Elementi di Scienza Politica – Riassunto Esteso

Perché la politica è importante

  • Differenza fra pace e guerra: Esemplificata dalla Jugoslavia, dove le decisioni sull'intervento militare o sulla negoziazione di pace sono intrinsecamente politiche. La guerra, la sua dichiarazione e la sua fine, sono esito di scelte politiche che determinano la sorte delle nazioni e dei popoli. La politica decide se prevale la cooperazione o il conflitto per la risoluzione delle controversie tra Stati o gruppi all'interno di uno Stato.

  • Libertà vs oppressione: Lo Stato, attraverso le sue leggi e istituzioni, definisce i limiti della libertà individuale e collettiva. Questo si manifesta nella regolamentazione dei diritti civili e politici. Esempi come lo scandalo Watergate (che evidenzia il ruolo dei media e dell'opinione pubblica nel limitare il potere politico) o la repressione di un blogger siriano (che mostra l'annullamento della libertà di espressione in regimi autoritari) illustrano come la politica decida fino a che punto i cittadini possano esprimersi o agire liberamente.

  • Uguaglianza/distribuzione del reddito: L'economia è il motore della produzione di ricchezza, ma è la politica a determinarne la destinazione e la distribuzione. Attraverso politiche fiscali, welfare state, regolamentazioni del lavoro e investimenti sociali, la politica influenza i livelli di disuguaglianza economica e sociale, cercando di bilanciare efficienza e equità.

Pensiero politico classico – Aristotele

  • Uomo come \textit{zoon politikòn}: Aristotele definisce l'essere umano come un 'animale politico', sottolineando la sua natura intrinsecamente sociale e la sua predisposizione a vivere nella polis (città-stato). La piena realizzazione dell'individuo, sia morale che intellettuale, avviene solo all'interno della comunità politica, che fornisce le condizioni per una vita buona e virtuosa.

  • Politica = etica in azione: Per Aristotele, la politica non è un campo separato dall'etica, ma piuttosto la sua applicazione pratica su scala collettiva. L'obiettivo ultimo della politica è raggiungere il bene comune (o felicità collettiva) attraverso la creazione di leggi giuste e l'educazione dei cittadini alla virtù.

  • Tre principi di potere (virtuoso/corrotto): Aristotele classifica le forme di governo in base al numero di governanti e alla loro finalità. Le forme virtuose, che perseguono il bene comune, sono: Monarchia (governo di uno), Aristocrazia (governo dei migliori), e Politeia (una forma mista che combina elementi di oligarchia e democrazia, orientata alla classe media). Le loro degenerazioni, corrotte in quanto perseguono l'interesse dei governanti, sono: Tirannia, Oligarchia e Democrazia (intesa come governo della plebe, non dei più poveri, per i propri interessi).

  • Polis nata da bisogni naturali e relazioni di potere: La polis non è una creazione artificiale, ma il risultato di un'evoluzione naturale: si parte dalla famiglia (che soddisfa i bisogni primari), aggregati di famiglie formano i villaggi, e l'unione di più villaggi dà vita alla polis, che è l'unica a garantire l'autosufficienza e la realizzazione di una vita compiuta. All'interno di queste formazioni, Aristotele distingue tre tipi di relazioni di potere: paterno (padre-figlio, per il bene del figlio), dispotico (padrone-schiavo, per il bene del padrone), e politico (tra liberi e uguali, basato sul consenso e sulla ragione, per il bene comune).

Hobbes e il Leviatano

  • Contesto: L'opera di Hobbes, in particolare il “Leviatano” (1651), è profondamente influenzata dal contesto storico della Guerra dei Trent'Anni (1618-1648) e dalla Pace di Westfalia del 1648. Questo periodo è caratterizzato da profondi conflitti religiosi e politici, che sfociano in una devastante guerra che ridefinisce l'ordine statale europeo. La pace di Westfalia segna la nascita del moderno sistema degli stati sovrani, basato sul principio della sovranità territoriale e della non interferenza negli affari interni, concetti che riflettono la necessità di stabilità e ordine di fronte al caos.

  • Antropologia negativa: stato di natura = bellum\ omnium\ contra\ omnes: Hobbes parte da una visione pessimistica della natura umana. Gli uomini sono fondamentalmente egoisti, mossi da tre passioni principali: la ricchezza (desiderio di possesso), la sicurezza (paura della morte violenta) e la gloria (desiderio di riconoscimento e superiorità). Nello stato di natura, privo di un'autorità superiore, queste passioni portano a una condizione di guerra di tutti contro tutti (bellum\ omnium\ contra\ omnes), dove la vita è “solitaria, misera, sgradevole, brutale e breve”. Non esiste giusto o sbagliato, poiché non ci sono leggi né autorità per farle rispettare. Ogni individuo ha un diritto illimitato su tutto, persino sul corpo altrui, ma questa libertà è anche la causa della sua insicurezza terminale.

  • Contratto sociale: rinuncia a libertà assoluta ⇒ creazione dello Stato (Leviatano) con monopolio della forza: Per sfuggire alla condizione insostenibile dello stato di natura, gli individui razionali scelgono di stipulare un contratto sociale. Attraverso questo patto, ogni individuo rinuncia al proprio diritto illimitato su tutto e alla propria libertà assoluta, trasferendo questo potere a un'unica entità sovrana: lo Stato, o Leviatano. Il Leviatano, che può essere un monarca o un'assemblea, detiene il monopolio della forza legittima, garantendo così l'ordine e la pace attraverso la paura della punizione. Questo trasferimento di sovranità è irrevocabile.

  • Doppio livello: pace interna, anarchia internazionale: La teoria di Hobbes si applica principalmente alla sfera interna dello Stato. All'interno dei confini statali, il Leviatano assicura la pace e l'ordine attraverso le sue leggi e la sua forza coercitiva. Tuttavia, a livello internazionale, tra gli Stati, Hobbes ipotizza una condizione di anarchia, simile allo stato di natura tra gli individui. Non essendoci un'autorità superiore in grado di imporre leggi e sanzioni, gli Stati rimangono in una potenziale condizione di guerra gli uni contro gli altri, mirando alla propria sopravvivenza e sicurezza.

  • Diritto di disobbedienza limitato; materialismo & fisica dell'uomo: Il diritto di disobbedienza al Leviatano è estremamente limitato, esercitabile solo se il sovrano minaccia direttamente la vita dell'individuo, che è l'unico diritto naturale inalienabile. Hobbes vedeva l'uomo e la società in termini meccanicistici: le azioni umane sono determinate da spinte e repulsioni, e la politica può essere compresa attraverso principi simili alla fisica meccanica. L'individuo, mosso dall'autoconservazione e dal piacere, mira a sfuggire al dolore e alla morte. Lo Stato è una "macchina artificiale" creata per superare le deficienze della natura umana, una costruzione razionale nata dalla paura e dal calcolo.

