Centralità dei partiti nelle democrazie occidentali
In Italia i partiti «trasformano le domande collettive in scelte pubbliche», anche in politica estera.
Perché le Relazioni Internazionali (RI) si sono a lungo disinteressate ai partiti?
Dominio della teoria neorealista (Waltz).
Metafora delle 3 immagini:
Natura umana.
Ordinamento interno dello Stato.
Struttura anarchica del sistema internazionale.
Fine Guerra Fredda ⇒ «svolta domestica»: impossibile spiegare la politica internazionale senza le variabili interne.
Innovazioni post-1989 nelle RI
Foreign Policy Analysis (FPA): focus su processi decisionali e variabili domestiche.
Teoria della pace democratica (Kant) ⇒ le democrazie non si fanno guerra fra loro.
Spiegazione culturale (norme) vs spiegazione strutturale (istituzioni).
Definizione di partito (Downs)
«Compagnia di persone che cercano di controllare l’apparato governativo tramite elezioni regolari».
Sinistra vs Destra
Ruolo dello Stato: redistribuzione inclusiva (sin.) vs libero mercato e sovranità (des.).
In politica estera:
Sinistra: multilateralismo, tutela civili ⇒ "colombe".
Destra: interesse nazionale, legittimità uso forza ⇒ "falchi" (Klingemann).
Eccezioni: USA/Canada non corrispondono a questo schema.
Ulteriore tipologia
Radicali vs moderati all’interno di ciascun polo.
Verdi, estrema destra, populisti, nazionalisti, ecc.
Guerra Fredda
Difesa delegata a USA.
Art. 11 Costituzione: ripudio della guerra.
Primo impegno significativo: Libano 1982 (OLP).
Anni '90–2000: Italia da «consumatrice» a «produttrice» di sicurezza.
Dal 2006 primo contributore europeo di truppe ONU, pur spendendo meno di Francia/UK.
Motivi:
Proliferazione interventi multilaterali post-URSS.
Minore presenza USA in Europa.
Interventi presentati come coerenti con multilateralismo e pacifismo nazionali.
Ricerca di prestigio come media potenza.
Frenata anni 2010
Cambi strategici USA post-"war on terror".
Narrazione negativa NATO dopo Libia 2011 (instabilità + migrazioni).
Crisi finanziaria 2011 ⇒ tagli spesa.
Eventi chiave
1991: PCI ⇒ PDS + Rifondazione Comunista.
1992: Tangentopoli.
1994: DC ⇒ PPI + CCD; nascita Forza Italia; Alleanza Nazionale e Lega Nord in coalizione con FI.
Nasce un bipolarismo «limitato».
Politica estera II Repubblica
Centro-sinistra: europeismo, moneta unica, diritti umani.
Centro-destra: relazioni bilaterali (USA, Russia, Libia), prestigio.
Consenso bipartisan sulle missioni; estremi contrari (Verdi, Rifondazione, Lega Nord).
Meccanismo governo‐opposizione
Maggioranza sostiene missioni; opposizione le usa per attacchi politici.
Sinistra moderata (PDS/DS/PD)
Supera antimilitarismo → multilateralismo + diritti umani.
Approva Libano 1982, Alba 1997, Enduring Freedom, UNIFIL 2006, Libia 2011.
Sinistra radicale (PRC, PdCI, Verdi)
Pacifismo rigido, anti-USA.
Spesso voti contrari (Kosovo 1999, Iraq 2003). Verdi: sì solo a vere missioni ONU di peacekeeping.
Post-democristiani (PPI, UDC, ecc.)
Atlantismo, multilateralismo, diritti umani.
Sostegno sistematico alle missioni.
Italia dei Valori
Populismo legalitario, pacifista, europeista.
Contraria Libia 2011.
Forza Italia
Liberal-conservatrice, personalismo di Berlusconi.
Forte sostegno missioni (Afghanistan, Iraq) per relazioni bilaterali USA; iniziale no Libia per rapporto con Gheddafi ⇒ costretta a sì.
Alleanza Nazionale
Rinnovata, atlantista, patriottica; valorizza FF.AA.
Sostegno costante a missioni, anche all’opposizione.
Lega Nord (anni '90–2013)
Regionalista, populista, anti-immigrazione.
Scettica/contraria: Somalia OK, Alba dubbiosa, no Kosovo, no Afghanistan/Iraq (poi sì per blocco profughi musulmani), no Libia (paura migranti + interessi ENI).
Asimmetria Esecutivo/Legislativo
Art. 78 Cost.: Parlamento dichiara stato di guerra ⇒ eluso definendo le missioni «polizia internazionale».
Riforme per riequilibrare
Legge 25/1997 (ristrutturazione Difesa).
Risoluzione Ruffino 2001 (informativa + DL coperture).
Due modalità decisionali (1994–2013)
Dibattiti ad hoc + voto risoluzioni (missioni salienti: Kosovo, Iraq).
Decreti-legge semestrali «omnibus» con voto unico.
