DIAGNOSTICA DINAMICA - Capitolo 11: LA PERSONALITA’ DEPRESSIVA E LA PERSONALITA’ MANIACALE

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Che cos'è la depressione clinica e quali sono le differenze tra "melanconia" e lutto normale secondo Freud?
La depressione clinica si manifesta attraverso tristezza invincibile, mancanza di energie, anedonia (incapacità di godere dei normali piaceri) e problemi vegetativi come disturbi dell’alimentazione, del sonno e dell'autoregolazione. Secondo Freud, la differenza più significativa tra la melanconia (condizioni depressive) e il lutto normale risiede nel fatto che, mentre nel lutto normale si percepisce il mondo esterno impoverito per la perdita di una persona cara, nelle condizioni depressive ciò che si sente perduto o danneggiato è una parte del Sé. Il lutto normale sopraggiunge in ondate e termina con un lento recupero dell'umore, permettendo un funzionamento quasi normale tra gli episodi di dolore acuto. La depressione, al contrario, è incessante, mortifera e può protrarsi a lungo nel tempo.
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Confronta i tipi di depressione "introiettiva" e "anaclitica" secondo Blatt, in termini di esperienza interna e bisogni.

Secondo Blatt, i tipi di depressione "introiettiva" e "anaclitica" si differenziano per l'esperienza interna e i bisogni. La depressione introiettiva è caratterizzata da un'esperienza interna di "Io non sono sufficientemente buono, sono difettoso, sono cattivo", con un focus sulla definizione di sé. Le persone introiettive si sentono cattive ma potenti nella loro cattiveria, provando un senso di colpa a volte incommensurabile e con una componente grandiosa, come nella convinzione che "Mi succedono brutte cose perché me le merito". La depressione anaclitica è vissuta soggettivamente come "Io sono vuoto, affamato, solo e ho bisogno di sentirmi in contatto con qualcuno", con un focus sul Sé in relazione. Queste persone si sentono vittimizzate, prive di potere e passive. I loro sintomi tendono a diminuire rapidamente quando si sentono connesse in modo sicuro con qualcuno che se ne prende cura, data la centralità del bisogno di attaccamento. Il loro senso di vuoto e disperazione esistenziale può somigliare a quello delle personalità narcisistiche.
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Quali ipotesi sono state formulate riguardo all'eziologia della depressione dal punto di vista pulsionale e quali tratti "orali" sono associati?

Dal punto di vista pulsionale, Freud ha ipotizzato che un precursore importante delle inclinazioni depressive sia l'esperienza di una perdita prematura. In linea con la teoria classica della fissazione istintuale, si riteneva che gli individui depressi fossero rimasti "fissati" allo stadio orale a causa di uno svezzamento troppo precoce o brusco, o altre frustrazioni orali precoci che eccedevano le loro capacità di adattamento. I tratti "orali" associati alle persone con carattere depressivo includevano un'eccessiva inclinazione a mangiare, fumare, bere, parlare, baciare e altre forme di gratificazione orale.
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Spiega il concetto di "sadismo contro il Sé" o "rabbia rivolta all'interno" come processo difensivo nelle persone depresse.

Il concetto di "sadismo contro il Sé" o "rabbia rivolta all'interno" descrive un processo difensivo tipico delle persone depresse, in cui queste ultime distolgono dagli altri e dirigono verso se stesse gran parte dei propri affetti negativi, manifestando un auto-odio sproporzionato alle loro effettive mancanze. Questo fenomeno fu interpretato in termini psicodinamici come la rabbia e le critiche originariamente indirizzate verso un oggetto d'amore perduto o non gratificante, che vengono poi interiorizzate e rivolte contro il proprio Sé. Tale formulazione è coerente con l'osservazione che le persone depresse raramente esprimono rabbia spontanea e non conflittuale, sentendosi invece prevalentemente colpevoli e tormentate dalla consapevolezza di ogni peccato commesso.
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Quali sono le difese primarie e secondarie utilizzate dai depressi introiettivi, in particolare l'introiezione e il volgersi contro il Sé?