Machiavelli

  • Opere: Le opere principali di Niccolò Machiavelli sono "Il Principe" (1513, pubblicato postumo nel 1532) e i "Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio" (1513-1519, pubblicato postumo nel 1531). "Il Principe" è un manuale su come acquisire e mantenere il potere principesco, mentre i "Discorsi" esplorano i principi e le dinamiche delle repubbliche, mostrando il suo apprezzamento per la Roma repubblicana.

  • Politica difficile, ciclica (anaciclosi di Polibio): Machiavelli concepisce la politica come un campo di forze contingenti e mutevoli, non un regno ideale. Riconosce la ciclicità delle forme di governo (monarchia, aristocrazia, democrazia e le loro degenerazioni: tirannia, oligarchia, oclocrazia), un concetto ripreso dall'anaciclosi di Polibio. Questa visione storica lo porta a credere che nessun regime sia eterno e stabile, e che la fortuna giochi un ruolo cruciale.

  • Virtù e fortuna: principe deve essere leone e volpe: Il successo del principe dipende da due fattori: la Fortuna (gli eventi casuali, la sorte, le circostanze impreviste) e la Virtù (intesa non come virtù morale, ma come capacità del principe di agire con prontezza, intelligenza, coraggio e astuzia per adattarsi alle circostanze e dominarle). Il principe deve essere "golpe e lione": volpe per conoscere le trappole e lupi, e leone per spaventare i lupi. Questa metafora sottolinea la necessità di flessibilità, di essere sia astuto che forte, e di saper usare la forza e l'inganno quando necessario per il mantenimento dello stato.

  • Sistema misto romano: conflitto istituzionalizzato (senato, tribuni, consoli): Nei "Discorsi", Machiavelli elogia la Repubblica Romana come un esempio di sistema misto, considerato più stabile e duraturo perché capace di incanalare e istituzionalizzare i conflitti sociali (tra patrizi e plebei). La coesistenza di diverse istituzioni (il Senato aristocratico, i Tribuni della Plebe che difendevano gli interessi popolari, e i Consoli che rappresentavano il potere monarchico) permetteva ai vari umori (interessi e disaccordi) di esprimersi senza distruggere lo Stato, anzi, rafforzandolo.

  • Guerra e armi come funzioni biologiche della comunità; libertà solo se armati: Per Machiavelli, la guerra non è solo uno strumento, ma una componente essenziale e ineliminabile della politica. Uno Stato che non è in grado di difendersi con le proprie armi (milizie cittadine, non mercenarie) è destinato a soccombere. La libertà di una comunità si fonda sulla sua capacità di essere armata e indipendente, poiché solo così può difendere la propria autonomia e non dipendere dalla volontà altrui. L'organizzazione militare è quindi cruciale per la sopravvivenza e la libertà dello Stato.

Le tre facce della politica

La politica può essere analizzata sotto diverse prospettive, ciascuna focalizzata su aspetti distinti della vita collettiva e dell'esercizio del potere.

  • POLITICS: Riguarda le dinamiche del potere in senso lato, cioè come si acquisisce, si esercita e si mantiene il potere politico. Si concentra sulle relazioni di forza tra gli attori politici, i processi decisionali e le strategie impiegate. Gli elementi chiave includono:

    • Risorse: Le basi del potere, che possono essere economiche (controllo di ricchezze), coercitive (monopolio della forza fisica, es. esercito e polizia) o ideologiche (capacità di influenzare le credenze e i valori delle persone, es. attraverso i media o l'istruzione).

    • Legittimità: La credenza diffusa da parte dei governati che il potere dei governanti sia giusto e accettabile. Max Weber identificava tre tipi ideali di legittimità:

    • Carismatica: Basata sulla devozione eccezionale al carattere sacro o eroico di una persona (es. leader rivoluzionari).

    • Tradizionale: Basata sulla credenza nell'autorità di tradizioni consolidate e antiche (es. monarchie ereditarie).

    • Legale-razionale: Basata sulla credenza nella legalità di ordinamenti stabiliti e nel diritto di coloro che sono chiamati a governare in base a tali ordinamenti (es. democrazie moderne basate su costituzioni e leggi).

  • POLITY: Si riferisce all'identità, alla forma e ai confini della comunità politica, ovvero alla sua "struttura" o "costituzione". Riguarda la dimensione spaziale e identitaria della politica. Gli aspetti principali sono:

    • Identità & confini: Definiscono chi fa parte della comunità politica e chi no. Possono essere nazionali, religiosi, linguistici o culturali. I confini non sono solo geografici, ma anche simbolici, contribuendo a creare un senso di appartenenza e distinzione (noi vs. loro).

    • Sacralità dei confini: Spesso i confini vengono percepiti come quasi sacri, parte integrante dell'identità nazionale e oggetto di profondo rispetto e protezione. La loro violazione è considerata un atto di aggressione.

    • Tipologie di confini: Possono essere descritti come:

    • Lisci (smooth): Confini permeabili, aperti a scambi e flussi, tipici di aree integrate o globalizzate.

    • Striati (striated): Confini rigidi, che regolano e limitano nettamente il passaggio di persone, beni e informazioni, tipici di Stati sovrani che esercitano un controllo stretto sul proprio territorio.

  • POLICY: Si occupa delle attività concrete del governo, delle decisioni pubbliche e dei programmi d'azione. Riguarda il "cosa" il governo fa per affrontare i problemi pubblici. È il ciclo che trasforma gli input (domande, problemi) in output (leggi, servizi, programmi).

    • Decisioni pubbliche: Le scelte prese dalle autorità pubbliche per risolvere problemi collettivi o raggiungere specifici obiettivi sociali ed economici.

    • Ciclo input–output: Semplifica il processo delle politiche pubbliche: i bisogni e le richieste dei cittadini (input) vengono elaborati dal sistema politico, che produce decisioni e azioni (output) che incidono sulla società.

Lo Stato

  • Definizioni: Lo Stato è l'organizzazione politica che detiene il potere supremo su un determinato territorio e sulla popolazione che vi risiede. Elementi chiave includono:

    • Potere supremo (sovranità): Nessun'altra entità dentro i suoi confini può esercitare un potere superiore o indipendente da quello statale.

    • Monopolio della violenza legittima: Lo Stato è l'unico attore autorizzato ad usare la forza fisica (es. con polizia, esercito) per mantenere l'ordine interno e difendersi da minacce esterne. Questo concetto, centralizzato da Max Weber, è fondamentale per distinguere lo Stato da altre forme di organizzazione sociale.

    • Arbitro ultimo: Lo Stato è l'istanza finale per la risoluzione delle controversie e l'applicazione delle leggi, fungendo da garante dell'ordine giuridico e sociale.

  • Evoluzione: Il moderno Stato occidentale si è sviluppato attraverso un lungo processo:

    • Consolidamento: Creazione di un'autorità centrale che supera i poteri feudali e locali.

