The French Revolution and the Revolutionary Debate (Lect 26)

Indices of Content

  • Key Figures and Events

    • Edmund Burke (1729-1797) and the French Revolution

    • Reflections on the Revolution in France (1790)

    • The Anti-Revolutionary Satire

1. Edmund Burke and the French Revolution

  • Background Context: Burke reacts to the revolutionary debates ignited in Great Britain, particularly due to Richard Price's speech delivered on November 4, 1789, during a time when Enlightenment thought was gaining prominence. Burke was concerned about the radical shifts occurring in France that challenged traditional governance.

  • Richard Price's Influence: Price, a dissenting minister, celebrated the liberation of the French people from tyranny, arguing that Enlightenment principles—such as reason and natural rights—were crucial. He claimed that when individuals comprehend their humanity, they would naturally pursue virtuous action.

    • In Gran Bretagna il dibattito sulla Rivoluzione
      Francese si innesca a partire da un discorso che il Reverendo Richard Price (1723-1791), filosofo britannico e ardente sostenitore della Rivoluzione Americana (1775-83), rivolge il 4 novembre 1789, ciè a dire a pochi mesi dalla presa della Bastiglia, ai membri della 'London Revolution Society,' per commemorare, per il secondo anno consecutivo, la Glorious Revolution.

    • La London Revolution Society, nata attorno a pastori nonconformisti (dunque dissenters e unitarians, che non si riconoscono nella chiesa anglicana) quali, appunto, lo stesso Richard Price e lo scienziato e filosofo Joseph Priestley, aveva ottenuto adesioni fra il ceto medio e alcuni nobili 'Whig'. Ed è a questo pubblico che Price, già campione della libertà per le Colonie Americane con la pubblicazione nel 1776 di Observation on Civil Liberty, rivolge il suo efficace A Discourse on the Love of Our Country.

  • Burke’s Reaction: Viewing Price's radical ideals as a serious threat to the stability of the British nation, Burke perceived these revolutionary ideas as a dangerous contagion, potentially disrupting the established order. He describes this radical movement as an "armed doctrine," which poses a direct challenge to the British constitutional monarchy. Burke emphasizes that revolutionary ideas could unleash chaos and destruction, jeopardizing the institutions shaped by the wisdom of previous generations.

    • Price continua il suo ragionamento con affermazioni che suscitano immediatamente le preoccupazioni, fra gli altri, anche di Edmund Burke. Price afferma che gli intellettuali hanno la funzione di cercare e diffondere la verità, inversamente al seguace del tiranno che lavorerà nelle 'tenebre'. Per Price l'intellettuale, in cui include i filosofi e gli artisti, dovrà contribuire all'accrescimento di una conoscenza virtuosa poiché è "all'informazione che essi convogliano che noi dobbiamo quelle rivoluzion in cui ogni amico dell'umanità esulta". (traduzione italiana da A Discourse on the Love of Our Country)

    • Poi Price, con in mente il 'contratto sociale' alla Locke, aggiunge: "Il governo civile è "un'istituzione creata dalla prudenza umana volta a salvaguardare le nostre persone, la nostra proprietà e la libertà dei singoli membri", di conseguenza "i governi sono propriamente al servizio del pubblico e un re è lui per primo al servizio del pubblico da questo essendo stato creato e mantenuto... l'autorità del re è l'autorità del paese e il termine MAESTA', che a lui si applica, non significa affatto la sua propria maestà ma la MAESTA' del popolo" (da A Discourse on the Love of Our Country).

    • !! Tali posizioni allarmano immediatamente Edmund Burke e l'ampio schieramento che subito si coagula intorno a lui. Secondo Burke, Price e il movimento radicale inglese, a cui Price appartiene, deve considerarsi un nemico della stabilità della nazione perché porta il contagio rivoluzionario francese dissennato e senza regole oltre Manica, minacciando la stessa istituzione monarchica costituzionale Britannica.