I depressi introiettivi utilizzano prevalentemente le seguenti difese:
Introiezione: È la difesa più potente e strutturante. Consiste nell'interiorizzazione inconscia delle qualità più odiose di un vecchio oggetto d'amore. Mentre gli attributi positivi dell'oggetto sono ricordati con tenerezza, quelli negativi vengono percepiti come parte del Sé, portando a un diffuso senso di "essere cattivo" e alla convinzione di aver allontanato una persona necessaria e affettuosa.
Volgersi contro il Sé: Rappresenta un esito meno arcaico dell'introiezione. Consiste nello spostare un affetto o atteggiamento negativo da un oggetto esterno verso il Sé. Questa difesa permette di ridurre l'ansia, in particolare quella di separazione, e la persona si identifica con l'atteggiamento criticante. Sebbene spiacevole, è emotivamente preferibile al riconoscimento di una minaccia reale per la propria sopravvivenza in condizioni di impotenza.
Idealizzazione: Come difesa, l'idealizzazione si manifesta in cicli ricorrenti di eccessiva considerazione per gli altri, seguita da svalutazione di sé in confronto a loro e dalla ricerca di nuovi oggetti idealizzati per compensare il senso di inferiorità e indegnità. L'autostima del depresso, essendo danneggiata, viene temporaneamente sostenuta attraverso l'ammirazione per gli altri.
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In che modo la dinamica introiettiva e anaclitica differiscono nella loro risoluzione del problema dell'affidabilità delle figure di dipendenza?

La dinamica introiettiva e anaclitica differiscono nella loro risoluzione del problema dell'affidabilità delle figure di dipendenza:
Nella dinamica anaclitica, di fronte all'inaffidabilità delle figure di dipendenza, la persona si sente lasciata con un senso cronico di incompletezza, vuoto, desiderio, futilità e disperazione esistenziale. Si sente vittimizzata, priva di potere e passiva.
Nella dinamica introiettiva, la persona nega l'inaffidabilità delle figure di dipendenza, poiché non riesce a tollerare di vivere nella paura. Si convince che la fonte dell'infelicità risieda dentro di sé, mantenendo l'illusione che un proprio miglioramento potrà cambiare la situazione: se diventerà sufficientemente "buona", la vita migliorerà. Si sente cattiva ma potente nella sua cattiveria.
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Qual è il ruolo dell'idealizzazione come difesa nei pazienti depressi e come influenza la loro autostima?

Nei pazienti depressi, l'idealizzazione è un'importante difesa. La loro autostima, essendo stata danneggiata dalle esperienze vissute, trova una compensazione nell'ammirazione che provano per gli altri. Gli individui con carattere depressivo manifestano tipicamente cicli ricorrenti di eccessiva considerazione per gli altri, una conseguente svalutazione di sé in rapporto a questi, e una successiva ricerca di nuovi oggetti idealizzati per compensare il proprio senso di inferiorità. Questo processo li aiuta a gestire il proprio senso di indegnità e la fragilità dell'autostima, cercando un valore riflesso nell'ammirazione di figure percepite come perfette.
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Descrivi i modelli relazionali e le esperienze familiari (perdita precoce, svezzamento traumatico, incuria, disconferma del dolore) che possono favorire una psicologia depressiva.