Legge Quadro 2016
Relazione annuale + possibilità «spacchettamento» voti.
Analisi quantitativa (6 missioni)
Ampio consenso centrista, retorica umanitaria/multilaterale.
Destra più favorevole, sinistra più sensibile al tipo di operazione.
Effetto governo/opposizione e tipo di voto (DL > risoluzioni) determinanti.
Variabile dipendente: spesa annuale per missioni.
Variabili indipendenti ideologiche
Posizione media sull’asse sinistra-destra.
Posizione del partito più estremo.
Partito titolare Difesa.
Polarizzazione interna.
Variabili strutturali
Numero partiti in coalizione.
Forza parlamentare (% seggi Camera).
Risultati principali
\rightarrow Governi centro-destra spendono di più.
Estremi influenti (più estremi ⇒ meno spesa).
Polarizzazione \propto (–) spesa.
Più partiti \Rightarrow meno fondi.
Governi Berlusconi > spesa.
Missioni avviate/terminate
Centro-destra avvia più missioni che chiude; centro-sinistra rapporto simile ma spinta ONU/UE.
Similarità: protezione civili, cornice NATO, forte contributo italiano.
Kosovo 1999
Governo D’Alema; Comunisti e Verdi decisivi ma timorosi di caduta governo ⇒ influenza limitata.
Libia 2011
Governo Berlusconi; opposizione Lega concentrata su immigrazione/costi; nessun rischio per maggioranza.
Comparazione
Potere di ricatto degli estremi maggiore nel 1999 che nel 2011.
Nuovo quadro
Strategia «Mediterraneo Allargato»; Legge Quadro 2017 ⇒ voto separato.
Movimento 5 Stelle
Antipolitica, ambientalista, web-based.
Pacifismo/terzomondismo, sì «Mare Nostrum», scettico «Triton»/«EUNAVFOR Med».
Programma 2018: stop «interventismo umanitario». 2019–20 attenua antiamericanismo.
Lega di Salvini
Da regionalista a nazional-sovranista; focus sicurezza/anti-immigrazione.
No missioni che agevolano migranti; sì anti-ISIS, leva obbligatoria, no «guerre neocoloniali».
Partito Democratico
Internazionalista, pro «Mare Nostrum», contrasto ISIS ma no bombardamenti.
Forza Italia
Pur all’opposizione, pro missioni; anti sanzioni Russia; contro «Mare Nostrum», ok «Triton».
Sinistra Italiana / SEL
Antimilitarista; sì soccorso migranti, no invio armi ribelli.
Fratelli d’Italia
Nazionalista, patriottico; contro missioni Mediterraneo, ma sostegno forte FF.AA.
Dibattiti 2013–16 vs 2017–20
Prima fase: consenso a campana (centro sì, estremi no).
Dopo Legge 2017: proliferano voti separati, missioni salienti isolate da opposizioni.
Spesa missioni 2013–20
Continuità; variabili: Destra \uparrow spesa, polarizzazione \uparrow spesa, meno partiti \uparrow spesa, maggioranza debole \uparrow spesa.
Contesto: Governo Draghi di unità nazionale (PD, Lega, M5S, FI); FdI unica grande opposizione.
Misure iniziali
Decreto-legge 25\,\mathrm{feb}\,2022: estensione missioni NATO + invio armi.
Lega & M5S
Passato filo-Putin, ora condannano invasione ma malcontento su invio armi/spese.
Critiche: coinvolgimento NATO, escalation, aumento budget Difesa.
PD & Italia Viva
Sostegno pieno a Draghi; armi, sanzioni, difesa democrazia; spinta diplomatica (Merkel mediatrice).
Forza Italia & Fratelli d’Italia
FI in maggioranza, favorevole ma propensa al dialogo con Putin.
FdI atlantista di ferro; vota sì alla Camera, no al Senato (logica opposizione + impatto economico).
Liberi e Uguali
Condanna Russia, però linea antimilitarista (Fratoianni no armi).
Risultati voto
Maggioranza larga per il governo; FdI unico "no" compatto.
Modelli di conflitto
Lineare (sinistra vs destra) e curvilineare (moderati vs estremi) entrambi parziali.
Dimensione populisti vs non-populisti proposta ma FdI deviante.
Ideologia e strategia agiscono congiuntamente.
Destra più favorevole e meno selettiva sulle missioni.
Moderati (di entrambi i poli) sostegno ► estremi opposizione.
Presenza al governo e procedure di voto influenzano drasticamente i comportamenti.
Spesa militare:
\text{Destra}\Rightarrow\text{spese}\uparrow; estremo coalizione rilevante; polarizzazione e frammentazione modulano budget.
Continuità multilateralista dell’Italia, ma con oscillazioni bilaterali nei governi di centro-destra.
Crisi Ucraina mostra che, anche senza truppe italiane impiegate, la politica di difesa rimane terreno di scontro partitico, riattivando schemi ideologici, logiche populiste e il tradizionale cleavages governo-opposizione.