    • Per Burke i radicali non nutrono alcun rispetto per quanto di venerabile il succedersi delle generazioni aveva saputo costruire, ma, al contrario, la loro dottrina, come quella rivoluzionaria francese, avrebbe portato solo anarchia e distruzione. Una "dottrina armata" la definisce infatti Burke:

      "Siamo in guerra con un sistema che per sua natura è nemico di ogni altro governo....E' con una dottrina armata (an armed doctrine) che siamo in guerra ... Per noi è un Colosso che sta a cavalcioni sul nostro Canale, la Manica, ha un piede su una spiaggia straniera, e l'altro sul suolo britannico. Così avantaggiato, se può affatto esistere, può infine prevalere."

    • Con questa metafora, espressa nel saggio Reflections on the Revolution in France con cui Burke risponde con forza e convinzione al discorso di Price, il grande liberale inglese esprime tutti i suoi timori. Burke vede infatti le idee rivoluzionarie francesi, importate in Inghilterra dagli intellettuali radicali inglesi, presto soprannominati per questo

      'jacobins', come una sorta di gigantesco Gulliver che calpesta i lillipuziani britannici, distruggendo tutte le loro istituzioni.

    • Inoltre all'auspicio di Price che gli ideali che hanno alimentato la rivoluzione francese raggiungano tutti i paesi europei, Gran Bretagna inclusa, secondo il principio che sostiene che nell'umanità sia presente una fratellanza innata, di cui la rivoluzione francese è la realizzazione evidente, Burke risponde che si tratta di una "malignant charity" una 'carità malevole' e che in realtà si tratta di una mostruosità, con uno sfondo tragi-comico.

    • Burke, pertanto, che aveva sostenuto con convinzione i principi della libertà americana e dell'India, si rifiuta ora di sostenere il movimento rivoluzionario francese che minaccia di eliminare il sistema di governo costituzionale inglese che si è costruito e assestato nei secoli, non senza momenti di crisi profonda, ma che è ormai, a suo avviso, il migliore concepibile fra quelli esistenti. Pertanto, in Reflections on the Revolution in France Burke per la prima volta assume una posizione conservatrice rispetto alla posizione liberale che fino a quel momento lo aveva caratterizzato.

    • La pubblicazione del saggio di Burke provoca una frattura all'interno del partito Whig: da una parte i più conservatori guidati da Burke, dall'altra i più liberali guidati da Fox.

    • Le monarchie vedono in Burke un uomo che li tranquillizza sullo sfondo di un mondo in rivolta.

    • Giorgio III è anch'egli rassicurato dal testo di Burke, sa che Reflections on the Revolution in France ha svolto un servizio migliore di quello che avrebbe potuto svolgere un esercito e sa che il saggio avrà delle conseguenze sull'opinione dei ceti medio-alti andando a costruire un sentimento patriottico in senso modern.

    • Se il saggio di Burke trova un ampio consenso fra I conservatori, la Corte e il governo, di altro parere si dimostra l'ala più aperta e liberale dei Whig, nonché I radicali e dissenzienti che condannano le Reflections e, mettendo mano a penna e carta, scrivono e pubblicano una serie di forti e articolate risposte. Fra queste vi sono le seguenti:

    • The Rights of Man di Thomas Paine (prima parte pubblicata ne 1791 mentre la seconda nel 1792)

    • An enquiry Concerning the Principles of Political Justice di William Godwin (1793)

    • A Vindication of the Rights of Man" (1790) e A Vindication of the Rights of Woman" (1792) di Mary Wollstonecraft.

2. Reflections on the Revolution in France (1790)

  • Burke’s Correspondence: He wrote his reflections based on correspondence with a young, initially optimistic French youth who championed the revolution. Despite his early sympathies towards revolutionary change, Burke's perspective shifts as he grows increasingly alarmed by the violent turn of events in France, such as the September Massacres (1792) and the radicalization of the revolution.

