Il problema delle mu@lazioni zootecniche del suino: tema molto moderno
• Castrazione: solo i maschi (mmaaavvvvaaaaahhh)
Tu' i maschi suini vengono generalmente castraN, i primi giorni di vita (entro i 7 gg) senza
l’uso di anesteNci
-> serve per la qualità del prodo7o, spt nel suino pesante
In caso di maturità sessuale usa carne ha un odore e un sapore sgradevoli 2012: accordo che porta all’uso prolungato di analgesici e/o anestesia 2018: no castrazione chirurgica
• Taglio della coda: prevenire aumentando gli arricchimenN ambientali • Taglio dei den@: praNca che sta scomparendo
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BENESSERE OVINI-CAPRINI
Specie addomes,cate per prime (la1e, pelle, carne, lana, letame e talvolta trasporto)
Si sono evolu, negli al,piani (pecore) e montagne (capre)
Sono ruminan,, ma hanno un comportamento alimentare differente
Hanno colonizzato tu1e le aree del monito (specie molto ada1abili e ch evengono allevate anche in aree molto selvagge)
Sono animali sociali e non territoriali
Abilità cogni,ve:
O?me capacità di riconoscere un cospecifico anche da un solo de1aglio dal muso e anche dalle foto -> possono
Discriminano facilmente ,pi diversi di erbe e piante
Sono in grado di svolgere compi, per o1enere una ricompensa
Dis,nguono le espressioni del volto umano e preferiscono quelle calme
Le capre rispe1o le pecore hanno miglior capacità di apprendimento astra1o e categorizzazione
COMPORTAMENTO NATURALE Organizzazione sociale:
Vivono in segregazione sessuale durante tu1o l’anno, tranne durante la stagione riprodu?va I gruppi seguono la linea materna e sono forma, d nonne - figlie - nipo,
- Capre: 30-50 capre in spazi aperto, becchi solitari
- Pecore: 20 pecore + agnelli + maschi prepuberi, 5-6 arie, (gruppi poco stabili)
La dimensione del gruppo è influenzata dall’ambiente, dalla razza e dallo stato fisiologico Gruppi < 3 capi non sono considera, come gruppi (se sono troppo pochi si stressano perché non si sentono prote?)
Gerarchia:
Si ha una gerarchia di gruppo, indispensabile per meccanismi di difesa La gerarchia si stabilisce tramite interazioni agonis,che
Dominanza: - Capre: età, corna
- Pecore: età, corna, peso
Gerarchia mantenuta:
- Conta? visivi
- Appoggiare il mento sopra un subordinato - Displacement
Vita sociale:
• Allogrooming: raro
• Riposo e pascolamento con un compagno preferito
• Riconoscimento individuale: segnali visivi e udu1uvi
La vita sociale è una strategia an,predatoria (strategia difensiva) - corrono, stanno gruppo -> se isola,, gli ovicaprini si stressano molto
Comportamento alimentare: - Pecore: pascolatori
- Capre: brucatori
Si alimentano circa 8h al gg + tempo dedicato alla ruminazione
Si alimentano di giorno
Di solito dormo sulle alture e all’alba iniziano a scendere a valle pascolando/brucando, risalgonopoi sempre alimentandosi dopo un periodo di ruminazione e riposo
Le capre in par,colare preferiscono brucare al ma?no e pascolare al pomeriggio
Gli ovi-caprini sono sincroni durante il comportamento alimentare, spt le pecore
Capre:
- Comportamento alimentare flessibile
1
- Selezionano germogli
- In grado di u,lizzare foraggi poveri e molto significa, (es arbus, spinosi) -> vengono u,lizzate per ripulire delle aree con rovi
- Scelta delle piante influenzata dall’abitudine alimentare del primo anno di vita
- Stazione bipede o si arrampicano sugli alberi
- Elevata tolleranza per l’amaro
- Sono più a rischio di assumere sostanze non commes,bili rispe1o alle pecore e quindi andare incontro ad intossicazioni
Pecore:
- Selezionano il fogliame
