La vittoria sui Persiani segnò l'inizio dell'età classica della Grecia.
I vincitori Pausania (Sparta) e Temistocle (Atene) volevano continuare a difendere i Greci da future minacce.
Temistocle ebbe il supporto iniziale di Atene; Pausania fu ostacolato da Sparta, che non voleva impegnarsi lontano dal Peloponneso.
Il comando della lotta contro i Persiani passò da Sparta ad Atene.
Nel 478 a.C. la Lega Ellenica fu sostituita dalla Lega di Delo (o Delio-Attica), con sede nel santuario di Apollo a Delo e con Atene come guida.
Scopo: Inizialmente concepita come un'alleanza per proteggere le città greche da future invasioni persiane.
Fondazione: Nata dopo le Guerre Persiane, con l'intento di unire le forze greche sotto la guida di Atene.
Struttura: Ogni città membro contribuiva con navi o denaro (''phòros'') per mantenere una flotta comune.
La Lega comprendeva circa 400 città della Ionia, Tracia, le coste dell'Asia Minore e quasi tutte le isole dell'Egeo.
Gli alleati dovevano fornire navi o pagare un tributo (phòros) per equipaggiare la flotta della Lega.
Tributo (Phòros): Un contributo finanziario o navale richiesto ai membri della Lega per sostenere le spese militari e amministrative.
Atene trasformò la Lega da alleanza difensiva in strumento di dominio.
Trasformazione: Gradualmente, Atene iniziò a esercitare un controllo sempre maggiore sulle altre città della Lega.
Motivi: Utilizzo delle risorse della Lega per progetti interni ateniesi e mantenimento del potere.
Gli alleati divennero sudditi di fatto, Atene fissava l'ammontare del tributo, decideva la politica dell'alleanza e impediva l'uscita dalla Lega.
Controllo del Tributo: Atene determinava unilateralmente l'ammontare del ''phòros'' che ogni città doveva pagare.
Repressione: Le città che tentavano di lasciare la Lega venivano spesso punite militarmente.
Atene installò guarnigioni (cleruchie) nelle città meno affidabili e impose pesi, misure e la dracma ateniese per il commercio.
Cleruchie: Insediamenti militari ateniesi in territori alleati per mantenere il controllo e prevenire ribellioni.
Standardizzazione: Imposizione di pesi, misure e della dracma ateniese per facilitare il commercio e consolidare il potere economico.
Nel 469 a.C. i Greci ottennero una vittoria sul fiume Eurimedonte, ma la Lega serviva principalmente la potenza di Atene.
Dopo la vittoria sui Persiani, ci fu una divisione delle sfere di influenza tra Atene e Sparta.
Contesto: Emergere di due potenze dominanti dopo le Guerre Persiane.
Sparta divenne una potenza terrestre, agricola e militare, limitando la sua azione al Peloponneso.
Caratteristiche Spartane: Specializzazione nella forza militare terrestre e concentrazione sugli affari interni del Peloponneso.
Atene si sviluppò come potenza navale e commerciale, dominando l'Egeo e il Mar Nero.
Caratteristiche Ateniesi: Sviluppo di una potente flotta e controllo delle rotte commerciali marittime.
Questa divisione garantì stabilità per un periodo.
Sparta accettò l'espansione ateniese per preservare il suo equilibrio interno.
Ad Atene, i democratici (Temistocle) volevano indebolire Sparta, ma prevalse la linea di Cimone, favorevole a buoni rapporti con Sparta e all'espansione ateniese nell'Egeo.
Cimone dominò Atene dal 471 a.C. al 461 a.C., promuovendo l'amicizia con Sparta e reprimendo le ribellioni nella Lega.
Politica di Cimone: Favorevole a mantenere buoni rapporti con Sparta e a sopprimere le rivolte all'interno della Lega di Delo.
Nel 464 a.C. gli Spartani rifiutarono l'aiuto di 4000 opliti ateniesi inviati da Cimone per sedare una rivolta degli Iloti a seguito di un terremoto in Laconia.
Rifiuto Spartano: Gli Spartani rifiutarono l'aiuto ateniese, portando a tensioni tra le due città.
Efialte, leader dei democratici, attaccò Cimone, ottenendone l'ostracismo nel 461 a.C.
Ostracismo di Cimone: Efialte orchestrò l'ostracismo di Cimone, segnando un cambiamento nella politica ateniese.
Dopo la morte di Efialte, Pericle divenne la figura dominante della politica ateniese fino alla sua morte nel 429 a.C.
L'età di Pericle vide il massimo sviluppo di Atene.
Periodo di Pericle: Considerato l'apice della democrazia e della potenza ateniese.
La democrazia ateniese si consolidò, grazie alla vittoria sui Persiani e all'egemonia sulla Lega di Delo.
