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BENESSERE ANIMALE e PROFESSIONE VETERINARIA Veterinario: tecnico che durante la sua a1vità è chiamato a tutelare il benessere animale -> in diversi contes9, in modo professionale e NON emozionale Bisogna considerare TUTTI gli animali (reddito, compagnia, laboratorio ecc) in TUTTI i contes9 (trasporto, macello, zoo ecc) -> solitamente si dà maggior importanza al benessere degli animali da reddito, non considerando abbastanza gli animali da compagnia (si pensa che lo standard sia alto) L’obie1vo è migliorare la qualità della vita dell’animale Modalità: - Formando al meglio il personale o la persona che se ne deve prendere cura - Prevenendo sta9 patologici NON è la struLura, è l’uomo che fa la differenza Conseguenze: - Miglioramento delle caraLeris9che igienico-sanitarie dei prodo1 - Riduzione dei cos9 di allevamento - Per gli animali da reddito migliorare la produ1vità FaLori che hanno contribuito alla diffusione della telema9ca del benessere: • E’ un tema di rilevante interesse per i ciLadini/consumatori europei -> campagne animaliste che hanno informato • E’ un faLore di miglioramento della qualità e della sicurezza dei prodo1 di origine animale -> si premia l’allevatore non tanto per la quan9tà di prodoLo, ma per la qualità e i traLamen9 che esercita sugli animali • E’ una delle condizioni per accedere ai contribu9 europei E’ cresciuta nell’opinione pubblica la consapevolezza che gli animali NON sono macchine da produzione MA esseri viven9 Le condizioni di allevamento sono un tema divisivo nella nostra società: - Allevatori Agricoltori - Associazioni di protezione animale Consumatori Medici/nutrizionis9 Il Veterinario ha il compito di fare da mediatore in queste fazioni con opinioni opposte -> da una parte rassicurare il consumatore e dall’altra indirizzare l’allevatore • Correlazione tra benessere animale - salute animale - salute pubblica • Capire il progressivo cambiamento di ruolo degli animali nella società e la loro integrazione • Figura professionalecheèbenstruLurataneisistemiamministra9vinazionalieinternazionali •Hale competenze necessarie per formare altre figure professionali correlate spt in ambito zootecnico L’interesse dell’opinione pubblica per il benessere animale si traduce in un aumento dell’a1vità di ricerca scien9fica in questo ambito -> prima del 2000 circa il 10% di pubblicazioni, nel 2014 si tocca il 50% E’ il consumatore che ha promosso questa tema9ca, MA ha comunque un grado di conoscenza basso riguardo i sistemi di allevamento Classificazione dello stato di benessere di galline ovale, suini all’ingrasso, vacche da laLe in base al consumatore -> i consumatori scelgono le ovaiole come categoria più a rischio, perché considerano le galline in gabbia con un’insufficienza libertà di movimento In verità anche i bovini possono essere alleva9 a 1 stabula fissa, ma nell’immaginario del consumatore le bovine stanno solo al pascolo Nella realtà suini e ovaiole hanno regolamen9 per la loro ges9one, quando invece per le bovine non si ha nulla Immagine: il cavallo viene considerato come animale da affezione e quindi non si considerano i suoi problemi di benessere FaLori che condizionano il giudizio dell’opinione pubblica in merito alle condizioni di benessere degli animali 1. Numerosità di sogge1 coinvol9 2. Età degli animali 3. Terminologia impiegata - comunicazione con il consumatore Es. Gabbia, industriale -> bruLa impressione Recinto, libertà -> termini migliori Macello NO, abba1mento/stordimento SI 4. Considerazione che l’uomo ha nei confron9 di quella specie animale Animali tanto giovani situa9 in aree limitate (sovraffollamento) danno una bruLa impressione al consumatore -> pulcini, vitelli a carne bianca Per il consumatore il conceLo di benessere animale si lega a: - Il grado di sconfinamento degli animali quindi la differenza rispeLo alle condizioni naturali di vita degli animali -> la maggior parte dei consumatori pensa che in allevamento non si possono riprodurre condizioni naturalidivitaequindicidev’esseremaggioreaLenzionedapartedell’allevatore -Allanaturalezzaealle produzioni biologiche, mentre considera “basso benessere! tu1 i sistemi produ1vi intensivi presen9 negli allevamen9 moderni che possono rappresentare anche un rischio per la “salute” Bisogna considerare che per tante specie si sono effeLua9 interven9 di miglioramento gene9co, le razze di adesso non sono le stesse di una volta e non sarebbero in grado di vivere in cer9 ambien9 In Italia il conceLo di benessere animale è emerso nel momento in cui si è parlato di sicurezza alimentare -> più benessere per avere un prodoLo più sicuro In Europa invece si è faLa leva sul conceLo di protezione animale In questo modo le diverse campagne animaliste hanno imposto programmi diversi a seconda Strategie di sensibilizzazione: - Pietà dell’animale: foto animale in gabbia da solo - Sicurezza alimentare: la carne di vitello è una carne anemica e quindi non una carne che fa bene -> si è puntato sulla sicurezza alimentare - O1ma forma fisica: fallo per l’animale e per te stesso La qualità per il consumatore: • Ruolo nutrizionale: abbiamo bisogno di nutrirci • Soddisfazione sensoriale: mangiamo per il piacere di mangiare, quindi cerchiamo una carne di una certa qualità • Sicurezza igienico-sanitaria: aLenzione all’u9lizzo del farmaco • Benessere animale: faLore e9co Il conceLo di benessere animale è diventato talmente importante da essere inserito nel Libro bianco per aumentare ls sicurezza e la qualità del prodoLo La salute e il benessere degli animali da cui derivano i prodo1 alimentari è essenziale per la salute pubblica e la protezione dei consumatori. Nell’ambito del presente Libro bianco si riconosce che le ques9oni del benessere degli animali devono essere maggiormente integrate nella poli9ca alimentare. 2 In par9colare, nella legislazione si deve tenere conto dell'impaLo del benessere animale sulla qualità e sicurezza dei prodo1 di origine animale des9na9 al consumo umano. L’allevamento deve essere compa9bile sia con il benessere dell’animale che con l’ambiente -> gli allevamen9produconogasserra(metano),azoto,ammoniaca=incompa9bilitàambientale Si dovrebbe sfruLare diversamente le risorse alimentari I driver sono sociali, legisla9vi ed economici La sostenibilità dell’a1vità zootecnica è data da un approccio integrato: 1. Uomo: sicurezza sul lavoro 2. Animali: produ1vità, benessere animale, salute aria le, riduzione del consumo di farmaco 3. Ambiente: emissioni in aria, sul suolo e nelle acque, consumo idrico, consumo energe9co QUINDI il benessere animale è percepito come una importante ques9one per la società civile europea Si ha scarsa comunicazione tra il mondo della produzione e del consumatore -> info passate tramite mass-media BENESSERE ANIMALE COME SCIENZA Bisogna considerare lo stato mentale degli animali DEF: “Lo stato di benessere di un animale è determinato dall’en9tà degli sforzi (coping) che esso deve compiere per rapportarsi con l’ambiente nel quale è inserito” -> tanto più è complesso il sistema dell’animale, maggiore sarà il suo sforzo ad adaLarsi e quindi minor benessere Si hanno diversi faLori che vanno a comporre l’ambiente in cui l’animale vive La difficoltà di adaLamento può anche essere determinata dall’assenza/carenza di una o più risorse -> porta ad avere STRESS E’ l’effeLo dell’ambiente sull’individuo il quale sovraccarica il suo sistema di controllo/adaLamentno e riduce il suo stato di salute Uno stato di salute compromesso riduce la capacità di crescita e/o riprodu1va dell’animale fino a portarlo in casi estremi alla morte Le 9pologie di stress sono suddivise in base a: • Durata: - Acuto: decorazione, taglio della coda, tosatura - Cronico: poco spazio, alimentazione sbagliata, poche risorse • Intensità: - Alta: trasporto in ca1ve condizioni, castrazione, movimentazione scorreLa - Bassa: mungitura, contenimento per controlli, svezzamento naturale • Natura: - Fisica: alte/basse temperature, patologie agli ar9, ca1va qualità dell’aria - Psicologica: separazione dalla madre, paura dell’allevatore, paura dei conspecifci Relazione tra benessere e stress: Misuriamo ogge1vamente e direLamente le condizioni di di stress subite dall’animale, in questo modo è possibile s9mare indireLamente le condizioni di benessere - Stress ridoLo = benessere elevato - Stress elevato = benessere ridoLo Criteri u9lizza9 per valutare la condizione di stress/benessere: - Performance di crescita - Riproduzione NON sono sufficien9, vengono aggiun9 indicatori fisiologici come: - L’a1vità della corteccia surrenale -> tanto cor9sone = animale stressato - Immunità -> immunodepressione = animale stressato - Presenza di lesioni - Indicatori comportamentali: streoHpi = sequenza ripe99va, pressoché invariata di movimen9 che non hanno ovvia funzione Bovino: lingua serpen9na Cavallo: 9cchio d’appoggio e mordere le struLure NB: misuriamo direLamente lo stress e indireLamente il benessere animale Categorie di indicatori scien9fici di benessere: sono macrocategorie, dentro ogni classe si hanno i singoli indicatori 1. Indicatori zootecnici: performance di produzione • Longevità • Consumi alimentari • Condizione corporea • Pulizia dell’animale • Prestazioni produ1ve e riprodu1ve • Qualità del prodoLo 2. Indicatori fisiologici: in caos di problemi si hanno alterazioni del seLo ormonale • Frequenza cardiaca • Frequenza respiratoria • Temperatura • Nutr/Linf: formula leucocitaria • Cor9solo: indicatore più facile da misurare -> nel lungo periodo lo stress varia la formula leucocitaria 3. Indicatori patologici: frequenza con cui si hanno sta9 patologici • Lesioni e ferite • Patologie degli ar9 • Patologie gastrointes9nali • Patologie dell’app riproduLore 4. Indicatori etologici: le stereo9pie sono nega9ve, a1vità come ruminazione ecc sono posi9ve • Compe9zione • Tempi di decubito • Posture da decubito • Locomozione • Comportamento alimentare • Timore nei confron9 dell’uomo o dell’ambiente Inizialmente gli allevatori si basavano solo sugli indicatori zootecnici, mentre adesso si hanno diversi indicatori che influiscono sul benessere 3 -> spt gli indicatori etologici, introdo1 in par9colar modo dalle associazioni di protezione animale = la valutazione del benessere è data d aut approccio integrato Scelta e combinazione dei diversi indicatori: - Considerare la specie o categoria di animali oggeLo di valutazione - Considerare la difficoltà di raccolta delle informazioni - Considerare la mo9vazione per l quale viene effeLuata la rilevazione (cosa voglio dimostrare) -> qual è il nostro obie1vo 1. INDICATORI ZOOTECNICI • Consumi alimentari • BCS • Pulizia dell’animale • Qualità del laLe • Longevità • Numero di inseminazioni: • Interparto • Accrescimento • Indice di conversione • CaraLeris9che delle carcasse Difficoltà di valutazione: - Da9 non sempre registra9 e raccol9 in modo preciso dall’allevatore 4 - I da9 spesso sono registra9 in forma cartacea e quindi non elabora9le in - La loro misura in condizioni sperimentali richiede uno sforzo notevole tu1 gli indicatori, dipende dalla categoria di interesse (vacca da laLe, vitelloni ..) 2. INDICATORI FISIOLOGICI • Frequenza cardiaca • Frequenza respiratoria • Temperatura tempi rapidi NON si usano SEMPRE • Neutrofili/linfoci9 • Cor9solo Difficoltà di valutazione: - La loro valutazione richiede spesso la manipolazione dell’animale e questo comporta variazioni non sempre correlabile con la fonte di stress che s9amo - Prospe1ve interessan9 sviluppo di sistemi di rilevazione a distanza 3. INDICATORI PATOLOGICI • Lesioni e ferite studiando • Patologie degli ar9 • Patologie della mammella • Patologie dell’app riproduLore Difficoltà di valutazione: registrazione degli even9 non sempre accurata da parte dell’allevatore 4. INDICATORI ETOLOGICI • Compe9zione • Tempi di decubito • Posture di decubito • Locomozione • Comportamento alimentare • Timore nei confron9 dell’uomo e/o dell’ambiente Difficoltà di valutazione: - Forte impegno in fase di rilevazione dei da9 - Condizioni di lavoro non sempre agevoli - Registrazione degli even9 (comportamen9 di breve durata) non sempre !! E’ importante avere come riferimento il Natural Behavior = qualsiasi comportamento che viene effeLuato in condizioni naturali Altra 9pologia di classificazione: - Resources based Measures: misure delle risorse agevole -> i sistemi ges9onali e le struLure sono molto diverse ed è difficile standardizzare - Animal Based Measures: misure direLamente sull’animale = sono gli indicatori scien9fici vis9 prima (zootecnici, fisiologici, patologici, etologici) 5 METODI DI OSSERVAZIONE DEL COMPORTAMENTO ANIMALE Come effeNuare le osservazioni comportamentali Lo studio del comportamento degli animale di interesse zootecnico rappresenta uno degliindicatori chiave per la valutazione del benessere, MA - Quan9 animali dobbiamo osservare? - Per quanto tempo? - In che modo? - Quali comportamen9 osservo? Consideriamo che si ha una selezione gene9ca che porta cer9 animali ad avere comportamen9 più pronuncia9 rispeLo ad altri IMPOSTAZIONE di uno STUDIO di COMPORTAMENTO 1. Fase 1: eseguire le valutazioni preliminari E’ necessario per imparare: - A conoscere ed individuare i sogge1 che entreranno i prova -Individuareicomportamen9cemeritanodiessererileva9 2.Fase2:descrizionedel comportamento Si deve considerare: - La distribuzione temporale del comportamento - Le conseguenze legate a quel comportamento sull’ambiente o sull’animale stesso - La descrizione spaziale, posizione e orientamento dell’animale nell’ambienteerispeLoaglialtrisogge1presen9nelgruppo 3.Fase3:sceltadellecategoriedi comportamen9 da osservare -> indipenden9 l’una dall’altra e omogenee Esempi: posture assunte (decubito, stazione; decubito cona ar9 distesi o piega9) Distribuzione degli animali all’interno dell’area di osservazione (mangiatoia, abbeveratoio, zona di defecazione) A1vità svolta (mangia, beve, dorme, rumina) CLASSIFICAZIONE dei comportamenH in relazione alla loro durata EvenH: comportamen9 di durata rela9vamente breve che possono essere approssiman9 ad un punto Es movimen9 del corpo, vocalizzazioni -> è difficile individuarli StaH: comportamen9 che su prolungano nel tempo come l’a1vità d’inges9one o le posizioni del corpo Es. riposo METODI di osservazione: • Registrazione in conHnuo: descrizione con9nua del comportamento misurando la durata reale delle classi di comportamento osservate • Registrazione a tempi campionaH: il comportamento è registrato a tempo prestabili9 per cui la sua descrizione può non essere estremamente precisa Misure di comportamento: a. Durata b. Frequenza c. Latenza: rappresenta l’intervallo di tempo che intercorre tra due specifici even9 o tra l’inizio dell’osservazione e il verificarsi di un certo evento L’osservazione del comportamento è il principale strumento nelle mani del ricercatore per comprendere se i bisogni dell’animale sono soddisfa1 Zootecnica di precisione: u9lizzano dei sensori che raccolgono da9 i un database -> al risorta umana viene u9lizzata in modo differente - Diagnosi precoce di patologie - Ges9one efficiente ISTITUZIONI E LEGISLAZIONE Is9tuzioni che si occupano della tema9ca e aspe1 legisla9vi La produzione di caraLere legisla9vo sul tema del benessere animale può essere Europea o nazionale Tipo di a1vità svolte dalle is9tuzioni sul benessere animale a. Consulenza/raccolta da9: stesura report di caraLere scien9fico b. Produzione di leggi: dire1ve, regolamen9, decre9 legisla9vi c. Produzione di a1 di indirizzo adesione volontaria: traLa9 Is9tuzioni poli9che con competenze a vario 9tolo si benessere animale: • Internazionali - Consiglio d’Europa (= COE) - Parlamento europeo - Commissione europea - Direzione generale “Salute e Sicurezza Alimentare” (= DG SANTE) - Autorità per la Sicurezza Alimentare AFSA - OIE = Organizzazione Mondiale per la Sanità ex Office Interna9onal des Epizoo9es) • Nazionali - Ministero della Salute - Ministero dell’Agricoltura - Centro di referenza sul Benessere animale (CREMBA-IZSLER) 1. CONSIGLIO d’EUROPA Promulga traLa9 e convenzioni sul tema del benessere: - Convenzione Europea per la Protezione Animale - European Conven9on for the protec9on of animals for slaughter Le inizia9ve del Consiglio d’Europa non sono vincola9 e vanno ra9ficate dagli Sta9 membri 2. EUROPARLAMENTO Approva le dire1ve o i regolamen9 propos9 dalla Commissione e devono poi essere applica9 dagli Sta9 Membri 3. COMMISSIONE EUROPEA - “Directorate-Generale SANTE Health and Food Safety” Prepara e propone le norme da approvare presso l’Europarlamento E’ incaricata successivamente di effeLuare i controlli sulla loro applicazione nei diversi sta9 membri 4. EFSA - European Food Safety Authority Organico tecnico dell’UE Deve fornire pareri scien9fici e consulenza in risposta a domande presentate dalla Commissione Europea, dal Parlamento Europeo o dagli Sta9 membri in materia di benessere animale Gruppo esper9 EFSA: AHAW (= Animal Hearth Aanimal Welfare) Cos9tuito da ricercatori esper9 della materia, NON è quindi necessariamente rappresenta9vo di tu1 gli sta9 membri dell’Unione Europea Competenza: produce documen9 che rappresentano: 6 animali - Pareri se brevi e fa1 per rispondere a specifici quesi9 - Report se considerano in modo deLagliato i problemi di una certa specie o categoria di - Linee guida Documen/ EFSA prodo6 avvalendosi di esper/ esterni (External Scien/fic Report): - Animal Consciousness - 29 novembre 2016 - Indicators of unconsciousness and death at slaughter - 20 dicembre 2013 - Online-survey on welfare indicators of unconsciousness and death at slaughter - 20 dicembre 2013 Documen/ più recen/ pubblica/ dalla sezione AHAW dell’EFSA: - Iden9fica9on of elements for welfare risk assessment related to on-farm killing animals - 19 luglio 2019 7 - Guidance on the assessment criteria for applica9ons for new or modified stunning methods regarding animal protec9on at the 9me of killing - 12 giugno 2018 - EFSA Scien9fic Network for Risk Assessment in Animal Health and Welfare /2015-2017) - 26 gennaio 2018 5. Ministero della salute Deve verificare che a livello regionale siano applicate in modo correLo le norme sul benessere animale Il ministero è il principale referente per l’Unione Europea sull’argomento -> deve infa1 presentare una relazione annuale sull’a1vità svolta in tale ambito ed accogliere ogni 2 anni gli ispeLori europei che effeLuano i sopralluoghi per conto della Commissione La legislazione NON è della Commissione o dell’EFSa, ma è l’Unione Europea Le Regioni possono avere regolamen9 propri ma devono recepire la Norma9va Nazionale Ogni organizzazione ha i suoi referen9: • Unione Europea: - Food and Veterinary Office • Ministero della Salute: - Is9tu9 Zooprofila1ci - Centro di referenza - Uffici UVAC - Uffici PIF • Regioni: - Servizi Veterinari Organismi di controllo: 1. Food and Veterinary Office La Commissione ha programmato una serie di visite di studio focalizzate sugli aspe1 rela9vi al taglio della coda nei suini. Alla luce della recente abolizione del sistema delle quote laLe, potenzialmente foriera di una modifica delle modalità di allevamento, una serie di audit verrà intrapresa al fine di valutare il benessere dei bovini da laLe. 2. IsHtuH ZooprofilaYci della Lombardia e dell’Emilia CReNBA = Centro di Referenza Nazionale sul Benessere Animale È l'autorità scien9fica deputata a fornire sostegno scien9fico alle autorità competen9, su loro richiesta In par9colare, il CReNBA è deputato all'approvazione dei programmi di formazione dei corsi per gli operatori = Fanno da consulenza al Ministero tramite report scien9fico 3. UVAC Sono uffici periferici del Ministero della Salute is9tui9 per assicurare la correLa applicazione della legislazione veterinaria e zootecnica. Na9 a seguito dell’abolizione dei controlli alle fron9ere fra i Paesi membri della Comunità Europea, conseguente all’aLuazione del Mercato Unico, essi