    • Centralizzazione: Accentramento del potere nelle mani di un'unica entità, con la creazione di burocrazie e apparati amministrativi.

    • Standardizzazione: Uniformazione delle leggi, dei sistemi fiscali, delle unità di misura e delle lingue all'interno del territorio nazionale, facilitando il governo e la coesione.

    • Costruzione della nazione: Parallelamente alla formazione dello Stato, si sviluppa un senso di identità nazionale e appartenenza collettiva tra i cittadini, spesso attraverso l'istruzione, i simboli e la narrativa storica.

  • Fasi: L'evoluzione dello Stato non è lineare:

    • Espansione: Il periodo di crescita e rafforzamento delle funzioni statali, in cui lo Stato assume sempre più compiti (es. welfare, educazione, sanità).

    • Crisi: Periodi di difficoltà, sfiducia o inefficienza, spesso legati a problemi economici, sociali o a mutamenti geopolitici (es. crisi fiscale, crisi di legittimità).

    • Ritirata: Fasi in cui lo Stato riduce il proprio raggio d'azione o interviene meno direttamente in alcuni settori, spesso a seguito di pressioni per la liberalizzazione o privatizzazione (es. neo-liberalismo).

  • Tipi: Si possono distinguere diverse configurazioni statali:

    • Unitario: Il potere politico è accentrato in un unico governo centrale che detiene la piena sovranità su tutto il territorio (es. Francia, Italia).

    • Unione dinastica: In passato, due o più regni erano uniti sotto lo stesso sovrano, pur mantenendo proprie leggi e istituzioni (es. Monarchia Asburgica).

    • Federalismo meccanico/organico: Sebbene il federalismo sia tipicamente una forma di Stato composita (vedi Riker), qui si può intendere una distinzione tra una federazione creata per accordo (meccanica, es. USA) e una sviluppatasi per unione di entità preesistenti (organica, es. Germania).

  • Decentramento: Il trasferimento di poteri e funzioni dal governo centrale a enti territoriali inferiori.

    • Politico vs amministrativo: Il decentramento politico implica il trasferimento di potere decisionale autonomo, con elezioni locali e proprie politiche (es. regioni in Italia). Il decentramento amministrativo implica il trasferimento di funzioni esecutive e gestionali, ma le decisioni rimangono centrali (es. uffici periferici di ministeri).

    • Modelli: Diverse modalità applicative del decentramento:

    • Fuso: Le competenze statali e locali sono strettamente intrecciate, con delega di funzioni dallo Stato centrale agli enti locali (es. Francia).

    • Duale: Chiara separazione delle competenze tra Stato centrale ed enti locali, con ambiti ben definiti di autonomia (es. USA, Germania).

    • Misto: Combinazione di elementi dei modelli fuso e duale (es. Regno Unito).

    • Länder: Termine tedesco per gli stati federati, che rappresenta un tipico esempio di forte autonomia regionale all'interno di un sistema federale (es. Germania).

Federalismo (Riker)

  • Due livelli di governo con competenze autonome garantite costituzionalmente: William H. Riker, politologo statunitense, definisce il federalismo come un sistema politico in cui il potere è diviso tra un governo centrale e un numero di governi sub-unitari (es. stati, province, cantoni). La caratteristica distintiva è che entrambi i livelli di governo derivano le loro competenze direttamente dalla costituzione e godono di autonomia sostanziale in almeno alcune aree politiche. Ciò significa che nessuno dei due livelli può unilateralmente abolire o intaccare l'autorità dell'altro. Le decisioni prese da ciascun livello sono sovrane all'interno della propria sfera di competenza.

Metodologia della ricerca politica

La metodologia della ricerca politica fornisce gli strumenti per studiare i fenomeni politici in modo sistematico, rigoroso e scientifico.

  • Concetto empirico: termine, significato, referente; connotazione vs denotazione: Un concetto empirico è la base della ricerca, rappresentando un'idea astratta che può essere osservata o misurata nel mondo reale. Si compone di:

    • Termine: La parola o l'etichetta usata per designare il concetto (es. "democrazia").

    • Significato: La definizione concettuale, ciò che il termine intende comunicare (es. "sistema di governo in cui il potere risiede nel popolo").

    • Referente: Le entità o fenomeni reali ai quali il concetto si riferisce (es. specifici paesi democratici).

    • Connotazione: L'insieme di attributi o caratteristiche che definiscono il concetto (es. per "democrazia": elezioni libere, diritti civili, pluralismo partitico).

    • Denotazione: L'insieme di tutti i casi empirici ai quali il concetto si applica (es. la lista dei paesi democratici).

  • Operazionalizzazione: concetto → indicatori → variabili (es. qualità della vita, sensibilità al terrorismo): L'operazionalizzazione è il processo attraverso il quale un concetto astratto viene trasformato in qualcosa di misurabile. Questo avviene sviluppando:

    • Indicatori: Aspetti osservabili del concetto. Ad esempio, per il concetto di "qualità della vita", gli indicatori potrebbero essere il PIL pro capite, l'aspettativa di vita, il tasso di alfabetizzazione. Per la "sensibilità al terrorismo", potrebbero essere il numero di attacchi, la spesa per la sicurezza, la percezione della minaccia.

    • Variabili: Le proprietà misurabili degli indicatori, che possono variare tra i casi. Ad esempio, il "PIL pro capite" è una variabile numerica, il "tasso di alfabetizzazione" è una percentuale.

  • Classificazioni e tipologie (criteri esclusivi, esaustivi, non sovrapposti): La classificazione è l'organizzazione dei casi in categorie basate su uno o più criteri, mentre la tipologia crea categorie combinando due o più criteri. È fondamentale che i criteri usati siano:

    • Mutualmente esclusivi: Ogni caso deve poter rientrare in una sola categoria.

    • Collettivamente esaustivi: Ogni caso deve poter rientrare in almeno una categoria.

    • Non sovrapposti: Le categorie devono essere distinte e non avere aree comuni che possano creare ambiguità.

  • Metodi di verifica: sperimentale, statistico, comparato, studio di caso: Sono le principali strategie per testare ipotesi e teorie:

    • Metodo sperimentale: Modello ideale (spesso difficile da applicare in politica). Implica la manipolazione di una variabile indipendente e il controllo delle altre per osservare l'effetto sulla variabile dipendente, generalmente in un ambiente controllato (es. esperimenti di laboratorio su decisioni politiche).

    • Metodo statistico: Analisi di grandi quantità di dati numerici per identificare correlazioni e relazioni causali attraverso tecniche statistiche. Permette generalizzazioni (es. analisi del voto, relazione tra disuguaglianza e instabilità).

    • Metodo comparato: Confronto sistematico di un numero ridotto di casi (paesi, regimi) simili per molti aspetti ma diversi per quello che si vuole studiare, o viceversa, per isolare fattori causali. Utile per identificare regolarità e differenze tra contesti (es. confronto tra sistemi elettorali).