- In allevamento hanno una preferenza per gli alimen, palle1a, rispe1o ai farinata -
Molto sensibili ai ca?vi sapori (amaro, acidi)
- Pascolando consumano energia e mangiano dal 20 al 50% in più rispe1o a quando stabulate
COMPORTAMENTO RIPRODUTTIVO E MATERNO
Sono poliestrali stagionali
L’a?vità riprodu?va è innescata da fotoperiodo decrescente (autunno) e dalla presenza del maschio = sincronizzazione naturale
Femmine: • Pecora:
- Maturità sessuale: 8-10 mesi
- Durata ciclo estrale: 16-20 gg • Capra:
- Pubertà: 5-7 mesi
- Durata del ciclo estrale: 19-21 gg
Maschi: • Ariete:
- Maturità sessuale: 6-9 mesi
- Può coprire 40-50 femmine
- Gli arie, competono tra loro per la femmina in calore con testate e inseguimen, • Becco:
- Pubertà a 4-5 mesi
- Maschio dominante effe1ua il maggior numero di accoppiamen,
- A?vità sessuale dei giovani impedita dai più vecchi
- I becchi competono ,randosi su gli ar, inferiori e colpendo con la testa durante la discesa
Corteggiamento: Pecora:
- La femmina urina e segue il maschio, spingendolo col muso sul fianco - Sventola la coda per diffondere feromoni
- Immobilità al momento della monta
Capra:
- La femmina mostra interesse per i maschi che urinano
- I maschi si spruzzano di urina il pelo
- Il becco annusa e lecca la regione perinatale della femmina che muove la coda per spargere feromoni - Il becco sbadiglia, fa il flehemen e colpisce la femmina con gli ar, anteriori
- La femmina manifesta il riflesso dell’immobilità in presenza del becco
- Vocalizzano frequentemente
Flehmen: -Arricciamentodellabbrosuperiorepermeglioiden,ficarel’odoredell’urinadellafemmina -
Facilitalapercezionedellesostanzevola,lipresen,nell'urinadellefemmine(feromon) - Blocca parzialmente l’apertura delle narici, perme1endo ai feromoni di raggiungere l’organo vomeronasale (o organo di Jacobson)
- L’organo vomeronasale è un sistema olfa?vo accessorio, ubicato nella cavità nasale, ma fisicamente separato dall'epitelio olfa?vo
Comportamento materno:
- Gestazione: Pecora: 145 +/- 5 gg
Capra: 150 gg - Numero na,: 1-3
- Capre e pecore si allontano dal gruppo per partorire (importanza del «birth-site» per le pecore)
- Dopo il parto le madri trascorrono circa 1-2 ore a pulire e leccare la prole
- Eme1ono suoni a bassa frequenza e brontolii
- Capre? e agnelli sono precoci: si alzano dopo 5-20 minu, dal parto e iniziano la suzione dopo circa 30 minu,
“Birth side”:
- Luogo di nascita e di riparo dopo la nascita
- Circa 2 metri di diametro
- Non spostare le pecore in prossimità del parto
- Se è indispensabile spostarle dopo il parto, cerca poi di rime1erle nel “birth side” originale, o creare ar,ficialmente un “birth side” legando la pecora ad un picche1o
- Non spostare la pecora e l’agnello dal “birth side” fino a che non lo decidono spontaneamente
Parto e post-partum
Il parto si ha entro l’ora e durante il giorno
-> capre1o e agnello si alzano subito (15-30 min) ed entro poche ore ed iniziano ad alimentarsi Il legame si instaura entro un’ora dal parto (NON disturbare)
Capra-capre1o:
- Periodo cri,co: 1h dopo il parto
- Può essere compromesso da elemen, di disturbo
- Tranquillizzazione del capre1o al ritorno della madre è segno di buon rapporto madre-piccolo - Importna, i conta? olfa?vi e acus,ci
- Madre resta con il capre1o dino alla nascita del nuovo capre1o
Pecora-agnello:
- Periodo cri,co: 4h
- Il legame dipende spt da segnali olfa?vi e gusta,vi contenu, nella lana e nelle secrezioni perianali - Segnali vis, (spt testa e colore) per riconoscimento a distanza
- I segnali vocali servono spt per la localizzazione, non per il riconoscimento