mantengono al livello statale la responsabilità dei controlli a des9no sulle merci di provenienza comunitaria C’è l’obbligo per i des9natari delle par9te di animali vivi provenien9 da un altro Stato membro l’obbligo di segnalare, nelle 24 ore preceden9, l’arrivo delle merci all’U.V.A.C. ed al Servizio Veterinario delle A.S.L. competen9 per territorio -> supporto nei controlli di regolarità dei traspor9 4. PIF Sono uffici periferici del Ministero della Salute e al tempo stesso, fanno parte della rete di PIF dell’Unione europea (UE). Sono autorizza9 dalla Commissione europea ad effeLuare controlli veterinari 8 su animali vivi, anche per la verifica del loro benessere, e prodo1 di origine animale provenien9 da Paesi terzi e des9na9 al mercato comunitario o al transito verso altri Paesi terzi. I PIF sono oggeLo di sopralluoghi periodici da parte di ispeLori comunitari e nazionali per verificare il mantenimento dei requisi9 struLurali e funzionali richies9 dalla norma9va vigente -> supporto nei controlli di regolarità nei traspor9 e nella movimentazione di animali da paesi terzi Chi effeEua i controlli sul benessere animale a livello territoriale: = Veterinari SRL Area C: igiene degli allevamen9 e delle produzioni animali - Piano Nazionale Benessere Animale = PNBA - Piano Nazionale Benessere Animale = PNI ClassyFarm è un sistema integrato finalizzato alla categorizzazione dell’allevamento in base al rischio Ogni sistema di allevamento ha i propri pun9 cri9ci: - Biosicurezza - Benessere animale - Paramentri sanitari e produ1vi - Alimentazione animale - Consumo di farmaci an9microbici - Lesioni rilevate al macello Il ClassyFarm sinte9zza tu1 i pun9 di rischio -> è stato pensato per renderei efficaci tu1 controlli sugli allevamen9 - c’è un’unica persona che controlla Possono esserci raccomandazioni o sanzioni Nel momento in cui un allevamento è stato approvato, quell’allevamento va in fiondo alla lista dei controlli in modo da dare priorità agli allevamen9 meno consoni e per u9lizzar meglio le risorse delle ASL (sistema di controllo razionalizzato) = PiaLaforma che elabora i da9 raccol9 dall’autorità competente durante lo svolgimento dei controlli ufficiali, quelli messi a disposizione da sistemi già in uso e, quelli dell’autocontrollo resi disponibili dall’operatore, su base volontaria In caso di visita con esito nega9vo l’azienda perde i i contribu9 (= pack) + sanzione -> i contribu9 sono eroga9 in base alla condizionalità La condizione è il rispeLo di certe regole, come il benessere animale -> le condizioni si possono verificare anche al macello quindi DOPO la vita in allevamento Gerarchia delle norme: piramidale 1. CosHtuzione (dal 1/1/1948), leggi cosHtuzionali, norme comunitarie Leggi cos9tuzionali: richiedono una maggioranza di favorevoli maggiore rispeLo alle leggi ordinarie in Parlamento, successivamente si ha un referendum per l’approvazione -> è fondamentale la decisione a livello europeo 2. Leggi statali e a1 equipara9 alla legge 3. Leggi regionali 4. Regolamen9 5. Usi NORME COMUNITARIE • Regolamento: aLo legisla9vo vincolante Deve essere applicato in tu1 i suoi elemen9 nell’intera Unione Europea -> si applica così com’è in tu1 gli Sta9 Membri -> ha EFFETTO IMMEDIATO all’aLo della pubblicazione e non deve essere accompagnato da norme nazionali che lo recepiscono • DireYva: aLo legisla9vo che stabilisce un obie1vo che tu1 i paesi dell’UE devono realizzare SpeLa ai singoli paesi definire aLraverso disposizioni nazionali come tali obie1vi vadano raggiun9 -> NON ha effeLo immediato appena pubblicata e deve essere accompagnata da una norma nazionale di recepimento (Italia: tramite DECRETO LEGISLATIVO) Decreto legisla9vo: è una norma, validità senza tempo Decreto legge: provvedimen9 emana9 in situazioni di emergenza, durata di 60 gg !! sono due cose diverse 9 • Decisione: vincolante per i suoi des9natari (singolo paese o singola impresa) ed è direLamente applicabile • Raccomandazione: consente alle is9tuzioni europee di rendere note le loro posizioni e di suggerire linee di azione senza imporre obblighi giuridici a carico dei des9natari NON è vincolante • Parere: strumento che permeLe alle is9tuzioni europee di esprimere la loro posizione senza imporre obblighi giuridici ai des9natari NON è vincolante Può essere emesso dalle principali is9tuzioni dell'UE (Commissione, Consiglio, Parlamento), dal Comitato delle regioni e dal Comitato economico e sociale europeo. Durante il processo legisla9vo, i comita9 emeLono pareri che rifleLono il loro specifico punto di vista, regionale o economico e sociale. Nel seNore del Benessere Animale troviamo le seguenH legislazioni: 1. TraLa9 internazionali: vd Consiglio d’Europa, serve un’adesione volontaria degli Sta9 2. Regolamen9 comunitari 3. Dire1ve comunitarie 4. Decre9 legisla9vi Inoltre si ha una presa di posizione europea sulla castrazione chirurgica degli animali -> si stanno cercando alterna9ve L’UE non ha emesso dire1va ma ha emesso una dichiarazione sulle alterna9ve alla castrazione chirurgica Da dove parte tuLa la norma/va europea sul benessere animali? Anni ’60 = l’intensificazione dell’a1vità di studi e ricerca nel campo del benessere animale nei paesi del nord Europa (maggior sensibilità dell’opinione pubblica) -> la normaHva europea sul benessere (5 libertà) deriva dal documento di Brambell Report (1965) I principi sono sta9 recepi9 anche dalla Convenzione Europea per la Protezioni Animale 5 LIBERTA’: 1. Sete/fame: dar poco da mangiare (diete) - es asciuLa nelle bovine, anche scrofa Troppo cibo - animale d’affezione obeso 2. Ambiente adeguato: libertà di movimento, spazio, 3. Dolore/ferite/mala1e: es taglio della coda nei suini, non cura delle ferite 4. CaraLeris9che omportamentali: streLamente legato all’ambiente Es gallina in gabbia - non riesce a baLere le ali ecc 5. Paura/disagio: condizionata dalla relazione animale-uomo e animale-tecnologia NormaKva benessere ORIZZONTALE: Dire1va 98/58/CE - D-lgs. n. 146/2001 =Protezionedeglianimalinegliallevamen9 ->recepisceiprincipienuncia9dallaconvenzione europea per la protezione animale (riprende le 5 libertà) - Libertà di movimento - Qualità dei fabbrica9 e locali di stabulazione - Controllo ambientale - Disponibilità acqua e cibo - Controllo animali - Funzionalità di impian9 automa9ci o meccanici NormaKva benessere VERTICALE: per la tutela di • Vitelli: - Council Direc9ve: rispeLo degli standard minimi per TUTTI i vitelli, questo non vuol dire avere il 2008/119/CE massimo del benessere - Codified Version - 2008- ** le norma9ve sul benessere sono soggeLe a con9nue modificazioni per migliorarsi Legisla9vo: aLuazione della dire1va 2008/119/CE che stabilisce le norme minime per la protezione dei vitelli 10 - Decreto -2011- -> dopo il tempo rice1vo si è applicata la dire1va (3 anni dopo) • Suini: - Council Direc9ve: standard minimi per la protezione dei suini (tuLe le fasi di allevamento) 2008/120/EC - Codified Verison - Decreto Legisla9vo: recepimento - reliLo alle norme minime sul benessere dei suini -2011- Codified Version: tuLe le dire1ve uscite fino a quel momento riassunte in una • Galline ovaiole: - Council Direc9ve: minimi standard 1999/74/CE - Decreto legisla9vo: protezione delle galline ovazione e la registrazione dei rela9vi stabilimen9 di allevamento -DecretodelMinistrodellaSalute:chiarimen9sull’applicazione,NONlamodifica • Broilers: - Council Direc9ve: prima dire1va per le norme minime dei polli da carne (NO Codified Version) 2007/43/CE - Decreto legisla9vo: aLuazione della dire1va • Trasporto: Council Regula9on (EC) No 1/2005: protezione animali durante traspor9 + simili • Macello: Council Regula9on (EC) No 1099/2009: per rendere meno stressante/dolorosa la fase della macellazione = stordimento !! Sono sempre situazioni di compromesso, NON di effe1vo benessere animale Bisogna considerare che il miglioramento del benessereporta ad un ritorno economico maggiore grazie alla maggior qualità del prodoLo -> comunque fanno il loro interesse ALLEVAMENTO e BENESSERE degli AVICOLI DA CARNE e DA UOVO Sono animali differen- a causa del processo di selezione che ha portato ad avere animali con cara6eris-che morfologiche e comportamentali estremamente diverse = benessere diverso! BROILER: significa-vo esempio di progresso gene-co -> in 30 anni il tempo impiegato da un broiler per raggiungere il peso di 2kg è passato da 10 a 6 se6 Il consumo alimentare del boiler per arrivare a 2kg invece è passato da 5kg a 3kg = animale che crescono molto, in tempi brevi e quindi in allevamento is hanno cicli brevi (minor costo) Per migliorare le performance del boiler si hanno tre -pologie di meccanismi: 1. Aumento della digeribilità dei nutrien- 2. Aumento del tasso di deposizione proteica a sfavore di quella lipidica 3. Riduzione della produzione di calore corporeo con conseguente diminuzione dei cos- di mantenimento Differenze comportamentali dei polli da carne VS ovaiole • Minor aVvità motoria (walking/running): i broiler si muovono meno • Minore aVvità esplora-ve (scratching/pecking li6er) • Poco frequente il bagno di sabbia, distendere e sba6ere le ali • Più tempo speso in decubito: 75% VS 30% delle ovaiole • Velocità d’inges-one maggiore: meno tempo in mangiatoia = problemi del benessere molto diversi Il mercato ha favorito la selezione gene-ca, questa ha portato ad avere degli ibridi in modo da favorire lo sviluppo di determinate par- (pe6o ecc) -> si hanno diverse razze di avicoli e ibridi commerciali = comportamen- diversi Morfologia e “malessere” del pollo da corne L’elevato sviluppo dei muscoli del pe6o ha causato nei broilers un avanzamento del centro di gravità (più 11 piega- in avan-) -> questo ha influenzato la capacità del pollo di muoversi modificandone l’andatura per lo stress meccanico subito agli ar- e alle anche L’accelerazione registrata a livello di accrescimento scheletrico ha aumentato l’incidenza di problemi ossei. La combinazione di un rapido accrescimento e l’elevata efficienza di u-lizzazione degli alimen- predispongono alla rido6a produzione di ormoni -roidei, ipertrofia del ventricolo destro del cuore e asci Quali sono i principali indicatori di scarso benessere nel broiler: Sono indicatori generici (possono essere dovu- ad agen- infeVvi o alla selezione gene-ca) • Mortalità elevata: le cause possono essere differen- • Alterazioni scheletriche e debolezza degli ar- • Alterazioni muscolari • Derma-- da conta6o (es leVera bagnata) • Patologie respiratorie • Alterazioni comportamentali (manifestazione di sta- di paura o sofferenza fisica e psicologica) I problemi di benessere osserva- nel broiler invece non sono approfondi- nei riprodu6ori -> ai riprodu'ori forniamo alimento razionato, mentre nel broiler si ha alimento ad libitum nonostante la gene-ca sia la stessa Sui broiler si ha una norma-va ver-cale specifica da rispe6are, mentre negli allevamen- per riprodu6ori ci si basa sul decreto 146 sulla protezione degli animali da allevamento !! Avere una conoscenza base sul drecreto, molto importante -> fornisce tempis-che precise Principali cri-cità per il benessere in allevamento broilers: 1. Disponibilità di spazio I consumatori pensano che sia un problema di spazio, ma non è così -> all’inizio i pulcini hanno problemi di termoregolazione, quindi vengono porta- in spazi ristreV e man mano che crescono vengono ampliate queste zone (se si hanno animali dispos- ammassa- in una zona vuol dire che c’è troppo freddo) In alterna-va si lavora su diverse categorie di peso e man mano si riduce il numero di animali presen- (sfol-mento a 30 gg) - si ridimensiona il numero di animali in rapporto alla superficie Per capire come lavorare sullo spazio dobbiamo capire l’a4vità locomotoria degli animali Nella tabella si osservano 3 -pologie diverse di comportamen-, man mano che crescono aumenta l’aVvità di riposo e diminuisce l’aVvità esplora-va e di locomozione -> più crescono i broiler maggiore sarà la fa-ca di camminare, quindi non ha senso fornire tan-ssimo spazio 1 !! L’aVvità di locomozione NON è inibita dalla mancanza di spazio, ma dal comportamento del broiler che fa più fa-ca Tabella 2: una densità di spazio minore all’inizio favorisce il movimento degli animali ma comunque col tempo si ristabilizza Tabella 3: valutazione di diversi -pi gene-ci Una rido6a aVvità motoria comporta difficoltà nell’andare a mangiare e bere, un’impossibilità del genere spinge l’allenatore ad abba6ere l’animale per limitare la sua sofferenza -> dipende dalla ges-one Effe6o della distanza tra mangiatoie ed abbeveratoi Se spos-amo mangiatoie/abbeveratoi in modo da far muovere di più gli animali si osserva che il peso rimane uguale, mentre la resistenza ossea migliora -> l’allevatore invece me6e le mangiatoie vicine in modo che gli animali mangino di più e ingrassino prima = ciclo più corto MA si ha minor benessere e maggio u-lizzo del farmaco Il problema è intrinseco degli ibridi, anche aumentassimo lo spazio non cambierebbe nulla -> la gene-ca è in mano alle aziende e ai loro obieVvi di selezione 2. Qualità della leHera Nel broiler la valutazione avviene al macello (fine ciclo) -> si hanno protocolli per la valutazione del benessere (= Protocollo Welfare Quality) e si hanno punteggi diversi a seconda del livello di imbra=amento del piumaggio Si potrebbero fare anche misurazioni dire6amente sulla leVera (umidità ecc) MA il controllo sull’animale perme6e di avere una risposta più veri-era ES. nel momento in cui sanno che ci saranno i controllo potrebbero sistemarla, il controllo risulta posi-vo ma l’animale è in uno stato di malessere Anche le derma>> a livello plantare sono criterio di valutazione (numero di piedi colpi- e l’estensione del danno) 3. Modalità di movimentazione a carico degli animali Si stressano se entra qualcuno in allevamento -> è necessario rendere più soh possibile la fase di ca6ura (quindi si tende a usare sempre lo stesso staff) Arricchimen- ambientali: perme6ono di irrobus-re l’animale - Ruote - Posatoi - Aree con sabbia - Programmi luce: più la luce rimane accesa maggiore sarà la quota di alimento assunta, MA si hanno delle norma-ve apposta che impongono un tot di ore di buio NORMATIVA PER I BROILER Report 21 Marzo 2000: the Welfare of Chickens Kept for Meat produc-on -> Council Direc-ve nel 2007 - Council Direc-ve 2007/43/CE: regole per la protezione dei polli per la produzione di carne - Decreto legisla-vo 27/9/2011 n 181: a6uazione della direVva che stabilisce le norme minime per la protezione di polli alleva- per la produzione di carne ART 1: Sono esclusi dall’ambito di applicazione: - Stabilimen- con < 500 polli (= allevamen- familiari) - Stabilimen- in cui sono alleva- esclusivamente polli da riproduzione - Incubatoi - Polli alleva- estensivamente al coperto e all’aperto 2 - Polli alleva- con metodi biologici Polli da riproduzione e incubatoi sono sezioni che il consumatore non conosce e quindi non vengon norma- ART 2: tasso di mortalità e tasso di mortalità giornaliera cumula-va: - Tasso di mortalità giornaliera: numero di polli decedu- nel capannone lo stesso giorno, compresi quelli elimina- per malaVa o per altri mo-vi, diviso per il numero di polli presen- in tale giorno nel capannone, mol-plicato per 100 - Tasso di mortalità giornaliera cumula>va: la somma dei tassi di mortalità giornaliera -> alla fine del ciclo so quan- capi ho perso ART 3: spazio: dal 30 giugno 2010 la densità massima di allevamento NON deve superare i 33 kg/m2 Deroghe: emanate dall’autorità sanitaria territorialmente competente (ASL) PRIMA deroga: 1. L’autorità sanitaria territorialmente competente può autorizzare una densità di allevamento superiore purché il proprietario o il detentore rispeV le norme di cui all’allegato II oltre a quelle di cui all’allegato I. -> qualora sia concessa la deroga, la densità massima di allevamento in ogni capannone dell’azienda non deve superare in alcun momento i 39 kg/m2 Norme per il ricorso a densità più elevate: 39 kg/m2 2. Documentazione dei sistemi di riproduzione: - Mappa del pollaio indicante le dimensioni delle superfici occupate dai polli - Sistemi di ven-lazione e ove per-nente, di raffreddamento e riscaldamento con parametri prefissa- di qualità dell’aria (flusso, velocità e temperatura dell’aria) - Sistemi di alimentazione e abbeverata - Sistemi di allarme e di riserva - Tipo di alimentazione e leVera normalmente usate -> verifiche al macello 3. Controllo dei parametri ambientali: -NH3≤20ppm CO2 ≤ 3000 ppm - Temperatura interna: non deve superare la temperatura esterna di più di 3 gradi, quando quella esterna all’ombra è > di 30 gradi - URM misurata all’interno del pollaio durante 48h non superi il 70% con la T esterna < 10 gradi SECONDA deroga: l’autorità sanitaria territorialmente competente può autorizzare una densità di 3 allevamento superiore purché il proprietari o il detentore rispeV le norme di cui 38 kg/mg + 3 kg/mg = 42 kg/mg Allegato V: criteri per il ricorso all’allungamento della densità massima 42 kg/ - 2 anni senza carenze rispe6o ai requisi- del presente Decreto - 7 gruppi consecu-vi MGC < 1% + 0,6% mol-plicato per l’età alla macellazione in gg all’allegato V Formazione e orientamento per il personale che si occupa di polli: - I proprietari e i detentori devono possedere conoscenze adeguate in materia di benessere animale - I detentori devono partecipare ad appos- corsi di formazione ed essere in possesso di cer-ficato che a6es- la formazione conseguita -> verifiche al macello Per il benessere animale si può fare ancora di più, sia dal punto di vista gene-co che gestoinale 4 GALLINE OVAIOLE Principali cara6eris-che comportamentali presen- nei ceppi da uovo: si hanno più comportamen- cara6eris-ci rispe6o ai broiler • Foraging • Perching • Comfort behaviour • Freezing • Pre-layng and nes-ng behaviour Nelle galline ovaiole manca la ricerca in gruppo degli alimen- (soddisfazione richiesta energe-ca ma non richiesta comportale) -> normalmente hanno un’aVvità di razionamento che occupa fino al 61% del tempo Non riescono a beccare e ondeggiare la testa per far allontanare il cibo (comportamento normale) Effe6o delle condizioni avverse di allevamento sul benessere delle ovaiole: - Insufficiente disponibilità di spazio/capo - Assenza di risorse - Ambiente privo di s-moli adegua- per gli animali - Eccessivo affollamento - Selezione gene-ca Porta a: • Inibizione di tu6e le aVvità che sona altamente preferite (distendere le ali, arruffare le piume per pulirle, camminare e razzolare) • Reazione d’immobilità frequente = freezing • Stereo-pie legate spt al movimento o all’u-lizzo dell’area di alimentazione • Comportamen- nevro-ci e aggressivi • Alterazione della conformazione corporea ComportamenJ aggressivi: plumofagia e cannibalismo -> si osserva lo stato del piumaggio su testa, coda, schiena, cloaca Cause della plumofagia: - Sovraffollamento - Compe-zione per accesso agli alimen--acqua - Carenze minerali - Eccessiva illuminazione - Scarso u-lizzo dell’area di pascolo Alimentazione e plumofagia: principali cause • Se è cambiato qualcosa della razione (non è de6o che a parità di composizione del mangime non possa esser cambiata qualche materia prima) -> leggere il cartellino del mangime • Forma fisica: gli alimen- palle6a- sono maggiormente associa- a plumofagia rispe6o agli sfarina- • A6enzione ai cambi repen-ni di alimentazione (-po e forma fisica) • Controllare il livello di sale -> un aumento da 0,5% a 0,7% può ridurre il fenomeno • Controllare il livello di aminoacidi essenziali -> carenze in me-onina possono causare • Bisogna tener presente che le galline mangiano circa 125 g di alimento al giorno -> verificare sempre che non ci siano cali di inges-one Ambiente e plumofagia: bisogna controllare • Intensità della luce: se è troppo alta i rischi sono maggiori • Aggiungere arricchimen- ambientali • Controllare condizioni clima-che e la qualità dell’aria -> s-molare l’uso di paddock esterni, in