    • Studio di caso (case study): Analisi intensiva e approfondita di un singolo caso (o un numero molto limitato) per comprenderne le dinamiche complesse in profondità. Utilizzato per generare ipotesi, illustrare teorie o studiare fenomeni rari.

  • Teorie: spiegano nessi causa-effetto; caratteristiche (valore esplicativo, parsimonia, falsificabilità): Le teorie sono insiemi di proposizioni interconnesse che mirano a spiegare e predire fenomeni, identificando relazioni di causa-effetto. Le buone teorie dovrebbero possedere:

    • Valore esplicativo: La capacità di fornire una comprensione approfondita del fenomeno.

    • Parsimonia: La semplicità, preferendo spiegazioni che usano il minor numero possibile di variabili o assunzioni per spiegare il massimo della varianza.

    • Falsificabilità: La possibilità che la teoria possa essere confutata da evidenze empiriche. Una teoria non falsificabile non è scientifica.

  • Paradigmi: scelta razionale (homo economicus, giochi), neo-istituzionalismo (razionalista, sociologico, storico), culturale (cultura civica, Fukuyama vs Huntington): I paradigmi sono cornici concettuali più ampie che guidano la ricerca, influenzando le domande poste e i metodi usati.

    • Scelta razionale: Assume che gli attori politici siano "homo economicus", ovvero individui razionali che agiscono per massimizzare la propria utilità o interessi. Spesso utilizza la teoria dei giochi per analizzare le interazioni strategiche.

    • Neo-istituzionalismo: Si concentra sull'importanza delle istituzioni (regole formali e informali) nel plasmare il comportamento politico. Si articola in:

    • Razionalista: Le istituzioni sono esiti di scelte razionali per risolvere problemi di coordinamento.

    • Sociologico: Le istituzioni influenzano il comportamento attraverso norme, valori e logiche di appropriatezza socialmente costruite.

    • Storico: Le istituzioni si sviluppano nel tempo attraverso percorsi dipendenti dalle scelte passate (path dependency) e resilienti al cambiamento.

    • Culturale: Sottolinea il ruolo della cultura (valori, credenze, atteggiamenti) nel modellare la politica e il comportamento politico. Esempi includono gli studi sulla "cultura civica" (Almond e Verba) o i dibattiti sulle "civiltà" e i loro scontri (Fukuyama contro Huntington).

Regimi politici

I regimi politici sono l'insieme delle strutture, delle norme, delle regole e dei valori che regolano l'accesso e l'esercizio del potere politico in una società. La loro classificazione è cruciale per comprendere le differenze tra i sistemi di governo.

  • Autoritari (Linz): Juan Linz ha fornito una delle classificazioni più influenti dei regimi non democratici. I regimi autoritari sono caratterizzati da:

    • Pluralismo limitato: Esiste una certa pluralità sociale ed economica, ma non politica. Solo alcune organizzazioni o gruppi possono operare, purché non minaccino il regime.

    • Scarsa mobilitazione: La partecipazione politica è scoraggiata o limitata a cerimonie rituali, non vi è un tentativo di mobilitare le masse in modo continuo e entusiasta come nei totalitarismi.

    • Mentalità guida: Non un'ideologia elaborata e totalizzante, ma una "mentalità" o un insieme di atteggiamenti e valori tradizionali e conservatori (es. anticomunismo, nazionalismo, ordine), spesso promossi da un leader o un gruppo ristretto.

    • Potere prevedibile: L'esercizio del potere, per quanto arbitrario, tende a essere più prevedibile rispetto ai totalitarismi, in quanto non è basato su un terrore indiscriminato.

    • Tipi: Linz classifica i regimi autoritari in:

    • Militari: Governo esercitato direttamente dalle forze armate (es. dittature latinoamericane).

    • Civili-militari: Combinazione di controllo militare con un'amministrazione civile.

    • Civili a partito unico: Il potere è detenuto da un unico partito, ma che non ha l'ambizione ideologica e di mobilitazione di un partito totalitario (es. Messico con il PRI per decenni).

  • Totalitari: Sono la forma più estrema di regime non democratico, che mira a controllare ogni aspetto della vita pubblica e privata dei cittadini. Caratterizzati da:

    • Partito unico di massa: Strumentalizzato per permeare ogni livello della società, con un leader carismatico al vertice.

    • Ideologia teleologica: Un sistema di credenze coerente, onnipervasivo e orientato al futuro, che promette una trasformazione radicale della società e dell'individuo, giustificando ogni azione del regime.

    • Mobilitazione continua: Tentativo costante di coinvolgere attivamente e intensamente la popolazione attraverso organizzazioni di massa, propaganda, rituali politici.

    • Terrorismo di Stato: L'uso sistematico e indiscriminato della violenza e dell'intimidazione da parte dello Stato contro la propria popolazione, non solo per eliminare gli oppositori, ma per creare una condizione di paura che garantisca la conformità assoluta (es. Germania Nazista, URSS Staliniana).

  • Post-totalitari: Forme di regime che emergono da un totalitarismo, ma che hanno subito un processo di "rilassamento" o "logoramento" interno. Mantengono alcune caratteristiche del totalitarismo ma mostrano segni di apertura. Esempi tipici sono l'Ungheria e la Polonia negli ultimi anni del comunismo:

    • Pluralismo sociale: Un limitato pluralismo può emergere a livello sociale o economico, anche se la sfera politica rimane controllata.

    • Ideologia rituale: L'ideologia non è più vissuta con la stessa intensità o convinzione, diventando più una formalità o un rituale burocratico che una fede autentica.

    • Riforme economiche: Tentativi di introdurre riforme economiche per affrontare problemi di stagnazione, a volte portando a un maggiore spazio per l'iniziativa privata.

  • Sultanistici: Tipo di regime autoritario caratterizzato da:

    • Potere patrimoniale personale: Il potere è essenzialmente un'estensione del potere personale del leader (il sultano) e della sua famiglia, non basato su leggi, istituzioni o ideologie.

    • Patronage: Diffuso sistema di favoritismi e clientele personali, dove le risorse dello Stato sono usate per ricompensare i fedeli e mantenere il controllo.

    • Assenza di ideologia: Non esiste un'ideologia guida o una missione trasformativa; il potere è esercitato per il beneficio del despota e della sua cerchia (es. Nicolae Ceausescu in Romania).

  • Ibridi/transizione: Regimi che mescolano elementi democratici e autoritari, rappresentando spesso una fase intermedia tra un regime non democratico e una democrazia (o viceversa).

    • Elementi democratici + autoritari: Possono avere elezioni, ma manipolate; una parziale libertà di stampa, ma con forti limitazioni; un pluralismo partitico, ma con un partito dominante.

    • Coalizione debole: Spesso caratterizzati da governi instabili o una limitata capacità di governo.

