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Pattern ANA
Corrisponde ad un antigene ed è associato ad una o più patologie.
Pattern periferico ANA
Indica la presenza di anticorpi anti-ds-DNA, utili per la diagnosi e il monitoraggio del LES.
Crithidia Luciliae
Protozoo utilizzato nell'IFI per la ricerca di anticorpi anti-dsDNA, grazie al suo cinetoplasto con DNA circolare a doppia elica.
ELISA
Saggio immunoenzimatico per la determinazione e quantizzazione degli anticorpi, basato sul legame antigene-anticorpo e una reazione enzimatica.
Autoanticorpi
Anticorpi diretti contro antigeni propri dell'organismo, individuati tramite tecniche specifiche come ELISA per singoli autoantigeni.
Anticorpi anti-ENA
Anticorpi diretti contro antigeni nucleari estraibili, utilizzati per identificare antigeni bersaglio degli ANA.
DOTPLOT
Tecnica utilizzata per studiare gli ENA, identificando specificità antigeniche nucleo-citoplasmatiche.
Immunoblot
Tecnica che utilizza strisce di nitrocellulosa con antigeni legati per identificare anticorpi specifici nel siero del paziente.
Anticorpi anti IgG coniugati con enzima
Utilizzati per rilevare il legame antigene-anticorpo nei saggi, producendo una reazione colorata misurata con citofluorimetro.
Anticorpi anti-Ro (SS-A) e Anti-La (SS-B)
Anticorpi anti-ENA associati a complessi RNA-proteina.
Anti-CENP
Anticorpo anti-centromero, un tipo di anticorpo anti-ENA.
Anti-topoisomerasi-I (Scl-70)
Anticorpo anti-ENA diretto contro la topoisomerasi I.
Flow chart test ANA
Inizia con il test ANA tramite IFI; se positivo (diluizione >= 1:80), prosegue con test di secondo livello come ELISA per anti-dsDNA e DOTPLOT per ENA.
MICI (Malattia Infiammatoria Cronica Intestinale)
Include la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, caratterizzate da infiammazione cronica dell'intestino.
Malattia di Crohn
Interessa tutto l’apparato gastrointestinale, con un’infiammazione transmurale e lesioni discontinue
Colite Ulcerosa
Interessa solo il colon- retto ed ha un interessamento continuo.
Fistole
Comunicazioni patologiche tra due o più cavità dell'organismo o tra queste e l'esterno, spesso osservate nella malattia di Crohn.
Calprotectina fecale
Marcatore infiammatorio presente nelle feci, urine, saliva e plasma, utilizzato per diagnosticare malattie infiammatorie intestinali (IBD).
ANCA (anticorpi anti citoplasma dei neutrofili)
Marcatore anticorpale utilizzato nella diagnosi di malattie infiammatorie intestinali.
ASCA, ALCA, ACCA, AMCA
Marcatori anticorpali (oltre ad ANCA) utilizzati nella diagnosi di malattie infiammatorie intestinali.
Tumori maligni
Caratterizzati da crescita incontrollata, invasività, metastasi, evasione dall’apoptosi, autonomia nella crescita ed insensibilità ai segnali anti-crescita.
Sindromi paraneoplastiche
Effetti causati da alcuni tumori, non spiegabili solo sulla base del tipo di tumore, della sua localizzazione o sulla presenza di metastasi.
Ipercalcemia neoplastica
Aumento della concentrazione del calcio nel sangue che accompagna molti tipi di tumori.
Biopsia liquida
Concetto diagnostico recente che fornisce informazioni importanti per identificare e monitorare componenti del tumore in campioni di fluidi corporei.
Effetto Warburg
La glicolisi aerobia, anche in presenza di ossigeno nelle cellule tumorali altamente proliferanti.
18FDG
Analogo del glucosio utilizzato nella PET per l’imaging dei tumori, per analizzare il fenotipo metabolico della cellula neoplastica.
Emostasi
Processo che permette la coagulazione del sangue in caso di necessità e impedisce la formazione del coagulo nel sistema vascolare.
Fattori di Virchow
Alterazione dell’endotelio, alterazioni del flusso ematico e alterazioni della componente del sangue che portano alla formazione del trombo.
Trombomodulina (TM)
Proteina espressa da cellule endoteliali per mantenere l’endotelio in uno stato anti- infiammatorio e anti-aggregante.