che modo? - Abituare subito gli animale ad u-lizzare l‘area esterna - Presenza di acqua e alimen- (in aree prote6e) - Presenza di alberi e vegetazione (per protezione dai predatori) - Presenza di protezioni da predatori - Protezione d caVve condizioni meteoriche Per favorire la ges-one degli animali si effe6ua il taglio del becco = Decreto LegislaNvo 26 marzo 2001 Primi giorni di vita e con macchine che minimizzano il dolore (taglio a caldo) - senza anestesia -> le pra-che devono essere effe6uate da personale formato e alla presenza del Vet • Assenza di risorse ed alterazioni nella conformazione -> posatoi molto importan- • Qualità della pavimentazione -> la gallina preferisce pavimentazioni a maglia stre6a (= appoggio più regolare) MA si u-lizzano pavimentazioni differen- Ad un certo punto si è deciso di regolamentare i sistemi di allevamento delle galline ovaiole -> si è introdo6o un sistema di allevamento col fine di migliorare la qualità del prodo6o (poco spazio di movimento, uova pulite e non ro6e) = benessere nullo Dal 2003 è stato vietata la costruzione di gabbie convenzionali, MA entrato in vigore nel 2012 -> si hanno tempi di transizione dove si lascia il tempo agli allevatori di impostare il nuovo sistema e coprire le spese Il primo ar-colo della direVva indica gli allevamen- coinvol- - SOLO galline u-lizzate per la deposizione di uova e non quelle da riproduzione o des-nate alla cova - NO allevamen- con < 350 galline+ Vieta la messa in funzione di gabbie tradizionale a par-re dal 1 Gen 2003 Gabbie non arricchire vietate dal 2012 Al giorno d’oggi si ha un trend di richiesta delle uova maggiore, ma verso sistemi alterna-vi di allevamento, NON i vecchi sistemi -> il mercato premia -pologie di allevamento che valorizzano il benessere animale 5 Sistemi di allevamento della gallina ovaiola • Allevamento in gabbia: gabbie modificate o arricchite • Sistemi alterna>vi (NON in gabbia, che non vuole dire solo all’aperto): favoriscono il benessere - Allevamento a terra su laVera - Allevamento a terra su grigliato - Aviario - Free-range Vantaggi: gradi- al consumatore e garan-scono il benessere animale Svantaggi: aumento cos- di mantenimento, maggior manodopera, scarico controllo igienico-sanitario, più uova sporche/ro6e Disposizioni delle gabbie arricchite: uniche gabbie acce6ate - Superficie: almeno 750 cm2/capo di cui 600 di superficie u-lizzabile, superficie totale della gabbia mai inferiore ai 2000 cm2 - Altezza: se diversa dalla zona u-lizzabile almeno 20 cm in ogni punto - Un nido: spazio separato Art 1 comma d, Dlgs 267 del 2003: I componen- escludono per il pavimento qualsiasi u-lizzo di rete metallica o plas-ficata che possa entrare in contra6o con i vola-li Previsto per la deposizione delle uova di una singola gallina o un gruppo (= nido dio gruppo) - LeVera: deve consen-re ai vola-li di razzolare e becche6are Art 1 comma d, Dlgs 267 del 2003: Materiale allo stato friabile che perme6e alle oviaole di soddisfare le loro esigenze etologiche - Mangiatoia: lunghezza minima di 12 cm/capo - Abbeveratoio: se con-nuo almeno 10 cm/capo, a raccordo 2 te6arelle o compete per gabbia -> gli animali devono avere accesso con-nuo e contemporaneo a queste stru6ure 6 In caso di stru6ura lineare si considera la distanza del busto-ali (porzione più larga della gallina) -> deve essere maggiore Una stru6ura circolare perme6e di mantenere distanze minori (come inserire dei triangoli sulla perimetro di un cerchio) - Posatoi: almeno 15 cm/capo - Graffiatoi: disposi-vi per l’accorciamento delle unghie - Separazioni tra file: passaggi di almeno 90 cm - Altezza tra pavimento-primo piano gabbie: 35 cm -> misure che servono per garan-re una circolazione dell’aria e che le galline nella fila più bassa non siano troppo esposte all’ammoniaca delle feci Disposizioni per i sistemi alternaJvi: si ha maggior spazio a disposizione - Mangiatoia: se lineare almeno 10 cm/capo, se circolare almeno 4 cm/capo - Abbeveratoio: se con-nuano almeno 2,5 cm/capo, circolare 1 cm/capo, se a te6arella o coppe6a 1 ogni 10 capi, a raccordo 2 te6arelle o coppe6e per gabbia - Nido: se individuale almeno 1 ogni 7 galline, nido di gruppo 1 m2/120 ovaiole - Posatoio: almeno 15 cm/capo - LeVera: almeno 250 cm2/capo e almeno 1/3 della superficie al suolo - Pavimento: deve sostenere adeguatamente ciascuna delle - Zona all’aperto: più pun- di passaggio (per evitare sovraffollamen-) -> altezza minima 35 cm, larghezza minima 40 cm (2 m di apertura minima per 1000 capi) Area adeguata al numero di animali, prevedere pari da intemperie e predatori Distribuire nell’area un numero adeguato di abbeveratoi - Densità: massimo 9 capi/mq Allegato Dire4va 99/74/CE: - Illuminazione sufficiente a consen-re alle galline di vedersi e di essere viste, di muoversi normalmente e di guardarsi a6orno -> periodo ininterro6o di oscurità per almeno 1/3 della giornata - Sono ammesse ba6erie con più di tre piani solo se possibile ispezionarli senza difficoltà - Presenza di sistemi di allarmi che segnalino guas- dei sistemi automa-ci presen- in allevamento - VIETATA qualsiasi mu-lazione, ad eccezione della troncatura del bello eseguita da personale qualificato di pulcini di età < 10 gg, qualora necessaria BENESSERE DEI BOVINI DA LATTE E CARNE - Dice che fa fa*ca a fare sintesi e io non mi sorprendo - La vacca da la(e non ha norma/ve specifiche, quindi si fa riferimento al Decreto generale 146 -> nell’immaginario colleAvo le vacche da la(e vivono tu(e in campagna e al pascolo, non è così I problemi di benessere sono lega/ a 1. Tipologia di allevamento - Piccole dimensioni (< 30 capi): u/lizzano spesso la stabulazione fissa d’inverno -> stru(ure poco ampie e non moderne La relazione con l’allevatore è oAma - Grandi dimensioni (> 1000 capi): il problema è la ges/one e non la stru(ura 2. Gene3ca: bisogna capire le necessità della razza - Fa(ori alimentari: si ha più margine di miglioramento perché possiamo cambiare la dieta facilmente - Fa(ori stru(urali: un eventuale intervento deve prefissarsi un obieAvo, altrimen/ si spendono tan/ soldi per non avere risulta/ -> spazio, pavimentazione, zone di riposo, accesso zona di mungitura, acqua, cibo - Fa(ori ges/onali: mungitura 2 volte al giorno -> serve aiuto da un personale esterno che deve essere formato (inves/mento) Principali a5vità della bovina da la9e: Criteri per la valutazione del benessere: - Ruminazione - Alimentazione - Decubito Se si proge(ano corre(amente le stru(ure l’espressione dei comportamen/ standard è oAma Transizioni: 1. Collocamento: flessione anteriori e poi posteri, 7 una volta a terra ha tuA gli ar/ so(o il corpo 2. Alzarsi: stende ar/ posteriori e poi anteriori Se queste sequenze non sono rispe(ate si hanno problemi di benessere -> è importante che la bovina abbia lo spazio per spingersi in avan/ (almeno 70 cm) - lo u/lizza per alzarsi Tempis*che: 6-7 secondi - se si hanno difficoltà (superficie sbagliata, dolori ecc) allora il tempo si allunga Nel bovino da carne solitamente si ha un annusamento della superficie prima di coricarsi -> se annusa e non si corica vuol dire che qualcosa non va Decubito: La situazione ideale è avere animali con molto spazio, infaA in posizione di riposo possono essere in decubito laterale o comunque con gli ar/ verso l’esterno -> senza il rischio di essere calpestata da altre bovine Nell’area di riposo la leAera deve essere confortevole, pulita, asciu(a e libera da contaminazioni di feci e urine Alimentazione: - Capacità di effe(uare selezione alimentare (sia in allevamento che al pascolo) -> effe(uare rotazioni del pascolo (es pecore) così il verde che alle bovine non piace viene ingerito da altre specie In allevamento soffiando sull’alimento separano foraggi da concentra/ e si mangiano ques/ ul/mi (prestare a(enzione) - Elevate capacità di inges/one - Capacità di u/lizzare la frazione fibrosa dei foraggi - Molto tempo speso nella ruminazione Monitoraggio: picco il maAno e il tardo pomeriggio Si ha un effe(o dato dal fotoperiodo -> illuminare la stalla (spt di sera) aumenta l’inges/one Questo perché con la luce si muovono meglio e riconosco meglio l’alimento 1 Il benessere spesso negli allevamen/ è compromesso -> i principali indicatori sono il numero di la9azioni e longevità che sono sempre più bassi Le cause principali di eliminazione delle bovine dall’allevamento sono le mas//, sterilità, scarsa produzione, zoppie/ar/ = tecnopa/e indo(e dai sistemi di allevamento Fa(ori che possono modificare lo stato di benessere della bovina da la(e: STRUTTURA dell'allevamento a. Posta fissa: spesso in piccoli allevamen/ montanari Svantaggi: minor costo, minor superficie coperta Vantaggi: miglior controllo animali, impa(o ambientale tenuo -> animali sempre lega/ che non si possono muovere Essendo una /pologia di stru(ura an/ca non rispe(a lo spazio minimo necessario che serve all’animale (troppo corte) - difficoltà a distendere gli ar/, allungarsi in avan/, scivolare nella canale(a con le deiezioni La mungitura prevede che l’allevatore entri in conta(o dire(o con l’animale (buona relazione con l’animale - copre le carenze stru(urali) b. Stabulazione libera: - Dimensioni e numero cucce(e, materiale u/lizzato - Ven/lazione - Dimensione corridoi - Rimozione selezioni - Pavimentazione - LeAera: permanente o inclinata Vantaggi: minori cos/ di manodopera, migliori condizioni del lavoro per la mungitura, migliore qualità del la(e, calori più facilmente rilevabili Svantaggi: libertà di movimento, manifestazione più evidente del comportamento estrale, maggiore facilità del parto Stalla a posta fissa: 2 Stalla a stabulazione libera: Misure: - Stalla a laAera permanente: 9-11 m2/capo - Stalla a laAera inclinata: 7-8 m2/capo - Stalla a cucce(e: 7-9 m2/capo 1. Stalla a la=era permanente: ho uno spazio indefinito dove tuA gli animali possono coricarsi Rispe(o alle cucce(e - vantaggi per: - Allevatore: - Edifici più semplici - Produzione di letame paglioso - Animali: - Più libertà di movimento - Manifestazione del comportamento astrale più evidente - Maggior facilità al parto Cri*cità: livello di pulizia 2. Stalla a la=era inclinata: non molto presente in Italia La superficie è leggermente inclinata -> la parte più bassa si congiunge con la corsia di allontanamento delle deiezioni Il principio base è che gli animali tendono a me(ersi in alto (dove è più pulito e asciu(o) e camminando portano giù e allontanano “spontaneamente” la parte sporca. In alto c’è sempre paglia pulita. Non è però un sistema così autopulente come teorizzato, va meglio in aree con climi più asciuA (es Israele, America, ....) Vantaggi per l’allevatore: - Minore superficie coperta - Produzione di un unico refluo facilmente asportabile con mezzi meccanici automa/ci - Minori problemi per i gas e le polveri - Facile controllo delle vacche dalla corsia di foraggiamento 3. Stalla a cucce9e: è lo stesso principio della posta fissa (area delimitata dove l’animale può coricarsi) ma non è legato -> la cucce(a limita un’area, ma gli animali possono spostarsi quando vogliono Rispe(o alle cucce(e - vantaggi per: - Allevatore: - Minore superficie coperta - Possibilità di non u/lizzare paglia come leAera - Risparmio di manodopera per la cura della zona di riposo - Animali: - Maggiore tranquillità per l’animale - Eliminazione delle lesioni da schiacciamento - Maggiore pulizia della zona di riposo 3 La stabulazione libera ha migliorato la vita degli animali e dell’allevatore/operatore ma ci sono dei con/nui assestamen/. Il fa(o che l’animale abbia libertà di movimento non risolve tuA i problemi Inizialmente era molto u/lizzato quello a leAera permanente, ma si è poi passa/ a quello delle cucce(e. Con quest’ul/mo possiamo garan/re una maggiore pulizia -> l‘animale sporca solo la parte posteriore della cucce(a e questo porta a un minore sporco sull’animale. Nel complesso passando da leAera permanente a cucce(e si risparmia nella superficie e questo cos/tuisce un vantaggio economico (costa meno la stru(ura) !! La stabulazione libera ha migliorato la vita degli animali e dell’allevatore/operatore ma ci sono dei con/nui assestamen/ -> il fa(o che l’animale abbia libertà di movimento non risolve tuA i problemi Ho molto più rischio di cellule soma/che con la leAera, spendo di più in materiali di lavoro, di costruzione e ho più rischi per la salute della mammella → Ques/ sono i da/ che interessano all’allevatore, non quanto è sporco/pulito l’animale Considerando come ideale la stabulazione libera con cucce(e non sono comunque risol/ tuA i problemi della bovina da la(e -> ho il problema della disponibilità di cucce(e. I bovini hanno un comportamento gregario QUINDI è importante considerare il numero delle cucce(e. L’allevatore magari ha 80 cucce(e e me(e 90 vacche (perché riesce a ges/rle) ma questo provoca compe/zione per le risorse e questo provoca una diminuzione della produzione perché l’animale non è in una condizione di comfort. Questo va fa(o capire progressivamente agli allevatori -> con il sovraffollamento non ho benefici zootecnici, l’animale non produce al suo massimo, non è efficiente. Inoltre per avere la stessa quan/tà di la(e devono ges/re mol/ più animali (e i loro cos/). -> NON posso non garan/re almeno una cucce(a per bovino Grafico: quando ci sono poche cucce(e e le vacche non possono coricarsi queste con/nuano a camminare, consumano energia, non ruminano. L’ideale sarebbe avere il 10% in più di cucce(e. Se io do il numero giusto di cucce(e qualche vacca rimarrà in piedi perché magari non vuole me(ersi vicino a una con cui non va d’accordo. In altri casi può essere legato a cucce(e con par/colare giro d’aria, esposizione al sole, ... Fuori dalla stalla ci sono delle cucce(e ma spesso non ci sono mai le vacche -> quindi magari ne ho il numero giusto, ma non essendo nella corre(a posizione non vengono u/lizzate Nel complesso è come se ne avessi un numero inferiore, per questo è meglio averne in abbondanza, così l’animale può scegliere dove preferisce stare. Disposizione delle cucceAe: a. Su fila singola b. Su due file “groppa a groppa” c. Su due file “testa a testa” d. Su due file “testa a testa” con corsia della paglia e. Su tre file: una fila guarda il muro, le altre due testa a testa Immagine: vecchie stru(ure a stabulazione libera con MOLTI difeA. Non /ene conto della lunghezza (vedo che escono dalla cucce(a). Inoltre la vacca sta con la testa girata (in riposo normale è dri(a). C’è una “vacca appollaiata” perché vorrebbe entrare ma non ci sta -> poi gli animali staranno in piedi e non riposano. Anche la vacca in piedi nella cucce(a è un caAvo segno, è entrata ma non riesce a distendersi C’è accumulo di feci nella corsia -> l’animale camminerà su una zona sporca, sporcandosi arto e mammella. L’animale rischia di scivolare e azzopparsi. L’umidità aumenta il rischio di patologie podali a base infeAva (derma//) -> a livello ambientale fa male perché l’esposizione delle feci all’aria porta ad aAvazione di microrganismi che producono ammoniaca = la qualità dell’aria peggiora. “vacca appollaiata” mi rende difficile far passare il raschiatore che rimuove le deiezioni. I ba5fianchi (i divisori delle cucce(e) sono liberi so(o e questo è un fa(o posi/vo -> una volta toccavano terra e le vacche infilavano le zampe e si causavano lesioni Immagine: Lo spazio davan/ c’è ma è usato come magazzino per la paglia (nega/vo). Le cucce(e vicino alla mangiatoia sono le preferite. Come posso incen/vare le vacche a me(ersi nelle cucce(e più distan/? Devo creare dei passaggi ogni tot cucce(e in maniera tale che raggiungere la mangiatoia sia più veloce. 4 Importanza della disposizione delle cucce9e: - Accesso alla mangiatoia e all’acqua di bevanda - AAvità locomotoria degli animali - Manifestazione di comportamen/ gerarchici Corsia di alimentazione: dove passa il carro per il cibo Corsia di movimentazione: dove passano le vacche In base a queste disposizioni devo studiare i pun/ di passaggio per incitarle ad usare anche le cucce più lontane e quindi scomode Cucce9e in trasversali: Qua pari possibilità di arrivare al cibo. È meno efficiente di quello visto prima. Dove meAamo gli abbeveratoi? Non ho capito perché indica sulla lavagna. Ha de(o “posso me(erli qua” Lungo tu(a la zona di alimentazione, la bovina mangia, si gira e prima di andare a riposare ha a portata anche l’abbeveratoio. 5 ABBEVERATOI: raccomandazioni per la loro istallazione Una vacca può bere 12/20 litri/minuto e fino 250l/giorno (dipende dalla fase produAva e dalla stagione) Nella stalla libera abbeveratoi a vasca così dimensiona/: - Lunghezza 60-120 mm/vacca - Oppure superficie 0,02-0,06 mq/vacca Devo localizzarli per garan/re l’acqua a tu(e e evitare compe/zione Importan/: 1. Altezza d’installazione (0,8-0,85m): non deve essere ne troppo alto ne basso (è facile che si sporchi, la bovina non dis/ngue l’area di defecazione e potrebbero contaminare l’acqua) 2. Collocazione nella stalla Tipi di abbeveratoio: - Tazza: individuale, con galleggiante oppure valvola di apertura - Materiali: acciaio, ghisa ecc - Vasca: perme(ono l’abbeverata contemporanea di due o più animali - Materiali: acciaio, plas/ca - Chiudibili: con palle galleggian/ o coperchi in PVC - Materiali: plas/ca - Con resistenza ele9rica: evitano formazione di ghiaccio - Materiali: plas/ca L’acqua fredda blocca l’aAvità di ruminazione, molta ricerca si sta spostando verso meccanismi per scaldare l’acqua (alcuni cercano di recuperare il calore dai sistemi di raffreddamento del la(e) Requisi* minimi: - Pun/ di abbeverata > 2 - Vacche per punto di abbeverata <30 - Disponibilità di fronte di abbeverata > 6cm/vacca → Solo il 46% degli allevamen/ rispe(a ques/ vincoli minimi!! Siamo molto lontani dall’obieAvo di garan/re il benessere delle bovine. Bisognerebbe dare a questo dato un valore economico di danno per far capire agli allevatori che vanno rispe(a/ MANGIATOIA: Spazio in mangiatoia: obieAvo di almeno 85 fori ogni 100 vacche (secondo uno studio Skidmore) -> in realtà dipende come distribuiamo l’alimento. La mangiatoia deve essere piena e la razione composta corre(amente. Sembrano cose scontate ma sul campo noteremo che ques/ parametri non sono rispe(a/ e applica/. Questo provoca poi problemi nei risulta/ dei controlli funzionali. →80% delle aziende controllate rispe(ano questo vincolo Lo spazio per le cucce(e deve perme(e alle vacche di spostarsi senza vincoli (altrimen/ finisco di mangiare e non riescono ad uscire, oppure non riescono a raggiugnere la mangiatoia) Elemen3 essenziali in una CUCCETTA: - Dimensioni: 2,6x1,25 m - A(rezzature di contenimento: baAfianchi, tubo allenatore, fermo del piede - Copertura della superficie della zona di riposo con materiale naturali (paglia, segatura, trucioli, sabbia) p sinte/ci (tappeAni, materassini) Criteri di scelta dei materiali da le5era: - Confort dell’animale - NO lesioni, pulizia dell’animale assicurata (la mammella deve rimanere pulita) 6 - Reperibilità - Scarsa interferenza con i sistemi di asportazione e stoccaggio delle deiezioni - Cos/ di acquisto e manutenzione Materiali più comunemente impiega/ per la leAera delle cucce(e: - Materiali organici: paglia, segatura, trucioli di legno, carta tagliuzzata, fibra di cocco - Materiali inorganici: sabbia (costa, difficile da ges/re - azione abrasiva) - Materiali sinte/ci: tappe/ni e materassini 1. Paglia: è il materiale più tradizionale e diffuso per la leAera 1,5-2 kg/capo d, pe runo spessore consigliato di 15-20 cm -> bisogna far in modo che non sia impaccata e sporca, è necessaria una con/nua pulizia in modo da togliere la paglia sporca (bovina che urina dire(amente in cucce(a per sbaglio) Vantaggi: - Buon livello di pulizia degli animali - Costo rido(o ma morto variabile - OAma capacità di assorbimento - Facile reperibilità - Produzione di letame pagliolo facilmente accumulabile Svantaggi: - CaAvo funzionamento di pompe ed ingranaggi - Intasamento pavimentazioni