Jan Van Eyck

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<p><strong>Polittico dell’Agnello mistico (Cattedrale di San Bavone, Gand, Belgio)</strong></p>

Polittico dell’Agnello mistico (Cattedrale di San Bavone, Gand, Belgio)

Questo polittico (1432) ad ante chiuse: raffigura i committenti Joos Vyd e Isabelle Borluut inginocchiati di fronte alle statue dei santi Giovanni Battista ed Evangelista. Sopra, una scena dell’Annunciazione e figure di sibille e profeti.

Ad ante aperte: presenta un lussureggiante giardino con l’agnello divino (simbolo di Cristo) adorato da angeli e da una varia umanità. Nella parte superiore, dominano le figure di Dio padre, della Vergine e del Battista, affiancate da angeli cantori e da Adamo ed Eva nelle ante laterali. L’opera è notevole per la sua “lenticolare attenzione per i dettagli preziosi” e un paesaggio indagato “nei più precisi elementi di natura, ma sfugge a ogni rigore prospettico”.

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<p><strong>Uomo col turbante rosso (National Gallery, Londra) </strong></p>

Uomo col turbante rosso (National Gallery, Londra)

Ritratto (1433) a mezzo busto e di tre quarti. Sorprende per la “evidenza veristica” nella resa della stoffa del copricapo, della pelliccia del colletto, della peluria della barba, del colore della pelle e dell’intensità dello sguardo. Reca la firma dell’artista e il motto fiammingo “Als ich can”.

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<p><strong>Ritratto dei coniugi Arnolfini (National Gallery, Londra) </strong></p>

Ritratto dei coniugi Arnolfini (National Gallery, Londra)

Considerato uno dei dipinti (1434) più famosi della National Gallery, illustra gli elementi cardine della pittura giamminga. Raffigura il facoltoso mercante lucchese Giovanni Arnolfini e la moglie Giovanna Cenami in un’inedita scena domestica, illuminata da una luce che si irradia dalla finestra. È elogiato per la sua descrizione “fotografica” delle fisionomie e la resa tattile delle carni e delle vesti preziose.

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<p><strong>Madonna col bambino (“Madonna di Lucca” Stadelsches Kunstinstitut, Francoforte, Germania)</strong></p>

Madonna col bambino (“Madonna di Lucca” Stadelsches Kunstinstitut, Francoforte, Germania)

L’opera (1437) rappresenta la Madonna seduta che allatta il Bambino. Sul grande trono ligneo scolpito vi sono quattro statuette di leoni, che alludono al trono di Salomone. Esso e collocato sulla parete di fondo di un vano angusto, che viene totalmente riempito dalla sontuosa struttura, corredata nella parte superiore da un baldacchino in broccato bordato da frange, e da un pannello del medesimo tessuto, che riveste la parete alle spalle della Vergine.
Il vano è illuminato da una finestra sulla parete sinistra, chiusa da vetri legati a piombo, sul cui davanzale sono poggiati due frutti.
A destra, invece, il muro si allarga in una piccola nicchia, dove sono collocati oggetti di uso quotidiano (ampolla, bugia, bacile) con cui il pittore amava spesso abbellire le sue scene sacre. L’attenzione ai dettagli e alle diverse materie di cui sono composti gli oggetti ritorna anche nella minuta definizione delle pianelle di maiolica del pavimento e dello splendido tappeto orientale che lo ricopre.

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<p><strong>Madonna del cancelliere Nicolas Rolin (Musée du Louvre, Parigi)</strong></p>

Madonna del cancelliere Nicolas Rolin (Musée du Louvre, Parigi)

Nel dipinto il cancelliere Nicolas Rolin è inginocchiato di fronte alla Vergine con il Bambino sulle ginocchia. L’alto dignitario della corte di Borgogna si trova a sinistra appoggiato ad un inginocchiatoio, coperto da un telo scuro. Nella parte sinistra, di fronte al cancelliere, si trova la Madonna avvolta da un ampio mantello che ricade fin sul pavimento. Un angelo dalle piccole dimensioni volteggia sopra il capo di Maria e sostiene una elaborata corona.

Maria e il Bambino non possiedono aureola intorno al capo e Gesù è raffigurato nudo. La scena è ambientata all’interno di una stanza riccamente decorata. Il pavimento è ricoperto da un mosaico di piastrelle e decorazioni. A destra e a sinistra, poi, si intravedono due colonnati classici. Anche il fondo della loggia è chiuso da una trifora che apre la vista al paesaggio sottostante. Le colonne sono di marmo molto esili con un capitello tipo corinzio. Oltre i tre archi si intravede un paesaggio non facilmente identificabile. Gli storici lo indicano come una Gerusalemme celeste.

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Leal sovvenir (National Gallery, Londra)

Non si conosce il nome del personaggio raffigurato (1432), ma alcune informazioni si trovano sull'iscrizione sul parapetto marmoreo in trompe-l'œil. Tra queste spicca, in lettere più grandi e dipinte come se fossero incise nel marmo, "Leal Sovvenir", cioè la presentazione del ritratto come ricordo fedele dell'aspetto della persona rappresentata, non come un'opera idealizzata o simbolica.

Il personaggio è rappresentato di tre quarti e non guarda lo spettatore, a differenza della tradizione tardogotica che utilizzava soprattutto il profilo. Un contatto con l'osservatore è suggerito dalla mano (che tiene un cartiglio arrotolato) protesa in scorcio verso il parapetto che separa il personaggio da chi guarda.

Il fondo scuro è una caratteristica frequente nei ritratti fiamminghi della prima metà del XV secolo, a cui si sostituiranno poi fondali architettonici e paesaggi.