Diversi modelli relazionali ed esperienze familiari possono contribuire allo sviluppo di una psicologia depressiva:
Perdita precoce o traumatica: Le dinamiche depressive sono spesso rintracciabili in dolorose esperienze premature di separazione da un oggetto d'amore, che possono essere reali (es. morte di un genitore) o psicologiche (es. rinuncia a comportamenti di dipendenza prima di essere emotivamente pronti). Se la perdita non viene elaborata, il bambino può idealizzare l'oggetto perduto e confinare gli affetti negativi nel Sé, sviluppando un senso di colpa e indegnità.
Svezzamento traumatico: Secondo la teoria pulsionale classica, svezzamenti troppo precoci o bruschi, o altre frustrazioni orali, possono fissare l'individuo a uno stadio infantile predisponendolo alla depressione. Se la madre, durante lo svezzamento, proietta la propria sofferenza sul bambino, quest'ultimo può sentirsi responsabile e sviluppare un senso di colpa.
Incuria dei bisogni dei figli: Famiglie in cui i genitori sono sopraffatti da difficoltà o ignorano il bisogno dei bambini di spiegazioni non moralistiche di fronte a eventi difficili. L'assenza di spiegazioni adeguate a un divorzio, ad esempio, può favorire un adattamento depressivo.
Atmosfera familiare che scoraggia la sofferenza: Genitori che modellano il diniego del dolore, che insistono sul fatto che la famiglia stia meglio senza l'oggetto perduto, o che necessitano di essere rassicurati che il bambino non soffre, portano il bambino a credere che ci sia qualcosa di sbagliato in lui. Questo può indurre il bambino a proteggere il genitore emotivamente appesantito, concludendo che il dolore è pericoloso e i bisogni di conforto sono distruttivi.
Principio morale di "egoismo" nella sofferenza: Una cultura familiare che etichetta la sofferenza o l'attenzione per sé come "egoistiche" può instillare un bisogno di nascondere gli aspetti vulnerabili del Sé e, per identificazione con il genitore criticante, un odio per tali aspetti personali. Bambini criticati per le loro reazioni regressive imparano a auto-maltrattarsi in modo simile da adulti.
Depressione genitoriale intensa: Una madre gravemente depressa, priva di supporto, può offrire al bambino solo cure materiali. I figli, profondamente influenzati, possono sentirsi in colpa per le normali richieste, credendo che le loro esigenze prosciughino gli altri. Queste esperienze, attraverso infinite combinazioni di perdita e insufficiente elaborazione psicologica, possono condurre a un adattamento depressivo.
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Quali sono le convinzioni fondamentali del Sé depressivo (sia introiettivo che anaclitico) e come influenzano la loro autostima e la suscettibilità alle critiche?

Le convinzioni fondamentali del Sé depressivo, che influenzano profondamente l'autostima e la suscettibilità alle critiche, sono:
Essere intrinsecamente "cattivi": I depressivi sono convinti di essere fondamentalmente cattivi, avidi, egoisti, competitivi, vanitosi, orgogliosi, rabbiosi, invidiosi e lussuriosi. Considerano questi normali aspetti dell'esperienza umana come perversi e pericolosi, temendo di essere intrinsecamente distruttivi.
Meritare il rifiuto: Dalle loro esperienze di perdite non elaborate, derivano la convinzione che sia stato qualcosa in loro ad allontanare l'oggetto. Trasformano il sentirsi rifiutati nella convinzione inconscia di meritare tale rifiuto, di averlo provocato con le proprie mancanze, e che futuri rifiuti saranno inevitabili se qualcuno li conoscerà intimamente.
Sforzo di essere "buoni": Tentano strenuamente di essere persone "buone", ma temono costantemente di essere scoperti nelle loro imperfezioni e allontanati come indegni.
Senso di colpa grandioso (tipo introiettivo): Il senso di colpa è incommensurabile e spesso ha una componente grandiosa, espressa come "Mi succedono brutte cose perché me le merito".
Autostima paradossale (tipo introiettivo): Possono avere un'autostima paradossale basata sull'idea grandiosa che "Nessuno è cattivo con me".
Suscettibilità estrema alle critiche: Sono estremamente suscettibili e pronti a pensare il peggio di se stessi. Le critiche possono devastarli, e tendono a cogliere solo gli accenni alle loro mancanze in qualsiasi comunicazione. Non riescono a superare i minimi granelli di verità nelle critiche, anche se abusive, non riconoscendo di non meritare maltrattamenti.
Aiuto agli altri come compensazione: Spesso gestiscono le proprie dinamiche inconsce attraverso attività filantropiche o sociali, che controbilanciano il senso di colpa e la percezione della propria distruttività. Per il tipo anaclitico, le convinzioni sono più legate a un senso di vuoto, incompletezza, desiderio e disperazione esistenziale, con una percezione di sé come vittimizzato, passivo e privo di potere.
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Spiega la maggiore incidenza di soluzioni depressive tra le donne secondo alcuni autori.