fessurate - Formazioni di croste o tappi nelle stru(ure di stoccaggio 2. Segatura e trucioli: nella vacca da la(e si usa di più la segatura, i trucioli sono più duri e possono creare lesioni Vantaggi: - OAma capacità adsorbente - Spessore consigliato 15-20 cm (per garan/re la sofficità) Svantaggi: - E’ un substrato che favorisce lo sviluppo microbico e dei coliformi in par/colare (dobbiamo per forza pulire spesso in modo da evitare mas// di /po ambientali) - Scarsa maturazione del letame - Costo elevato - Presenza di scaglie dure che possono ridurre il comfort dell’animale 3. Sabbia: è il materiale inorganico più u/lizzato Viene di solito immessa nelle cucce(e con cordolo e terra ba(uta Spessore circa di 10 cm Vantaggi: - Maggior comfort dell’animale -> la sabbia si ada(a - Anche se si bagna non perme(e la proliferazione dei microrganismi Svantaggi: - Costo elevato - Se cade negli impian/ può erodere le stru(ure Gli allevatori u/lizzano soluzioni miste, ovvero rompono la cucce(a sul fondo di sabbia e sopra la paglia 4. Tappe3ni sinte3ci: sono generalmente in caucciù e di 10 mm di spessore Pra/co per la ges/one delle soluzioni con liquami Vantaggi: - Costo rido(o di ges/one - Buona igiene degli animali Svantaggi: - Lesioni agli ar/ più frequen/ - Elevato costo di acquisto - I baAfianchi devono necessariamente essere bandiera per perme(ere di distendere il tappeto 5. Materassini: maggior comfort Si hanno diverse modalità di costruzione Studio che perme9e di valutare il comportamento delle bovine sui diversi materiali per le cucce9e: Si sono u/lizza/ degli indicatori che tengono in considerazione anche le cara(eris/che comportamentali delle bovine - Tempo di riposo - top: 12h - Periodo di riposo: quante volte va alla cucce(a, che si alza e si abbassa senza problemi -piùlofa meglio è perché vuol dire che non soffre a farlo) - top: 16 - Durata del riposto: se il periodo di riposo è alto, la durata sarà minore - Tempo per coricarsi: deve essere breve, se la bovina si sente sicura fa questo movimento velocemente - Tempo per alzarsi La sofficità è un criterio molto importante da soddisfare per garan/re la salute delle bovine Possibili alterazioni del comportamento di riposo/anomalie nell’uso delle cucce9e: Immagine 1: la stalla non va bene = le cucce(e sono corte e in stalla ci sono troppe bovine in piedi (nessuna si corica perché qualcosa altera il loro confort - dimensione, copertura) 7 Idle standing: in piedi in cucce(a o ar/ anteriori dentro e posteriori fuori dalla cucce(a -> se entriamo in un’azienda e c’è solo un animale in piedi in cucce(a non è un problema, il problema probabilmente è suo e non dell’allevamento Dipende dalla numerosità degli animali coinvol/ Perching (= appollaiamento): la bovina sta con gli ar/ anteriori nella cucce(a e con i posteriori nella corsia di movimentazione -> comprende anche bovine che sono in decubito che stanno con la parte posteriore nella corsia Contribuisce all’insorgenza di patologie della mammella e del piede, oltre che a potenziali lesioni della coda e degli ar/ posteriori Cause: comportamento associato a cucce(e troppo corte o a superfici di riposo non confortevoli Occupazione alternata: se le cucce(e sono corte, la vacca fa fa/ca a starci e quindi con la testa occupa parte della cucce(a di fronte - si dispongono alternate -> alla fine le cucce(e a disposizione sono la metà (non ha senso fare tante cucce(e e farle male, perché poi non vengono u/lizzate) Immagine: gli animali tendono a tenere gli ar/ so(o al corpo perché non ci stanno !! Si ha una correlazione tra problemi agli ar/ (= lamini/) e uso delle cucce(e in modo inada(o PAVIMENTAZIONE Cara9eris3che della pavimentazione delle corsie di movimentazione: E’ l’elemento della stalla che può avere maggiore effe(o sulla salute degli ar/ delle bovine e pertanto dovrebbe essere: - Non scivoloso - Pulito (non imbra(ato altrimen/ scivolano gli animali) La soluzione ideale è un pavimento rigato associato ad una buona pulizia Valutazione dell’adeguatezza del pavimento: LocomoJon score 8 -> u/lizzato per valutare il grado di zoppia ma nel nostro caso di benessere animale solo per vedere se la bovina cammina tranquilla (non cammina sulle uova, si fida) - QUINDI in base al comportamento della bovina valu/amo la scivolosità e la pulizia del pavimento = valutazione della qualità della pavimentazione Tipologie di pavimentazione: 1. Pavimentazione piena con tappe/no in gomma: spt sale di mungitura Immagine: dx alto Si u/lizzano resine, così da un lato garan/sce la ruvidità del pavimento e dall’altra perme(e una pulizia della superficie più facile 2. Pavimentazione in grigliato Immagine: sx Le cucce(e sembrano corte e sono coperte da materassini (potrebbe esserci anche la paglia) Nella porzione centrale si ha il corridoio di passaggio con pavimento fessurato -> vuol dire che al di so(o si ha una vasca per la raccolta del materiale Ora non è più legale la vasca, le deiezioni vanno raccolte al di fuori (altrimen/ vanno incontro a fermentazioni e liberano molta ammoniaca all’interno della stru(ura) 9 Perme(e una pulizia più efficace perché rimane sempre libero e la superficie è asciu(a Purtroppo però l’appoggio del piede su questa superficie non è completo e quindi si ha un movimento degli animali errato 3. Pavimento pieno con raschiatore: viene pulito regolarmente da un raschiatore (/po due ali che si muovono verso il punto di raccolta) ma fa rumore e quindi i bovini si spaventano Perme(e un movimento corre(o degli animali Ora si u/lizza il raschiatore nel so(ogrigliato così fa meno rumore e sposta le deiezioni così non si ha accumulo dei materiali Immagine: basso a dx L’ideale è avere una pavimentazione rigata con disegni a rombo -> le linee convergono verso la parte centrale (dove sihail raschiatore) e le deiezioni convergono verso questa zona (minor umidità del pavimento) Perme(e di evitare scivolamen/ laterali e longitudinali delle bovine In caso di pavimento fessurato bisogna scegliere la /pologia -> l’ideale è u/lizzare /pi diversi di fessure così da favorire il movimento degli animali senza scivolamen/ (orientarle verso il senso di movimento degli animali) Il grigliato a fori perme(e una superficie più regolare, ma ha minori capacità di autopulizia (= animali più sporchi) -> per evitare queste problema/che si sono proge(a/ dei fori a tronco di cono (verso l’animale si ha un diametro minore rispe(o alla base, NON cilindrici se no non si ha un buon flusso delle deiezioni) Un’ulteriore evoluzione: coprire i pavimen/ fessura/ con la gomma -> rende il pavimento meno scivoloso e più confortevole (soffice), MA si hanno pun* cri*ci: - Se si copre un pavimento pre-esistente e non uno nuovo si va ad alzare lo spessore del pavimento, si ha maggiore difficoltà nella pulizia - Non si hanno zone abrasive e quindi gli unghioni crescono velocemente (più interven/ per tagliarli) - Si hanno dei pun/ di collegamento tra i diversi pezzi di gomma, quindil a superficie non è esa(amente piana QUINDI al giorno d’oggi si tende a coprire il pavimento con la gomma non completamente, solo nelle zone dove le bovine camminano di più (es porzione centrale del corridoio) = pavimentazione mista 10 STRESS DA CALDO - Cosa fare per evitare e ridurre gli effe5 dello stress da caldo nella bovina? -> problema che si presenta anche in montagna a causa del surriscaldamento THI: indice integrato che /ene conto di e umidità = temperatura percepita dalla bovina Sihannovalorida69a100,ma>70sihaun impa(o troppo forte del caldo -> me(e insieme temperatura e umidità ambientale in modo da capire il caldo percepito Tabella: anche con temperature non molto elevate si ha un indice > 70 se l’umidità è elevata Nella bovina è un indice molto importante perché se lo stress è troppo elevato vanno a calare le produzioni Effe= dello stress da caldo sull’animale: si hanno anche indicatori fisiologici • Aumento frequenza respiratoria: Una mandria è in una situazione di stress da caldo intenso quando almeno il 70% degli animali manifesta un frequenza respiratoria alterata • Aumento temperatura corporea • Aumento frequenza cardiaca • Aumento sudorazione • Diminuzione diges/one Conseguenze: - Alterazione del bilancio ele(roli/co - Alterazione dei parametri ema/ci - Calo di produzione del la(e - Variazione composizione del la(e - Acidosi - Calo di fer/lità Il comportamento dei bovini cambia molto in caos di stress da caldo, si ha una diminuzione dell’inges/one e iniziano a selezionare maggiormente i concentra/ → acidosi Dall’altra parte le bovine cercano alimen/ ricchi di acqua In ques/ casi bisogna cercare di variare le razioni, devono essere più umide e distribuite in fasce orarie favorevoli (= sera) -> fare il carico la sera e distribuire il cibo sera e maAna così essendoci più fresco le bovine mangiano di più Anche la luce è un fa(ore importante, bisogna tenere le luci accese anche la sera Si può intervenire anche con opportuni integratori (spt Na e K che vengono persi con la respirazione) Inoltre si vanno a modificare le componen/ del la(e (spt aumentano le cellule soma/che) IntervenJ - Sistemi di protezione dal sole e dal vento (es tende) -> adesso si fanno stalle aperte (NO pare/) Non si ha il problema del freddo, è il caldo il problema quindi è meglio aver una stalla aperta in modo che riescano a sopportare meglio il caldo U/lizzare coperture isolan/ così non si scalda troppo il te(o - Te9o: una porzione centrale più alta in modo da far uscire l’aria calda 11 - Ven3latori ver3cali: poco in Italia, più in America Perme(ono lo spostamento d’aria Immagine: cucce(e con cuscineA, pavimento grigliato Si vedono i ven/latori ver/cali -> sono molto rumorosi Si hanno misure specifiche per il posizionamento dei ven/latori in modo da garan/re lo spostamento d’aria - Destra3ficatori = ven/latori orizzontali Muovono grandi quan/tà d’aria e sono in grado di mantenere asciu(a la leAera - Sistemi di bagnatura: bagniamo gli animali così l’acqua evapora e abbassa la temperatura corporea -> accoppia/ a sistemi di ven/lazione in modo da ridurre l’umidità - Abbeveratoi: l’acqua deve sempre essere a disposizione - Alimento: meno fibra nella razione (più appe/bile) e integrare Na e K Evitare l’eccesso di proteina MUNGITURA = processo di estrazione del la(e dalla mammella della bovina da la(e Pra/ca necessaria sia per l’animale che per l’allevatore - Animale: non è un’aAvità piacevole ma una necessità -> conta(o ricorrente con l’allevatore, rumori fas/diosi in sala di mungitura, in caos di mas// hanno dolore - Allevatore: fa/cosa, richiede puntualità ed è un impegno con/nuo Come garan*re condizioni di benessere delle bovine durante la fase di mungitura: 1. Evitare prolunga/ tempi di a(esa prima della mungitura -> al massimo mezzora 2. Evitare aree affollate durante la fase di a(esa 3. Evitare di esporre gli animali ad un’a(esa al sole durante l’estate o ai ven/ freddi durante l’inverno 4. Me(ere a disposizione acqua di bevanda in uscita dalla sala di mungitura 5. Evitare pavimen/ scivolosi, gradini, percorsi lunghi o tortuosi 6. Evitare rumori moles/ Come garan*re condizioni di benessere degli allevatori durante la fase di mungitura: 1. Le operazioni non dovrebbero prolungarsi per più di due ore -> se si lavora troppo l’a(enzione cala e il lavoro si fa male 2. Pavimen/ non sdrucciolevoli e ben drena/ 3. Evitare pavimen/ scivolosi, grandi, percorsi lunghi e tortuosi 4. Limitare i contaA accidentali fra animale e uomo 5. OAma illuminazione dei locali ed in par/colare della buca del mungitore -> per osservare bene la mammella 6. Protezione dalle corren/ d’aria e dalle basse temperature Sala di mungitura ideale: Con la posta fissa la mungitura si fa dire(amente in sala e non più in sala mungitura -> l’animale non deve essere stressato, se ha paura potrebbe /rare calci Bovina: 12 - Rispe(o dei tempi individuali di mungitura - Minore a(esa possibile - Rispe(o dei tempi fisiologici Fa(ori che condizionano la scelta della sala di mungitura: - Numero massimo di bovine in la(azione - Disponibilità di manodopera per la mungitura - Il livello di complessità e il costo degli edifici La zona di mungitura rappresenta l 30-40 % del costo totale di una nuova stalla per vacche da la(e Con la soluzione a spina di pesce il costo medio unitario per posta è circa 10-14 mila euro Impian3 fissi in sala: 1. Tandem: fossa parallela 2. Spina: stallo inclinato rispe(o all’asse del mungitore 3. Parallela: bovine perpendicolari alla fossa del mungitore 4. Giostra: gli animali si spostano e il mungitore sta fisso Il tandem funziona meglio perché l’entrata e l’uscita della bovina è individuale -> le tempis/che di mungitura sono soggeAve e specifiche per ogni bovina Tecnica migliore per via di benessere ma la peggiore per via di ges/one e cos/ -> il benessere della bovina è rispe(ato ma non quello dell’allevatore Se si va verso soluzioni automa/zzate o con animali molto a(acca/ tra di loro, maggiore è l’efficienza (più capi che un singolo adde(o può ges/re) Cosa spinge l’allevatore all’acquisto degli AMS (= sistemi automaJzzaJ di mungitura) • Lavoro: - A(eso un miglioramento della qualità della vita a(raverso un miglioramento della qualità del lavoro - Riduzione dei vincoli di orario impos/ dagli altri sistemi di mungitura -> la presenza dell’allevatore è comunque necessaria, non può non esserci Queste a(rezzature semplicemente facilitano il lavoro - devono solo sorvegliare - Crescente difficoltà di trovare manodopera mo/vata e qualificata • Reddito: - A(esa di un miglioramento della reddi/vità dell’allevamento - Incremento di mungitura - 3 volte • Tecnologia: - Diffusione della cultura tecnologica anche nel comparto zootecnico - Progressiva evoluzione tecnologica del robot e diminuzione del prezzo d'acquisto • Cara9eris3che degli animali: - Crescente omogeneità morfofunzionale delle bovine per effe(o della selezione !! Bisogna sempre osservare la regolarità della mammella in modo che il sistema di mungitura si adaA a tu(e quelle delle bovine Vantaggi: l’allevatore impiegherà molto più tempo in altre aAvità (es rimonta) 13 Serve che il rapporto animale-allevatore sia ada(o -> un allevatore aggressivo porta l’animale ad avere a(eggiamen/ di paura e stress (scalcia) Se il comportamento dell’allevatore non cambia si avrà sempre un peggioramento progressivo che esiterà in un peggioramento della produzione 14 ALLEVAMENTO DEL VITELLONE DA CARNE L’allevamento di ques1 animali non è diviso in fasi quindi non c’è la necessità di spostarli (a differenza delle bovine da la<e) -> bisogna solo cercare di mantenere vicine i loA (= animali con la stessa storia clinica) Immagine: stru<ure semplici e modulari che contengono mol1 animali Sono molto ravvicina1 da perme<ere distribuzione dell’alimento veloce Il te<o ha due falde (pendenza), si può avere anche un camino centrale (rialzo per perme<ere la fuoriuscita di aria calda e polveri) Si hanno ampie fenestrature, si possono avere addiri<ura stru<ure aperte in 3 la1 su 4 Si hanno boxo con 10-15 capi Il pavimento è unico e ogni ricinto è separato tramite cancelli metallici La pavimentazione può essere a leAera (piena) oppure grigliato (più diffusa) -> nello stesso allevamento se si hanno 1pologie gene1che diverse allora si possono avere pavimen1 diversi Questo perché normalmente 1pi gene1ci diversi richiedono pavimen1 diversi ES Charolise: preferiscono box con leAera Limousine: macella1 a peso minore, preferiscono il fessurato Le mangiatoie sono più basse rispe<o al piano di passaggio del carro distributore, si preferiscono in generale mangiatoie con1nue -> si passa della resina sulle mangiatoie così da poterle pulire bene e togliere l’unifeed vecchio In questa stalla mancano i ven1latori orizzontali, che ormai sono presen1 ovunque Le bovine da la<e sono senza corna (tolte quando erano vitelli), mentre negli allevamen1 da ingrasso si hanno animali con le corna -> se si hanno animali senza corna in un allevamento da ingrasso vuol dire che si è in Irlanda - s)cazzi (li tagliano per evitare che durante il viaggio gli animali si facciano male - troppe ore di trasporto) In Italia il 75% di vitelloni si alleva nella Pianura Padana Si hanno grossi centri di ingrasso in Veneto, mentre gli allevamen1 di produzione vacca-vitello sono molto più sposta1 verso il Piemonte -> sono aziende miste, non specializzate all’ingrasso come in Veneto Si ha la produzione di vitelli, si svezzano con la bovina e poi si me<ono all’ingrasso - molto più rapporto con l’allevatore Sistema prevalente di produzione della carne bovina italiana - Provenienza di ristalli dall’esterno - Allevamento intensivo - Stabulazione libera di gruppo - Alimentazione unifeed - Localizzazione nelle aree agricole a vocazione maidicola (in Veneto si ha tanto mais che cos1tuisce il 50% dell’unifieed, quindi questa zona è favorita per la grande disponibilità di alimento) Allevamento del bovino da carne nelle sue fasi principali: • Raccolta dei ristalli dalle aziende e concentrazione nei centri di raccolta = Francia -> vicini ai confini in modo da essere più vicini all’Italia • Trasporto dal paese di origine verso i centri di ingrasso • Periodo di ada6amento condizionamento - Italia • Fase dell’ingrasso (unica o divisa in par1) - Italia • Carico e trasporto al macello - Italia Queste diverse fasi comportano una fonte di stress per l’animale La differenza di qualità nella fase di ingrasso è data dai seguen1 indicatori: - Performance degli animali: accrescimento e indice di conversione - Mortalità - Eliminazione an1cipata degli animali - Incidenza di diversi 1pi di patologie Purtroppo non tu<e queste informazioni sono raccolte in modo sistema1co da parte dell’allevatore, si ha maggior precisione solo nei vitelli -> è molto più controllata la bovina da la<e tramite controlli funzionali (= ogni 40 gg un tecnico - controllore - che effe<ua una verifica del la<e prodo<o da ogni singola bovina, ques1 controlli sono na1 per effe<uare selezione gene1ca in modo da dare un valore gene1co ad ogni bovina) In questo modo è più facile prende scelte ges1onali Grafico: 23 allevamen1, da1 su maschi Charolise Si hanno anche 300 grammi di differenza al giorno di accrescimento -> a parità di razza fa la differenza Ci sono cer1 animali che crescono meno (problemi di benessere?) e restano in stalla molto più tempo (consumo di cibo, maggiori emissioni ecc) = un’insufficienza tecnica si riversa in insufficienza ambientale I fa6ori che determinano questa variabilità della risposta riprodu>va degli animali: - Ges1one degli animali all’arrivo al centro d’ingrasso: non è mai chiaro il loro quadro sanitario Durante la fase d’ingrasso: - Densità di allevamento (numero capi per box) - Tipologia di pavimentazione - Tipo e qualità della razione somministrata - Modalità di distribuzione - Grado di preparazione e mo1vazione del personale adde<o alla cura degli animale Problemi lega1 alla fase di ristallo: Stress subi1: - Porta1 dai pascoli ai centri di smistamento - vengono separa1 da un sistema di vita libero al pascolo, porta1 in pos1 streA per lo smistamento - Sono in un centro dove sono a stre<o conta<o tra di loro - si hanno probabilità di contagi maggiori - 8-10 ore di trasporto In pochi giorni la loro vita cambia radicalmente (ambientale, sociale, alimentare) QUINDI in una prima fase dobbiamo cercare di creare una fase di transizione graduale ES dieta: dal pascolo all’azienda bisogna incrementare i foraggi prima di iniziare con i concentra1 In ques1 casi si ha uno stato sanitario sconosciuto ancora All’arrivo degli animali in azienda è necessario avere un luogo di ritrovo in modo che non siano inseri1 dire<amente nei gruppi pre-esisten1 (= zona di quarantena per evitare la trasmissione delle malaAe) -> spesso non c’è oppure non è troppo distanziata dagli altri bovini 1 Inizialmente i problemi sono maggiormente lega1 all’apparato respiratorio (spt BRD) 2 BRD = Bovine Respiratory disease La prevalenza