Fattore piastrinico 3
Fosfolipidi sulla membrana piastrinica che forniscono una base solida per le interazioni tra i fattori della coagulazione.
Trombossano (TXA)
Attivatore potente dell'aggregazione piastrinica prodotto dall'acido arachidonico.
Via estrinseca della coagulazione
Attivata dal fattore tissutale in seguito a traumi.
Via intrinseca della coagulazione
Prevede l’attivazione da contatto da collagene o da altre molecole come il chilinogeno ad alto peso molecolare, o da HMVK.
Inibitori della coagulazione
Antirombina III, proteina C, proteina S, trombomodulina.
Sistema della fibrinolisi
Prevede la formazione di plasmina a partire dal plasminogeno grazie a t-PA, u-PA (tissutale o urochinasico).
Tempo di emorragia
Test che permette lo studio ex-vivo della fase vascolare dell’emostasi.
Tempo di protrombina (PT)
Si usa il plasma per attivare la via estrinseca della coagulazione, per misurare il tempo di formazione del coagulo.
Tempo di tromboplastina parziale attivato (aPTT)
Si usa il plasma trattato, per misurare la via intrinseca della coagulazione.
Tempo di trombina
Si usa il plasma trattato con citrato di sodio, per misurare il tempo di formazione della fibrina dopo l 'aggiunta di trombina.
Dosaggio di-dimero
Si usa il plasma per valutare diverse situazioni patologiche come tumori o infezioni e quando è normale si può escludere la presenza di trombosi venosa profonda o embolia polmonare.
Sepsi
Disfunzione d’organo pericolosa per la vita, causata da una risposta disregolata risposta dell’organismo ad un’infezione.
Prodotti trasfusionali contenenti piastrine
Concentrato piastrinico da pool di buffy-coat (lavato / irradiato), da aferesi (lavato / irradiato), da plasma-piastrinoaferesi (lavato / irradiato).
Gel piastrinico
Indicato per facilitare processi di guarigione di ferite/fratture. Prodotto poco standardizzato.
Principali indicazioni alla trasfusione piastrinica (1)
Piastrinopenie secondarie a ridotta produzione (chemioterapia, aplasia midollare), perdite o diluizioni (emorragie, trasfusioni massive), aumentata distruzione su base immunologica o per ipersplenismo, e coagulopatia da consumo (es. coagulazione intravascolare disseminata (CID)).
Principali indicazioni alla trasfusione piastrinica (2)
Alterata funzione piastrinica (es. malattia di Bernard Soulier, malattia di Glanzmann).
Infiammazione
Risposta ad un danno tissutale con la produzione di mediatori vasoattivi o chemiotattici, sistema regolato che interessa vasi e reclutamento di cellule.
Infiammazione Acuta
Risposta di un tessuto e del suo microcircolo ad un danno, rimuove l’agente eziologico e prepara la risposta riparativa. Intervengono neutrofili e monociti macrofagi. Presenta edema ed essudato.
Infiammazione Cronica
Situazione che perdura nel tempo perché c’è lo stimolo che persiste (agente infettivo, sostanza tossica, malattia autoimmune). Intervengono citochine, interferoni, anticorpi, cellule (monociti macrofagi e linfociti). Finisce con processo riparativo e deposizione di tessuto fibroso.
Essudato
Liquido di contenuto proteico di 2,5/3%, circa ⅔ g di proteina su 100ml, contiene cellule, tende all’acidità. Quelli più lievi hanno albumine, quelli più gravi altre proteine.
Trasudato
Liquido che si accumula nei tessuti, con una % proteica più bassa dell’essudato, si accumula quando si abbassa la pressione oncotica, non contiene cellule.
Infiammazione Sierosa
Si formano delle vesciche (flittenule) ripiene di liquido (essudato con basso contenuto proteico, soprattutto albumine, poche cellule). Si formano quando mettiamo scarpe nuove o abbiamo una ustione.
Infiammazione Fibrinosa
Si trova soprattutto sotto il livello delle cavità naturali (pericardica, pleurica, peritoneale). Si forma essudato ricco di fibrina che deve essere poi tolto di mezzo attraverso fibrinolisi tramite la plasmina. Quando c’è eccesso di fibrina si verifica l’organizzazione dell’essudato. Tende più facilmente a formarsi del tessuto fibroso, cicatrice.