Secondo alcuni autori, le donne mostrano una maggiore incidenza di soluzioni depressive ai problemi emotivi rispetto agli uomini. Questa disparità viene spiegata dal fatto che la figura di accudimento primaria, nella maggior parte delle famiglie, è una donna. I figli maschi costruiscono il proprio senso di identità di genere differenziandosi dalla madre, mentre le femmine lo sviluppano attraverso l'identificazione con essa. Tale squilibrio nelle cure primarie implica che gli uomini tendano a utilizzare meno l'introiezione, poiché la loro virilità è affermata attraverso la separazione piuttosto che la fusione. Al contrario, le donne tendono a ricorrere maggiormente all'introiezione, poiché il senso di femminilità deriva da questa relazione. Di conseguenza, gli uomini, quando si sentono interiormente vuoti, sono più propensi a utilizzare il diniego e a reagire in modo controdipendente, anziché sperimentarsi anacliticamente come bisognosi e desideranti.
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Descrivi il transfert tipico con i pazienti depressivi e come le reazioni controtransferali (benevole, salvifiche, di incompetenza) si collegano ai tipi introiettivo e anaclitico.

Transfert con pazienti depressivi:
I pazienti depressivi sono generalmente facili da amare; si attaccano rapidamente al terapeuta, considerano benevoli i suoi intenti anche se temono le critiche, e sono sensibili all'empatia. Si impegnano a essere "buoni" pazienti e apprezzano gli insight.
Tendono a idealizzare il clinico, ma in modo meno privo di connessione emotiva rispetto ai narcisisti. I depressivi più sani rispettano la realtà del terapeuta come persona separata e fanno di tutto per non essergli di peso.
I depressivi introiettivi proiettano sul terapeuta le proprie critiche interne, convinti che l'interesse e il rispetto del terapeuta svanirebbero se venissero conosciuti veramente. Con il progredire della terapia, possono esprimere più direttamente rabbia e critica verso il terapeuta, comunicando la loro sfiducia nella possibilità di essere aiutati.
I depressivi anaclitici inizialmente si sentono a loro agio e traggono benefici immediati dall'attenzione affettuosa e non giudicante, con una riduzione dei sintomi. Anche per loro, i progressi terapeutici possono evocare critiche verso il terapeuta, poiché devono confrontarsi con la necessità di continuare a lavorare nonostante la relazione di attaccamento.
Controtransfert con pazienti depressivi: Il controtransfert varia a seconda della gravità della depressione del paziente:
Controtransfert complementare: Si manifesta con un affetto benevolo, fantasie onnipotenti di salvezza o il desiderio di essere per il paziente "Dio" o il genitore accogliente che non ha mai avuto. Questo riflette la convinzione inconscia del paziente che la sua depressione possa essere curata con amore incondizionato e comprensione totale.
Controtransfert concordante: Il terapeuta sperimenta sentimenti di incompetenza, impaccio, dannosità, o di "non essere abbastanza buono", che si collegano agli elementi introiettivi del paziente. Oppure, può sentirsi privo di speranza, incompetente, demoralizzato e vuoto, risuonando con gli elementi anaclitici del paziente.
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Quali sono i principi fondamentali della terapia con persone depresse, inclusa l'importanza di accettazione, rispetto e la gestione delle reazioni alla separazione?