Quando la madre è inesperta (es primipara) fa fa,ca ad instaurare questo
legame
Orientamento madre piccolo:
a. Orientamento testa a testa
b. Madre ferma e piccolo cerca il capezzolo
c. Madri giovani e inesperte ruotano mantenendo l’orientamento testa-testa
2
-> l’agnello non trova il capezzolo
Frequenza allaHamento ed età svezzamento: 3 Strategie di difesa neonatale:
- Strategia HIDER: capre? nascos, nell’erba alta dopo la nascita
-> raggiun, solo per essere alla1a,
Il capre1o lascia il nascondiglio e raggiunge il gruppo dopo 5 se?mana
- Strategia FOLLOWER: gli agnelli non si separano mai, l’alla1amento si ha 1 volta all’ora
VALUTAZIONE DEL BENESSERE DEGLI OVI-CAPRINI Europa: proge1o AWIN (2011-2015)
SI hanno 11 partner coinvol, (qualche paese extraeuropeo)
= sviluppo, integrazione e divulgazione di indicatori animal-based di benessere (incluso il dolore) in allevamen, di capre, pecore, cavalli, asini, tacchini
Si hanno approcci a due livelli (tranne per tacchini) 1. Primo livello: rapido da realizzare
- NO manipolazione di animali - Breve training
- Più indica,vi (indicatori che si basano su alimentazione, salute, comportamento) - Accetabile stakeholders
- Prevalenza nella popolazione
2. Secondo livello: valutazione individuale degli animali - Più approfondito
- Fa?bile in un certo tempo
Punteggio finale:
- I protocolli AWIN non hanno un punteggio finale
- Ogni criterio o?ene il suo risultato (eventuale aggregazione per principi) - Non esiste compensazione di criteri
- I da, sono presenta, in posi,vo (informiamo l’allevatore di quan, animali non hanno problemi di benessere)
- Non esistono valori di soglia
- I risulta, sono semplicemente confronta con una popolazione di riferimento
I protocolli hanno come riferimento alla capra da laHe
Si hanno diversi indicatori, è possibile raccogliere i da, osservando 1 solo gruppo per mezzora - Code in mangiatoia
- Qualità delle le?era
- Indicatori difficili da analizzare: sincronizzazione del riposo, dormire a1accate al muro
Arricchimen, per caprini:
• Ogge? su cui arrampicarsi: tronchi, rocce, assi di legno, nicchie • Uso delle nicchie:
- Favorisce il comportamento di arrampicata
- Perme1e a subordinate e dominan, di trovare la giusta distanza tra loro in funzione del rango - Aumenta la superficie calpestabile del recinto
Perché le nicchie funzionino adeguatamente, il legno con cui sono costruite non deve essere scivoloso e le superfici devono essere facilmente lavabili
Gli arricchimen, non devono riudrete lo spazio disposizione per gli animali né complicare le operazioni ..
• Favorire un comportamento alimentare naturale e s,molante • Accesso al pascolo
• Recin, complessi: per aumentare le superfici su cui appoggiarsi
• Buona relazione uomo-animale: • Presenza di spazzole: per gra1arsi
Arricchimen, per ovini: richiedono maggiormente un arricchimento sociale
Protocolli per la valutazione del benessere della pecora:
Si hanno indicatori più o meno fa?bili da raccoglie se gli animali sono in recinto o nel gruppo (u,lizzo del binocolo al pascolo)
- Rapporto animale-uomo
- Presenza di ombra
- Si hanno anche indicatori per gli agnelli, nelle capre non si ha
- Qualità/condizioni del mantello: non la pulizia, si intende se è bru1o o no -> sia pecore che capre
In Italia si ha il Metodo CReNBA
Il Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale con sede presso l'Is,tuto Zooprofila?co Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna, sezione di Brescia, è l'autorità deputata a fornire sostegno scien,fico alle autorità competen, del Ministero della Salute.