    • Burke inizia la sua opera spiegando il motivo per cui la scrive: informa i lettori che le sue riflessioni hanno avuto origine da uno scambio di opinioni e corrispondenza con un giovane francese pieno di speranze per i correnti eventi nella sua patria. Burke scrive allora la sua risposta in una lettera al giovane dove spiega la sua posizione riguardo la Rivoluzione Francese ma anche la necessità che sente di dovergli una risposta più articolata visto che le proprie considerazioni si sono allontanate da quanto aveva pensato in un primo tempo. Ora sente di dover scrivere a riguardo qualcosa di più completo, a causa dell'evoluzione che la Rivoluzione stava avendo.

    • Il giovane francese si era rivolto a Burke chiedendogli il suo parere perché riteneva che si sarebbe schierato a favore della Rivoluzione Francese, essendosi schierato precedentemente a favore di quella americana, ma questa volta gli eventi e le idee francesi appaiono molto più pericolose allo sguardo di Burke tanto da richiedere un suo esplicito intervento critico.

    • Burke afferma che la London Revolution Society, della quale fa parte Price, finge di celebrare la Glorious Revolution e la costituzione inglese, ma in realtà mette in pericolo il sistema inglese volendo importare anche in Inghilterra gli ideali rivoluzionari.

    • La London Revolution Society ha dato il benvenuto pubblicamente alla Rivoluzione Francese tanto che il discorso di Price è stato inviato alla Assemblea Nazionale francese, facendo ritenere ai suoi membri che tutta l'Inghilterra sia a favore della Rivoluzione iniziata in Francia. Burke si sente quindi in dovere di far presente ai francesi che solo una piccola parte d'inglesi è favorevole alla Rivoluzione e alla sua esportazione in Gran Bretagna.

  • Critique of Support: Burke critiques the London Revolution Society and their support for the French Revolution, arguing that their actions jeopardize Britain's stability and will ultimately lead to oligarchy rather than true democracy. He asserts that the revolution in France threatens not only the monarchy but also the rights of its citizens.

    • Burke sostiene che la libertà è potere perciò è necessario fare attenzione all'uso che se ne fa.

    • "Se la rivoluzione in Francia continuerà", afferma Burke, "la Francia sarà per sempre dominata da un'oligarchia che porterà alla distruzione non solo della monarchia ma dei diritti dell'uomo, in quanto tutti i cittadini ne saranno assorbiti e soffocati per sempre".

    • Vi deve essere una sostanziale corrispondenza fra la scienza della politica e quella della natura: la politica deve svilupparsi in forma naturale come fa la natura.

  • Call for Evolution, Not Revolution: Burke stresses that governance should evolve in accordance with natural societal development rather than through violent upheaval. He warns against the following the French example, emphasizing how the English constitution and longstanding traditions are crucial for protecting individual liberties, in stark contrast to the radical changes seen in France.

    • Non possiamo agire in modo violento e radicale sul sistema politico perché ne spezzeremmo l'evoluzione naturale, che deve essere costante e temperata.

    • La rivoluzione significa sovertire quest'ordine, quest'organicismo e queste corrispondenze con il mondo naturale.

    • Lo stato è un organismo vivente perciò ogni brutalità e ogni azione violenta lo distruggerebbe

    • Per Burke la Rivoluzione Francese si presenta come un evento fuori natura dominato dalla ferocia: uno stato senza legge, senza norme, senza le radici date dal passato, dalla tradizione → la garanzia allo stato viene data invece proprio dalla Storia.

    • Burke continua poi affermando che la Francia sradicata dalle sue antiche radici è in pericolo perché rischia di essere consegnata all'oligarchia che combatterà al suo interno per ottenere il potere su tutto lo Stato. Grazie all'ostilità degli inglesi alle innovazioni, grazie all'ostinazione del nostro carattere nazionale, non abbiamo perduto la libertà di pensiero, non abbiamo fatto di noi stessi dei selvaggi, non siamo discepoli di Rousseau o di Voltaire e il nostro governo non è un mal governo come quello francese.