Infiammazione Catarrale (o mucosa)
Sono interessate le sedi anatomiche dove ci sono le cellule mucipare. Il muco è fluido ed ha un ruolo difensivo.
Infiammazione Muco-purulenta
C’è una componente di infezione batterica.
Infiammazione Purulenta
Ci sono batteri (cocchi) piogeni che generano pus (essudato con tanti neutrofili morti). Essudato a basso pH, elevato contenuto di cellule morte e detriti, localizzazione diversa (ascesso o empiema).
Infiammazione Emorragica
Gli agenti patogeni provocano problemi all’endotelio vascolari.
Infiammazione Necrotico-emorragica
Necrosi tissutale, che interessa tessuto anche in profondità fino a portare a emorragia. Necrosi data da fattori vascolari (ischemia) o patogeni. Il tessuto che va in necrosi si chiama escara, quello che rimane dopo la perdita del tessuto necrotico si chiama ulcera.
Reazioni di Fase Acuta
Sono diverse reazioni sistemiche che accompagnano l’infiammazione: alterazioni/modificazioni di proteine plasmatiche di fase acuta (positive e negative), modificazioni concentrazioni plasmatiche di metalli, modificazioni neuroendocrine, modificazioni emopoietiche, modificazioni metaboliche.
Come sapere se c’è un processo infiammatorio in corso?
Controllare il numero di globuli bianchi e la formula leucocitaria (leucocitosi), e proteine di fase acuta (proteina C attiva, test di screening e monitoraggio follow up).
Pentrassine
Struttura poliglobulare, pentamero. La proteina C reattiva dovrebbe avere una concentrazione inferiore a 0,5 mg/L, ma aumenta anche di 1000 volte durante l'infiammazione.
Proteina Amiloide Serica (SAP/SAA)
Ha struttura analoga alla PCR, si lega alle HDL, promuove chemiotassi e fagocitosi, induce la produzione di enzimi degradanti la matrice extracellulare, stimola la sintesi di citochine infiammatorie. L’incremento cronico porta a deposizione di sostanza amiloide ed insorgenza di amiloidosi secondaria o reattiva.
Collettine
Proteine multimeriche e multifunzionali altamente conservate contenenti un dominio tipo-C lectinico collagene-simile e una regione che lega zuccheri presenti sulle superfici microbiche tramite domini di riconoscimento dei carboidrati (CRDs). Considerate ante-anticorpi, importanti funzioni difensive.
C1q, MBL
Hanno un dominio lectinico collagene-simile e una regione che lega zuccheri. Sono considerate anti-anticorpi, e fanno parte del sistema immunitario innato, hanno il ruolo di riconoscere patogeni. Sono le prime due della slide, il primo elemento del sistema del complemento della via classica.
C1q
Lega a recettori più specifici e attiva il complemento, la chemiotassi, la fagocitosi. è una molecola pro-infiammatoria che si attiva quando c’è qualcosa da riconoscere.
MBL
Lectina che lega il mannosio (zucchero). Riconosce i carboidrati che stanno su batteri o virus patogeni.
Funzione Globale del Sistema del Complemento
Valutata mediante la prova CH50 che ne misura la capacità emolitica. Viene espressa come la diluizione del siero del paziente in esame necessaria per provocare la lisi del 50% di eritrociti di montone opsonizzati con anticorpi.
LBS (Lipopolisaccaride)
Molecola che si trova nella membrana esterna dei gram negativi è composta da una parte lipidica all’interno della membrana e una parte saccaridica. Viene anche chiamata endotossina, si lega al CD14 sulle cellule fagocitiche e da qui si lega a TLR4 (si trova su fagociti). È un pirogeno, provoca febbre.
Fibrinogeno
Fattore I della coagulazione, convertito in fibrina dalla trombina in presenza degli ioni Calcio. Aumenta durante le infiammazioni.
Fibrinogeno
Usato come biomarcatore per verificare la presenza di reazioni infiammatorie. Valori normali: 200-375 mg/dL negli uomini, 200-430 mg/dL nelle donne.
α1-antitripsina (Anti-proteasi)
Prodotta dal fegato, inibitore delle proteasi (inibisce la tripsina), serve per controllare la reazione infiammatoria. Misurata con nefelometria, è un marcatore di infiammazione.