Messa a punto di una checklist che include: - Management e personale
- Stru1ure e a1rezzature
- Animal-based measures
- Grandi rischi e sistemi di allarme
Aggiorniamo il conceHo di benessere animale
5 indicatori:
1. Nutrizione:
-> fornire pronto accesso ad acqua fresca
e cibo che perme1a di restare in buona
salute e in forza
Varietà di cibi, sapori e odori piacevoli
2. Ambiente
-> fornire un ambiente adeguato che
includa ripe, e una zona di riposo
confortevole
Temperatura adeguata, riposi pensa, per quella specie
3. Salute
-> evitare (o diagnos,care rapidamente) e
tra1are lesioni e patologie Vitalità
4. Comportamento
-> fornire sufficiente spazio, stru1ure adeguate e la compagnia di animali della stessa specie
5. Esperienze mentali
-> assicurare condizioni e tra1amen, che evi,no la sofferenza mentale La somma delle azioni posi,ve delle aree preceden,
4
QUINDI l’assenza di sofferenza non è sufficiente per dire che un animale è in una buona condizione di benessere
NUOVI INDICATORI DI BENESSERE
1. Nutrizione:
Pecore: preferenze alimentari
2. Ambiente: Pecore:
- Durata del riposo
- Sincronizzazione durante il riposo - Riposo contro il muro
Capre:
- Stazione bipede
- Possibilità di scalare/saltare su ogge?
- Durata del riposo
- Possibilità di esplorare/mas,care ogge? - Gioco
- Sincronizzazione durante il riposo
- Riposo contro il muro
- Uso della spazzola
3. Salute: Pecore:
- Condizioni del mantello - Vigour score (agnelli)
4. Comportamento: Pecore:
- Sincronizzazione dei comportamen, - Relazione posi,va con l’allevatore
- Conta1o con la prole
Capre:
- Sincronizzazione dei comportamen,
- Relazione posi,va con l’allevatore
- Possibilità di scalare/saltare su ogge?
- Possibilità di esplorare/mas,care ogge?
5. Stato mentale: Pecore:
- Qualita,ve Behaviour Assessment - Tail wagging
- Bianco dell’occhio
- Posizione delle orecchie
- Posi,ve bias
- Lateralizzaizone a destra delle orecchie
Capre:
- Qualita,ve Behaviour Assessment - Tail up
- Vocalizzazioni a bassa frequenza
= indicatori posiBvi Indicatori nuovi:
a) Emozioni
Fanno parte della complessa vita degli animali
Comprendere come gli animali comunicano gli sta, emo,vi e cosa fanno per ada1arsi all’ambiente in cui si trovano può essere u,le migliorare il loro benessere in allevamento
-> necessità di individuare indicatori validi e fa?bili in grado di misurare la valenza e l’arousal delle
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emozioni
b) Espressioni facciali
c) Vocalizzazioni
Pecore: repertorio vocale che si limita a 3 suoni
- Alta frequenza, di protesta: agitazione, impazienza, paura
- Bassa frequenza, brontolio: usato dalla madre per comunicare con l’agnello - Bassa frequenza: usato dall’ariete durante il corteggiamento
Capre: repertorio più ampio, ma poco si sa sul significato
- I suoni a bassa frequenza indicano uno stato posi,vo
- Gli allevatori raccontano una grande variabilità di suoni in funzione del momento della giornata, del diverso alimento
- Le capre modificano l’accento in funzione del gruppo sociale in cui si trovano
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TRASPORTO DEGLI ANIMALI
- Il trasporto rientra nei processi della produzione e del commercio degli animali
- Il loro movimento è necessario per riequilibrare la distribuzione difforme delle risorse e della domanda tra i vari Sta:
- Alla base di tali traspor: si hanno da sempre fa>ori geografici e storici che variano col mutare del territorio e del tempo
-> flussi di animali che cambiano nel corso del tempo (cambi di abitudini, specializzazione dello stesso paese oppure cambiano i gus: alimentari di quel paese)
Quando si trasportano gli animali?