    • Gli inglesi hanno conquistato la Magna Charta e la Costituzione, perciò non vogliono gettarle via insieme al loro passato, alla memoria dei loro padri, ma vogliono invece salvaguardarle dalla distruzione.

    • Price e i suoi seguaci dissenzienti che hanno dato il benvenuto alla Rivoluzione Francese minano le basi della società inglese perché attaccano i principi vitali della società britannica: l'equilibrio dei poteri (una monarchia controllata dal Parlamento) e la continuità e l'oralità storica (mentre la rivoluzione francese vuole cancellare secoli di storia e giurisprudenza).

      IL CONTRATTO SOCIALE E BRUKE

    • Il contratto sociale, secondo Burke, una volta sottoscritto fra popolo e sovrano non è più scindibile per cui quello che stanno facendo i francesi è invece spezzare tale contratto → i francesi credono di riscrivere il contratto ma in realtà lo stanno cancellando.

    • L'ereditarietà della corona è un diritto del popolo, è una sicurezza per il mantenimento della loro libertà.

      Se per Burke è vero che il contratto sociale non si può più scindere una volta sottoscritto, essendo la garanzia per il popolo di mantenere la propria libertà e i propri diritti ed essendo esso fondato sull'ereditarietà, ne consegue che l'ereditarietà è a favore del popolo e va preservata. I francesi al contrario si oppongono ad essa.

    • La proprietà è un diritto naturale, parte integrante del contratto (Locke) → i rivoluzionari francesi stanno invece espropriando le proprietà e gli averi ai ceti alti della società. (Ciò che Burke però non dice è che ai cattolici inglesi furono espropriate tutte le proprietà durante la scissione della chiesa inglese da quella di Roma).

    • Secondo Burke la volontà della maggioranza non è rilevante perché essa può essere mutevole: chiedere un giorno una cosa e il giorno dopo un'altra. Bisogna tendere invece ad un miglioramento lento ma costante.

    • Gli uomini hanno diritto alle leggi, ai frutti del loro lavoro, all'acquisizione dell'eredità dei loro genitori, all'istruzione, alla consolazione, a nutrirsi e migliorarsi e a migliorare la loro prole.

    • I rivoluzionari parlano di un nuovo ordine ma, così come da loro viene presentato, fa paura perché recide ciò che si è fatto ed ottenuto fino a quel momento. Come si fa ad andare avanti, a costruire il futuro, senza un passato, senza potersi guardare indietro si chiede Burke.

    • I francesi si comportano come schiavi appena liberati che hanno perduto tutto durante la loro schiavitu anche l'orgoglio e la benevolenza. Eppure non sono schiavi perché hanno un proprio passato, una propria storia e un proprio carattere nazionale.

    • Avrebbero dovuto comportarsi come gli inglesi che hanno tenuto fede all'antico e alla propria storia fornendo un modello costituzionale per tutta l'Europa.

    • Burke condanna la Rivoluzione Francese in quanto ha attuato atti di violenza sui sovrani, atti di violenza contro la monarchia e in particolare contro la regina Maria Antonietta nei confronti della quale, osserva Burke, non si sono comportati secondo i principi della cavalleria. La popolazione ha profanato la bellezza sovrana; l'epoca della cavalleria è stata rimpiazzata dall'epoca dei sofisti, filosofi, economisti.

    • Essendo Burke padre del sublime estetico dimostra che la monarchia, rappresentando una nazione, è stupore, meraviglia, ed è pertanto sublime.

    • Anche la Rivoluzione Francese è sublime ma è un sublime del terrore, della distruzione.

    • Burke nel suo saggio controrivoluzionario fa un ampio uso dell'effetto teatrale; ha costruito una rappresentazione della Francia, della Rivoluzione, drammatizzando la storia e mettendola in scena con grande maestria retorica.

    • Ricorre alle sinestesie "io vedo", "io immagino", per costruire la retorica della visione → il linguaggio è potere, perché costruisce l'immagine, il pensiero, sa renderlo visibile, e, quindi, divulgarlo.