Ceruloplasmina (Proteina di trasporto)
Fondamentale per il trasporto del rame (lega il rame) e per la rimozione del ferro dai tessuti (attività dell’enzima ferrossidasi), quindi blocca la riproduzione batterica sottraendo ioni ai microrganismi. Intervallo di normalità: 20-40 mg/dL
Aptoglobina (Proteina di trasporto)
Lega emoglobina liberata in seguito ad emolisi intravascolare. Se la funzione epatica è normale, se diminuisce, indica l’aumento di emolisi. Livelli aumentati indicano condizioni di stress, infezioni, infiammazione acuta, necrosi tissutale.
Pro-calcitonina (PCT) (APP positiva)
Precursore dell’ormone calcitonina. Incrementi sono legati agli stimoli infiammatori in quanto essa viene secreta da diverse tipologie cellulari. È molto sensibile e specifica per infezioni batteriche, aumenta rapidamente (≈ 3 ore) dopo somministrazione di endotossine. Utile per il monitoraggio della sepsi e della terapia antibiotica.
Sepsi
Infezione generalizzata. Condizione acuta dovuta ad una risposta infiammatoria eccessiva dell’intero organismo nei confronti di un’infezione.
Calprotectina o (S100A8/S100A9)
È implicata in varie funzioni intra- ed extra- cellulari. È un indice di attivazione fagocitaria. L’aumento è considerato parametro infiammatorio causato da malattie reumatologiche e malattie cardiache. La ricerca fecale viene utilizzata per diagnosi e monitoraggio delle malattie intestinali infiammatorie (MII o IBD).
CD-14 solubile
Presepsina. Oltre ad essere legato alla membrana plasmatica può essere anche in forma solubile (sCD14). In questa forma può essere marcatore di sepsi, infezione ed è un indice prognostico negativo, ovvero un probabile avvio al decesso del paziente con sepsi.
APN (proteine di fase acuta negative)
Proteine plasmatiche il cui livello si riduce per vari motivi: vengono prodotte APP in grandi quantità e quindi vengono consumate le riserve di aminoacidi , fuoriuscita dai vasi ematici al sito dell’infiammazione, sono facilmente catabolizzate.
Albumina (APN)
Presente in grande quantità nell’organismo (circa 4-5 g per kg di peso corporeo). Mantiene la pressione colloidosmotica plasmatica, legame e trasporto di acidi grassi liberi, ormoni steroidei, tiroxina, bilirubina, calcio, rame, triptofano e farmaci, contiene gruppi sulfidrilici in grado di neutralizzare i ROS. Riduzione durante l'infiammazione.
Transferrina (APN)
Molecola di trasporto del ferro. Aumenta in condizioni di carenza di ferro, diminuisce durante l’infiammazione acuta e cronica, durante terapie cortisoniche e patologie epatiche.
Citochine
Molecole di natura proteica prodotte da diversi tipi cellulari, in particolare mononucleati, in seguito alla esposizione a stimoli infiammatori. Svolgono funzioni di segnalazione intercellulare (azione autocrina, paracrina o endocrina). Utilizzata per verificare se la terapia sta risultando efficiente.
VES (Velocità di eritrosedimentazione)
Metodo aspecifico per misurare un processo infiammatorio. Rappresenta la velocità alla quale gli eritrociti sedimentano in provetta in presenza di anticoagulante (mm/h).
QuantiFERON
Misura quanto interferone gamma viene prodotto dai linfociti di un organismo esposto al micobatterio della tubercolosi.
Tolleranza Immunologica
Immunological tolerance. Il sistema immunitario non risponde ad un determinato antigene ed è tollerante verso il self.
Mimetismo Molecolare
Agenti infettivi hanno antigeni simili ad antigeni self, vengono prodotti anticorpi contro l’antigene virale che cross-reagiscono con l’antigene self.
Rilascio di antigeni segregati
Antigeni self presenti in tessuti specifici sono segregati (nascosti) nelle cellule. In caso di danno/infezione, la cellula si rompe rilasciando gli antigeni che entrano in contatto con i linfociti.
Alterazione dell’antigenicità
Alcuni farmaci/molecole chimiche interagiscono con le proteine di superfice di alcune cellule modificando gli antigeni self e creando dei neo-antigeni self.