    • Elezioni irregolari: Le elezioni ci sono, ma non sono pienamente libere ed eque, con brogli, intimidazioni o esclusione di candidati.

  • Democrazie: Definizioni e modelli.

    • Approccio procedurale (otto requisiti Dahl): Robert Dahl propone una definizione minima di democrazia (poliarchia) basata su procedure e istituzioni, piuttosto che su risultati sostanziali (es. uguaglianza sociale). I suoi otto requisiti essenziali per una democrazia moderna (poliarchia) includono:

    1. Libertà di associazione

    2. Libertà di espressione

    3. Diritto di voto attivo e passivo

    4. Diritto dei leader di competere per il sostegno elettorale

    5. Fonti alternative di informazione

    6. Elezioni libere e corrette

    7. Istituzioni che rendono le politiche governative dipendenti dal voto e da altre espressioni di preferenza

    8. Inclusione (cittadinanza inclusiva)

    • Paradossi (trasparenza/segretezza, welfare/warfare): Le democrazie devono affrontare spesso delle tensioni intrinseche. Ad esempio, il paradosso tra la necessità di trasparenza per la responsabilità democratica e la necessità di segretezza in settori come la sicurezza nazionale. Oppure il paradosso tra la promozione del welfare (benessere sociale) e la spesa per il warfare (guerra e difesa), che spesso competono per le stesse risorse.

    • Modelli Lijphart: Westminster vs Consensuale: Arend Lijphart distingue due modelli ideali di democrazia basati su come è distribuito il potere:

    • Modello Westminster (o maggioritario): Caratterizzato da concentrazione del potere in mani di una maggioranza ristretta, governo monopartitico, sistema bipartitico, sistemi elettorali maggioritari, parlamento sovrano, governo unitario (es. Regno Unito).

    • Modello Consensuale: Caratterizzato da dispersione del potere, governi di coalizione ampi, sistema multipartitico, sistemi elettorali proporzionali, equilibrio tra esecutivo e legislativo, federalismo o forte decentramento, costituzione rigida (es. Svizzera, Belgio).

    • Sistemi di partito nel modello consensuale: Possono essere multipartitici moderati (con poche differenze ideologiche) o polarizzati (con forti differenze e partiti anti-sistema).

  • Onde di democratizzazione (Huntington) e riflussi: Samuel Huntington ha teorizzato che la democratizzazione avviene per "onde", periodi in cui un gran numero di paesi passano a regimi democratici, seguiti da "riflussi", dove si assiste a un'inversione di tendenza e al ritorno o all'instaurazione di regimi autoritari.

    • Onde democratiche:

    • 1828\text{-}1918 (Prima onda: democrazia lenta ed espansiva, influenzata dalla Rivoluzione Americana e Francese).

    • 1945\text{-}1962 (Seconda onda: post-Seconda Guerra Mondiale, decolonizzazione, influenza USA).

    • 1974\text{-}2000 (Terza onda: caduta delle dittature nel Sud Europa, America Latina e collasso del comunismo).

    • Riflussi:

    • 1922\text{-}1942 (Primo riflusso: ascesa dei fascismi e dei totalitarismi).

    • 1962\text{-}1975 (Secondo riflusso: colpi di stato militari in America Latina e Africa).

    • 2005\rightarrow (Terzo possibile riflusso: crisi della democrazia liberale, ascesa di populismo e autoritarismi).

  • Fasi di transizione: Il processo di passaggio da un regime non democratico a uno democratico (o viceversa) è complesso e può essere suddiviso in:

    • Crisi: Il regime autoritario esistente perde legittimità e capacità di governare (crisi economica, sconfitta militare, divisioni interne).

    • Transizione: Il periodo di incertezza e cambiamento, con l'emergere di nuovi attori e la negoziazione tra le élite del vecchio regime e le forze democratiche.

    • Instaurazione: Il momento in cui vengono stabilite le nuove regole del gioco democratico (elezioni libere, costituzione, diritti).

    • Consolidamento: Il processo più lungo e difficile, in cui la democrazia diventa l'unica forma di governo concevibile e le sue istituzioni e procedure vengono accettate da tutti gli attori politici. Si distingue in:

    • Legittimazione: La democrazia viene percepita come la forma di governo giusta e desiderabile, accettata dalla maggioranza della popolazione.

    • Ancoraggio: Il radicamento della democrazia nella società attraverso la creazione di una cultura politica democratica, lo sviluppo di partiti e istituzioni solide, e la risoluzione pacifica dei conflitti.

Partiti politici

  • Def. Sartori: Giovanni Sartori definisce un partito politico come "qualsiasi gruppo politico identificato da un'etichetta ufficiale che si presenta alle elezioni e che è capace di collocare attraverso le elezioni (libere o meno) suoi candidati a cariche pubbliche". Questa definizione sottolinea la funzione elettorale e di accesso al potere come centrale per i partiti.

  • Funzioni: I partiti svolgono un ruolo cruciale nelle democrazie moderne:

    • Aggregazione interessi: Raggruppano e danno voce a interessi e domande diverse presenti nella società, trasformandoli in richieste politiche coerenti.

    • Strutturazione voto: Semplificano la scelta per gli elettori presentando liste di candidati e piattaforme politiche chiare.

    • Socializzazione: Trasmettono valori, norme e simboli politici, integrando i cittadini nel sistema politico.

    • Reclutamento governanti: Identificano, selezionano e formano le future élite politiche (candidati, ministri, funzionari).

    • Policy: Contribuiscono alla formulazione e implementazione delle politiche pubbliche attraverso i loro programmi e il loro ruolo nel governo e parlamento.

    • Controllo: Vigilano sull'operato del governo (se all'opposizione) o gestiscono l'amministrazione (se al governo).

  • Evoluzione: I partiti politici hanno subito notevoli trasformazioni nel tempo:

    • Partito di notabili (o di élite): Caratteristici del XIX secolo, basati su reti informali di figure influenti e benestanti, attivi principalmente durante le elezioni (es. partiti liberali conservatori).

    • Partito di massa (o di sezione): Sviluppatosi a partire dalla fine del XIX secolo, legato all'estensione del suffragio. Basato su un'ampia adesione di membri, una forte organizzazione territoriale (sezioni), un'ideologia chiara e un'educazione politica dei militanti (es. partiti socialisti, comunisti, popolari).

    • Partito pigliatutto (catch-all party): Emerso nel dopoguerra, cerca di attrarre voti da diverse fasce della popolazione, riducendo l'enfasi sull'ideologia e privilegiando temi ampi e trasversali (es. molti partiti conservatori e socialdemocratici occidentali dagli anni '60).

    • Partito professionale-elettorale: Ulteriore evoluzione del catch-all, si concentra sempre più sull'efficienza elettorale, sulla comunicazione mediatica e sull'uso di professionisti della campagna politica, a scapito dell'organizzazione territoriale e del coinvolgimento ideologico degli iscritti.