Le istituzioni di Clistene rimasero, ma il potere decisionale passò al demos e ai suoi organismi (ecclesia, bulè, tribunale popolare).
Ecclesia: L'assemblea popolare ateniese, dove tutti i cittadini potevano partecipare e votare.
Bulè: Il consiglio dei Cinquecento, che preparava le leggi per l'Ecclesia.
Tribunale Popolare: Organo giudiziario composto da cittadini sorteggiati.
Pericle aprì l'arcontato ai teti e introdusse la retribuzione delle cariche pubbliche.
Arcontato: Carica pubblica di alto livello aperta anche ai teti, la classe più bassa dei cittadini ateniesi.
Retribuzione: Introduzione di un salario per chi ricopriva cariche pubbliche, permettendo anche ai meno abbienti di partecipare alla vita politica.
Nel 451 a.C. Pericle varò una legge restrittiva sulla cittadinanza: solo i figli di genitori ateniesi potevano essere cittadini.
Legge sulla Cittadinanza: Limitazione dell'accesso alla cittadinanza per proteggere i diritti e i privilegi dei cittadini ateniesi.
La cittadinanza è l'appartenenza di un individuo a uno stato, con diritti e doveri.
Si ottiene per nascita (ius sanguinis o ius soli) o con modalità miste.
Ius Sanguinis: Diritto di cittadinanza basato sulla discendenza da cittadini dello stato.
Ius Soli: Diritto di cittadinanza basato sul luogo di nascita.
La legge di Pericle mirava a limitare il numero dei cittadini, dato che godevano di poteri e diritti costosi per lo stato.
Atene divenne una città fondata sull'artigianato e il commercio.
La flotta raggiunse 300 navi nel V secolo a.C., rendendo Atene una potenza navale.
Il Pireo divenne un centro nevralgico di scambi nel Mediterraneo.
Pireo: Il principale porto di Atene, cruciale per il commercio e la potenza navale della città.
Le Lunghe Mura collegavano il Pireo ad Atene, trasformando la città in un'area economico-commerciale integrata.
Lunghe Mura: Infrastruttura difensiva che collegava Atene al suo porto, garantendo l'approvvigionamento anche in caso di assedio.
Pericle fece di Atene la capitale economica, politica e culturale della Grecia.
Realizzò un programma di edilizia pubblica, culminato nella ricostruzione dell'Acropoli e nella costruzione del Partenone.
Acropoli e Partenone: Progetti edilizi che simboleggiavano la grandezza e la prosperità di Atene sotto Pericle.
Le entrate dello stato derivavano dalle tasse portuali (2% del valore delle merci), proprietà pubbliche, multe e tasse speciali per gli stranieri.
Tasse Portuali: Imposte sulle merci che transitavano per il porto del Pireo.
Liturgie: Servizi pubblici finanziati dai cittadini più ricchi.
I cittadini benestanti erano soggetti alle liturgie: versamenti per finanziare opere pubbliche.
Il tributo degli alleati della Lega fu quadruplicato.
Nel 454 a.C. Pericle trasferì il tesoro della Lega da Delo ad Atene, unificando le entrate della Lega e dello stato ateniese.
Trasferimento del Tesoro: Simboleggiò il controllo ateniese sulla Lega e permise di finanziare progetti ambiziosi.
La democrazia ateniese era finanziata grazie all'egemonia sugli alleati.
Atene garantiva sicurezza sui mari, sviluppo dei commerci e circolazione di uomini, idee e tecnologie.
Il dominio ateniese limitava l'autonomia e l'indipendenza delle poleis greche.
Pericle condusse una politica estera attiva, ma con risultati contrastanti.
Tra il 461 e il 455 a.C. inviò una spedizione in Egitto in appoggio a una ribellione antipersiana, che fallì.
Spedizione in Egitto: Tentativo fallito di sostenere una rivolta contro i Persiani, con conseguenze negative per Atene.
Con la pace di Callia (449 a.C.), i Persiani accettarono di non entrare nell'Egeo, mentre i Greci si impegnavano a non interferire negli affari persiani.
Pace di Callia: Accordo che stabilizzò i rapporti tra Greci e Persiani, definendo le rispettive sfere di influenza.
Atene ebbe scontri con Sparta e i suoi alleati.
Nel 446 a.C. le due potenze firmarono una pace trentennale, stabilendo che le città neutrali potevano aderire all'una o all'altra coalizione e che ogni controversia doveva essere risolta diplomaticamente.
Pace Trentennale: Tentativo di evitare un conflitto aperto tra Atene e Sparta, stabilendo regole per la gestione delle controversie.
Nel 431 a.C. si ruppe la pace tra Atene e Sparta, iniziando un conflitto noto come Guerra del Peloponneso (431-404 a.C.).
La guerra coinvolse la Grecia continentale, le isole e le colonie in Italia, e fu una "guerra civile dei Greci".