della BRD è molto variabile e oscilla da un minimo del 10% in allevamen1 con una buona ges1one e può raggiungere anche la totalità degli animali in allevamento quando vi siano carenze nelle tecniche di condizionamento. Per valutare l’impa<o economico della patologia bisogna considerare che il costo medio per capo è s1mato tra i 40-90 Euro per ogni intervento terapeu1co e in caso di esito sfavorevole e decesso dell’animale al costo iniziale del ristallo (850 euro) si aggiungono i cos1 di alimentazione, 80 euro per lo smal1mento della carcassa e 50 Euro di mancato guadagno (Galmozzi et al., 2009). I ristalli che arrivano annualmente in Veneto sono circa 600.000 (BDN, 2011), ipo1zzando una prevalenza minima del 10% della patologia respiratoria ed un costo medio per capo ammalato di 65 euro il costo complessivo minimo della terapia è circa 4.000.000 Euro/anno. Se si aggiungono le perdite per mortalità e manca1 accrescimen1 i cos1 minimi della patologia possono superare i 12.000.000 di euro/anno. Metafilassi anFbioFca all’arrivo degli animali visto che non si sa lo stato sanitario degli animali -> anche fornire acqua e acqua di bevanda subito (si possono aggiungere integrazioni alimentari) Supera1 i 30-40 giorni nella stalla di ada<amento gli animali raggiungono la sala d’ingrasso Al momento non esiste alcuna direAva specifica, ma si ha un documento del 2001 che comunque è molto buono e quindi si seguono le sue direAve Potenziali cause di stress individuate nei reports per il vitellone da carne: - Limitata disponibilità di spazio/capo - Insufficiente fronte mangiatoia - Elevato numero di capi per gruppo - Pavimentazione non idonea; - Microclima ambientale sfavorevole (temperatura, umidità, THI, concentrazione di CO2 e NH3, ecc.); - Non corre<o programma alimentare e/o alimen1 di qualità non oAmale; - Interazione operatore di stalla-animale. Disponibilità di spazio/capo = se lo spazio è rido<o i comportamen1 aggressivi aumento (consideriamo che sono tuA maschi, spesso interi, con corna - un confli<o di base c’è già) I vitelloni dentro lo spazio a disposizione devono riuscire a coricarsi senza intralciare altri animali che circolano, bevono, mangiano Disponibilità di fronte mangiatoia = non dovrebbe essere < 60 cm Se è troppo piccolo si ha: - Aumento comportamen1 aggressivi -> aumentano comportamen1 di compe1zione - Maggior difficoltà di accesso alla mangiatoia con conseguente minor inges1one e minor accrescimento Numero di capi per box Gruppi di piccole dimensioni portano ad avere - Maggior stabilità sociale: se sono troppi non si riconosco se sono troppo piccoli si ha una gerarchia che non perme<e ai subordina1 di raggiungere la mangiatoia - Meno confliA - Meno stress = dimensione ideale: 10-12 animali/box Tipo di pavimentazione Si hanno a<eggiamen1 che ci fanno percepire se qualcosa non va -> annullamento del pavimento senza poi coricarsi, sequenza per coricarsi interro<a 3 Una pavimentazione scivolosa comporta: - Maggiori problemi agli ar1 - Maggior macellazioni d’urgenza • Essudato a stecche: superficie piena abbastanza larga e fessura stre<a Il pavimento è abbastanza pulito • Pavimentazioni a fori: il pavimento si pulisce bene se il foro è a tronco di cono (come vacche da la<e) In base alle 1pologie di pavimen1 si ha una durata delle transizioni diversa Nella leAera si hanno le tempis1che migliori -> ma è la scelta minoritaria a causa dei cos1 e della complessa ges1one (pulizie frequente, aggiunta di paglia) La transizione inoltre è condizionata dal peso dell’animale -> più è pesante maggiore sarà il tempo della transizione Grafico: si osserva come il tappe1no migliori in comfort rispe<o al origliato con fori o stecche = se un animale ha più comfort cresce e produce di più Si hanno poche misurazioni a riguardo, si controlla di meno il bovino da carne rispe<o alla bovina da la<e I box con leAera sono necessari per la ges1one di soggeA par1colarmente pesan1 (= coscia doppia o fassoni) che più frequentemente presentano problemi agli ir1 sopra<u<o nella fase finale di allevamento -> hanno una porzione muscolare molto elevata, che cresce maggiormente nelle fasi finali DEVONO essere messi sulla laAera -> se si u1lizza il grigliato la probabilità di infezioni agli ar1 cresce QUINDI le stalle dei bovini da carne possono essere molto diverse tra di loro, dipende dalla razza allevata !! Si ha un 36% di perdite durante il ciclo di ingrasso, dovute a problemi ar1colari o ai piedi (superata la metà del ciclo - mol1 soldi persi quindi) Categorie di problemi sanitari più frequentemente rileva1 dall’allevatore - Patologie respiratorie -Ar1-68% - Traumi (animale zoppo) -26% Un animale con queste problema1che non viene curato, va dire<amente al macello (si recupera un minimo, viene solo deprezzato) -> perché se lo curassimo e poi non funziona a causa delle tempis1che di sospensione dei farmaci non si potrebbe vendere Si evita sempre il tra<amento, vengono sposta1 in box infermeria - minor benessere dell’animale Incidenza degli animali riforma1 e macella1 d’urgenza per problemi agli ar1: colpisce maggiormente allevamen1 piccoli-medi 4 Le zoppie dichiarate dall’allevatore e osservate nel bovino da carne -> si ha una certa variabilità in base alla dimensione aziendale (= numero dei capi) Media dichiarata = 0,84 % (sarebbe una perdita minima) Animali in infermeria = 1,12 % - rapporta1 al numero totale di animale Animali con segni di zoppie = 1,80 % QUINDI si ha una notevole so<os1ma del problema da parte degli allevatori Solitamente animali con leggere zoppie vengono lascia1 nel box con il resto del gruppo, senza doverlo spostare - avranno una condizione corporea scadente rispe<o al resto del box I pun1 cri1ci dell’allevamento sono sempre l’arrivo (leAera, pulizia ecc) e l’infermeria -> ci perme<ono di capire lo stato di benessere dell’animale Elemento di approfondimento: SUOLE - non le chiede - [I piedi si presentano in modo diverso a seconda dei pavimen1 Il grigliato ha un’azione abrasiva e quindi si ha un consumo maggiore dell’unghione, mentre sulla leAera si ha una sovraccrescita dell’unghione ......] Lesioni podali: - Emorragie - 55% - Erosione - 18% - Ascesso - 7% = MalaAe meccaniche - Derma1te = MalaAa di 1po infeAvo Il bovino da carne ha una maggior prevalenza di patologie di 1po meccanico -> essendo un pavimento tendenzialmente molto pulito/disinfe<ato difficilmente si avranno patologie infeAve Hanno più problemi i maschi rispe<o alle femmine, perché pesano di più e le diete dei vitelloni sono più spinte (= più amido, può predisporre ad una maggior incidenza dell’acidosi sublicnica - collegata a problema1che del piede) Difficilmente si trovano casi singoli con problemi, solitamente è colpita un’intera par1ta Per l’idenFficazione possiamo u1lizzare la sensioris1ca = sviluppata spt per le vacche da la<e, ma si sta u1lizzando anche nel campo della carne (bisognerebbe u1lizzare sistemi meno sensibili e quindi meno costosi, in modo da portali applicare in senso generalizzato a tu<o l’allevamen1) -> per zoppie e acidosi 5 Per prevenire problemi pedali si può u1lizzare un sistema di ven1lazione, garan1scono una serie di benefici -> in caso di elevate temperature esterne, nei box con ven1latori si ha una minor percentuale di ammoniaca, cambiano gli aA respiratori e mas1catori, la leAera è più asciu<a (meno problemi podali), bevono di più (perchè sono meno stanchi non perché abbiano più sete) QUINDI i ven1latori migliorano la qualità dell’ambiente, non solo nelle vacche da la<e L’unico fa<ore incerto è l’incremento di peso ALIMENTAZIONE Dobbiamo avere più acido propionico che aceFco -> perché quest’ul1mo è il precursore degli acidi grassi del la<e mentre il propionico è responsabile dell’accrescimento. QUINDI le diete sono formulate per favorire la produzione di acido propionico = più concentra1 che foraggi Il rapporto ideale è 40% concentra1 e 60% foraggi per la vacca da la<e, mentre 50% e 50% in Europa per quelle da carne. Ancora di più in sta1 come l’America. L’aumento di concentra1 però mi espone ad un rischio di acidosi. Diete Fpo per vitelloni: COMPOSIZIONE CHIMICA L’insilato ha una notevole quan1tà di acqua, devo dare un maggiore volume ma la quan1tà di sostanza secca è la stessa. I cambiamen1 clima1ci hanno un enorme impa<o sul sistema agroalimentare in toto -> c’è più siccità di una volta, più bisogno di acqua di irrigazione (non sempre disponibile). Questo porta ad un calo della produzione e della qualità degli alimen1 che produciamo. Inoltre abbiamo più micotossine, principalmente aflatossine che si possono trasferire nel la<e (problemi nell’uomo). Altre invece possono provocare problemi podali agli animali. Il fieno è un alimento che solo i bovini/ruminan1 possono valorizzare trasformandolo in proteina nobile (la<e/carne) -> dare più foraggi perme<e un recupero di interessi, spesso ci sono accuse che sostengono che l’alimentazione dei poligastrici sia basata su cibi “so<raA” ai monogastrici Invece dando i fieni è l’unico modo per valorizzare questo so<oprodo<o -> ancora una volta le richieste del consumatore influiscono con le scelte produAve e ci avviciniamo più a quella che sarebbe l’alimentazione “naturale”. Se alimento bovini a insilato o fieno non è vero che col foraggio crescono meno. Se me<o nel foraggio anche la medica (che è un prodo<o locale) non mi serve neppure la soia -> sarò una carne più sostenibile cibando l’animale con prodoA locali e che non sarebbero commes1bili all’uomo = Accontento il consumatore e riduco le emissioni. Guardando l’e1che<a: studi sul calcolo di amido non digerito e se questo può essere usato nei digestori per produrre energia o se viene “sprecato”. Bisogna fare “precision feeding” ossia tarare la quan1tà di alimen1 per oAmizzare la dieta Con diete ricche di NSC molta a<enzione va posta sulla tecnica di preparazione unifeed • Standardizzazione e controllo della preparazione • Alimen1 miscela1 adeguatamente per evitare selezione in mangiatoia (acidosi) OAmale sarebbe pre-trinciare e usare il carro miscelatore solo per mescolarli così ho la certezza sulla lunghezza della fibra Cara6erisFche fisiche della razione: SISTEMI DI CONTROLLO • Sistemi di valutazione già largamente u1lizza1 per la bovina da la<e: i due se<ori possono trasferirsi informazioni molto rilevan1. • Setacci per la separazione delle par1celle: se mi baso solo sull’nfd e poi faccio una pol1glia e si riducono le fibre allora non ho ruminazione e torno al problema dell’acidosi. Con i setacci separo le fibre per dimensione. Esperimento: Alimentazione ad libitum (con residuo in mangiatoia al maAno) -> solo se si verifica questa condizione lo spazio mangiatoia non è importante 6 Animali della stessa età in due box con diversa accessibilità al cibo. Non c’è grande differenza nel numero di animali -> lo spazio in mangiatoia diventa importante solo se non do abbastanza cibo agli animali. Gli allevatori di solito distribuiscono un po’ meno cibo in maniera tale che la mangiatoia alla fine rimanga pulita per quando passano con il carro miscelatore -> questo però crea un’aspe<a1va di cibo nell’animale. Quando sentono il carro tuA gli animali si presentano in mangiatoia -> sto favorendo un comportamento gregario che però implica che debba garan1re loro maggiore spazio. Se invece lascio il residuo ho una rotazione degli animali che vanno a mangiare e lo spazio in mangiatoia non è più un fa<ore cri1co. Inoltre gli animali mangiano in maniera più tranquilla e alternano l’alimentazione con momen1 di decubito e ruminazione. 7 Con la distribuzione automa1ca rispe<o a quella con il carro miscelatore favorisco inges1one non nelle ore centrali della giornata -> in questo momento invece ho più animali in decubito. Si osservano anche minori insul1 alla mucosa ruminale (minori segni di acidosi) a parità di razione. Non c’è differenza nella quan1tà ingerita. - Di ques) da) non ci sono le slide perché sono ricerche che sta facendo ora la prof pallosa - Presenza di residuo alimentare in mangiatoia e sua gesFone (risultaF di una indagine condo6a in 50 allevamenF nel 2010) Solo l’8% abbonda, il resto non lascia residui perché non hanno voglia di pulire la mangiatoia. Non esiste una legislazione ver1cale!! -> Ci sono raccomandazioni su spazio, fronte mangiatoia, microclima e alimentazione Es. Charolais: si macella a 700kg circa. -> gli servono 4,5 metri quadri MA questa NON è legge, è una raccomandazione. Non è uno spazio eccessivo, è giusto, ma pochissimi allevamen1 concedono questo spazio. Di solito danno più spazio a quelli su leAera rispe<o a quelli su griglia? -> questo per facilitare la pulizia delle leAere BENESSERE DEI VITELLI Categoria importante, ha una legislazione ver4cale e inizia la sua vita negli allevamen4 tra6a4. Produzione del vitello in Italia Nasce nell’allevamento familiare, lo si cresceva per autoconsumo. Venne a:vata una poli4ca europea sugli eccessi di prodo:: AGEA: comprava sul mercato prodo: che stoccava -> questo portava una minore disponibilità e un È una dire:va molto precisa per il vitello a carne bianca. 8 aumento del prezzo Le eccedenze di la6e venivano disidratate e stoccate Ma non sapevano a chi far consumare questo prodo6o -> inizia la vendita del la6e in polvere Da queste aberrazioni nasce l’allevamento industriale del vitello (da quello familiare) La carne di vitello nasce quindi da un mercato da cui è richiesto: la6e che non so dove me6ere, vitelli che non so dove me6ere, carne di vitello molto appe4bile e digeribile Prodo3o del vitello in Europa = circa 7 milioni di capi all’anno Produ6ori storici: Olanda, Francia, Italia Produ6ori emergen4: Spagna, Polnita - Olandesi producono e non mangiano - Problema dell’inquinamento dell’acqua – sopra6u6o perché sono so6o il livello del mare. Hanno iniziato a produrre ??? (12.51) Il sistema tradizionale di allevamento prevede: - 1° se:mana: dieta la6ea - 8° se:mana: dieta mista - 1 anno: dieta solida 1 STRUTTURE DI ALLEVAMENTO Passato: Stru6ure tu6e il legno Poste molto piccole, vitelli lega4, stalle poco ven4late e buie -> se tengo il vitello al buio farà carne più bianca Questa era la situazione fortemente cri4cata dagli animalis4 Si vedono i griglia4 di legno solleva4 di circa 30cm La pia6aforma però era troppo corta, il vitello è quasi “agganciato” con l’arto alla fine della griglia e con i posteriori arriva fino alla corsia La gabbia era troppo piccola e non concedeva un decubito confortevole Tagliavano la coda per un fa6ore “este4co” -> li faceva apparire più tondi A3ualità: Ora ci sono box di gruppo, devono avere uno spazio minimo e devono essere seguite regole alimentari specifiche. Veneto e Lombardia hanno tecniche di allevamento efficace. -> quello che ha fa6o la grossa differenza è il cambio dell’alimentazione = NON solo la6e Norme minime per la protezione dei vitelli Quella del 2008 sos4tuisce tu6e le prime, le ha recepite tu6e. Sul benessere si è lavorato molto e per step -> molto a rilento per il vitello perché c’era il 4more che potesse peggiorarne la qualità o diventasse addiri6ura impossibile produrne. Interven4 per la protezione dei vitelli. Per quanto riguarda la stabulazione ci sono cara6eri analoghi a quelli del vitello da ristallo, per il resto sono tu6e cara6eris4che esclusive di questo allevamento. 2 STABULAZIONE nel sistema tradizionale Sulla stalla si è intervenuto quando si è capito che le dimensioni delle gabbie6e non erano mai state modificate anche se erano cambiate le tecniche di allevamento -> da qua è nata tu6a la problema4ca del benessere, non era una situazione risolvibile tramite cambio volontario, serviva una norma!! Infa: il peso medio dei vitelli alla macellazione nel 1980 era di 160kg, 2005 di 240kg -> c’è stato un aumento della durata di allevamento e del peso finale senza alterazione delle stru6ure Le norme minime per l protezione dei vitelli hanno imposto cambiamen4 al: - Tipo di stabulazione - Sistema di alimentazione Stabulazione: norme vigenC • Nessun vitello di età superiore alle 8 se:mane deve essere rinchiuso in un recinto individuale • Vitelli in box di gruppo devono disporre di una superficie minima capo di: - 2,5mq/capo fino a peso vivo di 150kg - 1,7mq/capo per peso vivo 150-220kg - 1,8mq/capo per peso vivo > 220kg • Nessun vitello può essere legato alla catena -> ma possono essere chiusi/lega4 nella fase di distribuzione degli alimen4 !! I vitelli in svezzamento (da rimonta e in ristallo) devono rispe6are queste regole 3 RecinC individuali per vitelli in svezzamento Foto 1: Va bene per le prime 8 se:mane di vita, pra4cando dei fori nei tramezzi di separazione (per far interagire i vitelli almeno visivamente). Parte posteriore in le:era, davan4 un le:no con secchio per il la6e e mangiatoia per il solido Foto 2: Gabbie vecchie, la superficie è molto rido6a. Va bene solo per il primo mese, fori nei tramezzi. Secondo la norma4va i vitelli non possono essere lega4, quindi queste situazioni non sono a norma. E’ necessario che questo 4po di allevamen4 (vacche da la6e a stabulazione fissa) si do4no di box o apposite gabbie6e per l’allevamento delle vitelle !! Vitelli lega4 nella corsia dietro le vacche: NO Vietato in generale tenerli lega4, anche nella situazione di sinistra dove sembrano “sereni” Come si è arrivaC ai box? Dimostrando che non c’era rischio sanitario per i vitelli Performance: Nella prima fase di vita non sembra essere molto impa6ante l’isolamento: tra 0 e 84 giorni crescono allo stesso modo. Dopo gli 80 giorni addiri6ura nel box di gruppo crescono di più che in quello individuale. Questo si spiega: • Nella prima fase di vita il vitello sta con la madre e non ha comportamento sociale con altri • Nella seconda parte invece ha la componente sociale -> sta meglio e ha migliori performance di crescita Se i vitelli mangiano la stressa quan4tà di la6e, la differenza di termine di accrescimento è data dallo stress -> crescono in più gli animali in box, non perché mangino di più ma perché sfru6ano meglio l’alimento che viene fornito Cer4 allevatori hanno convinzioni sbagliate, con4nuano con certe pra4che quando portano solo a perdite per l’allevamento Pulizia degli animali Con il grigliato scivolano giù le feci Anomalie comportamentali Tongue rolling (la girano) o playing (fuori dalla bocca) -> stereo4pie che si vedevano spessissimo prima di queste modifiche Stare in box (= socialità) diminuisce le stereo4pie (segno di stress), hanno una miglior pulizia Cross-sucking: gli allevatori temevano che questo comportamento si accentuasse con l’allevamento in box È in realtà legato a una scarsa assunzione di la6e tramite la te6arella -> l’animale lecca la zona uro-genitale dei compagni. Dipende quindi dalla modalità di distribuzione dell’alimento -> l’animale non riesce a soddisfare il bisogno di recuperare il la6e in maniera ‘naturale’ All’interno del box di gruppo possono assumere 4 posizioni confortevoli che diminuiscono lo stress: - Decubito laterale con tu: gli ar4 estesi - posizione di massimo relax -> studi adergano che questa posizione perme6a un maggior rilascio di ormoni della crescita quindi favorisca l’accrescimento - Decubito sternale con la testa reclinata e ar4 raccol4 Sideremia: ferro nel sangue I valori sono più al4 nel box di gruppo (nega4vo per l’allevatore) -> questo perché il movimento del vitello nel box di gruppo determinata una maggior efficienza dell’u4lizzo del ferro alimentare da parte dell’organismo, nonostante i due gruppi (individuale/box) abbiano le stesse diete con lo stesso ferro Resa alla carcassa: Il movimento del vitello porta a un miglioramento delle prestazioni dell’organismo con conseguente maggior efficienza dell’u4lizzo del ferro e minor anemia Tramite la siderea è possibile predire il colore della carne al macello Ora si ha nel mercato una carne rosata, per garan4re un minimo di ferro e benessere al vitello ->NONcomelafotoinaltoasx 5 STABULAZIONE: Cpo di pavimentazione - Grigliato in legno - Grigliato in cemento - Grigliato coperto con gomma In alcuni casi c’è la le:era, ma è difficile da u4lizzare (serve un allevamento pensato apposta) Qualità dell’aria: è importante monitorare l’ammoniaca - Deiezioni più liquide - Deiezioni che producono molta ammoniaca Il valore sogna individuato dal report EFSA è di 6 ppm di ammoniaca -> il 20% degli allevamen4 presenta valori superiori Importanza della numerosità del gruppo entro box -> può diventare un problema durante la distribuzione del la3e - Secchio: l’animale entra in ca6ura singolarmente e beve la sua dose di la6e Finché l’animale non finisce la sua dose non viene liberato, chi ci impiega troppo tempo viene controllato (stato delle mucose, temperatura ecc) - Truogolo: i vitelli entrano tu: insieme a bere il la6e da una mangiatoia comune ->nonsivedechinebevedipiùechidimeno Per ridurre le perdite conviene fare piccoli gruppi (circa 5 animali) - Distributore automa4co: il vitello viene riconosciuto tramite microchip e riceve la sua dose di la6e Asseconda il bisogni del vitello frazionando la dose Poco diffusa perché costosa e perché limita il numero di vitelli QUINDI la numerosità del gruppo è fortemente influenzata dalla modalità di distribuzione degli alimen4 6 Immagine: vitelli in ca6ura che mangiano dal loro secchio Modello Veneto = maggior garanzia di salute degli animali Immagine 2: modello olandese (bresciano/lombardo) I vitelli bevono il la6e in comune, il truogolo una volta terminato il la6e viene riempito da alimento secco Il box non ha ca6ure e i vitelli sono liberi di circolare, tranne le prime 8 se:mane -> vengono inseri4 in mini box all’interno del box grande Il ripiano sopra i box è dove vengono appoggia4 i cancelli Dopo le 8 se:mane i cancelli vengono rimossi e i vitelli sono in gruppo QUINDI le prime 8 se:mane sono controlla4 per quanto riguarda l’alimentazione, dopo invece si possono avere forme di compe4zione = risparmio dei cos4 di produzione, acce6ando rischio di disomogeneità tra animali Perme6e un maggior risparmio di manodopera Immagine 3: distribuzione automa4ca ALIMENTAZIONE: norme vigenC Ai vitelli deve essere somministrata un’alimentazione adeguata alla loro età e al loro peso e conforme alle loro esigenze comportamentali e fisiologiche, onde favorire buone condizioni di salute e benessere, pertanto: 7 - Il tasso di emoglobina non deve scendere al di so6o dei 4,5 mmol/l /7,5 g/dl) - Dopo la 2° se6 di età deve essere fornito un quan4ta4vo crescente di alimen4 fibrosi (da 50 a 250 g) Cri4cità che ancora si possono riscontrare rela4vamente all’alimentazione per il benessere del vitello da carne: • Emoglobina: secondo il report EFSA il valore di emoglobina non è ancora rispe6ato al 100% Un vitello anemico si ammala e non rende, si deve mantenere un valore limite con un valore o:male al momento della macellazione -> la fase cri4ca sono le ul4me se:mane di allevamento • Fabbisogni di acqua di bevanda: NON compete con il consumo di la6e -> anzi è molto importante quando iniziamo ad aggiungere i solidi nella dieta Grafico: la disponibilità di acqua diminuisce la manifestazione delle stereo4pie orali Influisce anche sullo sviluppo delle papille ruminali -> nelle diete con paglia la presenza di acqua è essenziale per il corre6o sviluppo delle papille Nei mesi caldi un vitello beve dai 15 ai 20 litri di acqua al giorno • Tipo di la6e (% di la6e magro) • Somministrazione di elevate quan4tà di alimen4 solidi • Parziale sos4tuzione del la6e con solidi a base proteica (soia) Piani alimentari tradizionali per i vitelli: Da dove siamo par@@? - Alimentazione esclusivamente a base di la6e - U4lizzo di elevate percentuali di la6e magro - Somministrazione di granella di mais occasionale - Assenza di acqua di bevanda Risulta@: • Buone prestazioni produ:ve • Carcasse ben conformate • Carcasse a carne di colore molto chiaro MA si ha un forte impa6o nega4vo sul benessere animale - Alta incidenza di diarree - Mol4 interven4 di correzioni con ferro per eccessiva anemia - Alto numero di tra6amen4 per problemi respiratori - Stre6a dipendenza con aziende produ6rici di la6e - Pessima immagine del comportamento agli occhi del consumatore QUINDi si sono effe6ua4 studi basa4 sulla somministrazione di alimen4 solidi ai vitelli a carne bianca = Chian Management of Veal Calf Welfare L’UE ha finanziato tra ’97 e il 2002 un proge6o di ricerca basato sugli effe: degli alimen4 solidi sul benessere degli animali e sul colore della carne -> sono sta4 testa4 mol4 4pi di alimen4 con cara6eris4che chimiche anche molto diverse in termini di 8 contenuto di fibra, amido, ferro Italia: abbiamo testato granella di mais, polpe secche di bietola, paglia trinciata -> la paglia è stata scelta rispe6o al fieno perchè si hanno differenze nel contenuto di ferro, la paglia è fibrosa ma ha basso contenuto di ferro Grafico: l’accrescimento medio giornaliero: - Granella di mais: maggior accrescimento - Paglia è in una situazione intermedia - Polpe di bietola: come la granella -> chi si alimenta con solo la3e cresce molto meno a: valori più alte b: valori più bassi ab: intermedio Pulizia degli animali e dei pavimenC in relazione al 4po di alimentazione: Più un alimento è concentrato (quindi ha meno fibra), maggiore sarà lo stato liquido delle feci e quindi gli animali risultato più sporchi e imbra6a4 -> con la paglia si imbra6ano meno rispe6o alle polpe di barbabietole - La6e + paglia: feci più consisten4, pavimen4 asciu:, animali puli4 - La6e + polpe: feci più liquide, pavimen4 più bagna4, animali sporchi Grafico: con l’introduzione di alimen4 solidi sono diminuiC i tra3amenC col ferro e con i farmaci -> gli animali stanno meglio, hanno un’alimentazione più vicina ai fabbisogni fisiologici COMPORTAMENTI AI PASTI • StereoCpie: nei vitelli e nei suini, le stereo4pie aumentano significa4vamente nelle fasi che precedono o seguono il pasto -> quindi le osservazioni non devono durare tu6a la giornata, osserviamo solo 1h prima e dopo la distribuzione del la6e Grafico di sx: stereo4pie in base al momento della giornata e in base al 4po di alimento ricevuto - Solo la6e: le stereo4pie sono alte - La6e + paglia: porta ad una diminuzione (più efficace delle polpe di bietola) • MasCcazione: si ha un trend di decrescita di interesse nei confron4 della paglia fino alle 23° se:mana • Autopulizia: non necessaria ma comportamento indo6o La6e + polpe: più alta - forse perché l’animale ha più sete e manifesta così il suo disagio -> in generale tende a decrescere • ContaT col secchio: il conta6o è maggiore negli animali che si alimentano con solo la6e, perché una volta che hanno finito non sanno cosa fare e lo u4lizzano come arricchimento ambientale Livelli di emoglobina: a diverse età dei vitelli U4lizzato come parametro per predire il colore della carne I valori più bassi si hanno nei vitelli che mangiano paglia+la6e e anche nei vitelli alimenta4 con solo la6e -> i valori bassi di paglia+la6e si gius4ficano a causa della scarsa disponibilità di Fe nelle fon4 di origine vegetale (l’alimento è troppo fibroso) Grafico dx: valutazione del livello di emoglobina nel sangue in base alle somministrazioni di Fe Le polpe sono l’alimento che con4ene più ferro, il la6e quello che ne ha meno, mentre paglia e granella di mais hanno all’incirca la stessa quan4tà MA se ci si alimenta con la paglia si assume meno ferro perché questo Fe non è biodisponibile (non si u4lizza), mentre nelle granelli di mais si assorbe meglio 9 CONTROLLI AL MACELLO: Valutazione di: - Resa: rapporto peso carcassa/PV Poche differenze significa4ve - Colore: valutazione sogge:va Cambia di molto in base all’alimentazione Il colore è più scuro nelle polpe di bietola, i più bassi e simili sono con le diete di solo la6e oppure la6e+paglia = rifle6e i da4 della misurazione dell’emoglobina, ma è incoerente con la composizione chimica degli alimen4 (più alta polpe di bietola, intermedio paglia, basso granella di mais e il più basso solo la6e) Dipende dal fa6o che il Fe negli alimen4 vegetali non è sempre biodisponibile, biondi alimen4 fibrosi come la paglia non sono responsabili del cambiamento di colore della carne Ques4 da4 sono conferma4 anche dalla valutazione strumentale (= ogge:va) tramite colorimetro - Solo la6e: alta luminosità, basso indice di rosso -> parametri migliori con poche variazioni di colore e o:me performance - Polpe di bietola: indice di rosso alto Al macello si osserva anche il sviluppo del rumine Possibili rilevazioni di cara6ere anatomo-patologico del rumine: - Placche: associate a condizioni di acidosi cronica - zone assomigliate senza papille, possono rompersi e far passare microorganismi dal rumine al torrente circolatorio -> non determina la morte dell’animale solitamente - Ipercheratosi: ispessimento delle papille, è una difesa per l’acidosi Rilevazioni di cara6ere anatomo-patologico a livello di abomaso: - Mucosa ruminale - Zona di passaggio - chiusura dell’esofago verso lo stomaco ghiandolare -> zona che si lacera facilmente 10 Pesi prestomaci: rumine e re4colo si sviluppano meglio con un’alimentazione fibrosa (più solido nella dieta) Numero di vitelli con pilobezoari (= aggregazioni di pelo compa6e, forma tondeggiante) -> l’alimento solido perme6e di non accumulare ques4 peli all’interno dell’abomaso, se si fornisce una dieta di solo la6e ques4 pilobezoari si accumulano e raggiungono dimensioni maggiori Si pensava di trovare più problemi nel gruppo la6e, -> l’alimento solido più avere un’azione abrasiva sulla mucosa abomasale Si hanno par4celle sminuzzate ma altre rimangono con dimensioni maggiori !! Su una buona percentuale di vitelli al macello si trovano spesso erosioni/infiammazioni/ulcere -> poi lo schema a torta spiega la ripar4zione in percentuale della 4pologia di dieta Ulcere: 52/134 Erosioni: 48/134 Infiammazioni: 71/134 In generale non si è individuato un alimento o:male/perfe6o ma è meglio u4lizzare dei mix con paglia/ mais Evoluzioni più recenC nei piani alimentari per vitelli a carne bianca - 2005-08 Grafico: andamento del costo del la6e in polvere 2007-08 aumento dei prezzi, quindi il costo per alimentare i vitelli è cresciuto mol4ssimo Grafico 2: andamento costo della polvero di siero 2007-08 aumento dei prezzi = la dieta unicamente liquida era diventato troppo costosa in questo periodo, quindi spontaneamente gli allevatori hanno iniziato a cambiare la dieta aggiungendo elemen4 solidi -> inoltre si ha un uso minore di la6e magro e si inizia ad u4lizzare la6e di origine vegetale 11 Inizia ad essere somministrata una maggior quan4tà di alimento solido -> simil-svezzamento In questo modo la carne cambia colore, oggi non si ha più il vero vitello a carne bianca ma è più rosata Si ha un proge6o di ricerca (= SPAI-VIT, sviluppo piani alimentari alterna4vi per vitelli) -> combinazione di diete diverse con solidi diversi più ada: ai vitelli - Individuare alimen4 soldi da somministrare ai vitelli - Individuare la quan4tà o:male di solidi da somministrare - Somministrare meno la6e Il piano ideale dal punto di vista dell’allevatore - La6e 50% di polvere di la6e magro - Granella di mais a volontà (circa 120kg) Piani alimentari a confronto: 4 4pologia diverse, gli ul4mi due contengono anche la soia IN GENERALE si è diminuita la proteina del la6e tramite altri alimen4 Vantaggi: - Maggiori performance di crescita - Migliori performance di macellazione - Comportamen4 anomali e stereo4pie rido6e 12 Svantaggi: - Colore delle carcasse in par4colare con solidi diversi dalla granella - A6enzione alle alterazioni ruminali Grafico: la linea del mais (gialla) sale per poi scendere tan4ssimo Tanta soia: carcasse molto scure (inacce6abili) La fase nel quadrato evidenzia la fase di svezzamento - dai 120 gg inizia ad aumentare l’emoglobina -> più il piano alimentare si avvicina ad una condizione fisiologica, maggiormente questo evento si enfa4zza Con lo svezzamento si ha un’alta a:vità del rumine, i microrganismi si sviluppano e trasformano maggiormente il Fe iniziandolo ad u4lizzare in modo efficiente - per quello si alza il livello di emoglobina Nelle diete in cui si aggiunge solo mais inizia ad esserci un rifiuto del la6e, mentre se aggiungiamo altri elemen4 come soia ecc si beve più la6e Con la somministrazione dei solidi ai vitelli a carne bianca ha risolto i problemi di benessere? Alterazioni ruminali: ipercheratosi, placche ruminali, ulcere -> sempre presen4 Grazie alla legislazione si sono cambiate le stru6ure e grazie alla legge di mercato si è cambiata l’alimentazione 13 BENESSERE degli ANIMALI DA RIMONTA negli allevamen7 di BOVINE DA LATTE Come faccio a capire che ci sono problemi di ges3one e di benessere per la rimonta? = età al primo parto Nelle frisone solitamente il primo parto è a2anni -> si può an3cipare, ma l’animale deve aver raggiunto una certa conformazione/peso in modo da riuscire a reggere lo sforzo del parto laCazione Se > 26 mesi = scarsa efficienza della bovina L’età al primo parto è un: - Marker di performance zootecniche - Animal Based Measure di benessere animale - Strumento di performance economiche Se non si traCano bene i vitelli dalla nascita si avrà una crescita inadaCa della bovina che quindi produrrà poco laCe in futuro -> gli allevatori non si rendono conto degli errori nella ges3one 14 Il vitello con3nua ade essere considerato un soCoprodoCo quindi si ha trascuratezza delle prime fasi di vita dell’animale Tasso di rimonta della Frisona italiana = 30% -> in realtà la rimonta è più alta (circa ogni 2 anni si cambia tuCa la mandria) Il guadagno dell’azienda NON arriva solo dalla vendita di laCe, ma anche dalla ges3one della mandria e quindi della rimonta (i cos3 della rimonta raggiungono circa il 25% dei cos3 totali) QUINDI una buona ges3one porta ad avere guadagni maggiori Buone pra3che da seguire per garan3re salute e benessere del giovane bes3ame: - ACenzione al vitello fin dalle prime ore di vita - StruCure adeguate con eleva3 standard di pulizia e igiene - Piani fallimentari realmente rispeCosi dei fabbisogni di accrescimento PROBLEMI: • SoCos3ma del problema di: - Patologie - Mortalità • Non è percepita la relazione tra mortalità reale e mortalità percepita -> si possono perdere vitelli ad alto valore gene3co • 94% degli allevatori considera normale a Raccolta da3 nel Veneto: In generale si ha una mortalità alta nei vitelli (sistema immunitario debole) - 10% - ma in questa raccolta da3 si nota che le percentuali di mortalità sono molto più alte - 27% Nel grafico di destra si evidenziano le mortalità tra i 12-24 mesi, questo comportano perdite eleva3ssime per l’allevatore che ha cresciuto ques3 animali per più di un anno spendendo mol3 soldi per poi non guadagnarci nulla vere al3 tassi di mortalità dei vitelli > 9% Il rischio di mortalità è più alto all’inizio, ma si ha variabilità BOX PARTO: bisogna far nascere il vitello in una zona parto accogliente e pulita per la bovina Ideale: - Box singolo - 10-12 metri quadri per animale - Leeera in paglia pulita, cambiata ad ogni parto - Usata solo per UN parto (aCenzione alla trasmissione di malaee tramite gli invogli fetali) !! NO leeera permanente 1 I vitelli muoiono per diverse cause: - Patologie enteriche - 32% - Patologie respiratorie - 47% Dipende da: - Modalità di somministrazione del colostro - Disinfezione cordone ombelicale - Igiene del box parto - Dimensione aziendale - Stagione - Stabulazione dei vitelli - AddeCo ai vitelli: tenere sempre lo stesso personale preparato, che conosce anche le abitudini dei vitelli Colostro: i vitelli nascono senza an3corpi e tramite il colostro (immunità passiva) si ha il trasferimento anche di faCori di crescita ecc che permeCono un buon sviluppo del vitello Regole per la colostratura: • Tempo: entro 6h dalla nascita (assorbimento massimo) • Quan?tà: almeno 3L • Temperatura: 35-38°C • Qualità: almeno 50g/L Il colostro può avere qualità diverse, a seconda della ges3one dell’asciuCa, numero par3 della bovina ecc -> purtroppo gli allevatori non effeCuano mai controlli di qualità del colostro (es numero immunoglobuline) Se un colostro è scadente non lo u3lizziamo e invece si fornisce un colostro di qualità maggiore conservato Colostro scadente: - Aumento insorgenza patologie: spt intes3nali - Minori crescita perché si ha minor assorbimento intes3nale - Aumento dell’età al primo parto perché la vitella non raggiunge il peso adaCo - Minor produzione alla 1° e 2° laCazione - Aumento mortalità L’età al primo parto è un oemo indicatore della ges3one della vitellaia e dell’allevamento in generale - Assunzione NON adeguata del colostro = minor trasferimento dell’immunità passiva Un vitello non è ben immunizzato se ha i livelli di immunoglobuline < 10 g/L dopo 3 gg dalla colostratura Il valore migliore è ≥ 16 g/L Indagine: il 41% degli animali delle aziende analizza3 ha un’immunità insufficiente PERCHE’? L’immunità del vitello dipende dalla qualità del colostro e anche dalla modalità di somministrazione (spt) 2 Separare il vitello dalla madre non è una pra3ca che favorisce il benessere animale - Separato dalla madre - SoCo madre Trasferimento dell’immunità passiva - Ar?ficiale: vitello separato dalla madre subito - Naturale: vitelli non aiuta3 lascia3 con la madre - Misto: il vitello viene lasciato con la madre per il colostro, poi viene somministrato laCe ar3ficiale Si hanno modificazioni del comportamento in base alla modalità di somministrazione del colostro -> la soluzione migliore è data dalla separazione dalla madre Il sistema misto porta ad avere un maggiori vocalizzazioni, perché il vitello si abitua a stare con la madre e poi lo separiamo STRUTTURE per vitelli • Facile da pulire Immagine 1: secchi facili da sganciare e pulire Considerare la biosicurezza • Adeguatamente aCrezzato: copertura a terra per non avere freddo (es lampada riscaldante) • Box mul3pli: Gruppi omogenei e piccoli (circa 5 vitelli) con ampi spazi -> evitare di sommare gli stress da svezzamento + cambio di stabulazione Cercare di raggruppare vitelle già svezzate a 8 seemane • Spazio: non farli mangiare in spazi dove si può camminare, altrimen3 altri vitelli danno fas3dio • Aria e luce: PIANO ALIMENTARE Nelle femmine da rimonta non si hanno piani ben defini3, perché gli 3 allevatori sono pigri e danno razioni di altre bovine a loro con delle modifiche minime Inoltre dovrebbero monitorare il loro peso corporeo (anche solo BCS) per vedere se la dieta è adeguata, ma non lo fanno -> in generale a 24 mesi dovrebbero aver raggiunto l’85% del peso da adul3 E’ importante il peso ai 14 mesi perché è quando va inseminata Bisogna pensare a un piano alimentare specifico per l’allaQamento dei vitelli QUINDI vitello separato dalla madre e colostro dato ar3ficialmente, POI si alimentano con: • 2 pas3 al giorno - circa 3L a pasto • Orari regolari per termoregolazione Possiamo u3lizzare: - LaCe materno: a. Salubre b. Di scarto - LaCe ricos3tuito: a. A base di laCe (= in polvere) b. A base di siero c. Senza laCe Piano 3pico di u3lizzo del laCe in polvere: I primi giorni si ha una somministrazione ridoCa, poi si sale per poi riscendere sos3tuendo il laCe all’alimento solido Si è osservato che il laCe materno è meglio rispeCo al laCe sos3tu3vo Tipologia di laQe: valutazioni economiche e sanitarie Nei vitelli maschi si hanno perdite di performance se si u3lizza il laCe alterna3vo Pun3 cri3ci alimentazione vitelli: 1. Somministrazione del colostro 2. Scelta del laCe da dare 3. Modalità di svezzamento (come fornire i solidi) 4. Alimentazione post-svezzamento -> purtroppo si u3lizza il carro dell’asciuCa (livello energe3co basso, quan3tà di proteina bassa) senza avere un carro specifico per loro - regolano solo la quan3tà di alimento in base al peso della manza NON rispeCano i fabbisogni nutrizionale, lo fanno per comodità -> questo gius3fica le età diverse al primo parto, perché si hanno piani alimentari non oemali per l’accrescimento = animali che riducono le performance 4 