1. Trasporto da allevamento ad allevamento: molto comuni
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• Bovini: - Ristallo di bovini da carne (vitelloni e vitelli) che passano dagli allevamen: dei bovini da carne agli allevamen: di ingrasso oppure i vitelli vengono trasporta: dalla Francia all’Italia - Acquisto di manze>e e manze>e per gli allevamen: di vacche da la>e (= rimonte) !! Categoria esposta a maggiore rischio, sono so>opos: a viaggi molto lunghi (Francia-Italia)
• Suini: - In situazioni oPmali la fase di la>azione e seguente svezzamento si ha nello stesso allevamento (28ggconlamadrepoidallasalapartovannoallasalasvezzamen:) Seè
un allevamento a ciclo chiuso non sono necessari trasferimen: troppo lunghi Situazione meno oPmale: trasferimento nei diversi si: 1 (scrofaia), 2 (svezzamento) e
3 (ingrasso) in zone diverse
In seguito alla zona 3 si va al macello (ulteriore trasporto)
• Galline ovaiole: - Da pulcinaia a fase di pollastra
- Da pollastra a ovaiola
• Broilers e tacchini: da pulcini a fase di pollastra
2. Trasporto da allevamento a macello
Gli scambi di animali vivi all’interno dell’UE sono da a>ribuirei quasi esclusivamente alle specie di allevamento, in par:colare:
-Bovini: 46-59%
-> spesso le bovine da la>e hanno rimonte interne negli allevamen:
- Suini: 21-30% - Avicoli: 7-17% -Equini: 5%
- Ovini: 5%
-
- Caprini: 5%
Sono più facili da individuare ques: rispe>o a traspor: di animali da compagnia (spesso traspor: illeci:)
Flussi di bovini in Europa e verso paesi terzi:
La Francia esporta in Europa 1 milione e mezzo di capi, altro grande esportatore è la Germania L’Italia è uno dei principali importatori, gli animali arrivano principalmente dalla Francia
Si hanno due associazioni europee importan: che hanno prodo>o un report sul trasporto e benessere degli animali, molto u:le sopra>uto per quanto riguarda la perte sull’en:tà degli scambi di animali • U.E.C.B.V.: Unione Europea del Commercio di Bes:ame e della Carne
• UNICEB: Unione Importatori Esportatori Industriali Commissionari Grossis: Ingrassatori Macellatori
Spedizionieri Carni Bes:ame e ProdoP Deriva:
Modalità di trasporto con cui vengono scambia: gli animali nell’UE: - Trasporto su strada: oltre il 90%
Nella nostra zona spt bovini, suini, avicoli (anche conigli)
- Trasporto via mare: 1-8%, arriva al 60% solo nel caso si renda necessario o inevitabile per alcuni sta:
membri (Irlanda, Francia)
- Trasporto su rotaia: inesistente
- Via aerea: limitato ad animali di alto valore (meno i riprodu>ori - si sposta dire>amente il seme, non tu>o l’animale, spt cavalli da compe:zione), su ro>e transcon:nentali
Fa>ori stressan? lega: alla movimentazione e al trasporto: • Psicologico:
1
- Costrizione: forzo l’animale ad uscire dal box, fare un percorso ed entrare nel camion - Separazione: con gli altri compagni di box
- Rimescolamento: non si hanno gruppi omogenei spesso
- Movimentazione
- Conta>o con l’uomo
- Novità (ambiente, rumori, odori sconosciu:) • Fisico:
- Fame
- Sete
- Fa:ca
- Dolore
- Condizioni ambientali estreme (troppo freddo, caldo)
COME SI CAUSA STRESS durante le operazioni di movimentazione e trasporto:
1. Abbandono dell’ambiente di allevamento
- Operazioni che si svolgono spt di no>e andando a modificare le abitudini di riposo degli animali - Il livello di illuminazione generale è piu>osto basso (scarsa prevedibilità rispe>o a quanto accade) - Difficoltà ad uscire dal box (scalini, spigoli, pun: di passaggio streP) - la corsia di passaggio è più bassa rispe>o al box