I principi fondamentali della terapia con persone depresse o organizzate depressivamente sono:
Atmosfera di accettazione, rispetto e impegno alla comprensione: Questa è la condizione più importante, con una forte enfasi sulla relazionalità. Il terapeuta deve essere emotivamente costante e non giudicante, data l'estrema sensibilità dei pazienti alle critiche o al rifiuto.
Affrontare le convinzioni interne sulla "cattiveria": Per i depressi introiettivi, il miglioramento è legato all'affrontare in terapia le credenze sulla propria cattiveria e il loro impatto sulle perdite della vita.
Riconoscere l'efficacia del legame per gli anaclitici: I pazienti anaclitici migliorano rapidamente quando si sentono connessi e curati, poiché la loro depressione è centrata sul bisogno di attaccamento.
Terapia a lungo termine per l'interiorizzazione: I pazienti anaclitici spesso necessitano di una terapia a lungo termine per interiorizzare la presenza del terapeuta come una voce interna affidabile e positiva, prevenendo nuove perdite traumatiche.
Elaborazione preventiva delle separazioni obbligatorie: In trattamenti a termine, è cruciale elaborare preventivamente con il paziente la sua probabile interpretazione della perdita (es. "Questo trattamento funziona per altri, ma non per me") per evitare di minare l'autostima.
Esplorazione e interpretazione delle reazioni alla separazione: È imperativo esplorare e interpretare le reazioni alla separazione, anche brevi silenzi o cancellazioni di sedute, poiché questi pazienti sono sensibili all'abbandono e interpretano le perdite come prova della propria malvagità ("Tu te ne vai perché sei disgustato da me").
Accettazione non giudicante e ritorno dopo la separazione: Una accettazione non giudicante è necessaria ma non sufficiente, specialmente per gli introiettivi. Hanno bisogno di sperimentare che il terapeuta ritorna dopo una separazione, e che la loro "fame di relazione" o la rabbia per l'abbandono non distruggono il rapporto.
Incoraggiare l'espressione di sentimenti negativi: Il terapeuta non deve colludere con l'idea che non ci si possa arrabbiare con qualcuno di cui si ha bisogno. Riconoscere che la libertà di ammettere sentimenti negativi accresce l'intimità è una rivelazione importante per loro.
Approcci indiretti per l'autostima: I commenti di sostegno diretto possono aumentare la depressione. È più utile "attaccare il Superio", ad esempio chiedendo "E cosa c'è di così terribile in questo?" di fronte all'autocritica del paziente. Le interpretazioni critiche dell'elemento introiettato che alimenta l'autocritica sono tollerate e utili.
Riconoscere come conquiste i comportamenti di "resistenza": Interpretare comportamenti come la cancellazione di una seduta o il mancato pagamento come un trionfo sulla paura delle ritorsioni del terapeuta può essere terapeutico.
Autonomia nella conclusione del trattamento: Quando le condizioni professionali lo consentono, è importante che i pazienti depressivi possano decidere quando terminare il trattamento.
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In che modo il terapeuta può aumentare l'autostima di una persona con carattere depressivo, evitando il sostegno diretto che può aumentare la depressione?

Per aumentare l'autostima di una persona con carattere depressivo, evitando che il sostegno diretto possa paradossalmente aumentare la depressione, il terapeuta deve adottare strategie mirate:
Non sostenere l'Io direttamente, ma "attaccare il Superio": Invece di offrire rassicurazioni dirette che il paziente potrebbe interpretare come segni di inganno o di non essere veramente compreso ("Chiunque mi conosca veramente non può assolutamente dire simili cose positive su di me. Devo aver indotto con l'inganno questo terapeuta a pensare che io sia una brava persona, e sono cattivo anche per averlo ingannato"), è più efficace mettere in discussione il Superio severo del paziente. Ad esempio, di fronte all'autocritica per un'emozione considerata "cattiva" (come l'invidia), il terapeuta può chiedere: "E cosa c'è di così terribile in questo?". Questo approccio permette al paziente di riflettere sulle proprie convinzioni irrazionali senza sentirsi svalutato o compiacuto in modo falso.
Interpretare in tono critico gli elementi introiettati: Le personalità depressive possono tollerare interpretazioni espresse in tono critico, in quanto ritengono che "Se mi critica, dev'esserci qualcosa di vero in quel che dice, dato che so di essere in qualche modo cattivo". Questa modalità può essere utilizzata per criticare proprio l'elemento introiettato che alimenta l'autocritica del paziente, aiutandolo a riconoscere e modificare queste interiorizzazioni negative.
Riconoscere come conquiste comportamenti che sembrano resistenze: Comportamenti come la cancellazione di una seduta o il mancato pagamento, che in altri contesti sarebbero visti come resistenze, possono essere interpretati come un "trionfo sulla paura" che il terapeuta possa attuare ritorsioni per il più piccolo accenno di opposizione. Questo aiuta a intaccare la mentalità depressiva che associa il "buon paziente" alla compiacenza e l'opposizione alla punizione.
Incoraggiare l'espressione autentica dei sentimenti negativi: È fondamentale aiutare il paziente a riconoscere che la libertà di ammettere sentimenti negativi, anche verso il terapeuta, accresce l'intimità, mentre la falsità o la mancanza di contatto emotivo portano all'isolamento. Questo processo li aiuta a superare la convinzione di non potersi permettere di esprimere ostilità verso qualcuno di cui hanno bisogno.
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Perché è importante riconoscere come conquiste i comportamenti che in altri clienti sarebbero resistenze (es. cancellazione di una seduta)?