    • Partito personale-mediale: Caratterizzato da una forte centralità del leader, che usa i mezzi di comunicazione di massa per comunicare direttamente con il pubblico, bypassando le strutture di partito tradizionali.

    • Partito cartello (cartel party): Partiti che, una volta al governo, tendono a "cartellizzarsi", ovvero a collaborare tra loro per drenare risorse dallo Stato (finanziamento pubblico) e per difendere il proprio status di attori privilegiati nel sistema politico, a volte a scapito della competizione aperta.

  • Sistemi di partito (Sartori): La classificazione dei sistemi di partito di Sartori si basa sul numero dei partiti rilevanti e sui modelli di interazione tra essi.

    • Partito predominante: Un partito vince elezioni successive con maggioranze assolute, anche se la competizione esiste ed è potenzialmente significativa (es. Partito Liberal-Democratico in Giappone per decenni).

    • Bipartitico: Due partiti principali competono per il governo, e uno dei due è quasi sempre in grado di governare da solo (es. USA, Regno Unito).

    • Multipartitico moderato: Più di due partiti rilevanti, ma con una distanza ideologica contenuta tra loro, e con coalizioni governative relativamente stabili (es. Germania, Cile).

    • Multipartitico polarizzato: Molti partiti rilevanti, con una forte distanza ideologica tra loro e la presenza di partiti anti-sistema. Questo porta a governi instabili e difficoltà nella formazione di maggioranze (es. Italia della Prima Repubblica).

    • Atomizzato: Un numero molto elevato di partiti, ognuno con scarsa forza elettorale, rendendo la governabilità molto difficile.

    • Non competitivi:

    • Monopartito: Un unico partito legale e al potere, senza alcuna competizione (es. Cina).

    • Egemonico: Esiste un partito dominante e altri partiti sono legali, ma non possono ragionevolmente competere per il potere o rovesciare il partito egemonico (es. Unione Sovietica con i partiti satelliti).

Gruppi d’interesse

  • Distinzione: interesse (scopo) vs pressione (azione): Un gruppo di interesse è un'organizzazione che cerca di influenzare le decisioni pubbliche per il beneficio dei suoi membri o per una causa che sostiene. La distinzione è tra l'interesse (lo scopo o l'obiettivo che il gruppo persegue) e la pressione (le azioni, o tattiche, che il gruppo intraprende per raggiungere tale scopo). Le principali tattiche di pressione (lobbying) includono:

    • Lobbying faccia-a-faccia: Contatti diretti con i decisori politici (parlamentari, ministri, funzionari).

    • Grass-roots lobbying: Mobilitazione della base del gruppo o del pubblico più ampio per esercitare pressione dal basso.

    • Coalizioni: Alleanze con altri gruppi per aumentare la propria influenza.

    • Finanziamenti: Contributi a campagne politiche o a partiti (regolati diversamente nei vari paesi).

  • Tipi: I gruppi d'interesse possono essere classificati in diverse categorie:

    • Economici: Rappresentano interessi legati a settori economici (es. associazioni industriali, sindacati, associazioni agricole).

    • Cause: Promuovono una specifica causa o un valore, spesso di natura etica, ambientale o sociale (es. Greenpeace, Amnesty International).

    • Identitari: Si basano su un'identità condivisa (es. gruppi etnici, religiosi, associazioni di categoria professionale).

    • NIMBY (Not In My Backyard): Gruppi che si attivano per ostacolare progetti specifici che percepiscono come dannosi per la loro comunità locale (es. un impianto eolico o una discarica vicino casa).

    • Istituzionalizzati: Gruppi che sono formalmente riconosciuti e hanno un accesso privilegiato ai processi decisionali statali.

    • Insider vs outsider: I gruppi insider hanno accesso regolare e privilegiato ai decisori; i gruppi outsider non hanno tale accesso e devono ricorrere a tattiche di pressione più dirette e visibili (es. proteste, campagne sui media).

  • Modelli di interazione: Descrivono come i gruppi d'interesse interagiscono con lo Stato:

    • Issue networks: Reti fluide e aperte di attori (gruppi di interesse, esperti, funzionari pubblici, parlamentari) che si aggregano attorno a specifiche questioni politiche. Sono informali e dinamiche, con frequente ingresso e uscita di attori.

    • Triangoli di ferro (Iron triangles): Un modello più rigido e chiuso, tipico degli USA, dove le decisioni su una specifica area politica sono prese da una stretta alleanza tra un comitato parlamentare, l'agenzia burocratica responsabile e un gruppo d'interesse specifico (es. il "triangolo di ferro" della difesa negli USA tra il Pentagono, le commissioni per gli armamenti del Congresso e le aziende di difesa).

    • Policy community (corporativa): Un modello in cui un numero limitato di gruppi d'interesse riconosciuti e legati a un settore specifico viene cooptato nello sviluppo delle politiche pubbliche, spesso attraverso consultazioni formali e un ruolo quasi monopolistico (tipico dei paesi neo-corporativi, es. Germania, Svezia).

  • Pluralismo vs neo-corporativismo: Sono due modelli ideali di rappresentanza degli interessi, con vantaggi e critiche specifiche.

    • Pluralismo: Caratterizzato da una moltitudine di gruppi d'interesse che competono liberamente tra loro per influenzare lo Stato. Nessun gruppo domina, e l'accesso al potere è più diffuso. Vantaggi: Maggiore espressione della diversità sociale, flessibilità. Critiche: Potenziale ineguaglianza nell'accesso (i gruppi più ricchi o organizzati hanno più voce), frammentazione, instabilità, difficoltà di coordinamento.

    • Neo-corporativismo: Caratterizzato da pochi, grandi gruppi d'interesse (es. sindacati, associazioni datoriali) che sono riconosciuti dallo Stato come partner privilegiati nel processo decisionale. Questi gruppi partecipano in modo centralizzato e triangolare (con governo, lavoratori e datori) alla formulazione delle politiche pubbliche, soprattutto in ambito socio-economico. Vantaggi: Maggiore capacità di coordinamento, stabilità, legittimazione delle decisioni, ridotta conflittualità. Critiche: Ridotta rappresentatività di gruppi minori, minore trasparenza, rischio di collusione tra élite, rigidità.

Burocrazia

  • Secondo Weber: razionalità, neutralità, gerarchia, competenza: Max Weber ha descritto la burocrazia come la forma più efficiente e razionale di organizzazione amministrativa. I suoi principi ideali includono:

    • Razionalità: Le decisioni sono prese in base a regole, procedure e obiettivi impersonali, non a considerazioni personali.

    • Neutralità/Impersonalità: I funzionari applicano le regole in modo imparziale, senza favoritismi o pregiudizi personali.

    • Gerarchia: Una chiara struttura di autorità con livelli definiti di comando e responsabilità.