3. Burke's Conservative Stance

  • Shift in Perspective: Burke’s outlook shifts from a more liberal stance to one emphasizing the importance of preserving historically rooted governmental systems. This publication creates a significant divide within the Whig party, pushing conservatives to rally behind Burke's views amidst growing revolutionary sentiment.

    • Burke riutilizza la categoria del sublime, da lui esposta nel testo Enquiry on the Beautiful and the Sublime, per riapplicarlo alla Rivoluzione Francese.

    • La rivoluzione francese è una scena mostruosa (fuori dall'ordine di natura) e tragicomica nella quale si alternano momenti di riso e momenti di pianto → contrasti, opposizioni, impossibilità di contenere l'immagine rivoluzionaria.

  • Public Reception: His critiques receive mixed receptions, as conservatives overwhelmingly support Burke while liberals and radicals vehemently oppose his conservative views. Notable responses to his work include Thomas Paine's "The Rights of Man," which defends revolutionary ideals, as well as works by William Godwin and Mary Wollstonecraft, who advocate for continued support of these revolutionary thoughts.

4. Critique of Revolutionary Ideals

  • Danger of Revolutionary Premises: Burke strongly critiques revolutionary ideals as dangerous and opposed to the organic development of society. He emphasizes the significance of heritage, tradition, and constitutional rule as safeguards against tyranny, arguing that those who propose to reconstruct society from scratch neglect the lessons of history.

  • Concerns About Nihilism: He warns that the fervor for revolution can lead to nihilism, which ultimately threatens the freedoms and rights of society by advocating for radical changes that lack a foundation in historical context or reality.

5. The Anti-Revolutionary Satire

  • Emergence of Satirical Journalism: In response to increasing revolutionary sentiment in Britain, satirical journalism flourishes as a cultural phenomenon. Satirical artists, notably James Gillray, use their craft to mock revolutionary figures and supporters, heightening public fears sparked by the events in France.

  • Public Sentiment: Caricatures and satire serve to undermine the credibility of revolutionary proponents, contributing to a growing public concern following the execution of Louis XVI in January 1793. This horrifying event shifts public opinion away from supporting revolutionary endeavors toward fear and suspicion of radical ideas, illustrating the power of satire in shaping societal outlooks during tumultuous times.

    • In questo clima controrivoluzionario britannico, di forte opposizione alla Francia Rivoluzionaria, ricoprono un posto di rilievo i i giornali: i giornalisti assistevano ai dibattiti parlamentari e dei club, li trascrivevano (vi erano quindi diverse interpretazioni) e li accompagnavano con vignette satiriche. Le vignette si diffondono e vengono pubblicate fra il 1793 e il 1799, in particolare dopo la pubblicazione del testo sulla Rivoluzione Francese di Burke.

    • Nascono dei giornali apertamente contro rivoluzionari, anti-giacobini, i quali utilizzano la caricatura, la satira, arma ancora più violenta della discussione politica che si pone contro un determinato pensiero o partito perché ne distrugge l'immagine e, quindi, la credibilità.

    • James Gillray (1756-1815) è fra I più popolari vignettisti britannici e la sua satira controrivoluzionaria certamente fra le più efficaci.

      D'altra parte i britannici vissero la Rivoluzione Francese come uno dei periodi più traumatici del secolo. Inoltre i lunghi anni di guerra che seguirono fra Francia e Inghilterra segnarono due generazioni di giovani britannici.

    • E se, inizialmente, molti inglesi espressero una certa simpatia verso i moti rivoluzionari francesi, con il periodo del Terrore questa simpatia cessò e subentrarono paura e sospetti che raggiunsero il culmine con l'esecuzione di Louis XVI il 21 gennaio

      1793. Gillray rappresentò il re francese come un martire, gli uomini francesi come dei sans-culottes: scheletrici, pelosi e iperattivi mentre le donne francesi bestiali e depravate.

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