È importante riconoscere come conquiste comportamenti che in altri clienti sarebbero interpretati come resistenze (ad esempio, la cancellazione di una seduta o il mancato pagamento) perché le persone con carattere depressivo sono estremamente motivate a essere "buone" e spesso si comportano in modo esemplare nel loro ruolo di pazienti. Questo atteggiamento compiacente, tuttavia, può essere parte integrante della loro patologia, derivando da un Superio severo e dalla paura del rifiuto o della punizione. Pertanto, la mentalità depressiva può essere efficacemente intaccata interpretando la cancellazione di una seduta o il mancato pagamento non come una trasgressione, ma come un trionfo sulla paura che il terapeuta possa mettere in atto ritorsioni al più piccolo cenno di opposizione. Questo aiuta il paziente a sviluppare un senso di autonomia e a sfidare le proprie convinzioni interne di indegnità e colpa.
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Quali sono le principali condizioni con cui la psicologia depressiva viene spesso confusa nella diagnosi differenziale?

Le principali condizioni con cui la psicologia depressiva viene spesso confusa nella diagnosi differenziale sono il narcisismo e il masochismo. Questi errori diagnostici possono derivare da due fattori: la proiezione delle proprie dinamiche depressive da parte dei terapeuti e il fatto che sia i pazienti narcisisti sia quelli masochisti possono presentare sintomi di depressione clinica, come l'umore distimico.
Confronto con la Personalità Narcisistica:
Le persone narcisisticamente depresse sono soggettivamente vuote, mentre le persone con depressione caratterologica (introiettiva) sono soggettivamente piene di interiorizzazioni critiche e rabbiose.
Il narcisista depresso si sente privo di un Sé sostanziale, mentre il depresso percepisce la realtà del proprio Sé ma lo considera cattivo.
I narcisisti tendono a difendersi maggiormente dagli stati di vergogna e sono meno affamati di relazioni rispetto ai depressivi anaclitici, sebbene entrambi possano esprimere sentimenti di vuoto.
I narcisisti con tendenze depressive hanno transfert di oggetto-sé, mentre i depressivi hanno transfert oggettuali.
Il controtransfert con i narcisisti è irritante e superficiale, mentre con i depressivi è più intenso e spesso include fantasie salvifiche.
I narcisisti raramente risuonano con interpretazioni su genitori critici o separazioni dolorose, a differenza dei depressivi che le accolgono favorevolmente.
Confronto con la Personalità Masochistica:
Esiste una stretta relazione tra schemi depressivi e masochistici, essendo entrambi adattamenti al senso di colpa inconscio.
Il depresso ha bisogno di imparare che il terapeuta non lo giudicherà né lo abbandonerà, e sarà disponibile nella sofferenza.
Il masochista ha bisogno di scoprire che l'autoaffermazione, e non la sofferenza, può generare calore e accettazione, e che il terapeuta non è particolarmente interessato alle sue disgrazie attuali (a differenza del genitore che prestava attenzione solo nel disastro).
Trattare un depresso come masochista può aggravare la depressione e aumentare il rischio suicidario; trattare un masochista come depresso può rinforzare l'autodistruttività.
I farmaci antidepressivi in un masochista possono alimentare la credenza patogena che l'aiuto debba venire da un'autorità esterna.
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Quali sono le difese fondamentali delle persone maniacali e ipomaniacali e come si manifestano (diniego, acting out)?

Le difese fondamentali delle persone maniacali e ipomaniacali sono:
Diniego: Si manifesta primariamente nella tendenza a ignorare o a trasformare in modo umoristico eventi che per altri sarebbero allarmanti o spiacevoli. È un processo istantaneo e antiriflessivo, una modalità "magica" di confrontarsi con ciò che è spiacevole.
Acting Out: Assume prevalentemente la forma della fuga, con la persona che si allontana da situazioni che potrebbero minacciarla di una perdita. Può includere anche la sessualizzazione, l'abuso di sostanze, la provocazione e persino atti come il furto, tutti finalizzati a sfuggire ad affetti dolorosi. L'acting out consente di convertire la passività in attività, trasformando un senso di impotenza in un'esperienza di azione e potere. Inoltre, le persone maniacali tendono alla svalutazione, specialmente quando temono delusioni in una relazione d'amore. Nei casi più gravi o negli stati psicotici temporanei, possono ricorrere al controllo onnipotente, sentendosi invulnerabili, immortali e sicure.
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Descrivi i modelli relazionali che si riscontrano nella storia delle persone maniacali.