- Separazione dai compagni di gruppo
- A>esa sul camion prima di par:re: li caricano molte ore prima rispe>o alla partenza prevista lasciandoli poi aspe>are nel camion
2. Pra?che violente da parte degli operatori
U:lizzo di pungoli per farli avanzare (poi tanto si spostano indietro di nuovo e si possono avere problemi con le carcasse)
3. Forma e dimensioni delle vie di movimentazione degli animali
-> i pun: 2 e 3 sono spesso interdipenden: perché la movimentazione è brusca quando le stru>ure non
sono idonee
Alcune indicazioni per migliorare le procedure per la movimentazione dei bovini:
- Creare una via di uscita dal box ampia in modo da mo:vare l’animale a muoversi verso il corridoio - Prevedere corsie di movimentazione corte, stre>e e chiuse lateralmente
-> percorsi troppo ampi portano il bovino a distrarsi e in uno stato di ansia
U:lizzare un passaggio per un bovino e basta perme>e di me>erli in fila in modo da seguire il bovino
dominante verso l’uscita
- Orientare gli animali verso l’ambiente da raggiungere illuminandolo maggiormente rispe>o a quello di
partenza
Per una più agevole movimentazione è meglio valorizzare il comportamento spontaneo degli animali Bovini:
- Sfru>are il loro comportamento esplora:vo e gregario
- Posizione corre>a dell’operatore rispe>o alla direzione di movimento dell’animale - Tenere in considerazione il campo visivo della specie
- Eliminare le barriere archite>oniche che ostacolano il movimento
Immagine 1: è importante u:lizzare il
punto di equilibrio, che si localizza a livello
della spalla
-> oltrepassata la spalla il bovino non è più
in grado di vederci e quindi
rappresen:amo un pericolo (potrebbe
2
calciare)
Immagine 2: per far avanzare i bovini è meglio passare di fianco in direzione opposta rispe>o al verso di avanzamento -> la persona quando si sposta provoca
l’avanzamento del bovino senza
u:lizzare conta>o fisico dire>o (sfruPamo il comportamento naturale)
4. Durata del viaggio, ?po di percorso, modalità del mezzo
Traspor: brevi, su percorsi lineari e una guida sicura (poche frenate) perme>ono di abbassare lo stress Spesso il :po di strada da percorre non può essere scelto
Il :po di frenata e le modalità con cui vengono affrontate le curve e le rotatorie possono essere oPmizzate
-> per questo i conducen: responsabili del trasporto di animali devono aver frequentato uno specifico corso di formazione
5. Densità del carico
EffeP del sovraffollamento:
- Difficoltà nel trovare una posizione di equilibrio durante la marcia - Maggiore stress termico
- Difficoltò di coricarsi e rialzarsi
- Segni di calpestamento e schiacciamento
- Presenza di lesioni nelle carcasse
EffeP dello spazio eccessivo: troppo spazio a disposizione - Difficoltà a mantenere l’equilibrio durante la marcia
- ContaP bruschi con le pare: del mezzo di trasporto
- Interazioni, anche violente, tra gli animali
- Presenza di lesioni nelle carcasse
Lesioni delle carcasse determinate dalla movimentazione/trasporto: es ematomi
6. Condizioni clima?che
Le condizioni clima:che hanno un forte impa>o su benessere degli animali durante il trasporto, per questa ragione l’EFSA si è interessata a questo argomento e la norma:va è stata modificata di conseguenza
Andamento della temperatura
all’interno di un
automezzo durante il trasporto
Spagna-Italia (56h)
-> si hanno troppi picchi = stress
termico
3