Il 44% di allevatori vaccina le vacche in asciuCa contro le diarree dei vitelli, per poi somministrare male il colostro e quindi sono sta3 soldi per la profilassi per nulla = perdite economiche -> poi devono compensare spendendo ancora più soldi in profilassi an3bio3ca - 68% Migliorare la colostratura: Prima: 50% vitelli mal immunizza3 ACraverso la presenza di una persona fissa che monitorava l’immunità passiva hanno capito che somministravano troppo poco colostro -> aumentando le dosi hanno ridoCo sensibilmente il numero di vitelli mal immunizza3 QUINDI somministrazione colostro, pulizia gabbieCe, piano alimentare BENESSERE SUINI NORME VERTICALI per la protezione dei suini: Dire'va 2008 che fornisce le norme minime Si è fa7o un lavoro globale che comprende tu7e le fasi di allevamento = approccio integrale Tipi di allevamento dei suini: 5 - Ciclo chiuso: tu7e le fasi nella stessa stru7ura -> scrofe, rimonta, verri, sale parto, svezzamento, gestazione QUINDI si ha una visione globale del ciclo inserendo norme minime in ogni fase - Ciclo aperto: In generale l’allevamento del suino è molto più diffuso e quindi più studiato Obie%vi delle norme: Si basano sul benessere e la protezione dell’animale, NON sulla reddiNvità e sul guadagno dell’allevatore (a differenza dei bovini che invece si basano su accrescimento, produzione la7ea ecc) • Prevenzione di comportamenN che possono essere lesivi per gli animali - Mosaicatura della coda - Masaicatura dell’orecchio - Confli' • Prevenzione di comportamenN che sono indice di frustrazione - MasNcazione a vuoto - Ina'vità - Mordere le stru7ure • Favorire la manifestazione di comportamento Npici della specie - Grufolamento - Esplorazione - Nest building (scrofe) - si costruiscono il nido in prossimità del parto Report importanN dell’EFSA: riguardo praNche che possono causare dolore - Taglio della coda - Castrazione: per qualità del prodo7o ProblemaNche di benessere comuni a tu7e le categorie di suini: - Disponibilità di spazio - Cara7erisNche della pavimentazione - Accesso a cibo e acqua - Riduzione dello stato di noia - Condizioni ambientali (temperatura, umidità, luminosità, concentrazione ammoniaca) Si hanno indicazioni generali e anche indicazioni specifiche legate alla fase di produzione: SCROFAIA • GesNone dei gruppi non coetanei: non si hanno stalle di primipare, pluripare ecc • GesNone della riproduzione: fecondazione, gestazione • Stru7ure dedicate al parto: aree delicate, si hanno categorie diverse da gesNre scrofe + suine' • Modalità di svezzamento: separazione scrofa-suine' • MuNlazioni zootecniche: taglio della coda, denN e castrazione - lezione a parte SPAZIO Immagine 1: suini a'raN da una fonte di interesse - i suini sono simpa4ci e vivaci, sono unici - Dalla foto si intuisce una densità di allevamento elevata Decreto legislaDvo 07/07/2011 n. 122 Principi generali della normaNva sullo spazio: - I box colle'vi devono avere una zona confortevole, pulita e asciu7a che perme7a a tu' i suini di stare 1 distesi contemporaneamente - I suini devono poter riposare e alzarsi con movimenN normali e devono porte vedere altri suini (con esclusione del periodo del parto) Se<ore ingrasso Si ha una normaNva che definisce la superficie disponibile in base al peso dell’animale Tabella: si deduce che è pensata solamente per il suino leggero -> oltre 110 ovvero > 160 kg (= suino pesante) Si hanno spazi troppo piccoli per i suini pesanN = malessere e danno economico (animali stressaN) Se<ore della gestazione: fase delicata La scrofa viene separata dai suine' a 21 o 28 gg dopo il parto -> la separazione dai suine' blocca la la7azione (regressione a'vità mammaria) e uscita dalla sala parto la scrofa ci me7e 3-5 gg a tornare in calore per essere ingravidata e ricominciare il ciclo riprodu'vo - Assicurare benessere e tranquillità agli animali - GaranNre l’esa7a ingesNone alimentare per capo: non devono ingrassare troppo - Limitare la mortalità embrionale e gli aborN da traumi/stress - Facile il controllo e la movimentazione degli animali STRUTTURE • Stalla con poste individuali: dopo la norma non si uNlizza più Assomiglia molto alla stabulazione del vitello da carne bianca -> ogni scrofa ha il suo stallo che è aperto dietro Per farle star ferme bisognava legarle con la catena DavanN pavimento pieno, dietro pagamento grigliata - Facilità di controllo e intervento degli animali - Facile gesNre il razionamento alimentare - Bassa incidenza di aborN per traumi o stress sociale Immagine: si vede la facilità con cui passa il verro, l’allevatore è comodo per rilevare il calore 2 Con la normaNva benessere si è tolto l’u@lizzo della catena per tenere ferme le scrofe alla posta e inoltre inserirle in un box singolo • Recin@ individuali: Scrofa chiusa dentro un mini-box con un cancello dietro, in questo modo la scrofa non viene legata Ora i cancelli chiusi dietro sono staN sosNtuiN con cancelli aperN, in modo da rendere più praNche le praNche di fecondazione e anche l’individuazione del calore (immobilità della scrofa) La norma afferma inoltre che: - Le scrofe e le scrofe7e sono allevate in gruppo nel periodo compreso tra 4 se'mane dopo la fecondazione e una se'mana prima della data prevista dal parto -> si ha una fase in gruppo una fase individuale Nella zona di gestazione prima del parto sono da sole, inc seguito al parto vengono fecondate e stanno qua altre 4 se'mane nei recinN individuale per poi passare ai box di gruppo - I laN del box devono avere una lunghezza di almeno 2,8 m (o di almeno 2,4 m per box con < 6 capi) -> con box con pochi animali si hanno maggiori problemi di aggressività Si hanno sogge' più deboli che vengono presi di mira, oppure animali parNcolarmente aggressivi che rompono a tu' in poche parole = un gruppo più elevato perme7e una diluizione maggiore - Il sistema di alimentazione deve garanNre che ciascun animale o7enga mangime a sufficienza senza essere aggredito - Scrofe<e dopo la fecondazione: almeno 1,64 m2/capo di cui almeno 0,95 a pavimento pieno - Scrofe: almeno 2,25 m2/capo di cui almeno 1,3 a pavimento pieno - I valori totali di superficie devono essere aumentaN del 10% se il gruppo ha almeno 6 capi e possono essere rido' del 10% se il gruppo ha 40+ capi Verri: - La superficie minima del box è di 6 m2 e il box deve perme7e il conta7o udiNvo, visivo e olfa'vo con altri suini - La superficie consigliata è 7-8 m2, con i laN minori di almeno 2,6 m di lunghezza - Il box per la monta deve disporre di una superficie di almeno 10 m2, ma è preferibile che i laN non siano inferiori a 3,5 m (almeno 12,25 m2) -> il verro da monta deve spostarsi, sono animali molto ingombranN - Si hanno poi i verri ruffiani (quelli che sNmolano il calore alle scrofe) -> quindi le aree di fecondazione e i verri sono abbastanza vicini di zona Vantaggi della gestazione colleLva: • Maggiore libertà di movimento delle scrofe • Minore costo d’invesNmento per le stru7ure • Migliore sNmolazione e rilevazioni dei calori Gli allevatori hanno o7enuto la deroga dei box individuali grazie a daN raccolN sul numero di suine' naN vivi, questo dipende da come è andato il processo di fecondazione e anche la prima fase di gestazione -> si vogliono ridurre le perdite legate allo stress sociale, spt da ovoli fecondaN ad embrioni annidaN Tabella: perdita di embrioni/ovuli in base alle se'mane 3 DISTRIBUZIONE DEGLI ALIMENTI • Separatori di mangiatoia - immagine 1 • Chiusura temporanea degli animali in stalli individuali - immagine 2 -> più usato Possono rappresentare delle soluzioni al problema della compeNzione alimentare che in questa specie è frequente Altre soluzioni di ges@one delle aree di gestazione in gruppo Si ha un cancello posteriore che si può aprire o chiudere passando dalla mangiatoia (ha un Nrante in ferro che apre e chiude automaNcamente) -> noi distribuiamo l’alimento e in contemporanea si ha la chiusura della gabbia Quando finiscono di mangiare la gabbia si apre = NO compeNNvità Queste stru7ure si possono uNlizzare anche per fare recinN individuali durante la gestazione, in questo modo le prime 4 se'mane stanno da sole poi basta alzare il cancello e si ha il box di gruppo 4 Immagine: visione dall’alto Sulla dx si ha una mangiatoia lunga dove possono mangiare tu7e le scrofe L’area di defecazione è esterna dove si ha il gigliato (in basso) In questo modo si hanno contemporaneamente presenN si le superfici piene che quelle grigliate Immagine 2: non ha una porzione esterna col pavimento fessurato, è all’interno Altri esempi di gestazione: Box ampio con un’area di riposo con la le'era Si ha un sistema di autoalimentazione -> se la scrofa ha diri7o al mangime viene riconosciuta col microchip, entra da una parte ed esce dall’altra Immagine 2: cancelle7o con recinzione Si ha un gruppo dinamico senza gerarchia prestabilita, quindici ha questo box di pre-esposizone dove vengono inserite queste scrofe nuove prima di me7erle nel gruppo grande PAVIMETAZIONE • Grigliato di cemento: pavimento freddo e non confortevole, però è praNco e si manNene pulito • Grigliato di metallo rives@@ di plas@ca per renderli più confortevoli • Paglia dentro il box: i suini prendono la rotoballa intera, la rompono e la spostano come meglio preferiscono - è anche un elemento di gioco per loro -> sarebbe la soluzione migliore NormaNva relaNva alla pavimentazione: I pavimenN devono essere non sdruccioli e senza asperità per evitare lesioni ai suini e proge7aN, costruiN e mantenuN in modo da non arrecare lesioni o sofferenze ai suini Essi devono cosNtuire una superficie rigida, piena e stabile 5 Per le scrofe<e dopo la fecondazione e le scrofe gravide una parte della superficie pari a: - 0,95 mq/scrofe7e - 1,30 mq/scrofa Deve essere cosNtuita da pavimento pieno conNnuo riservato per non oltre il 15% della .. La normaNva NON specifica il numero e la forma delle aperture, quindi -Forida20mm - Fessure da 20 mm Cioè un pavimento fessurato con aperture non superiori al 15% Suini all’ingrasso: si hanno indicazioni riguardo le cara7erisNche del grigliato -> si ha una massima ampiezza delle fessure e minime larghezze dei trave' (abbastanza larghe per far cadere le feci) La pavimentazione è importante per la caudofagia (= morsicatura della coda) - Tu7a paglia (= arricchimento ambientale che distrae) si ha il 10,5% di problemi negli allevamenN - Grigliato parziale/totale: aumenta la percentuale di morsi, confli' ecc Si hanno dei protocolli che definiscono le modalità di transizione dalla stazione al decubito su diverse pavimentazioni I suini hanno arN più corN quindi sono più goffi nei movimenN, hanno transizioni che nella fase finale portano a bu7arsi giù di colpo -> questo comportamento è inibito da pavimentazioni troppo dure ACQUA DI BEVANDA E ALIMENTI - A parNre dalla seconda se'mana di età ogni suino deve poter disporre in permanenza di acqua fresca sufficiente - Tu' i suini devono essere nutriN almeno 1 volta al giorno - Se i suini allevaN in gruppo sono alimentaN a razione devono avere accesso all’alimento contemporaneamente ARRICCHIMENTI AMBIENTALI 6 I suini devono aver accesso permanente a una quanNtà sufficiente di materiali che consentano loro adeguate a'vità di esplorazione e manipolazione, quali ad esempio paglia, segatura, fieno, legno ecc -> salvo che il loro uso possa comprome7e la salute e il benessere Serve per distrarli, in questo modo si ha meno aggressività La paglia presenta molte delle cara7erisNche previste dalla normaNva sugli arricchimenN (manipolabile, masNcabile, grufolabile) -> per gli allevatori è un problema perché dicono che intasa i pavimenN fessuraN Tabella 1: perme7e di diminuire i comportamenN di masNcatura delle stru7ure Tabella 2: anche la forma con cui viene presentata è importante -> NON deve avere una forma fine, altrimenN non masNcano una fava SALA PARTO Superata la fase della gestazione le scrofe devono partorire, da una situazione di gruppo vengono isolaN una se'mana prima del parto Si hanno due file con gabbie singole, con a7orno uno spazio per far muovere i suine' -> si hanno dei denN di acciaio verNcali che impediscono il movimento laterale della scrofa così non può schiacciare i suine' Normalmente si ha una gerarchia nei suine', quelli più forN e più pesanN bevono il la7e dalle mammelle più produ've -> con queste stru7ure è possibile distribuire il la7e a tu' i suine' e quindi aumentare la percentuale di sopravvivenza PRO: stru7ure agevoli per fare controlli e assistere ai parN CONTRO: fa7ori di stress dovuN all’isolamento e alla limitata possibilità di movimento della scrofa Le scrofe fanno: - 5 se'mane in gestazione 7 - Poi 4-5 se'mane in sala parto: 1 se'mana prima del parto + 3 se'mane di alla7amento (+ 1 se'mana di svezzamento) Il resto del tempo è in gabbie di gruppo Stru<ura sala parto: • Per far in modo che il parto si svolga regolarmente senza causare perdite ai suine' • Per assicurare condizioni ambientali e igieniche o'mali alla scrofa e ai la7onzoli • Per facilitare l’assistenza al parto e ai controlli sugli animali (perme7e di far nascere più animali vivi, ma anche i controlli successivi sono molto importanN così da riuscir a svezzare il maggior numero di suine') • Per garanNre la tranquillità ai suini (no compeNzione alimentare) Modelli di gabbia di sala parto: • Diagonale: meglio - DX Più lunga e più larga, più spazio per scrofa e suine' Più facile apertura-chiusura delle gabbie Più facile controllo e assistenza al parto • Parallele: modello tradizionale - SX A: molto stre7a B: si ha un’area nido maggiore C: più larga su un lato La presenza del nido e dei corridoi perme7ono di facilitare operazioni sui suine' e sulla scrofa -> altrimenN bisognerebbe entrare dentro la gabbia e la scrofa si scoccerebbe Box parto-alla<amento: Alcuni vorrebbero sosNtuire le gabbie tradizionali con altre gabbie, che perme7erebbero maggior benessere della scrofa 1. Proteggere i suine' con specifiche stru7ure ed evitare il loro schiacciamento -> il problema sono i suine', la scrofa non è aggressiva nei loro confronN ma li potrebbe schiacciare gli arN ma poi si bu7ano, non hanno un appoggio leggero 2. Limitare le superfici coperte degli allevamenN intensivi 3. Perché il periodo d’alla7amento è breve 4. Per garanNre condizioni micro-climaNche o'mali sia alle scrofe che ai suine' 5. Per limitare le richieste di manodopera Sistemi alternaDvi Schema: gabbie circolari, con due lampade circolanN Le scrofe non sono legate quindi si possono muovere Il cerchio perme7e di ridurre la velocità di abbassamento della scrofa, in modo di lasciar tempo ai suine' di scappare -> il cerchio è sopraelevato Le scrofe fle7ono Schema: si ha una lampada riscaldante esterna così da a7rarre i suine' lontani dalla scrofa Il nido è una scatola chiusa, con un’apertura comoda -> più facile ca7urare i suine' per i vaccini o praNche dolorose Si hanno pareN NON fisse, sono fessurate in modo che i suine' possano entrare e uscire senza problemi per avvicinarsi alla scrofa DisposiNvi che riducono il rischio Parete inclinata: si crea uno spazio dove il suine7o può coricarsi senza esser schiacciato La scrofa in prossimità id questa parte non tenderà a bu7arsi per terra ma scivolare sulla parete, in questo modo si rallenta la velocità di scesa Nella sala parto in seguito alla se'mana di isolamento si realizza il parto, che può essere spontaneo o indo7o Sistema a bande: banda se'manale = tu' gli evenN che si susseguono in una scrofaia hanno un andamento preciso, ogni giorno esa7o bisogna fare una determinata operazione) -> si ha un’organizzazione così precisa perché ogni allevamento ha un’organizzazione a flusso (tot animali che entrano e tot che escono, sappiamo quanN animali partoriscono ogni se'mana ecc) SVEZZAMENTO Lo svezzamento, in parNcolare quello precoce o precocissimo, genera stress nei suine' a causa: • Separazione dalla madre • Privazione del capezzolo materno • Cambio alimentazione • Trasferimento in un altro ambiente NormaNve: - Svezzamento a 28 gg - salvo problemi di salute della scrofa o dei la7onzoli - Lo svezzamento a 21 gg è ammesso se i la7onzoli sono trasferiN in impianN specializzaN che a7uano il TPTV e che sono separaN dagli impianN in cui sono allevate le scrofe Per ridurre lo stress allo svezzamento: - Non so7oporre a svezzamento suine' troppi piccoli e deboli - peso minimo 4 kg -> se svezziamo a 28 gg questo rischio non si corre, a meno che non sia no nidiate molto numerose con suine' molto piccoli - In recinN piccoli non raggruppare sogge' provenienN da più di due nidiate - In recinN grandi creare gruppi sulla base del peso (piccoli, medi, grandi) e del sesso - In sala parto a 7-100 gg dalla nascita presentare piccole quanNtà di mangime - UNlizzare mangiatoie ed abbeveratoi circolari (maggiore facilitazione sociale e minore compeNNvità) - Aumentare l’ingesNone fornendo il mangime umido 8 - Dopo 4-5 gg dall’inizio dello svezzamento individuare i suine' problema e sperarli dal gruppo 9 Immagine 1: pavimento da svezzamento Grigliato di metallo ricoperto con plas@ca Immagine DX alto: arrivano allo svezzamento con la coda già tagliata (entro 7 gg dalla nascita) Immagine DX basso: alternanza grigliato e pieno Immagine SX basso: case7a con dentro mangiatoie, all’esterno si hanno punN di abbeverata e grigliato Immagine 2: l’ideale sarebbe lo svezzamento su paglia SETTORE INGRASSO Il ciclo si divide in: • Fase di accrescimento o “magronaggio” - dai 15-30 kg ai 40-55 kg di peso vivo • Fase di ingrasso: - Suino leggero: dai 40-55 ai 90-110 kg - Suino pesante: dai 40-55 ai 150-170 kg -> non possono essere macellaN prima dei 9 mesi (1 mese sala parto, 2 mesi svezzamento, 6 mesi di ingrasso) Principali innovazioni organizza@ve e tecniche: - Diffusione di pavimenN fessuraN - Adorazione della venNlazione arNficiale o della venNlazione naturale a controllo automaNco - Diffusione degli impianN automaNci per la preparazione e la distribuzione dell’alimento - Adozione del vuoto sanitario mediante realizzazione di ricoveri suddivisi in sale Pun@ cri@ci per il benessere degli animali lega@ alla stabulazione in box colle%vo - Numerosità del gruppo - Tipo di somministrazione dell’alimento - Tipologia di box (Npo di pavimento) - Spazio per capo Immagine 1: parte di 10 grigliato e parte di pavimento pieno Immagine 2: solo grigliato L’importante è lo spazio a disposizione per gli animali Immagine dx basso: parte all’esterno Immagini: DX: stru7ure vecchie con finestre molto piccole - problema di venNlazione Corridoio molto stre7o perché quando esco dal box sono incanalaN verso l’uscita (meno stress) Basso: gruppo molto ampio, diminuisce la compeNNvità Si hanno tante mangiatoie quindi gli animali non si disturbano tra di loro Rapporto uomo-suino: più l’adde7o è affe7uoso maggiore saranno le performance delle scrofe Il problema delle mu@lazioni zootecniche del suino: tema molto moderno • Castrazione: solo i maschi (mmaaavvvvaaaaahhh) Tu' i maschi suini vengono generalmente castraN, i primi giorni di vita (entro i 7 gg) senza l’uso di anesteNci -> serve per la qualità del prodo7o, spt nel suino pesante In caso di maturità sessuale usa carne ha un odore e un sapore sgradevoli 2012: accordo che porta all’uso prolungato di analgesici e/o anestesia 2018: no castrazione chirurgica • Taglio della coda: prevenire aumentando gli arricchimenN ambientali • Taglio dei den@: praNca che sta scomparendo 11 BENESSERE OVINI-CAPRINI Specie addomes,cate per prime (la1e, pelle, carne, lana, letame e talvolta trasporto) Si sono evolu, negli al,piani (pecore) e montagne (capre) Sono ruminan,, ma hanno un comportamento alimentare differente Hanno colonizzato tu1e le aree del monito (specie molto ada1abili e ch evengono allevate anche in aree molto selvagge) Sono animali sociali e non territoriali Abilità cogni,ve: O?me capacità di riconoscere un cospecifico anche da un solo de1aglio dal muso e anche dalle foto -> possono Discriminano facilmente ,pi diversi di erbe e piante Sono in