Il conflitto fu per l'egemonia sul mondo greco e divenne uno scontro ideologico tra democrazia e oligarchia.
Negli anni Trenta, i rapporti tra Atene e Sparta si deteriorarono a causa di alleanze, sconfitte navali e restrizioni commerciali.
Sparta invase l'Attica nel 431 a.C.
Atene, con la sua politica espansionistica, rappresentò una minaccia per Sparta.
Sparta (Lega peloponnesiaca) aveva le città del Peloponneso (tranne Argo), Megara, Beozia con Tebe, Locri, Focesi e Macedoni.
Atene (Lega di Delo) aveva Platea, Eubea, Tessaglia, Acarnania, Calcide, Tracia, Ellesponto, Asia Minore e quasi tutte le isole dell'Egeo.
Neutrale erano Argo, Acaia, Epiro e Creta.
I Peloponnesiaci erano superiori per terra, gli Ateniesi per mare.
Atene aveva maggiori risorse finanziarie, Sparta si presentava come baluardo della libertà contro l'oppressione ateniese.
Pericle basò la strategia ateniese sulla resistenza: evitare lo scontro diretto, chiudersi in città e logorare gli avversari con sbarchi e attacchi.
Nel 430 a.C. un'epidemia decimò gli Ateniesi, uccidendo lo stesso Pericle (429 a.C.).
Dopo la morte di Pericle, ci furono tensioni tra democratici e aristocratici.
A Sparta prevalsero i fautori della guerra.
Nel 421 a.C. si giunse alla pace di Nicia, che ribadiva l'egemonia delle due potenze sui territori dominati prima del conflitto.
Nel corso della guerra, scoppiarono conflitti civili tra democratici (filoateniesi) e aristocratici (filospartani).
Tucidide descrive la guerra civile a Corcira (427-425 a.C.).
La prima fase si combatté nel Peloponneso e nell'Attica.
Nel successivo periodo intermedio (420-413 a.C.) il centro fu la Sicilia.
La pace di Nicia rimase in vigore, ma era fragile.
Ad Atene, Alcibiade spinse per riprendere il conflitto ed estendere l'egemonia ateniese.
La spedizione in Sicilia (415-413 a.C.) fu catastrofica per Atene.
Alcibiade fu richiamato in patria con l'accusa di sacrilegio e si rifugiò presso gli Spartani.
Gli Spartani inflissero una disastrosa sconfitta agli Ateniesi presso Siracusa (413 a.C.).
Gli Ateniesi decisero di attaccare la Sicilia per dinamismo.
Il fallimento della spedizione fu un duro colpo per Atene e causò rivolte tra gli alleati.
Sparta ruppe la tregua e occupò Decelea, vicino ad Atene.
Sparta chiese aiuto ai Persiani, ottenendo finanziamenti in cambio della libertà sulle città dell'Asia Minore.
Nel 411 a.C., la crisi di Atene portò a un colpo di stato oligarchico.
La bulè fu sciolta, la remunerazione delle cariche pubbliche abolita, la cittadinanza limitata e il potere fu affidato a un consiglio dei quattrocento.
La sollevazione del demos portò al ritorno della democrazia (410 a.C.).
Richiamato Alcibiade, gli Ateniesi ottennero vittorie sugli Spartani.
Gli strateghi vincitori alle Arginuse furono condannati a morte per non aver recuperato i cadaveri dei marinai annegati.
Lisandro distrusse la flotta ateniese a Egospotami nel 405 a.C.
Lisandro occupò Atene nel 404 a.C.
La sconfitta di Atene fu salutata come il ritorno dell'autonomia delle poleis.
La fine della guerra del Peloponneso non assicurò né libertà né pace al mondo greco.
Dopo il dominio ateniese, ci fu quello spartano, tebano e macedone.
Guerre, scontri e mutamenti politici caratterizzarono il IV secolo a.C.
Molti cercarono di conciliare l'autonomia delle poleis con l'ideale di una pace panellenica.
L'instabilità del mondo greco diede spazio alle ingerenze dei Persiani e poi dei Macedoni.
Nel 404 a.C., Sparta impose condizioni di pace dure ad Atene.
La democrazia fu sostituita da un regime oligarchico di trenta magistrati, detto dei "Trenta Tiranni".
I democratici furono colpiti, e la cittadinanza fu limitata.
Trasibulo guidò la rivolta contro l'oligarchia.
Nel 403 a.C., Trasibulo sconfisse i Trenta.
Le due parti trovarono un accordo che prevedeva il ritorno della democrazia, la restituzione delle proprietà confiscate e l'amnistia per i reati commessi.
L'accordo cancellava non solo i reati, ma anche il ricordo dei reati avvenuti, al fine di evitare vendette.