    • Competenza/Specializzazione: I funzionari sono assunti e promossi in base a qualifiche tecniche e esperienza, e sono specializzati in compiti specifici.

    • La burocrazia è un meccanismo "senza anima" che esegue i comandi, ideale per una società complessa e moderna.

  • Funzioni: La burocrazia svolge diverse funzioni essenziali per lo Stato moderno:

    • Consulenza: Fornisce esperti e informazioni tecniche ai decisori politici.

    • Riscossione/Redistribuzione: Gestisce la raccolta delle tasse e la distribuzione delle risorse (es. pensioni, sussidi).

    • Servizi: Eroga servizi pubblici ai cittadini (es. sanità, istruzione, trasporti).

    • Regolazione: Applica e fa rispettare le leggi e le normative in vari settori.

    • Stabilizzazione: Contribuisce alla stabilità del sistema politico fornendo continuità amministrativa, anche in caso di cambiamenti politici.

  • Limiti: Nonostante l'efficienza, la burocrazia ha anche limiti e disfunzioni:

    • Razionalità limitata (bounded rationality): I decisori burocratici non hanno accesso a tutte le informazioni né a capacità cognitive infinite, il che porta a decisioni "soddisfacenti" piuttosto che ottimali.

    • Modelli decisionali (incrementalismo, garbage can):

    • Incrementalismo: Le decisioni vengono prese con piccoli aggiustamenti e modifiche rispetto alle politiche esistenti (status quo), piuttosto che attraverso una revisione completa.

    • Garbage can (cestino dei rifiuti): Un modello in cui problemi, soluzioni, partecipanti e opportunità decisionali si incontrano in modo casuale, leading to decisioni che non sempre seguono un percorso logico lineare.

    • Neutralità relativa (modelli village life, funzionale, avversariale): L'idea di una burocrazia totalmente neutrale è spesso messa in discussione. I funzionari possono essere influenzati da:

    • Village life: Le relazioni informali e le norme interne dell'organizzazione (la "vita di villaggio" dell'ufficio).

    • Funzionale: La lealtà alla propria professione o settore di competenza.

    • Avversariale: La competizione per risorse o influenza con altre agenzie o ministeri.

    • Discrezionalità: I funzionari hanno spesso un certo margine di manovra nell'interpretare e applicare le regole, potendo esercitare autonomia decisionale, specialmente ai livelli più bassi (burocrati di "strada").

    • Selezione (professionale, regolativa, New Public Management): I metodi di selezione e gestione del personale influenzano l'efficienza e l'orientamento della burocrazia. Nuove tendenze come il New Public Management (NPM) mirano a introdurre principi di gestione del settore privato (efficienza, orientamento al cliente, risultati) nella pubblica amministrazione, spesso con risultati misti.

Politiche pubbliche (Policy cycle)

Le politiche pubbliche sono l'insieme delle azioni e delle inazioni deliberate del governo, o di altre autorità pubbliche, per risolvere problemi sociali, economici o ambientali.

  • Attributi: Le politiche pubbliche sono:

    • Risposta a problema: Nascono per affrontare una questione percepita come problematica o per cogliere un'opportunità.

    • Orientate a obiettivi: Mirano a raggiungere risultati specifici.

    • Interesse pubblico: Sono formalmente finalizzate al beneficio della collettività (anche se spesso riflettono interessi specifici).

    • Attori pubblici: Sono promosse e implementate da enti e funzionari pubblici.

    • Processo: Non sono eventi singoli, ma un ciclo continuo di attività interdipendenti.

  • Tipi (Lowi): Theodore Lowi ha classificato le politiche pubbliche in base all'impatto percibito e alla coercizione (capacità dello Stato di imporre delle scelte):

    • Regolative: Stabiliscono regole e norme che limitano o impongono comportamenti (es. norme antinquinamento, regolamenti del traffico). Alta coercizione su individui e gruppi.

    • Redistributive: Riguardano il trasferimento di benefici e costi tra diversi segmenti della popolazione (es. tassazione progressiva, programmi di welfare). Alta coercizione sui gruppi di popolazione.

    • Distributive: Forniscono benefici a singoli individui o gruppi, spesso senza costi visibili per altri (es. sussidi, infrastrutture locali, progetti settoriali). Bassa coercizione, benefici concentrati.

    • Costituenti: Riguardano la creazione o la modifica di istituzioni e regole del gioco politico (es. riforma elettorale, riorganizzazione amministrativa). Alta coercizione sulle istituzioni.

  • Costi/benefici (Wilson): James Q. Wilson ha proposto una classificazione basata sulla distribuzione dei costi e dei benefici delle politiche:

    • Client politics: Benefici concentrati, costi diffusi (es. sussidi per un'industria specifica, i costi ricadono su tutti i contribuenti. Spesso porta a forte lobbying del gruppo beneficiario).

    • Interest-group politics: Benefici concentrati, costi concentrati (es. una legge che regola la competizione tra due settori specifici. Il conflitto è elevato tra i gruppi).

    • Majoritarian politics: Benefici diffusi, costi diffusi (es. leggi a difesa dei consumatori o dell'ambiente. Nessun gruppo specifico ha interesse a sostenere costi elevati).

    • Entrepreneurial politics: Benefici diffusi, costi concentrati (es. una norma per la sicurezza dei prodotti, i benefici sono per tutti ma i costi concentrati sulle aziende produttrici. Richiede un "imprenditore politico" che si faccia carico della causa).

  • Fasi (Policy cycle): Il processo decisionale delle politiche pubbliche è spesso concettualizzato come un ciclo ideale:

    • Agenda setting: Come un problema diventa oggetto di attenzione da parte dei decisori pubblici. Può avvenire tramite:

    • Outside initiation: Un problema è posto all'attenzione pubblica e politica da gruppi esterni al governo (es. movimenti sociali).

    • Inside initiation: Un problema è posto all'attenzione da attori interni al governo o alla burocrazia.

    • Mobilization: Un problema già nell'agenda pubblica viene mobilitato e spinto da attori interni al governo per ricevere maggiore attenzione e soluzioni.

    • Formulazione alternative: Una volta che un problema è sull'agenda, si cercano diverse soluzioni possibili. Questa fase è sia tecnica (analisi di fattibilità, costi-benefici) che politica (negoziazione tra interessi).

    • Decisione: Selezione di una delle alternative. I modelli decisionali possono essere:

    • Razionale: Ideale teorico in cui si cercano tutte le alternative e si sceglie quella ottimale (spesso irrealistico).

    • Incrementale: Si preferiscono piccole modifiche alle politiche esistenti.

    • Garbage can: Le decisioni sono frutto di incontri casuali tra problemi, soluzioni e partecipanti.

    • Implementazione: L'esecuzione e l'applicazione della politica decisa. Questa fase può essere complessa e non sempre lineare, con deviazioni rispetto alle intenzioni iniziali.