Malattie Autoimmuni Organo-Specifiche
Risposta immunitaria verso antigeni o cellule specifici di un unico organo → danno tissutale localizzato (es. diabete tipo I, tiroiditi).
Malattie Autoimmuni Sistemiche
Interessa più di un organo o tessuto, ad esempio molecole ad ampia diffusione come DNA e complessi lipidi-proteine → danno sistemico (es. Lupus eritematoso sistemico).
Patogenesi delle Malattie Autoimmuni Organo-Specifiche
Linfociti T helper attivati dal contatto con antigeni specifici dell'organo attivano una risposta linfocitaria CD-8 (citotossica) o linfociti B (produzione di anticorpi).
Tiroidite di Hashimoto
Forma di ipotiroidismo. Cellule rivestite da anticorpi, riconosciute da citotossici, si crea una reazione citotossica delle cellule che muoiono. Autoanticorpi contro antigeni tiroidei: perossidasi microsomiale tiroidea (95%), Tireoglobulina (60%). ECO: Aree di infiammazione e fibrotiche all’interno di tessuto tiroideo.
Morbo di Flajani-Basedow-Graves
Forma di ipertiroidismo. Linfociti T attivano i Linfociti B, producono anticorpi anti-TSH (attivanti, aumenta la secrezione di ormoni tiroidei). Autoanticorpi anti-recettore per il TSH sui tireociti. Proliferazione dei tireociti (comparsa del gozzo). Sintesi di una eccessiva quantità di ormoni tiroidei.
Diabete Mellito di Tipo 1 (T1DM)
Disordine cronico della omeostasi del glucosio dovuto alla distruzione, su base autoimmune, delle cellule Beta delle isole del Langerhans (nel pancreas). T1DM è quello autoimmune ed è chiamato insulino-dipendente. Insulite. Autoanticorpi: anti-insula pancreatica (ICA), Anti-insulina (IAA), anti- decarbossilasi dell’acido glutammico (GADA), GAD6 e diretti contro tirosina-fosfatasi (IA2).
Miastenia Grave
Auto-anticorpi contro il recettore per l’acetilcolina (AChR). La terminazione nervosa rilascia ACh nello spazio post-sinaptico in cui sono presenti anticorpi anti- recettori ACh, che distruggono questi recettori. Non avviene il legame dell’ACh con il recettore, non c’è la contrazione muscolare. Danno si verifica al livello della membrana post-sinaptica.
Sclerosi Multipla (MS)
Linfociti T e B autoreattivi migrano nel SNC distruggendo la guaina mielinica (demielinizzazione), alterata trasmissione degli impulsi nervosi lungo l’assone.
Sindrome di Sjogren
Disordine autoimmune che ha come bersaglio le ghiandole esocrine (lacrimali, salivari e pancreas esocrino), cherato-congiuntivite secca e xerostomia (bocca secca), diminuzione nella produzione di fluidi. Eziologia sconosciuta ma è associato all'Herpesvirus Umano tipo 4. Troviamo ANA.
Miopatie infiammatorie
Diminuzione della forza dei muscoli prossimali, rilascio in circolo di enzimi muscolari come la CPK, infiammazione con infiltrato linfocitario a livello muscolare. Spesso associate ad altre patologie autoimmuni.
Artrite Reumatoide
Disordine infiammatorio sistemico cronico che interessa molteplici organi e tessuti, ma che si manifesta prevalentemente a livello articolare. Fattore reumatoide(FR, IgM contro le IgG autologhe) e Anticorpi anti-proteine citrullinate(ACPA) nel sangue.
Sclerodermia
Patologia del tessuto connettivo (derma ispessito e indurito per eccessiva produzione di collagene da parte dei fibroblasti). Fenomeno di Raynaud. Anti-antigeni nucleari (ANA) o ENA ricercati per la diagnosi.
Lupus eritematoso sistemico (LES)
Patologia infiammatoria sistemica cronica autoimmune. Anticorpi contro diversi antigeni self (proteine plasmatiche, antigeni di superficie delle cellule, componenti citoplasmatici e DNA nucleare). Gli ANA sono gli anticorpi più importanti a fini diagnostici.
Immunofluorescenza Indiretta (IFI)
Campione: siero del paziente con anticorpi. Substrato: colture di cellule HEp-2 di carcinoma laringeo umano con elevato indice mitotico. anticorpi marcati in fluorescenza che riconoscono le IgG.