Tale soluzione politica della guerra civile consentì di salvare la città dal disastro, nonostante episodi come la condanna di Socrate.
La vittoria su Atene consegnò a Sparta l'egemonia sul mondo greco, ma Sparta non seppe sostenere questo ruolo.
Il malcontento degli iloti messeni cresceva, e l'afflusso di ricchezze minacciava la compattezza della classe dirigente.
All'esterno, gli Spartani installarono guarnigioni comandate da armosti e imposero tributi.
Sparta aveva ottenuto aiuto finanziario dai Persiani.
Per risultare credibile, Sparta dovette difendere le colonie ioniche, con spedizioni inconcludenti in Asia Minore.
Nel 401 a.C., Sparta inviò un esercito di 13000 opliti per appoggiare Ciro il Giovane, nella sua ribellione contro Artaserse II, ma Ciro cadde nella battaglia di Cunassa.
I soldati spartani intrapresero un drammatico viaggio di ritorno, raccontato da Senofonte nell'Anabasi.
Le città ioniche rimasero quindi sotto il controllo della Persia.
Le città greche si riunirono in congresso per trovare una soluzione al continuo stillicidio di conflitti.
Nel 386 a.C. le poleis sottoscrissero la pace di Antalcida (o “pace del Re”), perché le sue condizioni furono dettate dal re persiano Artaserse II.
La pace riconosceva il dominio persiano sulle città dell’Asia Minore (con autonomia interna e pagamento di tributi al re persiano); in cambio, garantiva libertà e autonomia a tutte le pòleis greche, vietando leghe, alleanze e il dominio di una città su altre.
Il re persiano stesso si impegnava a intervenire contro chi non rispettasse l’accordo.
La pace attribuiva ai Persiani il ruolo di garanti, rendendo la Persia il perno dell’equilibrio greco, subordinando le poleis, Sparta inclusa, alla volontà persiana.
Nel 382 a.C., gli spartani occuparono Tebe.
Nel 378 a.C., Atene diede vita a una seconda Lega delio-attica, antispartana.
Tebe creò una confederazione di città della Beozia.
Dal latino cum, "on", e foelies, "patto", è un insie-me di stati o di entità politiche che si danno alcune strutture e regole di governo comuni ma conservano la propria autonomia.
È analoga ma diversa dalla "federazione", unione di stati in cui il potere centrale, detto "governo federale", è più forte.
A Leuttra, nel 371 a.C., l'esercito tebano sconfisse quello spartano, grazie alla nuova tattica militare escogitata da Epaminonda, basata sulla falange tebana.
La battaglia di Leuttra crollava il mito dell'invincibilità spartana.
L'egemonia tebana fu di breve durata.
La Beozia era una regione con poche risorse.
Mancavano a Tebe il prestigio e l'autorevolezza di Atene e Sparta.
Gran parte della forza tebana stava nei suoi comandanti, Pelopida ed Epaminonda.
Rimasta priva di una solida guida politica e militare, Tebe dovette abbandonare ogni ambizione di egemonia.
Dopo la battaglia di Mantinea nessuna polis aveva la capacità di guidare la grecia.
I macedoni erano la popolazione che lo avrebbe fatto, ma erano diversi dalle poleis greche.
Makednès in greco significa "alto", probabilmente con riferimento alle aspre montagne che dominavano il paesaggio di quella regione.
La Macedonia non faceva parte del mondo miceneo e, benché parlasse un dialetto greco settentrionale, i macedoni vennero a lungo considerati un popolo distinto, inferiore, "barbaro".
Ai greci non era mai importato granché dei macedoni, mentre i re macedoni cercarono di accreditarsi come greci.
Nel 360 a.C., Sali al trono Filippo II.
Filippo operò per rafforzare il suo regno, sia all’interno sia all’esterno.
Filippo sconfisse dapprima i bellicosi illiri, che minacciavano il regno da ovest (358 a.C.); a est, sottomise poi i peoni e i traci, portando i confini del regno fino al MarNero.
Il sovrano macedone si liberò dalla presenza ateniese nelle città della costa.
Filippo usava la forza delle armi l'intelligenza politica e abilità diplomatica.
Isocrate ed Eschine erano capo del partito Filomacedone.
Demostone era capo del partito Antimacedone.
Il percolo per la liberta greco rappresentato Da Filippo era discusso.
Atene si mosse, incaricando Demostene di costruire un’alleanza antimacedone che comprendeva Tebe e molte altre città.
Lo scontro decisivo avvenne nel 338 a.C. a Cheronea:
Filippo trattò gli ateniesi con moderazione:
L'anno Dopo fu sottoscritto un accordo: Lega di Corinto.
Filippo assunse la guida di una federazione panellenica per l'espansione contro i persiani.
Filippo non cancellò dunque la libertà delle poleis, ma le mise di fronte al loro