grado di svolgere compi, per o1enere una ricompensa Dis,nguono le espressioni del volto umano e preferiscono quelle calme Le capre rispe1o le pecore hanno miglior capacità di apprendimento astra1o e categorizzazione COMPORTAMENTO NATURALE Organizzazione sociale: Vivono in segregazione sessuale durante tu1o l’anno, tranne durante la stagione riprodu?va I gruppi seguono la linea materna e sono forma, d nonne - figlie - nipo, - Capre: 30-50 capre in spazi aperto, becchi solitari - Pecore: 20 pecore + agnelli + maschi prepuberi, 5-6 arie, (gruppi poco stabili) La dimensione del gruppo è influenzata dall’ambiente, dalla razza e dallo stato fisiologico Gruppi < 3 capi non sono considera, come gruppi (se sono troppo pochi si stressano perché non si sentono prote?) Gerarchia: Si ha una gerarchia di gruppo, indispensabile per meccanismi di difesa La gerarchia si stabilisce tramite interazioni agonis,che Dominanza: - Capre: età, corna - Pecore: età, corna, peso Gerarchia mantenuta: - Conta? visivi - Appoggiare il mento sopra un subordinato - Displacement Vita sociale: • Allogrooming: raro • Riposo e pascolamento con un compagno preferito • Riconoscimento individuale: segnali visivi e udu1uvi La vita sociale è una strategia an,predatoria (strategia difensiva) - corrono, stanno gruppo -> se isola,, gli ovicaprini si stressano molto Comportamento alimentare: - Pecore: pascolatori - Capre: brucatori Si alimentano circa 8h al gg + tempo dedicato alla ruminazione Si alimentano di giorno Di solito dormo sulle alture e all’alba iniziano a scendere a valle pascolando/brucando, risalgonopoi sempre alimentandosi dopo un periodo di ruminazione e riposo Le capre in par,colare preferiscono brucare al ma?no e pascolare al pomeriggio Gli ovi-caprini sono sincroni durante il comportamento alimentare, spt le pecore Capre: - Comportamento alimentare flessibile 1 - Selezionano germogli - In grado di u,lizzare foraggi poveri e molto significa, (es arbus, spinosi) -> vengono u,lizzate per ripulire delle aree con rovi - Scelta delle piante influenzata dall’abitudine alimentare del primo anno di vita - Stazione bipede o si arrampicano sugli alberi - Elevata tolleranza per l’amaro - Sono più a rischio di assumere sostanze non commes,bili rispe1o alle pecore e quindi andare incontro ad intossicazioni Pecore: - Selezionano il fogliame - In allevamento hanno una preferenza per gli alimen, palle1a, rispe1o ai farinata - Molto sensibili ai ca?vi sapori (amaro, acidi) - Pascolando consumano energia e mangiano dal 20 al 50% in più rispe1o a quando stabulate COMPORTAMENTO RIPRODUTTIVO E MATERNO Sono poliestrali stagionali L’a?vità riprodu?va è innescata da fotoperiodo decrescente (autunno) e dalla presenza del maschio = sincronizzazione naturale Femmine: • Pecora: - Maturità sessuale: 8-10 mesi - Durata ciclo estrale: 16-20 gg • Capra: - Pubertà: 5-7 mesi - Durata del ciclo estrale: 19-21 gg Maschi: • Ariete: - Maturità sessuale: 6-9 mesi - Può coprire 40-50 femmine - Gli arie, competono tra loro per la femmina in calore con testate e inseguimen, • Becco: - Pubertà a 4-5 mesi - Maschio dominante effe1ua il maggior numero di accoppiamen, - A?vità sessuale dei giovani impedita dai più vecchi - I becchi competono ,randosi su gli ar, inferiori e colpendo con la testa durante la discesa Corteggiamento: Pecora: - La femmina urina e segue il maschio, spingendolo col muso sul fianco - Sventola la coda per diffondere feromoni - Immobilità al momento della monta Capra: - La femmina mostra interesse per i maschi che urinano - I maschi si spruzzano di urina il pelo - Il becco annusa e lecca la regione perinatale della femmina che muove la coda per spargere feromoni - Il becco sbadiglia, fa il flehemen e colpisce la femmina con gli ar, anteriori - La femmina manifesta il riflesso dell’immobilità in presenza del becco - Vocalizzano frequentemente Flehmen: -Arricciamentodellabbrosuperiorepermeglioiden,ficarel’odoredell’urinadellafemmina - Facilitalapercezionedellesostanzevola,lipresen,nell'urinadellefemmine(feromon) - Blocca parzialmente l’apertura delle narici, perme1endo ai feromoni di raggiungere l’organo vomeronasale (o organo di Jacobson) - L’organo vomeronasale è un sistema olfa?vo accessorio, ubicato nella cavità nasale, ma fisicamente separato dall'epitelio olfa?vo Comportamento materno: - Gestazione: Pecora: 145 +/- 5 gg Capra: 150 gg - Numero na,: 1-3 - Capre e pecore si allontano dal gruppo per partorire (importanza del «birth-site» per le pecore) - Dopo il parto le madri trascorrono circa 1-2 ore a pulire e leccare la prole - Eme1ono suoni a bassa frequenza e brontolii - Capre? e agnelli sono precoci: si alzano dopo 5-20 minu, dal parto e iniziano la suzione dopo circa 30 minu, “Birth side”: - Luogo di nascita e di riparo dopo la nascita - Circa 2 metri di diametro - Non spostare le pecore in prossimità del parto - Se è indispensabile spostarle dopo il parto, cerca poi di rime1erle nel “birth side” originale, o creare ar,ficialmente un “birth side” legando la pecora ad un picche1o - Non spostare la pecora e l’agnello dal “birth side” fino a che non lo decidono spontaneamente Parto e post-partum Il parto si ha entro l’ora e durante il giorno -> capre1o e agnello si alzano subito (15-30 min) ed entro poche ore ed iniziano ad alimentarsi Il legame si instaura entro un’ora dal parto (NON disturbare) Capra-capre1o: - Periodo cri,co: 1h dopo il parto - Può essere compromesso da elemen, di disturbo - Tranquillizzazione del capre1o al ritorno della madre è segno di buon rapporto madre-piccolo - Importna, i conta? olfa?vi e acus,ci - Madre resta con il capre1o dino alla nascita del nuovo capre1o Pecora-agnello: - Periodo cri,co: 4h - Il legame dipende spt da segnali olfa?vi e gusta,vi contenu, nella lana e nelle secrezioni perianali - Segnali vis, (spt testa e colore) per riconoscimento a distanza - I segnali vocali servono spt per la localizzazione, non per il riconoscimento Quando la madre è inesperta (es primipara) fa fa,ca ad instaurare questo legame Orientamento madre piccolo: a. Orientamento testa a testa b. Madre ferma e piccolo cerca il capezzolo c. Madri giovani e inesperte ruotano mantenendo l’orientamento testa-testa 2 -> l’agnello non trova il capezzolo Frequenza allaHamento ed età svezzamento: 3 Strategie di difesa neonatale: - Strategia HIDER: capre? nascos, nell’erba alta dopo la nascita -> raggiun, solo per essere alla1a, Il capre1o lascia il nascondiglio e raggiunge il gruppo dopo 5 se?mana - Strategia FOLLOWER: gli agnelli non si separano mai, l’alla1amento si ha 1 volta all’ora VALUTAZIONE DEL BENESSERE DEGLI OVI-CAPRINI Europa: proge1o AWIN (2011-2015) SI hanno 11 partner coinvol, (qualche paese extraeuropeo) = sviluppo, integrazione e divulgazione di indicatori animal-based di benessere (incluso il dolore) in allevamen, di capre, pecore, cavalli, asini, tacchini Si hanno approcci a due livelli (tranne per tacchini) 1. Primo livello: rapido da realizzare - NO manipolazione di animali - Breve training - Più indica,vi (indicatori che si basano su alimentazione, salute, comportamento) - Accetabile stakeholders - Prevalenza nella popolazione 2. Secondo livello: valutazione individuale degli animali - Più approfondito - Fa?bile in un certo tempo Punteggio finale: - I protocolli AWIN non hanno un punteggio finale - Ogni criterio o?ene il suo risultato (eventuale aggregazione per principi) - Non esiste compensazione di criteri - I da, sono presenta, in posi,vo (informiamo l’allevatore di quan, animali non hanno problemi di benessere) - Non esistono valori di soglia - I risulta, sono semplicemente confronta con una popolazione di riferimento I protocolli hanno come riferimento alla capra da laHe Si hanno diversi indicatori, è possibile raccogliere i da, osservando 1 solo gruppo per mezzora - Code in mangiatoia - Qualità delle le?era - Indicatori difficili da analizzare: sincronizzazione del riposo, dormire a1accate al muro Arricchimen, per caprini: • Ogge? su cui arrampicarsi: tronchi, rocce, assi di legno, nicchie • Uso delle nicchie: - Favorisce il comportamento di arrampicata - Perme1e a subordinate e dominan, di trovare la giusta distanza tra loro in funzione del rango - Aumenta la superficie calpestabile del recinto Perché le nicchie funzionino adeguatamente, il legno con cui sono costruite non deve essere scivoloso e le superfici devono essere facilmente lavabili Gli arricchimen, non devono riudrete lo spazio disposizione per gli animali né complicare le operazioni .. • Favorire un comportamento alimentare naturale e s,molante • Accesso al pascolo • Recin, complessi: per aumentare le superfici su cui appoggiarsi • Buona relazione uomo-animale: • Presenza di spazzole: per gra1arsi Arricchimen, per ovini: richiedono maggiormente un arricchimento sociale Protocolli per la valutazione del benessere della pecora: Si hanno indicatori più o meno fa?bili da raccoglie se gli animali sono in recinto o nel gruppo (u,lizzo del binocolo al pascolo) - Rapporto animale-uomo - Presenza di ombra - Si hanno anche indicatori per gli agnelli, nelle capre non si ha - Qualità/condizioni del mantello: non la pulizia, si intende se è bru1o o no -> sia pecore che capre In Italia si ha il Metodo CReNBA Il Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale con sede presso l'Is,tuto Zooprofila?co Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna, sezione di Brescia, è l'autorità deputata a fornire sostegno scien,fico alle autorità competen, del Ministero della Salute. Messa a punto di una checklist che include: - Management e personale - Stru1ure e a1rezzature - Animal-based measures - Grandi rischi e sistemi di allarme Aggiorniamo il conceHo di benessere animale 5 indicatori: 1. Nutrizione: -> fornire pronto accesso ad acqua fresca e cibo che perme1a di restare in buona salute e in forza Varietà di cibi, sapori e odori piacevoli 2. Ambiente -> fornire un ambiente adeguato che includa ripe, e una zona di riposo confortevole Temperatura adeguata, riposi pensa, per quella specie 3. Salute -> evitare (o diagnos,care rapidamente) e tra1are lesioni e patologie Vitalità 4. Comportamento -> fornire sufficiente spazio, stru1ure adeguate e la compagnia di animali della stessa specie 5. Esperienze mentali -> assicurare condizioni e tra1amen, che evi,no la sofferenza mentale La somma delle azioni posi,ve delle aree preceden, 4 QUINDI l’assenza di sofferenza non è sufficiente per dire che un animale è in una buona condizione di benessere NUOVI INDICATORI DI BENESSERE 1. Nutrizione: Pecore: preferenze alimentari 2. Ambiente: Pecore: - Durata del riposo - Sincronizzazione durante il riposo - Riposo contro il muro Capre: - Stazione bipede - Possibilità di scalare/saltare su ogge? - Durata del riposo - Possibilità di esplorare/mas,care ogge? - Gioco - Sincronizzazione durante il riposo - Riposo contro il muro - Uso della spazzola 3. Salute: Pecore: - Condizioni del mantello - Vigour score (agnelli) 4. Comportamento: Pecore: - Sincronizzazione dei comportamen, - Relazione posi,va con l’allevatore - Conta1o con la prole Capre: - Sincronizzazione dei comportamen, - Relazione posi,va con l’allevatore - Possibilità di scalare/saltare su ogge? - Possibilità di esplorare/mas,care ogge? 5. Stato mentale: Pecore: - Qualita,ve Behaviour Assessment - Tail wagging - Bianco dell’occhio - Posizione delle orecchie - Posi,ve bias - Lateralizzaizone a destra delle orecchie Capre: - Qualita,ve Behaviour Assessment - Tail up - Vocalizzazioni a bassa frequenza = indicatori posiBvi Indicatori nuovi: a) Emozioni Fanno parte della complessa vita degli animali Comprendere come gli animali comunicano gli sta, emo,vi e cosa fanno per ada1arsi all’ambiente in cui si trovano può essere u,le migliorare il loro benessere in allevamento -> necessità di individuare indicatori validi e fa?bili in grado di misurare la valenza e l’arousal delle 5 emozioni b) Espressioni facciali c) Vocalizzazioni Pecore: repertorio vocale che si limita a 3 suoni - Alta frequenza, di protesta: agitazione, impazienza, paura - Bassa frequenza, brontolio: usato dalla madre per comunicare con l’agnello - Bassa frequenza: usato dall’ariete durante il corteggiamento Capre: repertorio più ampio, ma poco si sa sul significato - I suoni a bassa frequenza indicano uno stato posi,vo - Gli allevatori raccontano una grande variabilità di suoni in funzione del momento della giornata, del diverso alimento - Le capre modificano l’accento in funzione del gruppo sociale in cui si trovano 6 TRASPORTO DEGLI ANIMALI - Il trasporto rientra nei processi della produzione e del commercio degli animali - Il loro movimento è necessario per riequilibrare la distribuzione difforme delle risorse e della domanda tra i vari Sta: - Alla base di tali traspor: si hanno da sempre fa>ori geografici e storici che variano col mutare del territorio e del tempo -> flussi di animali che cambiano nel corso del tempo (cambi di abitudini, specializzazione dello stesso paese oppure cambiano i gus: alimentari di quel paese) Quando si trasportano gli animali? 1. Trasporto da allevamento ad allevamento: molto comuni 7 • Bovini: - Ristallo di bovini da carne (vitelloni e vitelli) che passano dagli allevamen: dei bovini da carne agli allevamen: di ingrasso oppure i vitelli vengono trasporta: dalla Francia all’Italia - Acquisto di manze>e e manze>e per gli allevamen: di vacche da la>e (= rimonte) !! Categoria esposta a maggiore rischio, sono so>opos: a viaggi molto lunghi (Francia-Italia) • Suini: - In situazioni oPmali la fase di la>azione e seguente svezzamento si ha nello stesso allevamento (28ggconlamadrepoidallasalapartovannoallasalasvezzamen:) Seè un allevamento a ciclo chiuso non sono necessari trasferimen: troppo lunghi Situazione meno oPmale: trasferimento nei diversi si: 1 (scrofaia), 2 (svezzamento) e 3 (ingrasso) in zone diverse In seguito alla zona 3 si va al macello (ulteriore trasporto) • Galline ovaiole: - Da pulcinaia a fase di pollastra - Da pollastra a ovaiola • Broilers e tacchini: da pulcini a fase di pollastra 2. Trasporto da allevamento a macello Gli scambi di animali vivi all’interno dell’UE sono da a>ribuirei quasi esclusivamente alle specie di allevamento, in par:colare: -Bovini: 46-59% -> spesso le bovine da la>e hanno rimonte interne negli allevamen: - Suini: 21-30% - Avicoli: 7-17% -Equini: 5% - Ovini: 5% - - Caprini: 5% Sono più facili da individuare ques: rispe>o a traspor: di animali da compagnia (spesso traspor: illeci:) Flussi di bovini in Europa e verso paesi terzi: La Francia esporta in Europa 1 milione e mezzo di capi, altro grande esportatore è la Germania L’Italia è uno dei principali importatori, gli animali arrivano principalmente dalla Francia Si hanno due associazioni europee importan: che hanno prodo>o un report sul trasporto e benessere degli animali, molto u:le sopra>uto per quanto riguarda la perte sull’en:tà degli scambi di animali • U.E.C.B.V.: Unione Europea del Commercio di Bes:ame e della Carne • UNICEB: Unione Importatori Esportatori Industriali Commissionari Grossis: Ingrassatori Macellatori Spedizionieri Carni Bes:ame e ProdoP Deriva: Modalità di trasporto con cui vengono scambia: gli animali nell’UE: - Trasporto su strada: oltre il 90% Nella nostra zona spt bovini, suini, avicoli (anche conigli) - Trasporto via mare: 1-8%, arriva al 60% solo nel caso si renda necessario o inevitabile per alcuni sta: membri (Irlanda, Francia) - Trasporto su rotaia: inesistente - Via aerea: limitato ad animali di alto valore (meno i riprodu>ori - si sposta dire>amente il seme, non tu>o l’animale, spt cavalli da compe:zione), su ro>e transcon:nentali Fa>ori stressan? lega: alla movimentazione e al trasporto: • Psicologico: 1 - Costrizione: forzo l’animale ad uscire dal box, fare un percorso ed entrare nel camion - Separazione: con gli altri compagni di box - Rimescolamento: non si hanno gruppi omogenei spesso - Movimentazione - Conta>o con l’uomo - Novità (ambiente, rumori, odori sconosciu:) • Fisico: - Fame - Sete - Fa:ca - Dolore - Condizioni ambientali estreme (troppo freddo, caldo) COME SI CAUSA STRESS durante le operazioni di movimentazione e trasporto: 1. Abbandono dell’ambiente di allevamento - Operazioni che si svolgono spt di no>e andando a modificare le abitudini di riposo degli animali - Il livello di illuminazione generale è piu>osto basso (scarsa prevedibilità rispe>o a quanto accade) - Difficoltà ad uscire dal box (scalini, spigoli, pun: di passaggio streP) - la corsia di passaggio è più bassa rispe>o al box - Separazione dai compagni di gruppo - A>esa sul camion prima di par:re: li caricano molte ore prima rispe>o alla partenza prevista lasciandoli poi aspe>are nel camion 2. Pra?che violente da parte degli operatori U:lizzo di pungoli per farli avanzare (poi tanto si spostano indietro di nuovo e si possono avere problemi con le carcasse) 3. Forma e dimensioni delle vie di movimentazione degli animali -> i pun: 2 e 3 sono spesso interdipenden: perché la movimentazione è brusca quando le stru>ure non sono idonee Alcune indicazioni per migliorare le procedure per la movimentazione dei bovini: - Creare una via di uscita dal box ampia in modo da mo:vare l’animale a muoversi verso il corridoio - Prevedere corsie di movimentazione corte, stre>e e chiuse lateralmente -> percorsi troppo ampi portano il bovino a distrarsi e in uno stato di ansia U:lizzare un passaggio per un bovino e basta perme>e di me>erli in fila in modo da seguire il bovino dominante verso l’uscita - Orientare gli animali verso l’ambiente da raggiungere illuminandolo maggiormente rispe>o a quello di partenza Per una più agevole movimentazione è meglio valorizzare il comportamento spontaneo degli animali Bovini: - Sfru>are il loro comportamento esplora:vo e gregario - Posizione corre>a dell’operatore rispe>o alla direzione di movimento dell’animale - Tenere in considerazione il campo visivo della specie - Eliminare le barriere archite>oniche che ostacolano il movimento Immagine 1: è importante u:lizzare il punto di equilibrio, che si localizza a livello della spalla -> oltrepassata la spalla il bovino non è più in grado di vederci e quindi rappresen:amo un pericolo (potrebbe 2 calciare) Immagine 2: per far avanzare i bovini è meglio passare di fianco in direzione opposta rispe>o al verso di avanzamento -> la persona quando si sposta provoca l’avanzamento del bovino senza u:lizzare conta>o fisico dire>o (sfruPamo il comportamento naturale) 4. Durata del viaggio, ?po di percorso, modalità del mezzo Traspor: brevi, su percorsi lineari e una guida sicura (poche frenate) perme>ono di abbassare lo stress Spesso il :po di strada da percorre non può essere scelto Il :po di frenata e le modalità con cui vengono affrontate le curve e le rotatorie possono essere oPmizzate -> per questo i conducen: responsabili del trasporto di animali devono aver frequentato uno specifico corso di formazione 5. Densità del carico EffeP del sovraffollamento: - Difficoltà nel trovare una posizione di equilibrio durante la marcia - Maggiore stress termico - Difficoltò di coricarsi e rialzarsi - Segni di calpestamento e schiacciamento - Presenza di lesioni nelle carcasse EffeP dello spazio eccessivo: troppo spazio a disposizione - Difficoltà a mantenere l’equilibrio durante la marcia - ContaP bruschi con le pare: del mezzo di trasporto - Interazioni, anche violente, tra gli animali - Presenza di lesioni nelle carcasse Lesioni delle carcasse determinate dalla movimentazione/trasporto: es ematomi 6. Condizioni clima?che Le condizioni clima:che hanno un forte impa>o su benessere degli animali durante il trasporto, per questa ragione l’EFSA si è interessata a questo argomento e la norma:va è stata modificata di conseguenza Andamento della temperatura all’interno di un automezzo durante il trasporto Spagna-Italia (56h) -> si hanno troppi picchi = stress termico 3
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