Il rapporto tra sviluppo economico e sistema bancario è di fondamentale importanza nella storia italiana. In particolare, si fa riferimento alla seconda rivoluzione industriale, che si è verificata a metà dell'Ottocento, e al suo impatto sui capitali finanziari. Dal momento dell'Unità d'Italia fino al boom dell'età giolittiana, si è assistito a un'analisi approfondita della dinamica di questo rapporto, con fasi di crescita e recessione dell'industria italiana correlate con l'operato del sistema bancario. A tal proposito, si evidenziano le differenze tra i modelli di sviluppo economico e finanziario in Europa e negli Stati Uniti.
La seconda rivoluzione industriale ha dato vita a nuovi settori dominanti come la chirurgia, la meccanica, la chimica e l'elettricità, richiedendo così un maggiore ammontare di capitali finanziari per gli investimenti rispetto alla prima rivoluzione. Sono emerse varie teorie sulla relazione tra sviluppo economico e specializzazione del credito. Ad esempio, Rousse Parallesm (Gozmit, 1969) ha sottolineato l'interazione positiva tra la specializzazione del credito e lo sviluppo economico. Cameron ha invece enfatizzato l'importanza del contesto nazionale per i flussi finanziari, mentre Gershenkron ha evidenziato il ruolo propulsivo del capitale bancario in paesi che si sono sviluppati più tardi, come Italia e Germania.
Un indicatore rilevante in questo ambito è il Frenchal International Ratio (FIR), che permette di misurare la crescita dell'attività finanziaria rispetto all'economia reale. Dalla metà dell'Ottocento si è osservata una tendenza crescente delle attività finanziarie in confronto all'economia reale. Nell'analisi delle fasi di sviluppo del sistema bancario italiano, si possono distinguere diverse epoche, a partire dall'età delle origini, che va dal 1861 agli anni '90. In questo periodo, si è formato un sistema bancario segmentato, caratterizzato dalla coexistence di più banche di emissione e dall'assenza di una banca centrale.
L'impatto ereditato dalle strutture preunitarie ha portato a una necessità di unificazione del sistema. Diverse istituzioni, come banche ordinarie, casse di risparmio e credito fondiario, hanno avuto un ruolo in questo contesto. La crisi di fine secolo ha evidenziato criticità nel sistema segmentato, culminando nello scandalo della bancarotta della banca romana in un contesto di crisi generale, mettendo in luce le problematiche legate all’inflazione artificiale delle banconote e la necessità di una riforma sistemica per controllare gli investimenti finanziari.
Nell'età giolittiana, che va dalla fine dell'Ottocento alla prima guerra mondiale, si sono realizzate riforme bancarie fondamentali, tra cui la creazione della Banca d'Italia nel 1893, un passo importante per la stabilizzazione. Si è assistito anche allo sviluppo delle banche popolari e miste, che hanno promosso il risparmio e sostenuto gli investimenti industriali. Le banche miste hanno svolto un ruolo cruciale, gestendo capitali e sostenendo industrie ad alta intensità di capitale grazie a una collettività di funzioni.
Infine, le banche miste hanno sostenuto attività produttive e garantito finanziamenti attraverso una collaborazione profonda tra banche e industria, con significativi esempi di alleanze strategiche, come quelle tra banche e aziende come Fiat. Queste note, dunque, offrono una guida per comprendere la complessità del rapporto tra sviluppo economico e sistema bancario, soprattutto nel contesto italiano all’epoca della seconda rivoluzione industriale e oltre.