Nella storia delle persone maniacali si riscontra un modello di ripetute separazioni traumatiche che il bambino non ha avuto l'opportunità di elaborare emotivamente. Queste esperienze includono:
Morti non elaborate di figure importanti.
Divorzi e separazioni familiari di cui nessuno ha parlato al bambino.
Trasferimenti familiari avvenuti senza alcuna preparazione.
Frequenti esperienze di critiche e abusi, sia emotivi che fisici. Queste circostanze instabili e spaventose impediscono lo sviluppo di una normale fiducia nei sentimenti di onnipotenza infantile e nella capacità degli altri di proteggere il Sé.
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Quali sono le paure centrali del Sé maniacale e come influenzano la loro autostima?

Le paure centrali del Sé maniacale sono:
Paura di qualsiasi attaccamento: L'interesse verso qualcuno è percepito come una potenziale fonte di perdita devastante.
Paura della disintegrazione o frammentazione del Sé: Molte persone maniacali, ipomaniacali e ciclotimiche temono un'esperienza soggettiva di disintegrazione se smettono di muoversi o di essere attive. La paura di crollare è una preoccupazione centrale. L'autostima di queste persone, seppur debolmente strutturata, è mantenuta attraverso il successo nell'evitare il dolore e nel contempo ottenere il piacere di accattivarsi gli altri. Tuttavia, se una perdita diventa troppo dolorosa per essere negata, la fortezza maniacale può crollare improvvisamente, manifestandosi con tentativi di suicidio e comportamenti psicotici.
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Qual è il controtransfert più pericoloso nei terapeuti che lavorano con persone ipomaniacali?

Il controtransfert più pericoloso nei terapeuti che lavorano con persone ipomaniacali è la sottovalutazione del grado di sofferenza e della potenziale disorganizzazione che si celano dietro la loro presentazione accattivante. Ciò che a prima vista può apparire come un Io osservante ben funzionante e un'alleanza di lavoro affidabile, può in realtà essere il risultato di un diniego maniacale e di un fascino difensivo. Questi pazienti, pur essendo attraenti, intuitivi e affascinanti, possono confondere e stancare il terapeuta.
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Quali sono le implicazioni terapeutiche della diagnosi di ipomaniacalità, inclusa la prevenzione della fuga e l'uso dei farmaci psicotropi?

Le implicazioni terapeutiche della diagnosi di ipomaniacalità includono:
Prevenzione della fuga: La priorità è impedire al paziente di abbandonare il trattamento. Il terapeuta dovrebbe discutere nelle prime sedute il bisogno difensivo del paziente di fuggire dagli attaccamenti significativi e concordare un impegno a rimanere in terapia anche dopo aver percepito l'impulso di scappare.
Prognosi cauta: La prognosi è spesso cauta, a causa dell'estrema difficoltà di questi pazienti a tollerare la sofferenza. I pazienti maniacali con un alto grado di disagio psicologico manifesto possono avere una maggiore motivazione a proseguire il trattamento.
Uso dei farmaci psicotropi: I farmaci sono molto utili per i pazienti maniacali più sofferenti, permettendo di adattare il tipo e il dosaggio alle esigenze individuali. La psicoterapia è essenziale e complementare, poiché senza di essa i pazienti non elaborano la sofferenza delle perdite e potrebbero interrompere la farmacoterapia.
Approccio al diniego degli affetti negativi: Il terapeuta deve "contrattaccare" attivamente il diniego, confrontando il paziente in modo diretto ed esplicito con i contenuti negati, anziché limitarsi a invitarlo a esplorare una difesa intrinsecamente rigida.
Lentezza e modellamento: La terapia deve procedere lentamente a causa dei terrori di frammentazione del Sé e di dolore intollerabile. Un atteggiamento misurato del clinico offre al paziente, incapace di fermarsi, un modello diverso per gestire i sentimenti.
Forza e interesse del terapeuta: Il terapeuta deve apparire forte e interessato, facendo interpretazioni "verso l'alto" per normalizzare gli affetti negativi e dimostrare che non hanno effetti catastrofici. È importante verificare periodicamente l'autenticità emotiva del paziente.
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In che modo il terapeuta deve approcciarsi ai pazienti ipomaniacali riguardo al diniego degli affetti negativi e alla lentezza del processo terapeutico?