    • Top-down: L'implementazione è vista come un processo meccanico in cui le direttive del centro vengono eseguite fedelmente dalla periferia.

    • Bottom-up: L'implementazione è vista come un processo in cui gli attori a livello locale (burocrati di strada) hanno molta discrezionalità e adattano la politica al contesto.

    • Valutazione & feedback: Analisi degli effetti della politica (valutazione) e ripercussioni sul ciclo decisionale, che possono portare a modifiche o nuove politiche.

  • Attori: Nel ciclo delle politiche pubbliche sono coinvolti diversi attori:

    • Governo: L'esecutivo, che propone e implementa le politiche.

    • Parlamento: Approva le leggi e controlla il governo.

    • Burocrazia: Amministra e implementa le politiche, ma spesso ha anche un ruolo nella formulazione.

    • Partiti: Influenzano l'agenda e le decisioni attraverso i loro programmi e la loro presenza nelle istituzioni.

    • Gruppi: Rappresentano interessi specifici e fanno pressione sui decisori.

    • Esperti: Forniscono conoscenze tecniche e analisi.

  • Modelli di rete: Le interazioni tra gli attori si manifestano in diverse configurazioni di rete, come già menzionati:

    • Issue networks: Reti aperte e fluide per specifiche questioni.

    • Triangoli di ferro: Alleanze stabili e chiuse tra burocrazia, commissioni parlamentari e gruppi di interesse.

    • Policy communities: Reti più stabili e collaborative tra attori specifici in un dato settore.

Appendice – Lezione straordinaria su “Trumpismo”

  • Espansione potere presidenziale USA: delega del Congresso, interpretazioni di guerra, executive orders: Il periodo dell'amministrazione Trump ha evidenziato e, secondo alcuni, accelerato la tendenza all'espansione del potere presidenziale negli Stati Uniti. Questo avviene attraverso:

    • Delega del Congresso: Il Congresso sempre più spesso delega al presidente e alle agenzie esecutive il potere di legiferare su dettagli tecnici, aumentando il loro controllo sull'attuazione delle politiche.

    • Interpretazioni di guerra: L'uso non convenzionale o l'espansione delle giustificazioni per azioni militari senza esplicita autorizzazione del Congresso (es. bombardamenti, operazioni segrete).

    • Executive orders (Ordini esecutivi): Strumenti legali che il presidente può emanare per dirigere l'amministrazione, bypassando il processo legislativo congressuale, usati per questioni anche di ampia portata (es. politiche sull'immigrazione, regolamentazioni ambientali).

  • Ecosistema ideologico MAGA: trumpismi, oligarchi, media, guerre culturali, etno-nazionalismo: Il "Trumpismo" non è solo una figura politica, ma un complesso ecosistema che include:

    • Trumpismi (dottrine di Trump): Un insieme di idee e posizioni politiche spesso pragmatiche o contraddittorie, incentrate sul nazionalismo economico ("America First"), antipolitica, protezionismo, e critica alle élite.

    • Oligarchi: Grandi donatori e finanzieri che supportano la sua agenda, beneficiando a volte delle sue politiche (es. deregolamentazione).

    • Media di parte: Reti televisive (es. Fox News), siti web e figure mediatiche che diffondono la sua narrativa e attaccano i critici.

    • Guerre culturali: Conflitti su temi sociali e valoriali (es. aborto, identità di genere, critica alle élite liberali) che mobilitano la sua base elettorale.

    • Etno-nazionalismo: Una retorica che lega l'identità nazionale a quella etnica, promuovendo un'idea di America bianca e cristiana, spesso accompagnata da politiche anti-immigrazione.

  • Modelli di lobbying e policy sotto amministrazione Trump; conflitto federale–stati: Sotto Trump, il lobbying ha spesso assunto forme dirette e personali, con un accesso privilegiato per gruppi allineati ideologicamente o economicamente. Le politiche (policy) sono state caratterizzate da deregolamentazione, tagli fiscali significativi e un approccio "America First" al commercio e alla politica estera. La sua amministrazione ha anche visto un aumento delle tensioni e dei conflitti tra il governo federale e i singoli stati, soprattutto su temi come l'immigrazione, la salute e l'ambiente, con stati che si sono opposti alle direttive federali.

Formule e dati

  • (1618-1648) Guerra dei Trent’Anni

  • (1648) Pace di Westfalia

  • bellum\ omnium\ contra\ omnes (Hobbes)

  • Onde democratiche: $$1828\text{-}19

Paradigmi

I paradigmi sono cornici concettuali più ampie che guidano la ricerca politica, influenzando le domande poste e i metodi usati. Essi includono:

  • Scelta razionale: Presuppone che gli attori politici siano individui razionali che agiscono per massimizzare la propria utilità o interessi, spesso analizzando le interazioni strategiche tramite la teoria dei giochi.

    • Limiti: Questa prospettiva può tendere a ignorare comportamenti non razionali, emozioni, bias cognitivi, influenze culturali o il ruolo di norme e valori che guidano il comportamento oltre il puro interesse personale. Può semplificare eccessivamente fenomeni politici complessi non riducibili a interazioni puramente strategiche.

  • Neo-istituzionalismo: Si concentra sull'importanza delle istituzioni (regole formali e informali) nel modellare il comportamento politico. Si suddivide in tre approcci:

    • Razionalista: Le istituzioni derivano da scelte razionali volte a risolvere problemi di coordinamento.

    • Sociologico: Le istituzioni influenzano il comportamento attraverso norme, valori e logiche di appropriatezza socialmente costruite.

    • Storico: Le istituzioni si sviluppano nel tempo seguendo percorsi dipendenti dalle scelte passate (path dependency) e sono resistenti al cambiamento.

    • Limiti: Sebbene enfatizzi le istituzioni, il neo-istituzionalismo può sottovalutare il ruolo dell'agency individuale, delle personalità o delle dinamiche di potere non istituzionalizzate (es. leadership carismatica, movimenti sociali esterni alle strutture formali). L'approccio razionalista può faticare a spiegare origini o cambiamenti istituzionali non derivanti da chiare scelte utilitaristiche, mentre quello sociologico potrebbe essere percepito come eccessivamente deterministico. L'approccio storico, pur evidenziando la path dependency, potrebbe non spiegare del tutto le ragioni delle scelte iniziali o come avvengono radicali rotture istituzionali.

  • Culturale: Sottolinea il ruolo della cultura (valori, credenze, atteggiamenti) nel modellare la politica e il comportamento politico, come negli studi sulla "cultura civica" o nei dibattiti tra Fukuyama e Huntington sulle "civiltà".

    • Limiti: Questo paradigma può essere criticato per il suo potenziale determinismo, suggerendo che la cultura sia l'unico o principale motore dei risultati politici, sottostimando così il ruolo di istituzioni, fattori economici o dell'agency individuale. La definizione e misurazione di "cultura" possono risultare vaghe o portare a spiegazioni tautologiche