Per quanto riguarda il diniego degli affetti negativi, il terapeuta deve adottare un approccio attivo e incisivo con i pazienti ipomaniacali:
"Contrattaccare" la difesa: È spesso necessario confrontare il paziente direttamente ed esplicitamente con il suo diniego, nominando i contenuti che sono stati negati, piuttosto che limitarsi a incoraggiarlo a esplorare questa difesa intrinsecamente rigida e inflessibile.
Mostrare forza e interesse: Il terapeuta deve apparire forte e interessato, fornendo interpretazioni che mostrano alla persona ipomaniacale che provare affetti negativi è normale e che essi non comportano conseguenze catastrofiche.
Verificare l'autenticità emotiva: Poiché l'autenticità emotiva è molto problematica per questi pazienti, il terapeuta dovrebbe periodicamente indagare se stiano dicendo la verità o stiano semplicemente cercando di compiacere, scherzare o prendere tempo.
Riguardo alla lentezza del processo terapeutico, è fondamentale che la terapia proceda con cautela e offra un modello di regolazione:
Procedere lentamente: A causa dei terrori maniacali di frammentazione del Sé e di dolore intollerabile, la terapia deve procedere con lentezza.
Offrire un modello di misuratezza: Il clinico che mostra un atteggiamento misurato fornisce al cliente, spesso incapace di fermarsi, un modello alternativo per vivere nel mondo dei sentimenti, promuovendo una maggiore stabilità emotiva.
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Quali sono le principali diagnosi differenziali per le personalità ipomaniacali (isterica, narcisistica, compulsiva, schizofrenica, ADHD)?

Le principali diagnosi differenziali per le personalità ipomaniacali sono:
Personalità Isterica: I pazienti ipomaniacali possono essere scambiati per isterici a causa del loro fascino, apparente facilità nelle relazioni e intuizione psicologica. La distinzione si basa su: relazioni bruscamente interrotte, una storia di perdite traumatiche non elaborate e l'assenza delle tipiche preoccupazioni isteriche su potere e identità di genere negli ipomaniacali. Inoltre, un approccio terapeutico adatto agli isterici rischia di far sentire l'ipomaniacale poco "contenuto".
Personalità Narcisistica: Data la centralità della grandiosità nel funzionamento maniacale, è facile confondere gli ipomaniacali o ciclotimici con pazienti narcisisti di tipo grandioso. Le differenze si rivelano tramite un'anamnesi accurata: i narcisisti non hanno le storie tumultuose e frammentarie tipiche di molti ipomaniacali. La distinzione intrapsichica è tra il vuoto soggettivo del narcisista e la presenza di introietti ferocemente negativi nell'ipomaniacale, che vengono contrastati con il diniego. Entrambi i tipi, tuttavia, diventano più accessibili terapeuticamente con l'avanzare dell'età.
Personalità Compulsiva: Entrambe le personalità sono ambiziose, energiche e attive. La differenza risiede nel fatto che la personalità compulsiva è caratterizzata da una preoccupazione per i dettagli e dalla sottomissione all'autorità convenzionale, aspetti non tipici dell'ipomaniacale.
Schizofrenia: Un individuo maniacale in stato psicotico può apparire molto simile a uno schizofrenico in un episodio ebefrenico acuto. La differenziazione è cruciale per la terapia farmacologica appropriata e si basa su un'attenta anamnesi che valuti l'appiattimento affettivo e la capacità di astrazione, più marcati nella schizofrenia.
Disturbo da Deficit dell'Attenzione (ADHD): L'individuo maniacale è facilmente distraibile e può essere diagnosticato erroneamente come ADHD. La discriminazione si effettua riconoscendo la presenza, nei soggetti ipomaniacali, di tematiche interne profonde legate alla perdita, al desiderio e all'auto-odio, contrastate attraverso l'uso del diniego, assenti nelle difficoltà sintomatiche dell'ADHD